Serie A
Milan, Donnarumma e il dilemma del prigioniero
Il portiere, in bilico tra la permanenza a Milano e una nuova sfida in bianconero, ha rischia di conquistare l’accesso alla prossima Champions League sul campo, ma di non poterla disputare.
La serata dello Stadium, con un 3-0 rossonero davvero poco opinabile, ha portato in dote molte consapevolezze per il Milan, ma altrettanti dubbi per un singolo. Il singolo, nemmeno a dirlo, è Gigio Donnarumma. Il portiere stabiese, il cui futuro è ancora tutto da decifrare, ha affrontato la vigilia del match di domenica sera da assoluto protagonista. Una palma di osservato speciale della il giovane estremo difensore avrebbe volentieri fatto a meno.
Un rinnovo che non arriva..
Non è un mistero, e nell’ambiente del pallone lo si sa da tempo, infatti, che su Donnarumma stia lavorando anche la Juventus, desiderosa di strappare al Milan il miglior portiere italiano, il cui futuro è sempre più lontano da San Siro. Anche per questo, la sfida di ieri sera, aveva il sapore del contrappasso. Un salto della barricata che è sempre più probabile, alla luce di un rinnovo di contratto che Donnarumma sembra non essere desideroso di firmare, con il ds Maldini che ha gia fatto capire da tempo che l’ex creatura di Berlusconi sia la priorità rispetto ai capricci dei propri tesserati.
…e un futuro tutt’altro che scritto.
Sullo sfondo, un risultato sul campo che ha trascinato la Juventus in una crisi profonda, che ha messo in discussione una qualificazione in Champions League che fino a qualche partita fa sembrava blindata. Una situazione che tocca anche il destino di Donnarumma, fino a ieri vicino a disputare la prossima edizione della prima competizione europea in maglia Juventus, mentre ora, a 48 ore della sfida dello Stadium, vede di fronte a sè un futuro ancora più incerto. La cosa certa è che il futuro che il numero 99 sceglierà per sè non potrà prescindere dai risultati sul campo di queste ultime tre giornate.
Serie A
Milan, verso la Supercoppa: Fofana in gruppo, differenziato per Leao
Allenamento a Milanello per il Milan all’indomani della gara contro il Sassuolo. Torna a lavorare con il gruppo Youssouf Fofana, lavoro differenziato per Leao e Gimenez.
Archiviato il pari interno con il Sassuolo, il Milan è tornata già oggi ad allenarsi a Milanello. La formazione rossonera, guidata da Massimilano Allegri, è già focalizzata sulla gara di Supercoppa italiana contro il Napoli, di scena in Arabia Saudita. Seduta di scarico per chi è stato impiegato nella gara contro gli emiliani, incentrata soprattutto sul capire chi e quali giocatori fermi ai box potrà recuperare il tecnico rossonero per la gara di giovedì sera.
Milan, le ultime da Milanello

Massimiliano Allegri e Christopher Nkunku ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Come annunciato da Allegri alla vigilia della gara contro i neroverdi, è tornato ad allenarsi in gruppo Youssouf Fofana. Il centrocampista francese è perfettamente ristabilito dopo il problema avvertito contro la Lazio in campionato, ed è pronto a tornare in campo già nella gara contro il Napoli. Mentre i due attaccanti Santiago Gimenez e Rafael Leao hanno proseguito con un lavoro personalizzato.
Se c’è da aspettarsi il forfait del messicano per la trasferta di Riad, il portoghese dovrebbe comunque partire con il resto dei compagni, con l’obiettivo di recuperarlo per l’eventuale finale di lunedì. Solo terapie per Matteo Gabbia, che ha avvertito un problema al ginocchio nel corso della gara contro il Sassuolo. Gli esami strumentali effettuati questa mattina hanno escluso lesioni per il difensore.
Serie A
Inter, l’evoluzione di Bisseck: dalla possibile cessione alla centralità nel progetto
Ad inizio anno Bisseck non riusciva a trovare minutaggio nella nuova Inter di Chivu. Nell’ultimo periodo si sta ritagliando il suo spazio, diventando decisivo.
Con Simone Inzaghi nella passata stagione il centrale tedesco si era gradualmente conquistato sempre più fiducia, senza mai però diventare un vero e proprio titolare inamovibile.
Da quando sula panchina nerazzurra è arrivato Cristian Chivu, il suo impiego ha seguito un processo di continua crescita. Nel primo periodo, anche a causa di un brutto infortunio subito nella finale di Champions League, non ha trovato grande spazio.
Nell’ambiente cominciava a circolare l’ipotesi di una cessione già a gennaio a causa del suo scarso utilizzo. Con l’andare avanti della stagione però, il suo impiego è decisamente cambiato.
Chivu ha deciso di piazzarlo a centro della difesa a 3, al posto di un Acerbi che dal punto di vista fisico non offre più grandi garanzie. In questo ruolo ha fatto vedere tante buone cose ed ha dimostrato di essere pienamente dentro al progetto nerazzurro.
Con l’infortunio dell’ex Lazio che starà fuori per un po’, Bisseck diventa ancora più importante, sia nella posizione di braccetto che in quella di centrale. Nelle ultime uscite il tecnico ha preferito schierarlo nella sua posizione di terzo centrale di destra, per poter sfruttare maggiormente la sua propensione offensiva ed il suo apporto alla manovra. Il gol contro il Genoa ne è l’ennesima dimostrazione.

Yann Aurel Bisseck e Rafael Leao in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, la crescita di Bisseck
Il centrale tedesco in questa sua esperienza all’Inter ha sempre dimostrato un’enorme qualità in fase di spinta, ma grandi limiti in fase difensiva. Bisseck è stato spesso protagonista di letture sbagliate, duelli persi e sviste che hanno portato alle reti avversarie, che gli hanno causato grandi critiche.
Questo fuoco è stato stemperato dalle tante buone cose fatte in fase offensiva, da un’incredibile qualità fisica e da una crescita sempre più evidente. Il giocatore nell’ultimo periodo ha diminuito di gran lunga gli errori tecnici e le varie amnesie, riuscendo a rimanere concentrato durante l’arco di tutti e 90 i minuti.
Bisseck è sicuramente un difensore con grandi potenzialità e che ha un grosso margine di miglioramento. Deve dare continuità alle prestazioni che al momento sta mettendo in mostra, migliorandosi anche grazie ai consigli di chi prima di lui è stato un grande difensore, ovvero il suo stesso allenatore.
Serie A
Bologna, l’attacco resta un rebus: le punte non incidono
Il posticipo contro i bianconeri ha confermato un problema che va avanti da tempo: il Bologna cambia interpreti, ma non rendimento.
La sfida contro la Juventus ha ribadito una sensazione che accompagna la formazione di Casteldebole da diverse settimane: l’alternanza nel ruolo di centravanti non sta aiutando la squadra a trovare continuità offensiva. Vincenzo Italiano continua a cercare la quadra, ma la scelta della prima punta resta irrisolta.
In estate l’arrivo di Ciro Immobile aveva acceso entusiasmo e aspettative. Svincolato dal Besiktas, il centravanti azzurro si è presentato in rossoblù con un bagaglio di gol che pochi possono vantare: oltre duecento reti in Serie A, decisive soprattutto negli anni alla Lazio e al Torino. L’inizio della sua avventura, però, è stato subito frenato da un problema al retto femorale accusato alla prima giornata nella sfida contro la Roma all’Olimpico, un infortunio che lo ha tenuto ai box più a lungo del previsto e che si inserisce in una serie di guai fisici con cui Immobile ha dovuto fare i conti negli ultimi anni.

CIRO IMMOBILE DOLORANTE LASCIA IL CAMPO PER INFORTUNIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nel frattempo, chi è stato chiamato a sostituirlo non è riuscito a colmare il vuoto. Castro, protagonista nella passata stagione, fatica a ritrovare brillantezza e incisività, mentre Dallinga non è ancora riuscito a imporsi come riferimento offensivo affidabile. I loro contributi restano discontinui e insufficienti per garantire al Bologna quel peso offensivo necessario nelle gare di alto livello.
Contro la Juventus, i limiti sono emersi con chiarezza. Anche prima dell’inferiorità numerica seguita all’espulsione di Heggem, i rossoblù hanno faticato a costruire vere occasioni da gol, rischiando anzi di subire il raddoppio. L’unico episodio degno di nota è stato un tiro alto di Dallinga, troppo poco per impensierire una difesa organizzata come quella bianconera. L’ingresso di Castro nella ripresa non ha cambiato il volto della partita, lasciando immutata l’inerzia del match.
Certezze smarrite
Eppure, prima della sosta, la convivenza tra Castro e Dallinga sembrava poter funzionare. I due apparivano complementari, capaci di alternarsi e di offrire soluzioni diverse al sistema di gioco di Italiano. Oggi, però, il campo racconta una storia diversa e quelle certezze sembrano essersi smarrite.
Per ritrovare efficacia e tornare a incidere nei big match serviranno tempo e, forse, una scelta più decisa. Il Bologna attende risposte dal suo attacco: finché il rebus della prima punta resterà irrisolto, anche le ambizioni rossoblù rischiano di rimanere incompiute.
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