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Milan 2.0, tra ambizioni e dubbi: tre sono le certezze
Milan 2.0, tutto è pronto – o quasi – per sognare in grande. Andiamo a vedere quali sono al momento le certezze e su cosa starebbe lavorando la proprietà al fine di iniziare al meglio la prossima sfidante stagione.
Potrà accadere di tutto, ma sicuramente non ci annoieremo in estate. Le aspettative per un mercato importante sono altissime e le premesse sono del tutto incoraggianti. Per quanto riguarda il passaggio di consegne tra il Fondo Elliott ed il Fondo Investcorp possiamo dire che la fase di due diligence proseguirà indicativamente fino alla fine del mese di aprile. L’annuncio del closing, se ci sarà, ma siamo ottimisti, potrebbe esserci verso metà-fine maggio.
Andiamo ora ad analizzare quali sono le tre certezze che al momento siamo in grado di potere riferire e sviscerare. La prima è senz’altro la solidità del Fondo Investcorp che è pronto a sborsare la bellezza di 1,1 miliardi di euro senza alcuna certezza legata allo stadio che, stando a rumors insistenti, potrebbe essere costruito in solitaria e senza la presenza dei cugini interisti. Il fondo del Barhein ha la missione di agire in continuità con la Famiglia Singer la quale potrebbe rimanere nel board rossonero con una quota di minoranza del 10%, notizia però ancora tutta da verificare.
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Milan 2.0, certezze di mercato
E veniamo qui di seguito alle altre due certezze, questa volta legate al mercato. Al di là dei nomi altisonanti e delle faraoniche spese folli destinate ad un ipotetico mercato a cinque stelle, noi preferiamo rimanere cauti e con i piedi ben saldi a terra. Come scritto in precedenza, il club andrà in continuità con il passato, con un occhio vigile sui conti, sul pareggio di bilancio e sul fair play finanziario. Sicuramente verranno effettuati investimenti importanti e questo a prescindere da quale proprietà ci sarà il prossimo anno. I conti adesso permettono di spendere sul mercato grazie ad una gestione vigile ed oculata di Elliott negli anni.
La seconda e la terza certezza hanno nome e cognome, rispettivamente Sven Botman e Divock Origi. Entrambi i giocatori sbarcheranno a Milano in estate e completeranno l’iter di acquisto iniziato in inverno con la firma di precontratti vincolanti. Saranno loro i primissimi rinforzi del Milan che verrà. Al momento ribadiamo che ogni interessamento di mercato continuerà sulla linea impostata da Paolo Maldini e Frederic Massara, i nomi al vaglio sono quelli scritti da noi in precedenza. Per le sorprese o eventuali colpi ad effetto aspettiamo novità da parte della proprietà, poi effettueremo altre valutazioni a freddo.
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Milan, perché Furlani non vuole Conte
Milan, in questi ultimi giorni, e per noi di Calcio Style, in questi ultimi mesi, abbiamo parlato di un cambio sulla panchina rossonera. Andiamo qui di seguito a leggere cosa starebbe accadendo e del perché Furlani stia facendo opposizione.
La dirigenza rossonera è al momento spaccata in due. C’è chi vuole un allenatore in grado di lavorare coi giovani come ad esempio Lopetegue o Farioli, mentre c’è Zlatan Ibrahimovic che in maniera nemmeno troppo velata sta spingendo per Antonio Conte.
Quest’ultimo tuttavia non è nome gradito soprattutto a Giorgio Furlani. Ma quali possono essere i motivi principali? Sicuramente uno dei primi è l’aspetto economico. Essendo Furlani una sorta di trait d’union tra Redbird e il Fondo Elliott, e ben sapendo che tra un anno scadrà il vendor loan da 600 milioni di euro, l’idea è quella di mantenere una certa parsimonia nei costi. Il che non significa non fare mercato, ma conoscendo il pacchetto Conte, la paura è che possano essere autorizzate spese non coerenti.
Secondo motivo, una questione meramente di leadership. Sappiamo che l’avvento di Ibrahimovic ha ovviamente un po’ offuscato la restante parte della dirigenza e l’arrivo di Conte non farebbe altro che aumentarne gli effetti. Riteniamo tuttavia che Cardinale avrà l’ultima parola.
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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