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Fiorentina-Juventus: le pagelle viola
La Juventus è un carro armato e con un minimo sforzo passa indenne anche al Franchi. Lo stadio viola è stracolmo e bellissima è la coreografia in ricordo di Riccardo Magherini al momento dell’entrata in campo dei giocatori delle due squadre. La piccola Fiorentina attuale, piena di paura e asfittica in zona gol, mette quello che ha: ardore e voglia. Ora nelle ultime sette partite per i Viola sono 5 pari e 2 sconfitte, se non è crisi, poco ci manca.
La partita
La Fiorentina parte a spron battuto e dopo un minuto sfiora la rete con Benassi. Il pressing continua ma la Juve pian piano prende campo e a metà tempo con Betancourt trova il vantaggio. La Fiorentina reagisce e con Simeone, altra giornata no, fallisce il pari. L’avvio della ripresa i Viola ci riprovano, tante mezze occasione ma niente di eccezionale dalle parti di Szczesny. Poi, ancora a metà del tempo uno-due con Chiellini e Ronaldo su rigore mortificano i viola. Risultato troppo rotondo per ciò che si è visto in campo.
Le pagelle
Lafont, voto 6. Non ha grandi responsabilità sui gol subiti, forse qualcosina sul primo, poco reattivo. Poi si produce con interventi interessanti.
Milenkovic, voto 5,5. Ottimo primo tempo, un muro di fronte a tutti gli avanti bianconeri. Nel secondo cede di schianto, rimedia un’ammnonizione.
Pezzella, voto 5,5. Salva nel secondo tempo su Ronaldo e su Dybala, ma sul primo gol si disorienta. A noi dà la sensazione di movimenti poco sciolti, recuperato in extremis forse.
Hugo, voto 5,5. Di testa come al solito insuperabile. Brutta palla indietro a Lafont nel primo tempo, ammonito sarà squalificato.
Biraghi, voto 5,5. Ci mette la corsa, ci mette i cross. Non ci mette la precisione.
Edimilson, voto 5,5. Tanta corsa, tanta dinamicità, ma tanti errori tecnici che inficiano la prestazione.
Veretotu, voto 5. Forse la prestazione più in difficoltà di questa stagione. Ha difficoltà a far girar palla ed è spesso messo in mezzo dagli avversari.
Benassi, voto 6. Tanta confusione, ma ha il merito di fare ad inizio di ogni tempo due tiri pericolosi che mettono ansia ai bianconeri. Dal 20’st Pjaca, voto 5,5 – Entra ma praticamente non vede palla.
Gerson, voto 6. Meglio nel secondo tempo, qualche lancio, qualche strappo. Dal 35’st Thereau- S.v.
Simeone, voto 5. Siamo larghi per l’impegno, ma ormai la Viola ha un problema troppo grande in zona gol e lui è il primo colpevole. Oggi sbaglia un altro gol clamoroso che poteva dare il pari.
Chiesa, voto 5,5. Gioca, rincorre, va al tiro, ma anche per lui come per Veretotut forse è la peggior prestazione stagionale.
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Milan, Scaroni: “San Siro? Ma quale Scala del Calcio?”
Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha partecipato oggi al Festival dello Sport e ha affrontato temi cruciali legati alla sostenibilità economica del calcio italiano e all’importanza di migliorare le infrastrutture, argomento particolarmente rilevante per il futuro del club rossonero.
Durante il suo intervento, Scaroni ha discusso il bilancio del Milan, ribadendo l’importanza di mantenere un equilibrio finanziario solido per competere ai massimi livelli, soprattutto in un contesto economico sempre più sfidante.
Un altro tema centrale è stato il progetto del nuovo stadio per Milan e Inter, con un focus particolare sulla situazione di San Siro.
Scaroni ha sottolineato la necessità di accelerare i piani infrastrutturali e di dotarsi di un impianto moderno, essenziale per sostenere la crescita economica dei due club e attrarre nuove fonti di ricavi.
La questione del nuovo stadio è da tempo in discussione e ha suscitato diverse opinioni, ma Scaroni ha ribadito che la costruzione di una struttura all’avanguardia è un passo imprescindibile per restare competitivi sia a livello sportivo che finanziario.
In conclusione, l’intervento del presidente del Milan ha evidenziato come l’innovazione infrastrutturale e la sostenibilità economica siano le chiavi per il futuro del calcio italiano, sottolineando che senza stadi moderni e un quadro economico più stabile, sarà difficile per i club italiani mantenere il passo con le principali squadre europee.
Le sue parole:
“Io sei anni fa ho detto che lo stadio di San Siro andava rifatto, perché è vecchio e obsoleto. Volevo abbatterlo e costruirlo uno di fianco. Mi dicevano: “Ma tu sei pazzo, vuoi buttare giù la Scala del Calcio?”.
E io rispondevo: “Ma quale Scala del Calcio, è un vecchio manufatto”
Ora l’ipotesi che stiamo esaminando con attenzione è quella originaria, costruire un nuovo stadio nella zona di San Siro: mantenere delle cose del vecchio stadio, ma dotare la città di un nuovo stadio. Ne ho parlato con il Sindaco anche questa mattina.
Poi c’è l’ipotesi di costruire un nuovo stadio a San Donato Milanese ed è una possibilità, abbiamo già investito 40 milioni di euro”
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Southgate spegne le voci sullo United: “Non allenerò quest’anno”
Gareth Southgate, alla conferenza ad Atene dell’ECA, ha voluto fare chiarezza sul suo futuro: molto discusso dopo l’addio ai Tre Leoni.
Dopo i recenti risultati negativi, la posizione di Erik ten Hag è tornata in bilico. Il sogno del Manchester United sarebbe Simone Inzaghi, che però non si libererà (se si libererà) prima della fine della stagione.
Manchester United, le parole di Southgate
In caso di esonero immediato, però, i Red Devils avrebbero bisogno di una soluzione immediata. Difficile l’ipotesi caretaker, dato che manca molto al termine di una stagione che vedrà gli inglesi dover essere competitivi su tutti i fronti. Per questo motivo uno dei nomi più gettonati (da tempo) è quello di Gareth Southgate.
L’ex-commissario tecnico della Nazionale Inglese è libero dopo la fine del suo rapporto con i Tre Leoni. Il suo contratto sarebbe dovuto scadere il prossimo 31 Dicembre, ma il tecnico inglese si è dimesso subito dopo la finale degli ultimi Europei: persa contro la Spagna. Da quel momento, il suo futuro è stato molto discusso.
Quello dell’inglese è un profilo da sempre molto gradito alla dirigenza dello United e non è la prima volta che il suo nome viene accostato all’Old Trafford. Tuttavia, a spegnere le voci attorno al suo nome ci ha pensato lo stesso Southgate: con delle dichiarazioni rilasciate alla conferenza dell’ECA, tenutasi ad Atene.
“Non allenerò il prossimo anno, sono certo di questo. Ho bisogno di tempo per prendere la decisione giusta. Quando viene fuori da un lavoro importante, in cui hai avuto un ruolo importante, hai bisogno di dare al tuo corpo e alla tua mente del riposo.”
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Leonardo: “Nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due-tre anni, tanti speculano”
Oltre ad essere stato un giocatore dalle indubbie qualità tecniche, Leonardo in passato ha ricoperto diversi ruoli nel Milan: così come i temi toccati nell’intervista.
Al secolo Leonardo Nascimento de Araujo, ha vestito maglie prestigiose. PSG, Flamengo, San Paolo, Valencia e Milan, di cui ha ricoperto il ruolo di allenatore nel 2009-10. La sua carriera lo ha portato poi a ricoprire ruoli dirigenziali, prediligendoli alla panchina.
L’intervista a Leonardo
Intervenuto nel corso del Festival dello Sport di Trento, l’ex dirigente e allenatore ha voluto esprimersi su quello che rappresenta il calcio. Ad oggi, forse, in balia di “speculatori.”
Il calcio-investimento: “Ci sono diverse modalità di investimento. Io credo nei progetti a lungo termine, anche se nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due-tre anni e in questo mondo è difficile fare un progetto a breve termine anche perché tanti investitori speculano“.
Il modello PSG e Milan: “In dieci anni il PSG ha saputo costruire un brand solido. Per esempio, invece, il Milan ha cambiato in dieci anni ben quattro proprietari: così è difficile costruire progetti funzionanti. Sono sempre più rari i casi di presidenti che riescono a gestire un club per molti anni. Se ripenso alla mia esperienza, è iniziata con Silvio Berlusconi, un uomo importante per il calcio e l’Italia“.
Proprio sul capitolo legato ai rossoneri Leonardo si sofferma, analizzando il momento di Fonseca e la proprietà americana e, come del resto sembra essere in voga nel pallone, l’investitore a stelle e strisce:
“Fonseca è l’uomo giusto per il Milan? Chi sono io per dirlo… Ha appena cominciato e tutti gli allenatori hanno bisogno di tempo, sembra una cosa banale ma è così.”
Milan-bis: ” Io sto bene a casa, non ho molta intenzione di tornare nel calcio come ha fatto prima. Come allenatore sicuramente è fuori discussione, ma neanche come direttore sportivo, dopo aver finito con il Psg ho deciso che avrei preso un’altra strada che sicuramente sarà nel calcio, perché è la mia vita, ma in una modalità diversa. Su Ibrahimovic e sul nuovo ruolo diciamo che non rispondo.
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