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Calcio ed omosessualità: il coraggio di essere se stessi
L’Omosessualità nel 2022 non dovrebbe essere un tabù. Eppure nel mondo del calcio la libertà di amare una persona dello stesso sesso è ancora una barriera.
Calcio ed Omosessualità, due parole che faticano ancora a coesistere nella stessa frase. Ad oggi sono veramente pochi i calciatori che sono riusciti a trovare il coraggio di fare coming-out. Un tabù ancora invalicabile per tantissimi.
Il calciatore Radja Nainggolan attualmente in forza al Royal Antwerp ed ex di Roma, Inter, Cagliari aveva rilasciato nel 2018 la seguente dichiarazione all’Huffington Post: “I calciatori gay non rivelano di esserlo, si vergognano. In quel caso al giorno d’oggi saresti un uomo finito. In questo mondo, se ci fosse veramente qualcuno gay, non si sentirebbe a proprio agio.”
Ad oggi poco è cambiato ed i calciatori che hanno avuto il coraggio di esporsi si contano su due mani. Molte di queste dichiarazioni, inoltre, sono state fatte al termine della carriera. Probabilmente per cercare di evitare ritorsioni durante il percorso sportivo del calciatore.
In un contesto, molto maschilista, come il mondo del calcio c’è ancora molto timore nell’esporsi su questo tema. Ma fortunatamente qualche coraggioso, che prova a fare da apripista esiste.
Jake Daniels rivela la propria omosessualità
Due giorni fa, sul sito ufficiale del Blackpool Fc, squadra della seconda divisione inglese, è comparsa una lettera di Jake Daniels. Il giovane attaccante classe 2005 è così che ha dichiarato la propria sessualità.
Il diciassettenne inglese ha scritto: “Da tutta la vita so di essere gay e ora credo di essere pronto per fare coming-out. È un passo verso l’ignoto essere uno dei primi calciatori in questo paese a rivelare la mia sessualità, ma sono stato ispirato da Josh Cavallo, Matt Morton e da altri atleti di altri sport.”
Continua poi parlando del supporto ricevuto: “Ho avuto un enorme supporto dalla mia famiglia, dal mio club e dal mio agente. Tutti hanno pensato prima di tutto ai miei interessi. Anche i miei compagni nelle giovanili hanno condiviso la mia decisione di aprirmi al mondo.”
E termina dando un consiglio a chi, come lui è omosessuale ma non trova il coraggio: “Ho odiato mentire e nascondermi per tutta la vita e voglio essere un modello facendo questo passo. C’è chi potrebbe non sentirsi a proprio agio nel rivelare la propria sessualità. Voglio solo dire loro di non cambiare ciò che sono, o ciò che vorrebbero essere, solo per inserirsi. Bisogna essere sé stessi, è ciò che conta di più.”
Daniels e Cavallo, uomini coraggiosi
Joshua “Josh” Cavallo, terzino sinistro in forza all’Adelaide United, club della prima divisione australiana ha preceduto di qualche mese il collega inglese Jake Daniels.
Anche lui, come l’inglese, è stato supportato dalle persone vicine ma i cori omofobi verso di lui, durante le partite, non si sono fatti attendere. Per questo motivo serve un grande coraggio, al giorno d’oggi, per mettersi a “nudo” davanti al mondo.
Eppure il “sacrificio” di questi giovani ragazzi è necessario se vogliamo provare a far capire che il calcio è per tutti. Che non esiste chi può o non può praticarlo. Il bello del calcio è proprio questo.
Non ha sesso, non ha età e non ha razza. Nessuno dovrebbe essere escluso da questo mondo solo per una di queste peculiarità. L’apertura mentale, per uno sport d’inclusività come il calcio, dovrebbe essere sempre la priorità.
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Milan, Pioli via al 100%: settimana decisiva per il successore | Abbandonata la pista Conte?
Milan, continuano i ragionamenti in casa rossonera per il successore di Stefano Pioli. Questa sarà una settimana decisiva per arrivare ad una soluzione condivisa.
Le certezze a oggi sono due: Pioli lascerà il Milan e nel mese di gennaio c’è stato un accordo di massima con Antonio Conte. Tutto il resto è noia, come cantava Califano, o quasi. Abbiamo letto sentito in questi ultimi giorni decine di nomi per il prossimo allenatore. Siamo passati da Lopetegui a Fonseca, da Pellegrini a Potter, da Xavi ad Allegri, fino ad arrivare a Thiago Motta e al tecnico leccese, coi quali a gennaio i contatti erano stati più assidui.
Juventus e Milan stanno tuttavia avendo un comportamento speculare. Una parte delle rispettive dirigenze starebbe caldeggiando Conte, il quale gradirebbe in egual misura sia la soluzione bianconera che quella rossonera, perché rispetterebbero la volontà di rimanere in Italia e possibilmente vicino a Torino. Conte alla Juventus e Motta al Milan? Soluzione possibile, ma ci risulta che l’attuale tecnico del Bologna stia accelerando per sostituire Allegri.
Quindi Conte al Milan? Non è matematico, né scontato, nonostante una grossa fetta dei tifosi rossoneri starebbe in queste ore acclamando il suo nome. Parte della dirigenza è contro l’arrivo di Conte e lo stesso Ibrahimovic, che invece lo vuole, si trova al momento in un forte stato di difficoltà. Imporsi da ultimo arrivato, oppure ragionare su un profilo condiviso? A occhio potrebbe prevalere la seconda scelta, tuttavia continuiamo a registrare contatti con Conte. Non abbandoniamo di certo questa pista.
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Milan, Furlani:” Pioli è il nostro allenatore. Il mercato sarà più soft”
Milan, si è presentato alla fine della gara contro l’Inter davanti alle telecamere l’Amministratore Delegato rossonero. Leggiamo qui di seguito le sue parole.
Un mix di dichiarazioni catalogabili alla voce Cose che un tifoso in questo momento non vuole sentire. Tuttavia, come spesso accade, Giorgio Furlani si presenta con massima disponibilità prima e spesso anche dopo le partite. Come quest’ultima persa ai danni dell’Inter. Una sconfitta che fa male, sesto derby consecutivo perso e scudetto consegnato ai nerazzurri.
Poche parole, forse di circostanza, ma piuttosto chiare e decise:” L’allenatore è Stefano Pioli e confermo questa cosa. Siamo concentrati sul finire bene la stagione. Sulla parte sportiva chi riferisce a Gerry Cardinale siamo io, Moncada e Ibrahimovic. Poi è lui che prende la decisione finale. Abbiamo un secondo posto da difendere, noi facciamo la squadra per vincere, ma non sempre si riesce. Quest’anno il lavoro sul mercato sarà un po’ più soft”.
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Milan, 34 anni fa la seconda Fatal Verona e quel gesto di Van Basten
Sono passati 34 anni ma la ferita nel cuore di ogni tifoso rossonero resta tutt’oggi aperta. Penultima giornata, Hellas Verona-Milan, la nuova fatal Verona.
22 aprile 1990, Hellas Verona-Milan 2-1: la seconda Fatal Verona
Stadio Bentegodi, penultima giornata di Serie A. La classifica recita Milan 47 e Napoli 47 (siamo ancora nell’era dei 2 punti per vittoria). I rossoneri di Arrigo Sacchi affrontano una delle squadra candidate ormai alla retrocessione in Serie B. In caso di vittoria lo scudetto sarebbe a un passo.
Marco Van Basten è l’attaccante più forte in circolazione e guida la classifica dei cannonieri a quota 19 reti. Tutto fa presagire una facile scampagnata per i rivali del Napoli di Maradona.
Al 33esimo Simone porta in vantaggio il Milan con un gran calcio di punizione e manda le squadre negli spogliatoi sullo 0-1. Sembra fatta per i rossoneri ma l’Hellas rinasce dalle ceneri e prima o con Sotomayor al 63esimo, poi (col Milan in 9 uomini) con lo storico pallonetto di Davide Pellegrini all’89esimo, ribalta il risultato consegnando di fatto lo Scudetto ai partenopei.
Dopo la clamorosa debacle del 20 maggio 1973 per la quale è stato coniato appositamente il termine Fatal Verona, la storia si ripete con Van Basten che, dopo l’espulsione appena rimediata, si toglie la maglia e la scaglia a terra in segno di frustrazione e delusione. Un gesto storico che rimarrà negli annali.
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