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Inter-Empoli 4-2, è il poker della speranza: le pagelle
L’Inter conquista la vittoria in casa contro l’Empoli e tiene aperta la corsa scudetto. Sugli scudi Lautaro Martinez, autore di una doppietta. Le pagelle di Calciostyle per la partita di San Siro.
Handanovic 6: sui gol dell’Empoli può poco, nel secondo forse qualcosa di più poteva fare. Efficace soprattutto nelle uscite.
Skrinar 6: pesa l’errore sul gol di Pinamonti, ma dopo di quello conduce la solita partita robusta, attenta e di sostanza.
De Vrij 5,5: ha una responsabilità evidente sul gol si Asllani. Sbaglia il tempo e consente al centrocampista di pungere quella che potrebbe essere la sua prossima squadra.
Dimarco 6,5: non riesce a contenere Zurkowski sul gol Pinamonti, e questo potrebbe essere un cattivo segnale. Da quel momento, invece, spinge e crea pericoli con costanza, come nel caso dell’autogol di Romagnoli (dal 25’st D’Ambrosio 6: si occupa della gestione della palla, e lo fa con piglio da leader).
Dumfries 6: una bella occasione di testa in mezzo a una partita di coraggio e corsa sulla fascia (dal 31’st Darmian 6: si dedica al contenimento, prova una sola volta il cross).
Barella 6,5: il migliore in mezzo anche quando la partita si è messa male. Corre moltissimo e si propone svariando soprattutto a destra. Partita di sostanza e di sacrificio per la squadra.
Brozovic 6: ruota a bassi giri, cresce alla distanza. Il centrocampo dell’Empoli è tosto e lui non prevale come di sua abitudine.
Calhanoglu 6,5: molto bravo a occuparsi della fascia mancina quando c’è da crossare e nello sfornare assist di pregevole fattura. Serve a Lautaro il pallone del 2-2 (dal 25’st Vidal 6: una ultima parte di partita senza grosse giocate rilevanti).
Perisic 6,5: solita caparbietà e solita ispirazione sulla fascia. Corre che è un piacere e mette pressione costate sul lato mancino.
Correa 4,5: spettatore non pagante in campo. Non entra mai nel vivo delle azioni offensive e spreca una ottima opportunità davanti a Vicario (dal 37’st Sanchez 6,5: un gol e una occasione mancata. Buon impatto sulla partita).
Lautaro Martinez 8: doppietta d’autorità, oltre a una occasione sbagliata che ha del clamorosa. Sfrutta alla perfezione un cross di Calhanoglu e confeziona il 3-2 nella ripresa (dal 25’st Dzeko 6: macchinoso e compassato, tuttavia aiuta la squadra a salire e serve un assist a Sanchez).
Inzaghi 6,5: riagguanta il risultato di carattere grazie anche ai cambi della ripresa. L’inizio è da incubo, il finale è una vittoria meritata.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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