Serie A
Rivoluzione Milan: non solo Conceicao, nessuno è intoccabile

Il Milan sta attraversando un periodo particolarmente difficile, culminato con la recente sconfitta per 2-1 contro il Bologna nel recupero della nona giornata di Serie A.
Nonostante il vantaggio iniziale siglato da Rafael Leão al 43′, la squadra ha subito la rimonta dei padroni di casa con le reti di Castro al 48′ e Ndoye all’82’.
Questo risultato negativo si aggiunge all’eliminazione dalla Champions League per mano del Feyenoord, avvenuta dopo un pareggio per 1-1 al San Siro.
La partita era iniziata positivamente con un gol di Gimenez al primo minuto, ma l’espulsione di Theo Hernandez al 58′ ha compromesso la prestazione della squadra, portando al pareggio degli olandesi e all’eliminazione dei rossoneri.
La combinazione di questi insuccessi ha generato tensioni all’interno del club. Il tecnico Sergio Conceiçao ha espresso la sua frustrazione per le critiche ricevute, dichiarando di essere pronto a dimettersi senza chiedere alcuna indennità, nonostante abbia già conquistato la Supercoppa Italiana contro l’Inter pochi mesi fa.
Inoltre, alcuni giocatori chiave stanno affrontando momenti di difficoltà. João Félix, arrivato in prestito dal Chelsea, è stato duramente criticato dalla stampa italiana per le sue prestazioni deludenti, tanto da essere definito un “disastro”. Anche Christian Pulisic ha manifestato il suo disappunto dopo aver fallito un calcio di rigore nella recente sconfitta contro il Torino, sottolineando la necessità di riscattarsi nelle prossime partite.
La situazione attuale del Milan è preoccupante: la squadra occupa l’ottavo posto in Serie A, lontana dalle posizioni che garantiscono l’accesso alle competizioni europee, e rischia di affrontare una stagione senza partecipazioni internazionali.
Con ancora tre mesi di campionato e una Coppa Italia da disputare, sarà fondamentale per il club ritrovare compattezza e determinazione per invertire la rotta e salvare la stagione.

ZLATAN IBRAHIMOVIC PENSIEROSO GUARDA IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus, basta obiettivi: servono punti per sopravvivere

La Juventus è in caduta libera e tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Il quarto posto non è solo un traguardo, ma un obbligo per evitare il peggio.
Il tracollo della Juventus è una realtà inconfutabile, il peggior incubo divenuto concreto. Il progetto bianconero è stato accantonato e ora ognuno, dai giocatori allo staff tecnico, deve guardarsi dentro senza alibi.
La Juventus affonda: serve un cambio di rotta immediato
Un confronto tra le parti avverrà nei prossimi giorni con chi resterà alla Continassa, ma la resa dei conti è già iniziata negli spogliatoi del Franchi, subito dopo il triplice fischio. Giuntoli non ha perso tempo: è sceso nello spogliatoio per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile. Non si molla, non si getta la spugna. Il quarto posto, ormai, non è più un semplice obiettivo stagionale, ma un obbligo per scongiurare scenari ben peggiori.

CRISTIANO GIUNTOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un progetto fallito sul nascere
La scelta di non addossare tutte le colpe a Thiago Motta è un segnale forte: la crisi della Juventus non ha un solo responsabile, ma è il risultato di un’involuzione collettiva, per questo ieri Giuntoli ha parlato nel post partita. I giocatori non possono più nascondersi dietro le scelte del tecnico, perché il problema è più profondo. Giuntoli si aspettava un moto d’orgoglio, un segnale di reazione. Invece, ha trovato una squadra smarrita, preda di una pericolosa rassegnazione, che sembra aver perso il carattere che ha sempre contraddistinto la Vecchia Signora.
La Juventus, quest’estate, ha deciso di ripartire da zero con scelte audaci e controverse, sacrificando figure chiave dello spogliatoio. Ora, le conseguenze di quelle decisioni si stanno manifestando in tutta la loro gravità.
Serie A
Palladino: con l’acqua alla gola si è ripreso la Fiorentina

Notte da sogno per la Fiorentina di Raffaele Palladino. Il tecnico, ex Monza, ha fatto vivere una notte da sogno ai tifosi dopo il pesante 3ao alla Juventus.
La Fiorentina passeggia, anzi demolisce, su una Juventus inguardabile e irriconoscibile. Mister Palladino, con i gol di Gosens, Mandragora e Gudmunsson, salva la panchina quantomeno per il tempo della sosta. Grandissima prova di Fagioli, che mette a referto due assist, probabile rimpianto juventino. Una cosa è certa: l’impresa contro la Juve sarà ricordata e raccontata dai tifosi fiorentini per molto tempo.
Palladino salvo…per adesso
Prestazione vincente dei Viola contro la Juventus. Palladino sembra aver ri-trovato una quadra di squadra per affrontare questo finale di stagione per le posizioni europee. De Gea tra i pali muro difensivo, una difesa che con il nuovo vestito a tre sembra aver trovato solidità, centrocampo di alta qualità con l’innesto di Fagioli (in casa Juve si staranno mangiando le mani?), e una coppia d’attacco formata da Gudmundsson e Kean che fa sognare.
Il tecnico Viola è stato più volte nella stagione criticato per la qualità del gioco della sua squadra. Tuttavia va sottolineata una dote dell’allenatore di Mugnano di Napoli: la capacità di saper reagire e resistere quando ci si ritrova con l’acqua alla gola. Qualità da molti considerata da grande allenatore.
Bisogna dire però che la squadra è inciampata, nel corso della stagione, in errori che poi non sono stati del tutto corretti. Errori che hanno indotto i media e gli addetti ai lavori a fare paragoni con il precedente tecnico Viola, Vincenzo Italiano.
Sta di fatto che il tecnico della Fiorentina spera, con gli aggiustamenti fatti, di aver trovato la quadra per centrare l’Europa: “Stasera è stata magica. Non ci rendiamo ancora conto. Siamo felici, abbiamo giocato con intensità ed energia, a tutto campo: serviva una partita così, per dare la svolta”.
Serie A
Fiorentina, Comuzzo dall’addio alla panchina: non è più inamovibile

Pietro Comuzzo è sicuramente una delle sorprese più liete della stagione della Fiorentina. Da gennaio, però, sembra aver perso la titolarità.
In una Fiorentina che continua a vivere una stagione tra alti e bassi, una delle poche certezze, almeno fino a gennaio, era rappresentata da Pietro Comuzzo. Il classe 2005 si era guadagnato il posto da titolare inamovibile con prestazioni di grande solidità, attirando così l’attenzione dei top club italiani.
Il Napoli, in particolare, aveva tentato il colpo nel mercato invernale, arrivando a offrire oltre 30 milioni di euro per strapparlo ai viola. La trattativa, però, non si è concretizzata e, paradossalmente, da quel momento qualcosa è cambiato nella stagione del difensore.
Gli errori e la rinascita di Pongracic
Comuzzo ha risentito della discontinuità della Fiorentina e di alcune scelte sperimentali di Palladino, commettendo qualche errore di troppo che ha finito per pesare sulle sue gerarchie in squadra.
Nel frattempo, Marin Pongracic ha ritrovato la miglior condizione dopo un avvio di stagione shock tra errori madornali e infortuni. L’ex Lecce, arrivato in estate per 16 milioni come erede di Milenkovic, ha scalato le gerarchie fino a diventare un titolare inamovibile, complice anche il passaggio alla difesa a 3.
Un futuro ancora da scrivere con la Fiorentina?
Nonostante il minutaggio ridotto, Comuzzo non è stato del tutto accantonato: Palladino lo ha schierato titolare nel doppio confronto di Conference League contro il Panathinaikos, segno che la fiducia nel talento del giovane difensore resta.
La sua gestione, però, è cambiata, forse anche per valorizzare l’investimento fatto su Pongracic. Con l’estate ormai alle porte e i grandi club sempre vigili, il futuro di Comuzzo potrebbe essere ancora un tema caldo del mercato: resterà a Firenze o cederà al corteggiamento di una big?
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