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Esclusiva CS, Alfonso Sciascia: “Scudetto? Lotta a due! Derby? Il Milan è arrabbiato! Su Donnarumma e Tonali vi dico che…”

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Il noto opinionista sportivo Alfonso Sciascia, in esclusiva ai nostri microfoni, ha risposto ad alcune domande che spaziano dal mercato alla Champions League.

Alfonso Sciascia, redattore e responsabile social di Cartacantaweb.it, ha rilasciato un’intervista in esclusiva per noi di Calciostyle.it. Vediamo qui di seguito le sue considerazioni in merito al mercato appena concluso, al Campionato ed ai gironi di Champions League.

Sciascia Alfonso

Secondo lei quale squadra si è rinforzata di più durante l’ultima sessione di mercato?

“La squadra che si è rinforzata di più ed ha rivoluzionato maggiormente l’organico negli undici titolari, per me è il Milan. A differenza dell’Inter, che si è anch’essa rinforzata con tante cessioni ed acquisti, i rossoneri sono l’unica squadra che sta innestando nell’undici titolare la maggior parte dei nuovi giocatori.”

Il Milan coi nuovi innesti è meno Leão dipendente secondo lei? Chi dei nuovi rossoneri l’ha colpita in modo particolare?

“Si, lo si vede anche dalle azioni che provengono spesso dalla fascia destra, con le azioni di Pulisic. E’ chiaro che la fascia sinistra è il vero fiore all’occhiello di questa squadra. Nell’ultima partita casalinga col Torino abbiamo visto che l’asse Theo Hernandez – Leão è uno dei migliori in Italia ed in Europa. Ovviamente adesso le azioni arrivano anche dalla destra con Pulisic e con l’alternativa Chukwueze. Ricordiamo che anche sul nigeriano è stato fatto un investimento importante, ma per ora l’americano da più certezze. Si è rinforzato tutto il reparto avanzato rossonero. Non dimentichiamoci di Jovic, arrivato nelle ultime ore di mercato a dar man forte nel ruolo di prima punta. E di Okafor perché anche lui, all’occorrenza, può essere impiegato come prima punta.”

Per Sciascia la rivelazione della stagione non sarà rossonera

A suo parere, considerando tutte le squadre di Serie A, quale potrebbe essere il giocatore rivelazione della stagione in corso?

“Ci sono sicuramente più giocatori che possono fare la differenza. Ma se me ne chiedi solamente uno, considerando queste prime tre giornate, per me su tutti spicca Federico Chiesa. Perché in questa nuova posizione centrale, non più da esterno, sta dimostrando di essere un giocatore importante anche sotto rete. Come lo stesso Allegri gli richiede. Ovviamente viene agevolata anche la Nazionale di Spalletti, qualora Chiesa dovesse fare bene in quella posizione darebbe alternative in attacco. Lo stesso Mister si è detto disponibile a valutare altri giocatori nella posizione di punta. Chiaro, il giocatore juventino non sta facendo la prima punta vera e propria adesso, ma agisce come seconda punta alle spalle di Vlahovic. Però potrebbe cambiare ruolo anche in azzurro.”

Il parere sull’operato di RedBird di Sciascia

Molti tifosi rossoneri erano scettici e pessimisti dopo l’addio di Maldini e la cessione di Tonali. Adesso sembrano essersi ricreduti. Lei come valuta l’operato della nuova proprietà fino ad ora?

“La nuova società ha fatto tesoro delle offerte importanti che sono arrivate. Una di queste è quella di Tonali, all’incirca 80 mln, una cifra a cui è difficile rinunciare in questo momento. Quei soldi li hanno reinvestiti tutti, anzi di più, nel mercato. Senza quella cessione la cifra stanziata sarebbe stata sui 35 mln. C’è stato anche un alleggerimento del monte ingaggi, grazie alla cessione in prestito di Origi, dove il Nottingham Forest si è preso carico dell’intero ingaggio del calciatore, circa 5 mln.”

Sciascia continua dicendo: “Comunque sia, ad oggi, vediamo i frutti della campagna acquisti di Cardinale. Perché sono arrivati tutti giocatori funzionali, giovani e che hanno già vinto in Europa. Tutti giocatori comprati intorno ai 20/25 mln e rivendibili in futuro. Non abituiamoci più a bandiere, già lo stiamo facendo. Qualora questi giocatori dovessero fare esageratamente bene, e dovessero arrivare proposte ‘monstre’, questi giocatori andranno via. Quindi non illudiamo i tifosi, oramai dobbiamo abituarci. Però è una campagna acquisti ben fatta, nonostante Tonali fosse un idolo. Ma ha fatto si che la sua cessione portasse elementi validi che in questo momento stanno dimostrando la loro forza.”

Lotta scudetto, le favorite dell’opinionista

Napoli, Juventus, Inter e Milan sono le quattro indicate da molti per la lotta scudetto, lei è della stessa opinione? Chi vede come favorita?

“Fondamentalmente sì, quelle sono le squadre più accreditate alla vittoria dello Scudetto. Personalmente vedo più le milanesi, ma non è un mistero. Sono due squadre che negli ultimi anni hanno vinto due scudetti, una è arrivata in semifinale di Champions League e l’altra in finale. Potenzialmente loro due sono le squadre accreditate alla vittoria finale. E’ chiaro che c’è un Napoli chiamato a ribadire il primato, non è facile però riconfermarsi e lo abbiamo visto negli ultimi anni con Milan ed Inter. I partenopei non hanno cambiato troppo, hanno tenuto delle certezze come Osimhen e Kvaratskhelia. Occhio anche alla Juventus che non ha le coppe. Anche se, secondo me, certi tornei stimolano a fare bene anche in Campionato. Ed occhio anche alla Lazio di Sarri che si è rinforzata molto e bene, nonostante la cessione di Milinkovic-Savic. Acquisendo valore con Kamada, Guendouzi e Isaksen. Ma comunque vedo le due milanesi tra le favorite.”

Derby, il pronostico di Sciascia

La prossima partita di campionato del Milan sarà il derby, partita importante per tutti i tifosi. Lei come vive i giorni di avvicinamento alla partita?

“Il derby lo vivo con ansia, anche perché ci sono due settimane di sosta. Ed il tifoso è curioso di capire come arriveranno al match le milanesi dopo la pausa delle nazionali. Un derby che vede due filosofie di calcio differenti ma, come dicevo prima, due squadre totalmente rinnovate e forti. Che si sono affrontate in semifinale di Champions la scorsa stagione. Un Milan che arriva arrabbiato, in quanto è tanto, troppo tempo che non porta a casa un derby. L’anno scorso l’ha sempre avuta vinta l’Inter di Simone Inzaghi. Ci sarà sold-out ma questa non è una novità ultimamente. Non so quanto possa dire questo derby in ottica campionato, perché siamo solo alla quarta giornata, ma se devo fare un pronostico vedo un pareggio. Anche se ribadisco che i rossoneri arrivano con una rabbia importante e l’Inter non subisce goal da tanto. Quindi ci sarà voglia di sfatare questo tabù e bucare per la prima volta Sommer.”

Sciascia è fiducioso: “In Champions le italiane faranno bene”

Da poco sono usciti i sorteggi dei gironi Champions. Secondo lei come se la caveranno le italiane?

“Il Milan è chiaramente la squadra che ha avuto più insidie, ma non bisogna fasciarsi la testa. Perché anche l’anno scorso con l’Inter, stesso discorso, sembrava un girone della morte. Ed invece sappiamo tutti com’è andata a finire. Con i nerazzurri in finale di Champions che per poco sfiorano l’impresa. Il Milan, se andiamo ad analizzare le altre squadre d’Europa, assieme al PSG è la più accreditata a qualificarsi. Secondo me quando è uscito il Milan nei sorteggi anche le altre squadre hanno avuto timore. Anzi hanno timore perché i rossoneri sono una squadra affermata, non sono arrivati li per caso e non sono arrivati in semifinale per caso l’anno scorso. Rispetto agli altri gironi è sicuramente il più difficile.”

Sciascia prosegue dicendo: “Però se devo dirla tutta sulle squadre italiane, non vedo più questo grande divario con il resto d’Europa. Ad eccezione della Premier, che è ancora un filino sopra. Considerando anche l’exploit della scorsa stagione, nonostante poi sia andata com’è andata. Ma penso che il calcio italiano in questo momento si sta evolvendo bene. Per questo credo che le italiane faranno bene. Ovvio che, per migliorare ancora, quest’anno bisogna alzare qualche Coppa.”

La differenza tra i due ex milanisti per Sciascia

Il Milan in Champions League affronterà le squadre di due ex calciatori rossoneri. Il Newcastle del novello partente Tonali ed il PSG dell’ex Donnarumma. Come pensa verranno accolti a San Siro?

“Bhe chiaramente Tonali verrà accolto bene, in base a quello che sto leggendo sui social. Su Donnarumma c’è ancora astio, quello è poco ma sicuro. Il portiere del PSG non verrà accolto bene, ma sempre nei limiti della sportività e della civiltà. Quindi credo si vada verso una pioggia di fischi. Da parte del tifoso rossonero c’è rabbia per aver visto andare via a zero Donnarumma. Mentre per quanto riguarda Tonali, la sua cessione ha portato 80 mln nelle casse e ci sarà sempre gratitudine per questo.”

Per concludere l’opinionista sportivo aggiunge: “Tra l’altro sembra che il giocatore sia andato via a malincuore, chiaro che adesso si è ambientato nella nuova squadra. Diciamo che è andato via dal Milan per questioni finanziarie, fosse stato per lui, secondo me, sarebbe rimasto. Chiaramente è stato poi convinto ad accettare la proposta inglese. Quindi ci saranno sicuramente due trattamenti diversi. Per Donnarumma tanti fischi mentre per Tonali tanti applausi, almeno questo è quello che trapela dal mondo rossonero. Ad ogni modo sarà interessante ed emozionante rivederli a San Siro.”

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ESCLUSIVA CS – Carlo Nervo: “Il Bologna può arrivare in Europa quest’anno ha una rosa molto competitiva. Nazionale? Ci sono troppi…”

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Bologna, Carlo Nervo su Orsolini

L’ex centrocampista del Bologna Carlo Nervo (1994-2005, 2006-2007) ha parlato ai nostri microfoni della’attuale situazione dei rossoblù, sulla lotta Scudetto in Serie A e molto altro.

In un’intervista di 5 minuti, Carlo Nervo ha detto la sua su come può andare il Bologna questa stagione, parlando anche di giocatori come Bernardeschi e Orsolini, e anche dell’allenatore dei rossoblù Vincenzo Italiano.

Inoltre ha analizzato anche la situazione della Nazionale Italiana e del motivo per cui, secondo lui, gli Azzurri stanno vivendo un momento così complicato.

Di seguito, l’intervista di Carlo Nervo.

Le parole di Carlo Nervo

Dove può arrivare questo Bologna in campionato e in coppa?

“Vista espressione di gioco e i risultati, può arrivare in alto. Secondo me l’Europa dovrebbe essere la giusta posizione, però sognare non costa niente. Le altre squadre sono forti, però il Bologna li ha messi sotto”.

Secondo lei il Bologna ha bisogno di rinforzarsi nel mercato di gennaio, visti alcuni infortuni sulle fasce?

” A mio avviso, a parte gli infortuni, la rosa é completa. Immobile, al momento, é fuori ma é un giocatore forte che segna molti gol: inoltre la crescita di Bernardeschi é stata importante. Secondo me la rosa é molto competitiva, io non toccherei niente”.

Chi vince il campionato?

“Bella domanda, magari il Bologna. No, io vedo il Milan che può insidiarsi”.

Quindi Allegri con il suo Corto Muso?

“Secondo me hanno una bella rosa e un allenatore che sa vincere”.

Italiano é un pò sottovalutato come allenatore?

“No, non é sottovalutato, nel senso che lui é già in una grande squadra, perché il Bologna é una grande squadra”.

Carlo Nervo

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Un aggettivo per l’allenatore e per quello che sta facendo?

“Consapevole: lui é consapevole di essere in una grande piazza”.

Orsolini? E’ un Nervo 2.0

“No, secondo me è più forte. Vede molto la porta, ma soprattutto é un ragazzo per bene che é legato alla città e alla maglia. Quindi deve continuare come sta facendo”.

Adesso nella Nazionale Italiana c’é meno abbondanza di grandi giocatori. Come si può risolvere questa cosa?

“Ai miei tempi per andare in Nazionale dovevi essere forte. Adesso fai dieci partite bene in Serie A e ti chiamano in Nazionale. Non ci sono i campioni come Del Piero e Totti: bisognerà analizzare perché non vengono fuori questi talenti qui in Italia, e valutare tutti i settori giovanili.

Poi, troppi stranieri: quando c’ero io arrivavano i top player stranieri, ora ci sono giocatori che trovi anche in Serie B, in Serie C. Hanno un cognome difficile, quindi impattano sul pubblico. E poi un’altra cosa, meno potere e procuratori”.

 

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ESCLUSIVA CS – Giulio Scarpati: “La Roma non ha l’obbligo di vincere, per questo oggi vola. Gasperini ha cambiato tutto: ora la squadra corre fino al 90°”

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Lo storico volto di Un Medico in Famiglia e romanista dichiarato, Giulio Scarpati ha raccontato ai nostri microfoni una vita intrecciata al giallorosso: dagli anni dell’alzabandiera sempre ammainato alle domeniche allo stadio con il fratello, fino allo sguardo lucido sulla Roma di oggi.

In una lunga intervista, Scarpati ha condiviso le sue opinioni sul lavoro di Gasperini, il momento della squadra, gli obiettivi stagionali e la crisi della Nazionale. Un dialogo sincero, appassionato, a tratti critico, che ci rivelato l’anima di un tifoso autentico, oltre che di un grande attore.

Di seguito, l’intervista di Giulio Scarpati. 

Le parole di Giulio Scarpati

Ci vuole parlare del suo legame con la Roma?
“Essere tifoso della Roma significa, prima di tutto, accettare una certa dose di sofferenza. Negli anni ’60 la squadra non era certo tra le grandi. La Juventus ci passava spesso i suoi “bidoni”, giocatori ormai a fine carriera. Per fortuna, con il tempo, la società è cresciuta e si è strutturata molto meglio. La mia passione è nata grazie a mio fratello maggiore, romanista sfegatato. A casa avevamo l’alzabandiera da issare quando la Roma vinceva, ma non lo usavamo quasi mai… le vittorie erano rare, così la bandiera rimaneva per lo più ammainata. Ricordo anche che quando la Roma vinceva, ritagliavamo i titoli di giornale e li attaccavamo in camera. Da bambino andavo anche tanto spesso allo stadio con la tessera dello Junior Club, sempre assieme a mio fratello.

Da attore, poi, mi è capitato di giocare più volte con la Nazionale degli Attori, allenata da Giacomo Losi: una persona straordinaria. Mi dava ottimi consigli su come migliorare in difesa, il ruolo in cui giocavo. Io e mio fratello abbiamo sempre seguito la Roma, nel bene e nel male. Forse avremmo potuto vincere qualcosa di più, ma proprio perché si vince poco, quando succede la gioia è enorme. I festeggiamenti per uno Scudetto a Roma…a Torino se li sognano!

Mettiamo da parte il passato e guardiamo al presente: avrebbe mai immaginato a inizio stagione questa Roma capolista?
“Assolutamente no, devo essere sincero. Però riponevo molta fiducia in Gasperini, che sa fare benissimo il suo lavoro. Si è integrato in modo sorprendente e credo che anche il lavoro miracoloso fatto da Ranieri l’anno scorso lo abbia agevolato. Peccato per quella Champions sfiorata di un punto. Chissà, magari con altre due partite ci saremmo qualificati noi al posto della Juventus… Da tifoso, comunque, sono felicissimo del percorso che stiamo facendo.”

È davvero soddisfatto in tutto?
“Beh, l’unica ombra, finora, è l’Europa League. Non stiamo brillando e migliorare la classifica sarà complicato, soprattutto con tutte le partite ravvicinate. L’obiettivo sarebbe entrare tra le prime otto, ma la vedo dura. Detto ciò, resto ottimista: per me è già molto ciò che la squadra ha fatto finora.”

Dove si nota maggiormente la mano di Gasperini?
“Ha ridato motivazione a tanti giocatori. Penso a Pellegrini, che sta vivendo una vera e propria rinascita. Anche il gioco è cambiato. Oggi le partite sono più dinamiche, divertenti, c’è una chiara volontà di dominare l’avversario – una sensazione che, con tutto il rispetto, si percepiva meno nell’era Mourinho. Gasperini è l’allenatore ideale per questo gruppo, e lo dimostra la condizione atletica: la Roma corre e pressa fino al 90°, è un miglioramento enorme. Serve però che gli attaccanti inizino a segnare con più continuità, quello resta un problema.”

Giulio Scarpati

GIAN PIERO GASPERINI DA INDICAZIONI AI SUOI RAGAZZI. IN EVIDENZA EL AYNAOUI E TSIMIKAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La Roma ha subito solo cinque gol diventando così la miglior difesa del campionato. Come se lo spiega?
“Molto merito va a Svilar, che sta facendo miracoli. Negli ultimi anni abbiamo avuto portieri straordinari – da Alisson a Szczęsny – e lui sta seguendo quella scia. C’è poi la crescita di Mancini e, più in generale, l’organizzazione difensiva plasmata da Gasp. Non c’è un singolo leader: la forza è il gruppo. Ed è bello vedere che l’allenatore coinvolga tutti, soprattutto i giovani come Pisilli.”

Si può dire allora che Gasperini sia un allenatore che sposta gli equilibri? Guardando l’Atalanta con Juric verrebbe da pensarlo…
“Al di là del valore di Gasperini, credo che Juric abbia limiti nella gestione del gruppo. È suscettibile e comunica poco coi giocatori. Gasperini, anche quando si arrabbia, lo fa per stimolare. Juric non mi è sembrato ancora abbastanza maturo per allenare una grande squadra.”

Non teme un calo di rendimento della rosa?
“La vera incognita restano gli infortuni. Dybala è un valore assoluto, ma purtroppo non garantisce continuità. A questo si aggiunge il vincolo del fair play finanziario, che ha limitato la possibilità di intervenire sul mercato con innesti mirati. Detto ciò, apprezzo molto il lavoro della società e, in particolare, l’impronta lasciata da Ranieri: si sarà capito che ho un debole per lui! Lo stimo profondamente per come l’anno scorso è riuscito a risollevare la squadra.”

C’è qualcosa che la Roma ha più degli altri top club?
“Sì, ha un vantaggio psicologico enorme. Non ha l’obbligo di vincere sempre e comunque, come accade invece a Inter o Napoli. E questo, in campo, pesa eccome.”

Eppure, negli scontri diretti la squadra fatica…
“Diciamo che molti avversari contro cui abbiamo perso erano più attrezzati. Col Milan abbiamo sbagliato l’approccio perché siamo sì partiti fortissimo, ma non siamo mai riusciti a concretizzare. Con l’Inter il divario tecnico si è visto. Non credo ci sia un problema strutturale negli scontri diretti; piuttosto dobbiamo essere più cinici quando le occasioni capitano, perché in partite del genere non sono mai tante.”

Che idea si è fatto delle altre big del campionato?
“Sono certo che la Juventus con Spalletti adesso crescerà moltissimo. L’Inter è fortissima ma talvolta vince anche con un po’ di fortuna, ed è quella che temo di più. Il Milan mi sembra più solido dello scorso anno. Il Napoli con Conte non mollerà un centimetro: è tignoso e combatterà fino alla fine anche se ora è in difficoltà.”

Giulio Scarpati

L’ESULTANZA URLO DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL DI SPINAZZOLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Qual è l’obiettivo minimo della Roma?
“La Coppa Italia.”

Perché proprio la Coppa Italia?
“Perché sarebbe fantastico vincere la decima.”

E l’obiettivo più grande, invece?
“Tornare a giocare in Champions. È un qualcosa di fondamentale anche a livello economico.”

Passiamo alla Nazionale. Cosa ne pensa della disfatta contro la Norvegia?
“È stata una partita strana. Nel primo tempo abbiamo fatto meglio noi, loro sembravano quasi in vacanza. Poi, quando la Norvegia ha iniziato a far valere la sua qualità, l’Italia ha perso ritmo ed è andata in blackout. Purtroppo, in Nazionale il problema è molto più profondo di quanto sembri…”

A cosa si riferisce?
“Al fatto che da anni la Nazionale non esprime un gioco convincente. I club hanno ormai un peso enorme e i raduni non sono più quelli di una volta. Spalletti, secondo me, ha fallito proprio per questo: non ha avuto il tempo necessario per costruire un’identità di gruppo.”

Che ne pensa invece di Gattuso?
“È un allenatore onesto, diretto, che dice ai giocatori ciò che pensa. Lo apprezzo molto.”

Ora che i playoff sono una realtà, ritiene che l’Italia riuscirà a supererli?
“Se incroceremo squadre meno attrezzate di noi, credo proprio di sì. E speriamo anche in un pizzico di fortuna, che non guasta mai.”

Giulio Scarpati

MATEO RETEGUI RAMMARICATO ( FOTO KEYPRESS )

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Le bombe di Vlad

LBDV presenta: “Il portiere di Ceaușescu” e “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio”

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Women's Champions League

Domenica 16 novembre, alle ore 18.00, il Punk Roma (Via dei Durantini 18, Roma) ospiterà un evento speciale dedicato alla letteratura sportiva e alla cultura calcistica.
Protagonisti della serata saranno due firme d’eccezione: Guy Chiappaventi, giornalista di La7, autore del libro “Il portiere di Ceaușescu” (Bibliotheka Edizioni), e Ciro Romano, caporedattore di LBDV, che presenterà “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio” (Garrincha Edizioni).

A dialogare con gli autori ci sarà Daniele Garbo, giornalista sportivo già volto di Mediaset e Direttore Editoriale di LBDV, mentre la presentazione sarà affidata al giornalista di Le Bombe di Vlad, Alberto Caccia.

L’incontro rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di calcio, giornalismo e narrazione sportiva. Due libri diversi ma accomunati da una stessa passione: quella per il pallone e per le storie che lo rendono eterno.

Il portiere di Ceaușescu. Helmut Duckadam, storia di un antieroe

Una storia lunga quasi quarant’anni e undici metri, la storia di quando una squadra di sconosciuti strappò il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei Campioni – a una superpotenza, il Barcellona.
Era la notte magica del 7 maggio 1986 quando, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani consentendo alla Steaua Bucarest di laurearsi campione d’Europa, prima volta per una squadra dell’Est. Una notte di felicità per un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per la Romania comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia.

L’autore

Giornalista, inviato del tg La7. Dopo aver raccontato la suburra di Roma, la mafia e la ‘ndrangheta, due guerre in Medio Oriente, terremoti, tsunami e alluvioni, negli ultimi anni ha seguito la cronaca a Milano.
Ha vinto il premio Ilaria Alpi, il Premiolino e il premio Goffredo Parise. Ha pubblicato sette libri, incrociando spesso il calcio con la cronaca: il primo, Pistole e palloni sulla Lazio anni Settanta, ha avuto otto edizioni in quindici anni e ha ispirato la serie Sky Grande e maledetta.

Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio

Ciro Romano ci racconta le gesta dello storico portiere olandese Jongbloed, eroe dell’arancia meccanica di sua maestà Cruijff . Un viaggio dentro la vita di uno dei calciatori più importanti della sua era. Non una monografia, dimenticate i tabellini, quello che troverete in queste pagine è l’atmosfera, è l’uomo prima del calciatore, è la storia prima dei gol, è il lato nascosto del pallone. Preparatevi, riavvolgete il nastro, premete play e godetevi questa partita di carta e inchiostri, inseguendo in campo un calciatore indimenticabile. Una nuova figurina letteraria da collezionare, una nuova figurina per completare lo scaffale dei campioni.

L’autore

Ciro Romano vive a Salerno è avvocato, abilitato alle Magistrature Superiori. Guarda il calcio dall’età di tre anni, e ne scrive per testate giornalistiche e pagine social. Prima per passione, poi per motivi professionali, diventa esperto di tifo radicale. Tiene conferenze e partecipa a dibattiti pubblici per l’abolizione alle limitazioni di legge al tifo e agli spostamenti delle tifoserie.

Ha pubblicato “Volevo solo giocare a ping pong” (Caffèorchidea).

(Foto: DepositPhotos)

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