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Milan, oggi è il giorno del derby! Il focus tattico
Milan, oggi è il giorno del derby: il focus tattico. Le armi a disposizione di Pioli e Inzaghi. Lo stato di forma delle due squadre e quali potrebbero essere gli uomini decisivi di una sfida sentitissima, dopo anni complicati. Andiamo a vedere insieme come si prospetta l’incontro di stasera.
Dopo l’appassionante volata scudetto della scorsa stagione che ha visto i rossoneri scucire lo scudetto dal petto dei cugini interisti, la rivalità storica fra le due squadre cittadine si appresta ad arricchirsi di un nuovo capitolo con la gara di stasera.
La classifica vede i nerazzurri davanti al Milan di un punto e quella stasera è la quinta di un campionato anomalo per via dei mondiali che si svolgeranno in Qatar fra un mese e mezzo e che ha stravolto preparazione estiva e i calendari.
Anche disputare quattro giornate di campionato con il mercato aperto è stata una situazione anomala, con giocatori con la testa da un’altra parte e società che all’ultimo hanno definito la rosa.
In questo contesto si staglia la partita di stasera, con Milan e Inter che hanno chiuso il mercato, raggiungendo gli obiettivi prefissati. I milanisti hanno inserito nell’ultima settimana i giovani Thiaw e Vranckx per difesa e centrocampo.
L’Inter ha resistito agli assalti del Psg per Skriniar e ha aggiunto Acerbi nelle rotazioni difensive. Inoltre, il ritorno di Lukaku ha galvanizzato l’ambiente, i parametri zero Mkhitaryan e Onana sono stati colpi importanti. L’arrivo di Asslani ha portato fosforo e geometrie in mediana.
Lo stato di forma delle due squadre, come arrivano al derby ?
Come arrivano fisicamente allo scontro gli uomini di Pioli e Inzaghi ? Dopo un precampionato e una partenza sprint nelle prime giornate, il Milan contro il Bologna e il Sassuolo ha palesato un po’ di stanchezza fisica. Il limite di Pioli è quello del turnover, da sempre.
L’Inter è una squadra molto forte fisicamente ed ha bisogno di tempo e di rodaggio per andare a pieni giri. La sconfitta esterna con la Lazio ha scoperchiato limiti di tenuta fisica e mentale. Inzaghi ha perso Lukaku e punta sul derby per mettere benzina ed entusiasmo nelle gambe e nella testa dei suoi.
Quali sono gli uomini che potrebbero essere decisivi nelle due squadre ?
Uomini derby, in genere sono quelli più caratteriali, quelli più latini. Quei giocatori che vivono di queste sfide ad alta quota e che hanno la freddezza giusta per colpire in qualsiasi momento della partita.
A Milanello pregano perché Leao arrivi alla sfida con la testa giusta: il binario sinistro composto dal portoghese ed Hernandez potrebbe far deragliare il treno Inter. Un altro uomo che potrebbe incidere il suo nome nella storia del derby milanese è quello di De Ketelaere. Ha il talento e il carattere per sparigliare le carte.
Ad Appiano Gentile puntano molto sul dente avvelenato di Calhanoglu. L’ex milanista non ha gradito gli atteggiamenti dei suoi ex compagni dopo la conquista dello scudetto e vuole mandare un messaggio soprattutto ad Ibrahimovic… Attenzione a Lautaro Martinez: osso veramente duro per la collaudata coppia Kalulu-Tomori.
La battaglia sul piano tattico
Gli allenatori delle milanesi non derogheranno dal proprio credo tattico: 4-2-3-1 per Pioli, 3-5-2 per Inzaghi. Anche a livello di formazione spazio ai “titolarissimi”.
Il tecnico milanista lancia De Ketelaere dal 1′, alle spalle di Giroud. Il belga avrà il compito di scardinare la difesa interista, partendo da dietro e di armare gli esterni Leao e Messias Jr: la tecnica contro la forza fisica del trio Skriniar-De Vrij-Bastoni.
Capitan Calabria ed Hernandez giocheranno molto alti per non lasciare soli Tonali e Bennacer in mezzo al campo e costringere l’Inter ad abbassarsi. Tenere il pallino del gioco è l’obiettivo dello staff tecnico e dei giocatori, per tenere lontani i pericoli da Maignan.
Inzaghi nelle ultime ore sembra valutare l’opzione di far giocare Correa anziché Dzeko al fianco di Lautaro Martinez: la velocità della coppia per giocare alla pari con gli scatti di Kalulu e Tomori.
Barella avrà un compito fondamentale: schermare in prima battuta l’azione di De Ketelaere. Al trio storico della difesa il compito di bloccare Giroud e soprattutto il lato di Leao, con Skriniar. Che la battaglia abbia inizio!
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Focus
Juventus-Salernitana 1-1, le pagelle
JUVENTUS – SALERNITANA 1-1
Nella partita che avrebbe potuto portare la qualificazione matematica in Champions League si è palesemente confermato che molti giocatori della Juventus non meritano di stare dove stanno!
Le pagelle di Juventus-Salernitana 1-1
SZCZESNY 6: Sul goal preso ha provato a compiere il miracolo ma non ci è riuscito. Per il resto della partita è stato attento.
GATTI 6: Usa le maniere forti agonistiche, quelle che nel calcio si vedono spesso. Nel secondo tempo si propone anche in avanti per provare a dare supporto.
BREMER 6: Unico giocatore che nel primo tempo ci ha messo impegno sfiorando anche il goal dalla distanza. Nel secondo tempo si vede in alcuni tratti come attaccante aggiunto.
RUGANI 5: Poco preciso! (dal 77′ YILDIZ 6: Dribbla, tira, crossa, con lui cambia sempre qualcosa).
CAMBIASO 6: Corre molto, colpisce un palo, cambia spesso posizione e cerca di darsi da fare.
MCKENNIE 5: Si vede che non ne ha più, stremato, si lascia saltare spesso dagli avversari. (dal 46′ MIRETTI 6: Corre ed ha voglia, colpisce una traversa, va ancora vicino al goal con un tiro da fuori).
LOCATELLI 5: Lui il regista di centrocampo non lo può fare alla Juventus, quel ruolo non fa per lui, lento! Mezzo punto in più solo per la deviazione di tacco che consente il pareggio!
RABIOT 6: Colpa sua sul goal della Salernitana lasciando libero Pierozzi di colpire di testa. Poca roba durante la partita ma merito suo per il pareggio mettendoci la zampata per l’1-1.
KOSTIC 4.5: Involuzione di quel giocatore che ci ha abituato a tanti cross correndo su e giù per la fascia. In questa partita ha solamente confermato la sua stagione, insufficiente! (dal 46′ ILING JUNIOR 5: Si impegna ma non basta e non incide, serve molto di più a questa Juventus).
KEAN 4: Assente, fantasma, non tocca mai una palla utile! (dal 46′ CHIESA 6.5: Con lui in campo cambia la solfa, dribbla, gioca per la squadra, si impegna. Il suo contributo sarà fondamentale per la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta).
VLAHOVIC 5.5: Colpisce una traversa da subito e lotta tantissimo per la squadra, poi prende un cartellino giallo forse non giusto e si innervosisce portandolo a spegnersi in campo. (dal 77′ MILIK 6.5: Sfiora il goal di testa costringendo il portiere avversario a compiere un miracolo, dà peso in avanti e ci mette impegno).
ALLEGRI 6: Chiunque può dire la qualunque sulle scelte, su qualsiasi cosa, ma per battere questa Salernitana non serve avere chissà che cosa in campo. Colpa sua? Probabilmente si ma questa è la dimostrazione che in campo ci vanno i giocatori e di certo tanti di questi non meritano la maglia che indossano. Allegri sta finendo la sua storia con la Juventus ma ai giocatori non interessa qualificarsi in Champions League vincendo contro una squadra già retrocessa? La società dov’è? Mistero…
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Fiorentina, Buffon: “La Viola merita un trofeo”
Fiorentina: Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale Italiana, si augura che la Viola e l’Atalanta possano vincere le due competizioni europee.
Gianluigi Buffon, ha parlato della competitività del calcio italiano dopo aver ricevuto il Premio Oreste Granillo nella giornata di ieri.
Di seguito le sue dichiarazioni riportate da Sportface.it:
“Abbiamo dimostrato di essere molto competitivi in questi ultimi anni, anche senza vincere trofei.
Fiorentina e Atalanta si meriterebbero di suggellare questa stagione con un trofeo.
Ci sono tutte le basi per tornare a vincere.
Spero che le società e i loro tifosi possano festeggiare”.
Sugli Azzurri con l’Europeo alle porte
“Siamo una squadra consapevole di essere competitiva, con un super ct e tanti giocatori che hanno grande amore per la maglia azzurra.
La loro disponibilità non si trova in ogni occasione, ci sono tutti gli ingredienti giusti.”
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Como, la Serie A dopo 21 anni: quanto ha speso la proprietà
Il ritorno del Como in Serie A rappresenta un traguardo significativo dopo un’attesa lunga 21 anni.
Questo risultato è stato ottenuto nell’ultimo match contro il Cosenza, dove un pareggio è stato sufficiente per garantire la promozione, visto che il Venezia ha perso e il Como è andato ai playoff.
La presenza di Thierry Henry ha aggiunto un tocco di festa a questa occasione speciale.
Con il ritorno in Serie A, il Como ottiene una piattaforma adeguata per sviluppare le proprie ambizioni, supportate dalla ricca proprietà degli Hartono, la più abbiente nel panorama calcistico italiano.
Nonostante la società non abbia fatto dichiarazioni esplicite, l’obiettivo è di lottare per un posto nelle competizioni europee.
I fratelli Robert e Michael Hartono, con un patrimonio stimato rispettivamente a 26,5 e 25,5 miliardi di dollari, sono tra i proprietari più ricchi nel calcio mondiale.
Questa ricchezza si è tradotta in investimenti significativi per il Como, acquistato nel 2019 per 200mila euro.
Negli ultimi quattro anni, la proprietà ha versato complessivamente 43,3 milioni di euro nelle casse del club, principalmente attraverso aumenti di capitale.
Sebbene i bilanci abbiano registrato perdite, l’impatto economico della proprietà è stato mitigato dai versamenti patrimoniali, che sono passati dai 2,5 milioni del 2019/20 ai 21,9 milioni del 2022/23.
Complessivamente, considerando anche gli investimenti in conto capitale, ricavi e l’acquisto del club, la proprietà ha investito 41,5 milioni di euro nei primi quattro anni di gestione del Como.
Di seguito i bilanci presi dal sito calciofinanze.it
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