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Serie A

Milan-Bologna, probabili formazioni e dove vederla

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Milan vs Bologna

Milan-Bologna è il posticipo serale del terzo turno di serie A. La sfida di San Siro vivrà il suo fischio d’inizio alle ore 20.45.

E’ tutto pronto allo stadio Meazza per la sfida tra il Milan e il Bologna, pronte a darsi battaglia dopo due settimane di sosta per gli impegni della nazionale.

I rossoneri, dopo il ko dell’esordio contro la Cremonese, hanno centrato i primi tre punti contro il Lecce, che hanno mosso la classifica.

Anche i felsinei hanno raccolto lo stesso numero di punti, frutto della sconfitta di Roma e del successo di misura sul Como.

Qui Milan

Allegri pensa a un Milan in versione battagliera alla seconda uscita casalinga del campionato, seppur non potrà esserci Rafael Leao, anche infortunato e con la prospettiva di averne per almeno altre due settimane.

Chi di sicuro ci sarà, almeno in panchina, è Adrien Rabiot, che ha qualche chance anche di partire dal 1′, a centrocampo, assieme a Modric e Fofana.

In difesa solita struttura formata da Tomori, Pavlovic e Gabbia. Nkunku, infine, si gioca una maglia da titolare per affiancare Pulisic.

Qui Bologna

L’1-0 con il quale degli uomini di Italiano hanno battuto il Como significano primi tre punti in classifica e possibilità di provare ad allungare la mini serie positiva uscendo imbattuti da San Siro.

Il precedente dello scorso anno, tuttavia, dice male per i rossoblù, caduti per 3-1 sotto la doppietta di Gimenez, che questa volta non parte favorito per giocare fin dall’inizio.

Dal lato bolognese, invece, non con Immobile ai box, sarà ancora Castro l’attaccante titolare, rifinito da Odegaar, Orsolini e Rowe, con Cambiaghi non del tutto fuori dai giochi.

Probabili formazioni

Milan (3-5-2): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Saelemaekers, Fofana, Modric, Rabiot, Estupinan; Pulisic, Nkunku. Allenatore: Massimiliano Allegri

Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Zortea, Vitik, Heggem, Lykogiannis; Freuler, Moro; Orsolini, Odgaard, Rowe; Castro. Allenatore: Vincenzo Italiano

Dove vederla

La sfida tra Milan e Bologna, in programma domani sera dalle 20.45, sarà visibile sull’app Dazn e sul canale 214 di Sky per gli abbonati a Zona Dazn.

Serie A

Doni: “Con Ranieri non ho mai avuto un rapporto. Totti? Un brasiliano mancato”

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Ranieri, Roma

Doni, ex portiere della Roma, si è raccontato in un’intervista rilasciata per La Gazzetta dello Sport, dove ripercorre gli anni vissuti nella capitale

Doni, la Roma, Totti e Ranieri

Julio Sergio, Fiore

Alexander Doni è stato il portiere dei capitolini dal 2005 al 2011, con 150 presenze tra i pali. Ora il brasiliano vive in Florida ed è a capo della “D32 Invest”. 32, come il numero che portava sulla schiena. L’azienda si occupa di case, palazzi e centri commerciali sul territorio statunitense, e nel frattempo Doni gira il mondo. Ma quando ritorna sul suo periodo in Italia, si illuminano gli occhi ed è il cuore a parlare.

“Dopo il calcio ho studiato tanto e ho aperto una serie di attività. Vivo in Florida dal 2017 ma giro in tutto il mondo. Ho anche un centro sportivo legato alla scuola calcio della Roma, una palestra, un’agenzia di gestione di atleti e tante attività nel settore immobiliare. Abbiamo costruito più di tremila case. In più, ho pure aperto un parco divertimenti con il mio ex compagno Fabio Simplicio”.

Si diceva che lo scorso anno è stato vicino a comprare il Brescia. Quanto c’è di vero?  “Sì, la trattativa era stata avviata. Io facevo parte di un gruppo d’investimento e l’idea mi piaceva molto. Ma ci sono state un po’ di dinamiche interne che ci hanno portato a non concludere l’affare. Peccato”. 

Avete in programma di acquistare altre società? “Con il fondo ho negoziato l’acquisizione di club in Portogallo, Brasile e Italia. Alcuni affari sono andati bene, speriamo ci sia occasione di farne altri in futuro. Magari proprio nel vostro paese…”. 

Passiamo ai ricordi. Se nomino Roma le cambia lo sguardo. Ci ha lasciato il cuore? “La considero casa. Mi sono innamorato della città non appena ho visto il Colosseo. Poi la Roma, i tifosi, l’Olimpico. Un sogno”.

Spalletti la buttò dentro per la prima volta in un derby. Un battesimo di fuoco.  “Era il 23 ottobre 2005, pareggiamo 1-1. Io non avevo mai giocato prima in campionato, fu incredibile esordire in una partita così. Avevo 26 anni, mi passò davanti tutto il percorso fatto fino a quel momento”. 

Con Spalletti poi c’è stato un bel feeling. È stato il migliore mai avuto? “Si. Un genio. Luciano è una persona vera, diretta. Ti dice le cose in faccia. Poi era meglio non farlo arrabbiare, poteva pure prenderti a schiaffi. Quando urlava faceva tremare i muri di Trigoria…”. 

Vi siete divertiti in quegli anni, però… “Eccome. Avevamo un super gruppo, composto da tanti brasiliani. Ci sentiamo ancora spesso, sono amicizie che ti porti per la vita. In spogliatoio ogni giorno ne succedeva una. Quanto abbiamo riso con Totti e De Rossi”. 

Un aneddoto col capitano? Francesco era un fenomeno, in campo e fuori. Era sufficiente uno sguardo per infonderci sicurezza. È un brasiliano mancato, ha colpi che ho visto fare solo a Ronaldinho e Kakà, con cui ho giocato in nazionale. Poi, però, uscivamo ed era uno show continuo. Una sera offrì mille euro a un cameriere per passare vicino ai tavoli, saltare in piscina in mutande e urlare come Tarzan battendosi il petto. Ancora mi viene da ridere se ci penso”. 

Dal punto di vista personale, invece, a Roma ha subito un ambiente particolare… “È una piazza stupenda, che ha però spigolature e difetti. Per esempio, le radio. Negli anni ho sentito tante cose non vere su di me: dicevano che causavo problemi in spogliatoio, che volevo andare via, che non ero un professionista serio. Tutte cazzate. Per fortuna potevo contare su un gruppo squadra stupendo che mi ha sempre sostenuto. Lo disse anche De Rossi in un’intervista. Chiese di smetterla di inventarsi storie false…”.  

Anche su Ranieri se ne sono lette tante… “Preferisco non parlarne, non ho tanto da dire. Per me quella fu una stagione complicata, giocai poco. Io e il mister, però, non abbiamo mai avuto rapporto”. 

Le fece pagare l’aver accettato una convocazione in nazionale, quando secondo lui sarebbe dovuto restare a Trigoria per curarsi? “Io stavo bene e non mi sentivo di rinunciare alla chiamata della nazionale: in estate c’era il Mondiale. Sono tornato e nessuno mi ha più considerato. Facevo il quarto portiere, mi allenavo a parte. Non mi è stata mai data una spiegazione”. 

È vero che fu vicino alla Juventus? “Sì, due volte. Una dopo il primo anno in Italia, un’altra dopo la mia esperienza al Liverpool. I bianconeri cercavano un vice Buffon, sarei lì andato a giocarmi il posto. Nel 2006 mi voleva anche il Barcellona di Eto’o e Messi. Ero uno dei portieri del Brasile, ci sta che mi cercassero le grandi europee. Io, però, volevo giocare sempre e a Roma stavo davvero bene”. 

Le capita di tornare? “Meno di quanto vorrei. Mio fratello Joao vive lì e anche mia sorella. Tornerei per mangiare una carbonara fatta come si deve. Sono legatissimo alla città e alla gente, ho ricordi fantastici”. 

Che rapporto ha col calcio oggi? Lei fu costretto a smettere per un problema al cuore. “Con il passare del tempo è cambiato. Io sono stato costretto a smettere per un problema al cuore: arresto cardiaco e ho rischiato la vita. Poi ho ripreso a giocare col Botafogo nel 2014, ma dopo una stagione mi sono dovuto fermare di nuovo. È stato terribile. Ricordo che per un po’ di tempo avevo proprio il rifiuto: non guardavo nessuna partita, anzi appena vedevo il calcio in tv cambiavo canale. Oggi non seguo tanto, ma sarò sempre un tifoso giallorosso”. 

Tornerebbe nel calcio? “Nella vita mai dire mai. Magari lo farò da investitore, chi lo sa…”. Questa l’intervista di Doni a La Gazzetta dello Sport

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Serie A

Juventus, prosegue l’attesa per il direttore sportivo: spunta il nome di James Gow

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Juventus

Con il mercato di gennaio alle porte, la Juventus non ha ancora scelto il direttore sportivo: continua la ricerca iniziata in estate.

Per settimane la Juventus sembrava aver trovato il profilo adatto per il ruolo di direttore sportivo, corrispondente al nome di Marco Ottolini. Reduce da un’esperienza triennale al Genoa e già conoscitore dell’ambiente juventino, Ottolini aveva impressionato positivamente Comolli durante il colloquio svolto e sembrava destinato a occupare la casella del nuovo ds.

Tuttavia, il via libera non è mai arrivato e il dirigente, in attesa di una chiamata definitiva, ha iniziato a interrogarsi sulle reali intenzioni dell’amministratore delegato.

Secondo quanto riportato da Tuttosport, nelle ultime ore Comolli avrebbe rivolto una particolare attenzione a un nome nuovo: James Gow, dirigente inglese che aveva già incrociato ai tempi del Liverpool, seppure in un ruolo completamente diverso da quello del direttore sportivo.

Il suo profilo ha conquistato rapidamente consensi all’interno del club, anche per la forte competenza nell’analisi dei dati, un elemento che si integra perfettamente con il nuovo corso bianconero.

Juventus

Cosa potrebbe dare James Gow alla Juventus

Gow svolge la professione di direttore sportivo da soli tre anni. Dopo poco più di una stagione all’Al Jazira, negli Emirati Arabi Uniti, tra il 2021 e il 2022, ha guidato per due anni l’Aalborg, in Danimarca, fino al 2025.

Prima di assumere incarichi dirigenziali, aveva trascorso tredici anni al Liverpool, dove aveva ricoperto ruoli molto diversi: prima nel settore dedicato ai ragazzi con disabilità, poi come match analyst del vivaio, e infine come responsabile di due progetti internazionali, in Cina e in Australia.

La sua crescita è stata accompagnata da una costante attenzione all’analisi statistica, un ambito in cui è considerato un vero e proprio “mago”. Gow ha studiato Science and Football a Liverpool e, nei colloqui con Comolli, sarebbe riuscito a distinguersi per brillantezza e approccio metodico.

Nonostante la valutazione positiva, risulta comunque difficile che un eventuale arrivo di Gow possa concretizzarsi in tempo per permettergli di incidere sul mercato di gennaio. La sessione invernale, con ogni probabilità, sarà gestita direttamente da Comolli, che nel frattempo continua il processo di selezione del nuovo direttore sportivo.

La Juventus immagina questa figura con un ruolo strategico e meno a contatto quotidiano con la squadra rispetto al modello del passato, attribuendogli l’ultima parola sullo scouting e la gestione dei rapporti con i club internazionali.

L’impressione che filtra dalla Continassa è che non ci sia alcuna fretta. La società preferisce attendere pur di trovare il profilo perfettamente allineato alla nuova visione tecnica e gestionale, nonostante la squadra avrebbe bisogno di interventi immediati, considerando che gli investimenti estivi non stiano ancora offrendo i risultati sperati.

 

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Serie A

Juventus, Bremer stringe i denti: possibile rientro anticipato

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Juventus

Il centrale della Juventus Gleison Bremer si avvicina al rientro il campo. Il giocatore sembra aver smaltito il problema al ginocchio precedentemente operato.

Buone notizie per Luciano Spalletti: il centrale brasiliano sembra essere sulla via del rientro. Dopo un infortunio ricavato nella sfida contro l’Atalanta dello scorso 27 settembre, Bremer è rimasto fuori per più di 2 mesi.

La parte coinvolta è stata il menisco mediale del ginocchio sinistro, ovvero lo stesso che era stato operato qualche mese prima. Per questo si era ipotizzato un rientro verso la fine di dicembre, ma ci sono buone possibilità che il brasiliano torni in campo anche prima.

Juventus

GLEISON BREMER RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Juventus, Bremer ha il Bologna nel mirino

Spalletti ha bisogno come il pane del suo centrale titolare, che ancora non ha avuto il piacere di allenare. L’ex Torino non sarà ovviamente ancora a disposizione per la sfida di Champions League contro il Pafos, ma non è da escludere una sua titolarità contro il Bologna, nel prossimo match di campionato.

Inizialmente il suo rientro era previsto per la sfida contro la Roma del prossimo 20 dicembre, ma stando alle condizioni attuali del giocatore, essere pronto già per il Bologna non sembra essere impossibile.

Vedremo dunque se il giocatore riuscirà ad esserci e come Spalletti deciderà di gestirlo dopo un infortunio piuttosto delicato.

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