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Calcio e razzismo: un anno di cori, gesti e match interrotti

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calcio e razzismo

Calcio e razzismo, cosa è successo in quest’anno e cosa dobbiamo aspettarci nel 2025. Tra soluzioni, direttive e sportwashing.

Il razzismo è innegabilmente una piaga del calcio ormai da diverso tempo. Si sono alternate iniziative per il contrasto a risoluzioni più o meno drastiche.

Un bilancio dell’anno appena chiuso e aspettative per quello nuovo.

Calcio al vertice della (triste) classifica dei casi di razzismo e discriminazione

Secondo lo studio Oscad pubblicato all’inizio del 2024 il 90% degli episodi discriminatori riguardano il calcio, dato che gli conferisce il triste primato di sport con con più episodi di razzismo.

Il trend nel tempo è di un fenomeno in aumento: nel 2022 i casi segnalati erano 77, nel 2023 sono arrivati a 96 e al momento della pubblicazione dello studio, gennaio dello scorso anno, erano già 8.

Cominciamo bene

Uno dei primi episodi non si fa attendere, a neanche un mese da inizio anno.

Infatti il 20 gennaio a Udine il portiere del Milan Mike Maignan viene insultato, tanto da interrompere la partita, ripresa dopo 15′.

Il suo racconto a Sky: “Al primo rinvio sono andato a prendere la palla e ho sentito chiamarmi scimmia, ma non ho detto niente. Poi lo hanno rifatto ancora e ho chiesto aiuto alla panchina, poi ho detto che non si può giocare così a calcio.”

Ha poi concluso “Non è la prima volta che mi succede né a me né ad altri giocatori. Sono cose che vanno dette. Sono persone ignoranti. Il tifoso viene allo stadio per tifare, magari per fischiare, ma queste cose nel calcio non devono succedere.

Si alzò un coro di voci a condannare l’accaduto, si paventò anche l’ipotesi della cittadinanza onoraria per il giocatore francese proposta da parte del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni. Ma il consiglio comunale non fu dello stesso avviso e tutto si risolse in un nulla di fatto.

Tuttavia la curva dell’Udinese venne squalificata per una giornata e le persone identificate bandite per sempre dallo stadio.

L’episodio ebbe comunque un seguito a ottobre: infatti durante il secondo tempo di Milan-Udinese Maignan ha difeso la porta sotto il settore ospiti.

I tifosi bianconeri hanno intonato cori denigratori nei confronti del giocatore. “Maignan uomo di m…”, si è sentito a San Siro. I sostenitori dell’Udinese evidentemente serbavano ancora molto rancore per i fatti di gennaio. Aspettiamo il match di ritorno di aprile.

La Fifa e il gesto No Racism

Il 17 maggio nel corso del 74° Congresso della Fifa che si è tenuto a Bangkok, è stato introdotto il gesto anti-razzismo. Consiste nell’incrociare le braccia durante la gara per richiamare l’arbitro.

Il direttore di gara può quindi decidere se interrompere o meno la partita. Un annuncio informa i tifosi dei motivi dell’interruzione. Se l’episodio dovesse continuare si passa alla sospensione del match con il rientro dei giocatori o giocatrici negli spogliatoi. Se, nonostante tutto, le discriminazioni non dovessero cessare, c’è il definitivo abbandono della partita, sentito il parere di autorità ed esperti competenti.

“Combattere il razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme” era stato il commento del presidente della Fifa, Gianni Infantino, in merito a questo provvedimento, applicato per la prima volta in occasione della Coppa del Mondo femminile Under 20, disputata da fine agosto in Colombia.

A Roma il prefetto vuole il pugno di ferro

Sempre in agosto furono dello stesso tono le dichiarazioni del prefetto della Capitale Lamberto Giannini.

Prima dell’inizio del Campionato 2024/2025 i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, del Comune di Roma Capitale e dei rappresentanti dell squadre di calcio di Roma e Lazio si sono riuniti in un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Tutti risultarono concordi sul fato che le manifestazioni di razzismo negli stadi “devono essere contrastate con il massimo rigore e fermezza.”

Dunque Giannini chiese alle società calcistiche di “impegnarsi nella prevenzione, anche con specifici spot antidiscriminatori.”

Memori anche degli episodi discriminatori, razzisti e antisemiti del derby.

Durante la stracittadina infatti si sono visti un ex giocatore in curva con le effigi delle SS naziste, Mancini in campo a sventolare una bandiera con il topo “laziale”, cori della tifoseria biancoceleste di discriminazione razziale contro Lukaku e di matrice religiosa verso la tifoseria giallorossa che risponde con la stessa moneta, intonando cori di discriminazione razziale verso Guendouzi.

Mancini calcio

Mancini sotto la Curva giallorossa

Inevitabile che tutto finisse nelle mani del Giudice Sportivo, che coinvolge anche la procura della Federcalcio.

Altri episodi che in cui si sono tristemente distinti i tifosi della capitale per razzismo, antisemitismo, richiami al Ventennio si sono svolti nelle trasferte della Lazio a Monaco di Baviera, dove ha affrontato il Bayern nel ritorno degli ottavi di Champions League, e della Roma a Monza.

I biancocelesti in Germania nella birreria Hofbrauhaus hanno inneggiato al Duce e a Hitler: in questo locale infatti nel 1920 il dittatore tedesco pronunciò il suo primo discorso da leader del partito nazionalsocialista.

Non sono stati da meno i tifosi giallorossi che sul treno di ritorno dalla trasferta di Monza cantarono “Il nostro centravanti è un iraniano, fa il saluto romano, fa scoppia’ un aeroplano, odia negri e giudei, donne trans e gay. Nella As Roma non ci sono ebrei.”

Il razzismo nel calcio d’oltreoceano

Una forte rivalità lega Argentina e Francia e purtroppo si è tradotta anche in cori di profonda connotazione razzista e transfobica.

Già cantati in occasione della finale dei Mondiali del 2022, nella quale l’Argentina vinse ai rigori contro la Francia, sono stati riproposti durante i festeggiamenti per la vittoria della Copa América.

Il calciatore Enzo Fernández ha anche pubblicato le immagini su Instagram. Nel video si vedono e si sentono i componenti della squadra cantare “Giocano in Francia, ma vengono tutti dall’Angola, la loro madre è del Camerun, il loro padre è della Nigeria, ma il loro passaporto dice francese”.

Inoltre nel coro c’è un riferimento all’attaccante francese Kylian Mbappé definito “uno a cui piacciono le trans”. Questo perché il calciatore ha avuto in passato una relazione con la modella transgender Ines Rau.

Calcio

Ne scoppia un caso diplomatico, finito col licenziamento del sottosegretario allo Sport dell’Argentina, Julio Garro. Infatti il presidente Javier Milei ha ritenuto inopportuna la sua richiesta di scuse per l’episodio al capitano Lionel Messi.

Migliore forse il punto di vista della vicepresidente, che definì la Francia come un paese “colonialista e ipocrita”.

A mettere una pezza intervenì la segretaria generale e sorella del presidente Milei, che la definì solo un’opinione personale della vicepresidente. Di lì a poco Milei sarebbe dovuto andare a Parigi per la cerimonia di apertura dei giochi olimpici, meglio non creare troppa acredine tra le due Nazioni.

Nazioni che si sono infine fronteggiate ai quarti durante il tabellone olimpico: il match, vinto dai Blues per 1-0, non poteva che finire in rissa.
Beltran la prese male: “Ci hanno accusato di essere razzisti, ma io non sono così” commentò l’attaccante della Fiorentina “Ho trovato strano che siano andati a festeggiare la vittoria davanti alle nostre famiglie, non è il modo migliore di comportarsi. Non ho nessun problema con i francesi, anzi li invito a venire da noi per verificare che non c’è razzismo in Argentina.”

Fine anno tra sospensioni e diffide

Ma proprio la tifoseria viola è stata protagonista di provvedimenti disciplinari in chiusura d’anno.

Infatti dopo pochi minuti dall’avvio del primo tempo del big match della 18a giornata di Serie A tra Juventus e Fiorentina, l’arbitro Mariani ha interrotto la partita a causa dei razzisti contro l’attaccante bianconero Vlahovic, grande ex della sfida.

Il direttore di gara ha parlato con capitani e allenatori, lo speaker ha spiegato i fatti agli spettatori e intimato il rischio di sospensione.

Nel calcio femminile

Neanche il calcio femminile è esente da questi episodi: è successo nel torneo Brasil Ladie’s Cup, a San Paolo in occasione di una partita tra le brasiliane del Grêmio di Porto Alegre e le argentine del River Plate.

Il 20 dicembre allo stadio Canindé Candela Díaz, Camila Duarte, Juana Cangaro e Milagros Diaz del River Plate hanno rivolto insulti razzisti nei confronti di un raccattapalle e avrebbero insultato le avversarie con espressioni razziste come macaca e negrita.

La squadra brasiliana per protesta ha abbandonato il campo prima del termine della partita.

Le giocatrici argentine sono state arrestate, dopodiché il tribunale di San Paolo ha concesso loro la libertà provvisoria. Tuttavia non potranno lasciare il Brasile fino alla conclusione delle indagini.

Nelle serie minori

Addirittura in un campionato amatoriale si è verificato un episodio di razzismo. In questo caso è stato proprio il direttore di gara a insultare un giocatore, che aveva protestato in seguito a un’ammonizione.

“Va… te e chi ti ha portato, torna al tuo Paese” gli ha detto. È scattata una denuncia.

Invece allo stadio comunale di Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, l’episodio si è verificato durante un incontro del campionato di Eccellenza.

A farne le spese l’attaccante colombiano Jairo Alegria della squadra di casa lo Jonica che ospitava il Città di Avola.

Dopo aver sopportato per gran parte del match, il giocatore si è rifiutato di proseguire. Il match alla fine è stato sospeso.

“In otto anni di carriera calcistica” ha dichiarato il giocatore, che ha militato in squadre della Colombia, del Perù, Bolivia, della Repubblica Dominicana “non mi era mai capitato qualcosa del genere, non ce l’ho fatta a restare in campo. Mi sembra assurdo nel 2024, che in Italia ci siano ancora episodi di razzismo. Mi insultavano e continuavano a fare buuu, hanno iniziato al ventesimo del primo tempo. Cose come questa non dovrebbero mai succedere nel calcio, non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio.”

Il calcio che verrà

Sono numerose e periodiche le iniziative di sensibilizzazione su tanti argomenti nel mondo del calcio.

Misurare la loro efficacia in tempi brevi non è semplice e neanche funzionale.

Certo è che da sole queste iniziative sono fini a se stesse e neanche così utili ai vari movimenti, come il contrasto alla violenza sulle donne o l’omotransfobia.

Serie A: continua la campagna #MAIPIÙ calcio

Quello che serve è una rivoluzione culturale, che oltrepassi gli spalti di uno stadio.

Che possano essere i buoni propositi per il nuovo anno?

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Genoa, UFFICIALE: Johannes Spors lascia e va al Southampton

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Johannes Spors lascia il Genoa per diventare il nuovo direttore tecnico del Southampton, segnando un importante cambiamento nel panorama calcistico europeo.

Udinese-Genoa

MIRETTI E VASQUEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Un Nuovo Inizio per Johannes Spors

Johannes Spors, noto dirigente sportivo, ha ufficialmente concluso la sua avventura con il Genoa per approdare al Southampton. Questa mossa segna un significativo passo avanti nella carriera del dirigente, che ha già accumulato una notevole esperienza nel mondo del calcio europeo. Spors è stato fondamentale per il Genoa, contribuendo alla crescita e al rafforzamento della squadra.

Il Southampton, squadra della Premier League, ha deciso di puntare su di lui per rinforzare la propria struttura tecnica, sperando di migliorare le proprie prestazioni e competere ad alti livelli. Spors porterà con sé una visione innovativa e una strategia chiara per il futuro del club inglese.

Implicazioni per il Genoa e il Southampton

La partenza di Johannes Spors lascia un vuoto significativo nel Genoa, che ora dovrà cercare un sostituto all’altezza per mantenere la continuità del progetto sportivo. La sfida sarà quella di non perdere il momentum acquisito negli ultimi anni e continuare a lavorare sulla base costruita da Spors.

D’altro canto, il Southampton spera che l’arrivo di un dirigente di calibro come Spors possa portare a una nuova era di successi. La squadra inglese è determinata a sfruttare l’esperienza e le competenze di Spors per migliorare la propria posizione nel campionato e ottenere risultati significativi nelle competizioni nazionali e internazionali.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira

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Bologna-Monza, le formazioni ufficiali

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A pochi minuti dal fischio d’inizio di Bologna-Monza, sono state diramate le formazioni ufficiali che scenderanno in campo al Dall’Ara alle 15.

Di seguito i due undici scelti da Italiano e Bocchetti per BolognaMonza.

Bologna-Monza, le formazioni ufficiali

Bologna (4-2-3-1): Ravaglia; Posch, Beukema, Lucumì, Miranda; Freuler, Ferguson; Orsolini, Odgaard, Dominguez; Castro

Monza (4-4-2): Turati; D’Ambrosio, Izzo, Carboni, Kyriakopoulos; Akpa Akpro, Bondo, Bianco, Ciurria; Maldini, Djuric

Bologna-Monza

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Venezia, Di Francesco: “Tante assenze, dovremo stare attenti alle transizioni del Parma”

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Venezia, Di Francesco

L’allenatore del Venezia, Eusebio Di Francesco, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match di domani contro il Parma.

Di seguito un estratto delle parole del tecnico arancioneroverde alla vigilia della sfida tra Venezia e Parma.

Venezia, le parole di Di Francesco

Che tipo di sfida si aspetta domani? E sull’arrivo di Zerbin, pensa possa offrire profondità?

“A Zerbin do il benvenuto, possiede caratteristiche per fare il quinto e sa giocare sia a sinistra che a destra con corsa e dinamismo. Lo volevamo fin dall’inizio, speravo di averlo già da un po’, oggi si è allenato per la prima volta. Non so se potrà partire titolare, ma sarà con noi in panchina. Riguardo al Parma, è una squadra capace di passare in un attimo da una fase difensiva a una offensiva, con elementi come Cancellieri, Man, Bonny, Mihaila, Almqvist e altri. Anche a partita in corso sanno cambiare assetto e rimanere insidiosi”.

Ci sono novità sugli infortunati?

“Avremo qualche assenza in più, per motivi evidenti che non posso spiegare. Nonostante tutto, i miei giocatori stanno curando la preparazione nel modo migliore”.

Com’è lavorare con la finestra di mercato ancora aperta?

“Sono abbastanza preparato alle situazioni che possono emergere in questo periodo, è fondamentale restare lucidi. Ciò che spesso pesa di più sono gli infortuni a ridosso del match o durante, che riducono le risorse a disposizione. Ho già un’idea di chi schierare perché siamo contati, il mercato ha tempistiche variabili: a volte i giocatori arrivano in fretta, altre volte ci vuole più tempo”.

Cambierà il vostro atteggiamento vista la bravura del Parma nelle transizioni offensive? 

“Dire una cosa del genere equivarrebbe a sostenere che attacchiamo in due e difendiamo in otto, e non mi pare un concetto proficuo. Dipenderà da come si svilupperà la gara e da come loro si organizzeranno in difesa, ma la cosa più importante è che se uno va in avanti, un altro lo copra”.

Venezia

i tifosi del Venezia ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Avete tante assenze nel reparto arretrato, sarà il problema più grande?

“Che ne restino due o magari solo uno, c’è anche chi potrebbe avere la febbre e comunque giocare. Con l’Inter abbiamo concesso qualcosa, ma abbiamo anche costruito occasioni da gol e offerto una buona prova, comunque è già passato”.

I giocatori della Primavera potranno tornare utili nell’immediato?

“Ho molta fiducia nei giovani, però hanno bisogno di tempo; al momento non vedo ragazzi davvero pronti a sostenere questo campionato”.

Potrebbe essere il momento di tornare a puntare su Haps e Candela?

“Sì, possono rivelarsi entrambi utili e Candela può rientrare nel gruppo”.

Che opinione si è fatto su Condé?

“Deve ancora acquisire condizione, ritmo e intensità. Bisogna che alzi il livello sia durante la partita che in allenamento; non è del tutto pronto per partire dall’inizio, ma può dare il suo contributo a gara in corso, come già successo contro l’Inter”.

Sverko sta giocando da centrale, è un’opzione percorribile anche domani?

“La scelta dipende dalle caratteristiche degli altri. Se schiero Haps a sinistra, per esempio, allora Sverko passa al centro”.

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