Serie A
Bologna, Italiano: “Dobbiamo entrare in Europa, settimana perfetta. Gesto alla tribuna? Bisogna giudicare alla fine. Castro…”

Vincenzo Italiano ha parlato in conferenza stampa al termine di Bologna-Cagliari 2-1. L’allenatore si è detto molto contento per la vittoria e la rimonta.
I rossoblu vincono ancora in casa e dimostrano di essere in piena lotta per una qualificazione in Europa. L’ennesima rimonta ha alzato ancora di più l’entusiasmo intorno alla squadra.
Bologna, le parole di Italiano
Cosa le è piaciuto di più oggi?
“Il risultato perché in 3 giorni abbiamo aggiunto 6 punti alla nostra classifica. Nel primo tempo ci siamo un po’ complicati la vita. Quel gol mi ha fatto un po’ arrabbiare perché nell’unica situazione che ci ha chiamati a difendere non abbiamo fatto bene. Non è sempre semplice rimontare e rimettere in piedi le cose. Per il resto grande risultato, grande reazione e grande merito. Siamo davvero soddisfattissimi per questa settimana”.
Siete usciti dalla Champions ma state dimostrando di volerci ritornare
“L’obiettivo dichiarato è quello di entrare in Europa. In queste ultime partite dobbiamo dare il massimo e raggiungere una delle tre Coppe. L’atmosfera che c’è allo stadio è fantastica, perché spinge i ragazzi a non uscire mai dalle gare, anche quelle più difficili. Stiamo sfruttando questa spinta. Quello che invece dobbiamo migliorare è lontano da Bologna e su questo dobbiamo aggiustare qualcosina. Ci aspetta il Verona gara in cui vogliamo fare punti”.
Seconda vittoria consecutiva in rimonta. Quanto c’è di tuo, nella squadra e nei cambi?
“Noi dobbiamo cercare di essere questi in questo rush finale. Chi inizia deve andare forte e con i cinque cambi dobbiamo farci trovare tutti a disposizione. Cambiaghi questo spetto lo sta curando bene, dopo cinque mesi lontano dal campo. Stiamo recuperadno anche Odgaard. Ci sarà bisogno di tutti e questa mentalità nelle ultime partite”.

RICCARDO ORSOLINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Non ha guardato il rigore di Orsolini nonostante ne abbia segnati 13 su 14
“Non li guardo mai. Orso però conosce bene quel gesto tecnico, si ferma spesso a batterli. Oggi è stato freddo e bravo. Averlo tenuto fuori contro il Milan ha pagato: si è pun po’ irrigidito ma ci ha permesso di averlo fresco e lucido oggi. Poi Orso ha quella concretezza e quella generosità che gli ha permesso in questi anni di mettere a segno tanti gol”.
Alla fine l’abbiamo vista uscire indispettito
“Non mi era piaciuta la nostra gestione nel finale, non volevo che lasciassimo quelle due ultime punizioni al Cagliari, perché potevamo farci male. Abbiamo lasciato per strada punti importanti per alcune disattenzioni e dobbiamo crescere in questo senso. Se vogliamo toglierci ancora soddisfazioni qualcosa dobbiamo ancora migliorarla”.

SANTIAGO CASTRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Non è stata una partita semplice per Castro dal punto di vista realizzativo, con un avversario come Mina. Castro però è stato importante per i compagni. Come giudica la sua prestazione?
“Grande partita da parte di Santi, come col Milan. Nel momento in cui un centravanti tocca 30/40 palloni a partita vuol dire che è entrato davvero dentro al gioco. Lui ha grande generosità. Sta tornando quello dell’inizio. Nel momento in cui il centravanti diventa il punto di riferimento, è la boa della squadra”.
A fine partita si è anche girato verso la tribuna: era un saluto o la richiesta di tranquillità visto qualche mugugno nel primo tempo?
“La perfezione non esiste. Si può sbagliare e mi è dispiaciuto andare sotto di un gol a fine primo tempo. Mi è dispiaciuto vedere anche qualche ragazzo in difficoltà e nel secondo tempo abbiamo cercato qualche soluzione. Il mio gesto verso la tribuna era indirizzato un amico che avevo dietro le spalle perché bisogna aspettare il 96′ per giudicare. Questa squadra ha dimostrato che trascinata dal pubblico può fare tante cose”.
Serie A
Serie A, chi va più in offside? Kean doppia tutti!

Chi sono i calciatori di Serie A che finiscono più spesso oltre l’ultimo difensore? Le statistiche stagionali vedono Moise Kean nettamente “in testa” alla classifica.
Arrivati a ridosso della 30esima giornata di Serie A, in programma questo weekend, si può tracciare un quadro chiaro delle tendenze di gioco delle varie squadre, attraverso le analisi statistiche.
Una di queste è sicuramente l’analisi del fuorigioco, l’infrazione commessa tendenzialmente dalle squadre più propositive, e più concentrate sull’attacco alla profondità. A primeggiare in questa classifica è l‘Inter, andata 73 volte in fuorigioco nel campionato, con una media di 2,5 segnalazioni degli assistenti arbitrali a partita. A seguire c’è la Fiorentina con 66 “bandierine alte”; Completa il podio la Roma, a quota 54. Andiamo a vedere anche i calciatori primatisti in questa speciale classifica: quelli che più volte sono finiti in fuorigioco in questa stagione.
Serie A, i primatisti del fuorigioco: la classifica
In questa classifica troviamo soprattutto attaccanti, e giocatori delle grandi squadre della nostra Serie A. È abbastanza intuitivo capire il perché: più attacchi più probabilità avrai di finire in offside. Risalta subito all’occhio il numero di fuorigioco accumulati dall’attaccante della Fiorentina, Moise Kean, 46: oltre il 70% di quelli sbandierati ai toscani, e quasi il doppio rispetto al secondo in classifica. Di seguito l’elenco completo:
- Moise Kean (46 volte in fuorigioco)
- Ademola Lookman (24 volte in fuorigioco)
- Artem Dovbyk (21 volte in fuorigioco)
- Lautaro Martinez (19 volte in fuorigioco)
- Patrick Cutrone (18 volte in fuorigioco)
- Roberto Piccoli (18 volte in fuorigioco)
- Romelu Lukaku (17 volte in fuorigioco)
Serie A
Inter, tre sorrisi per Inzaghi: Darmian torna in gruppo, ma non e’ il solo

Inter, si avvicina l’impegno di campionato contro l’Udinese. Simone Inzaghi recupera tre pedine.
E’ormai agli sgoccioli il conto alla rovescia per il ritorno della serie A. L’Inter si prepara alla prossima fatica dopo lo stop per le nazionali.
I nerazzurri, primi con tre punti di vantaggio sul Napoli, saranno attesi dall’impegno casalingo contro l’Udinese.
Una tappa da non fallire per mantenere le distanze sui partenopei, nonché per affermare la volontà di tenere ancora a lungo la testa della classifica.
Contro i friulani non ci saranno gli infortunati Lautaro e Dumfries, oltre allo squalificato Bastoni.
In compenso, alla Pinetina si respira un’aria positiva per tre buone notizie arrivare nelle scorse ore.
E’ tornato a disposizione nella giornata di ieri, infatti, Matteo Darmian, oltre a Stefan De Vrij e Nicola Zalewski, i quali torneranno oggi in gruppo.
Serie A
Juventus, la curiosa statistica dopo il cambio di allenatore

L’arrivo di Ivan Tudor sulla panchina della Juventus al posto di Thiago Motta rimanda a una serie di esoneri degli anni ’60, in cui è coinvolto anche il Milan.
La Juventus ha esonerato Thiago Motta. Arrivato con alte aspettative e con numerosi investimenti sul mercato, l’ex tecnico del Bologna ha deluso le aspettative: quinto in Serie A con 52 punti in 29 partite, fuori ai play-off di Champions League contro il PSV e ai quarti di Coppa Italia con l’Empoli. Al suo posto arriva Igor Tudor, reduce dall’esperienza alla Lazio nel finale della scorsa stagione.
Cambi in panchina per Milan e Juventus: non accadeva dagli anni ’60
La Juventus non è l’unica big ad aver cambiato allenatore in questa stagione. A dicembre infatti è toccato al Milan, che ha esonerato Paulo Fonseca per sostituirlo con Sergio Conceicao. L’ex tecnico del Porto aveva iniziato alla grande con la vittoria della Supercoppa, battendo in finale l’Inter, ma da lì il rendimento non è stato tanto migliore del suo predecessore, anzi è arrivata l’eliminazione nel play-off di Champions per mano del Feyenoord.
Le ultime 2 vittorie in rimonta contro Lecce e Como danno ancora un po’ di speranza ai rossoneri per arrivare tra le prime 4: sono 6 i punti di distacco dalla zona Champions. I tifosi della Juventus si augurano che il cambio in panchina risulti più remunerativo rispetto a quanto accaduto al Milan. I bianconeri sono solo a -1 dal quarto posto e non hanno un calendario proibitivo da qui a fine campionato.
Ma è proprio il cambio in panchina il fattore che lega la Juventus e il Milan. E’ la seconda volta, dopo il 1963/64, in cui entrambe le squadre esonerano l’allenatore nella stessa stagione: all’epoca la Vecchia Signora sostituì Amaral con Monzeglio, che a sua volta lasciò il posto poi a Rabitti, mentre nel Diavolo Liedholm subentrò a Carniglia. Lo riporta Opta Paolo.
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