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Lazio, Badelj e Romulo: L’acquisto che non ti aspetti
Abbiamo vissuto ore di pura adrenalina, durante l’ormai chiusa sessione invernale di calciomercato.
I colpi in casa Lazio sono stati quasi tutti in uscita, e tutti in prestito.
Lombardi, Caceres, Rossi, Minala e Murgia. Un mercato quindi quasi esclusivamente dedito allo sfoltimento di una rosa che vede ancora diversi esuberi da collocare.
Insieme a Casasola, esterno della Salernitana, a Roma arriva anche Romulo.
Ma se per l’argentino l’avventura a Salerno durerà ancora una stagione, l’italo brasiliano è già agli ordini di Inzaghi, mostrando un entusiasmo sincero, trasparente.
Diversa invece la situazione che coinvolge l’ex capitano della Fiorentina, Badelj.
Il centrocampista non ha ancora convinto completamente mister Inzaghi, ed un addio a gennaio era tutt’altro che precluso, proprio con la viola a bussare alla porta dei biancocelesti. Non questa volta, il verdetto è stato questo. Badelj è rimasto a Roma, e non sapremo mai se per sua volontà, o per scelta societaria.
Un amore finalmente sbocciato
Potremmo definire così quello che ha finalmente portato Romulo a Roma. Già dall’anno scorso si era vociferato di un suo arrivo in biancoceleste, ma col passare del tempo questa opzione è scemata, finendo perfino nel dimenticatoio. Non stavolta, invece, perchè finalmente l’esterno di proprietà del Genoa giunge a Formello, mettendosi con entusiasmo a disposizione di Inzaghi, che avrà il compito di valorizzare le sue doti, assolutamente valevoli. Dai social traspare un entusiasmo, da parte del neoarrivato, tutt’altro che finto, o poco palese. Il sorriso col quale annuncia la sua felicità è la prova fisica del fatto che, l’esterno, non vedesse proprio l’ora di giungere a Roma, sponda biancoceleste, e questo non potrà che far bene sia alla squadra, sia alla crescita personale del giocatore.
Un amore che fatica a sbocciare
Ed è invece così che possiamo riprodurre la situazione che viva il centrocampista croato, ex Viola. Arrivato a giugno, svincolato, giunge a Roma carico, e con tanta voglia di fare. Parte perfino titolare in diverse partite, ma senza riuscire a lasciare il segno, senza riuscire a convincere mister Inzaghi, che poco alla volta preferisce altre opzioni, lasciandolo magari subentrare. Ma per un giocatore, e per un ex capitano, fare panchina è sempre difficile, e spesso genera malumori che la società non può certamente trascurare. A gennaio è stato ad un passo dal ritorno a Firenze, ma allo scoccare delle 20, nulla si è mosso, e così la sua esperienza all’ombra del colosseo è destinata ad arrivare, almeno, fino a giugno.
Ma Badelj è certamente un giocatore di carattere, che ha voglia di giocare e di imporsi, ed è proprio questo l’aspetto che potrebbe giocare a suo favore, nella riconquista del ruolo che, per caratteristiche, certamente gli compete. Sarebbe dunque lui il secondo acquisto, in questo triste mercato di riparazione. Potrebbe essere proprio il croato il centrale di centrocampo che Inzaghi richiedeva a giugno, un valevole rinforzo per una rosa che ha, senza dubbio, bisogno di nuove energie.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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