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Le Mezze Verità di Gazidis e del nuovo Milan
Il nuovo AD del Milan Gazidis ha rilasciato un intervista ai media delineando quali saranno le linee guida della nuova gestione Elliott che pochi giorni fa ha concluso la formazione dell’organico dirigenziale con l’assunzione proprio del manager sudafricano.
Ci dobbiamo preparare a una società diversa da quella fatta di proclami e appariscenze della gestione cinese , questa sarà la società dei silenzi e delle mezze verità,verità, vediamo quali sono:
Indice
La prima mezza verità Elliott investimento senza termine:
Gazidis ha dichiarato che l’investimento nel Milan non avrà una scadenza, beh in verità una scadenza si può ipotizzare e sarà il 2020, anno in cui scadrà anche il contratto del manager,l’obbiettivo massimo del fondo è far si che entro 2 anni il Milan diventi un top club e che venga quotato in borsa così da fare IPO situazione che normalmente fa fruttare tantissimo all’azionista, in caso non si riesca sportivamente nel portare il Milan ad alti livelli si cercherà di rivendere il club cercando di minimizzare le perdite.
La seconda mezza verità : Lo Stadio.
Gazidis lo sa bene senza stadio non si impennano i ricavi, Emirates Stadium è stato uno dei punti cruciali nella crescita del fatturato dell’Arsenal negli ultimi anni.
C’è la volontà di fare lo stadio nuovo moderno ad altezza di tifoso ma le idee sono poco chiare , prima si vuole rimodernare San Siro con l’inter, poi uno stadio da soli oggi la nuova ipotesi di un nuovo impianto in comproprietà con l’Inter….. beh c’è la voglia ma da solo non basta.
Terza mezza verità: Il settore giovanile.
Mentre Gazidis diceva che bisogna puntare sul settore giovanile la primavera prendeva l’ennesima batosta con il Cagliari, facendo di fatto la peggiore campionato della storia delle primavere del Milan assestandosi all’ultimo posto.
La situazione della primavera è delicata; l’idea di Fassone per questa annata era di creare un Milan B proprio come la Juventus, idea che non è stata concretizzata per i fatti che tutti conoscono, ora ci troviamo con una rosa che ha un anno in meno rispetto agli altri giocatori del campionato e non è stata rinforzata durante lo scorso mercato.
Il lavoro è duro e sicuramente il Milan non troverà un nuovo Donnarumma o Cutrone in tempi brevi da questa primavera.
La verità non si trova nelle parole ma nei fatti, per esempio il mercato che intende fare il Milan a Gennaio , profili esperti ultra trentenni per far riportare il Milan in tempi brevi in alto proprio come fecero Barzagli e Pirlo alla Juve qualche anno fa.
Il settore giovanile servirà solo a una cosa preparare giovani da vendere per fare plusvalenze nette come successe con Locatelli in estate e come probabilmente accadrà con Donnarumma e Cutrone, pedine da sacrificare per poter permettere di finanziare i prossimi mercati.
Quarta mezza verità : Ibra non arriva.
Parlando con tifosi e colleghi ci stanno sorgendo più dubbi sul fatto che Ibrahimovic non arrivi effettivamente al Milan, se anche l’ipotesi di Leonardo che Ibra fosse legato da un ‘’legame d’onore’’ con LA Galaxy è vera cosa proibisce a Zlatan di venire in prestito in italia per sei mesi mentre il campionato americano è ancora chiuso? Perfettamente nulla, Ibra può venire giocare sei mesi e ritornare in estate negli USA e onorare i suoi fantomatici patti con il club americano.
Questa smentita potrebbe essere una strategia per calmare le acque in vista della sentenza UEFA che tramite blocchi o multe potrebbe fortemente condizionare i prossimi mercati del Milan.
I nomi post Ibra.
Dopo la smentita di Leonardo per quanto riguardava Ibrahimovic la stampa ha iniziato un toto-nome per trovare il prossimo attaccante del Milan, tanti nomi smentiti dopo poche ore, il primo è quello di Quagliarella che molto probabilmente rinnoverà con la Samp.
Nelle ultime ora è apparso il nome di Marcus Rashford giovane talento del Manchester United, il giocatore è in scadenza nel 2020 ma difficilmente il club inglese permetterà un nuovo caso Pogba visto che l’attaccante proviene dal settore giovanile proprio come il campione francese, difficile che possa venire in prestito anche per sei mesi quindi è un operazione che per il momento smentiamo.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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