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Caso FIFA-Diarra, rescissione e contratti: cosa significa la sentenza della Ue
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul caso Diarra, incentrata sulla compatibilità delle regole FIFA relative ai trasferimenti dei giocatori con il diritto comunitario, introduce importanti novità.
In particolare, la Corte ha esaminato le disposizioni del “Regolamento sullo Status e il Trasferimento dei Giocatori” (RSTP) della FIFA che riguardano la responsabilità solidale dei nuovi club in caso di risoluzione del contratto di un giocatore senza giusta causa e le sanzioni sportive associate.
Principali punti della sentenza:
1. Libertà di circolazione dei lavoratori: La Corte ha stabilito che le norme FIFA in questione costituiscono un ostacolo alla libertà di circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione Europea. In particolare, la regola che obbliga il nuovo club a rispondere in solido delle indennità dovute dal giocatore al precedente club rappresenta un freno per i club che potrebbero voler ingaggiare giocatori da altri Stati membri, creando rischi giuridici e finanziari rilevanti.
2. Proporzionalità delle sanzioni: Le sanzioni imposte ai nuovi club, inclusi il divieto di tesserare nuovi giocatori e l’obbligo di versare l’indennità, sono ritenute sproporzionate rispetto all’obiettivo legittimo di garantire la regolarità delle competizioni. Inoltre, la Corte ha sottolineato che i criteri di calcolo delle indennità tendono più a proteggere gli interessi finanziari dei club che a preservare la stabilità competitiva.
3. Contrasto con le regole della concorrenza: Le regole del RSTP limitano la concorrenza transfrontaliera tra club per il reclutamento dei giocatori, in quanto impongono restrizioni permanenti che possono dissuadere i club dall’ingaggiare giocatori già sotto contratto con altre società.
Implicazioni della sentenza
La decisione della Corte non abolisce il sistema di trasferimenti o consente ai giocatori di rescindere i contratti senza conseguenze. Tuttavia, stabilisce che le norme attuali della FIFA, che impongono responsabilità solidali e sanzioni sportive senza considerare le specifiche circostanze di ogni caso, eccedono quanto necessario per garantire la regolarità delle competizioni. I giocatori possono trasferirsi anche in presenza di una controversia contrattuale, ma il club precedente ha comunque il diritto di fare causa per ottenere un risarcimento.
Commenti:
Secondo il legale di FIFPro (il sindacato internazionale dei calciatori), Pieter Paepe, la sentenza rappresenta una svolta nel mercato dei trasferimenti, mettendo in discussione le basi economiche delle attuali regole. Emilio Garcia, responsabile legale della FIFA, ha sottolineato che i principi fondamentali del sistema dei trasferimenti rimangono validi, ma che la FIFA continuerà a lavorare per garantire stabilità e integrità nelle competizioni.
Questa sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul futuro delle controversie contrattuali nel calcio, aprendo la strada a una maggiore libertà di movimento per i calciatori, pur mantenendo un quadro di regole che tutelino i club.
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Cagliari-Milan 3-3, non basta un super Leao: altri due punti persi | Le pagelle dei rossoneri
Cagliari-Milan 3-3, i rossoneri escono dal campo con un solo punto e tante recriminazioni. Sugli scudi Rafael Leao, ma non basta.
Maignan 6: nessuna colpa sui gol del Cagliari. Fa quello che può, ma la difesa non lo aiuta
Emerson Royal 5: sembra più volenteroso, ma alla fine dei 90 minuti la pochezza è disarmante in entrambe le fasi (dal 36’ st Tomori sv)
Thiaw 5,5: un passo indietro rispetto a Madrid
Pavlovic 5: fuori posizione praticamente sempre, Fonseca lo riprende in più occasioni
Theo Hernandez 5: pecca evidente sul terzo gol del Cagliari, ma in tutta la gara si fa vedere poco
Reijnders 6,5: difficile giudicare male questo ragazzo che mette cuore e piedi, oltre che assist, in ogni gara
Fofana 5,5: errore sulla seconda rete del Cagliari, meno preciso del solito
Chukwueze 5: si innamora spesso del pallone, ma incide poco (dal 20’ st Loftus-Cheek 6,5: entra molto bene in campo e ha voglia di cambiare le sorti)
Pulisic 7: di più non poteva fare, corre e si sbatte per tutti (dal 36’ st Musah sv)
Leao 8: dopo Madrid, anche a Cagliari fa vedere il suo valore. Si è svegliato? (Dal 36’ st Okafor sv)
Camarda 5,5: discreto esordio per il 16enne. Combatte, a volte va a vuoto, ma a prescindere questa è stata la sua serata (dal 20’ st Abraham 6,5: trova subito il gol con un tap in vincente)
Fonseca 5: peccato. Il Cagliari di questa sera era battibile. Errori difensivi evidenti. Cambi sbagliati
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Arianna Mihajlovic: “Da Lotito mi aspettavo molto di più…”
La vedova dell’indimenticabile Sinisa Mihajlovic si racconta a Repubblica: dai primi anni insieme nella Capitale ai successi alla Lazio, passando per gli aneddoti più intimi della loro vita.
A quasi due anni dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, Arianna Mihajlovic ha voluto aprire una finestra sul loro legame in una toccante intervista rilasciata a Repubblica . La vedova dell’ex campione e allenatore ha condiviso alcuni ricordi di una vita passata insieme, raccontando gli inizi della loro storia d’amore, sbocciata a Roma, città che ha segnato una tappa fondamentale nella carriera e nella vita del marito. Sinisa Mihajlovic, arrivato alla Lazio negli anni ’90, ha infatti lasciato un segno indelebile nella storia del club biancoceleste, vincendo ben 7 trofei in 6 stagioni.
Con la Lazio, Sinisa ha conquistato uno Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA, portando in campo la sua grinta e la sua precisione sui calci piazzati che ne hanno fatto una leggenda per i tifosi.
Le parole di Arianna Mihajlovic
A seguire le parole di Arianna Mihajlovic.
LAZIALE PER AMORE
“I miei figli sono innamorati del pallone e vanno ancora allo stadio. Io invece faccio fatica. Per io in realtà sono una romanista diventata laziale per amore. Per i miei figli perdere il padre è stato veramente duro. Loro però sono la mia forza. A Sinisa gliel’ho promesso. ‘Ora vai — gli ho detto stringendogli la mano — ai ragazzi ci penso io’. Solo allora se ne è andato…”
FINO ALL’ULTIMO
“Quello della sua morte è stato il momento più terribile e intenso che abbia mai provato. Eravamo tutti intorno a lui; io, i figli, il suo migliore amico, mia madre, sua madre… Dopo l’ultimo respiro c’era una forza in quella stanza che non saprei descrivere. Abbiamo pianto le lacrime che non avevamo potuto versare prima, per non fargli capire che fosse finita”.
GELOSIA
“Era felicissimo quando vinse lo scudetto con la Lazio. Quegli anni con il club di Cragnotti sono stati i più belli anche per me. La squadra nel 2000 festeggiò insieme a mogli e fidanzate in una villa romana. Poi però vollero organizzare un bis, con una serata solo tra calciatori. Ho ancora il senso di colpa per non avercelo mandato. Ero gelosa! Col senno di poi, me ne pento”.
DELUSIONE
“Dai tifosi ho sentito un affetto pazzesco! Ma anche la dirigenza del Bologna è stata fantastica, ha pagato lo stipendio anche quando lui non c’era più. Da Lotito, invece, mi aspettavo di più. Non tanto per me, quanto per mio figlio. Sinisa alla Lazio ha dato veramente tanto”.
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Milan, Camarda insidia Rivera: un pomeriggio che può essere storia
Milan, per Francesco Camarda è già storia. Esordire a 16 anni è un qualcosa di unico, che rimarrà nella sua mente per sempre. Ma un altro record è lì ad attenderlo…per fare la storia.
Difficile solo immaginare cosa frulli nella testa di Francesco Camarda a meno di due ore dal match contro il Cagliari.
Il tecnico rossonero Paulo Fonseca ha infatti deciso di schierarlo titolare e per Camarda sarà già record. Batterà infatti di pochi giorni Gianluigi Donnarumma che esordì, anch’egli 16enne nel 2015.
Ma un altro record potrebbe rimanere nella storia qualora Camarda dovesse trovare la via del gol. Il classe 2008 andrebbe infatti a scalzare Gianni Rivera il quale andò a rete all’età di 17 anni e 2 mesi. Camarda può quindi diventare il più giovane marcatore con la maglia del Milan.
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