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Milan, ti ricordi del francese Christophe Dugarry?

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Milan

Giocatore dal carattere e dalla tecnica importanti, che però non è riuscito a sfondare con il Milan: questo è stato Dugarry in Italia.

Difficilmente i tifosi rossoneri non si ricorderanno del giocatore francese, che probabilmente nella sua parentesi con il Diavolo ha fatto parlare più la bocca che i piedi, decisamente di alto livello. Talento sprecato.

Milan

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Milan: umiliato dal “fotomodello”

Tralasciando il campo il ragazzo, fin dagli inizi di carriera, era considerato una bellezza. Tant’è vero che con il tempo venne definito da chi non gli voleva proprio bene un “modello mancato”. Nonostante le male lingue però qualche soddisfazione il ragazzo di Bordeaux se la toglierà.

La fortuna di Dugarry si manifesta subito, in quanto ad inizio carriera ha la fortuna di giocare accanto a colui che diventerà, insieme a Michelle Platini, il più grande francese di tutti i tempi. Stiamo parlando di Zinedine Zidane. I due, insieme ad un altro francese di origine spagnola, Bixente Lizarazu, portano i girondini a sognare, arrivando fino alla finale di Coppa Uefa, avendo nei quarti di finale addirittura umiliato il Milan di Fabio Capello.  

Nonostante il 2-0 dell’andata, nel ritorno a San Siro Dugarry mandò in estrema difficoltà la difesa rossonera, realizzando una doppietta nel 3-0 finale che mandò avanti i francesi. Dopo tutto questo Galliani decise di voler portare il ragazzo a Milano, anche se all’età di 24 non avesse dimostrato grandi doti a livello realizzativo.

Doti che in effetti Dugarry non metterà in mostra. Nel frattempo, sempre in Italia, la Juventus si aggiudicava le prestazioni calcistiche dell’altro compagno di squadra di Dugarry, Zidane. Ma qui viene il bello. A distanza di qualche anno poi Silvio Berlusconi dichiarerà: “Mandai Braida in Francia: invece di tornare da Bordeaux con Zidane mi portò Dugarry”. Galliani si schierò subito a difesa di Braida dicendo: “In quel momento il ruolo di Zidane era coperto da Roberto Baggio e da Savicevic, a noi serviva un vice-Weah”.

Il vero problema di Dugarry a quei tempi era che segnava con il contagocce. Inoltre un grave problema del francese era la mancanza di modestia, da buon tipico girondino quale era. Basti pensare che nella conferenza stampa di presentazione disse: “Mi considero un piccolo Vialli. Voglio giocare e non ho certo paura della concorrenza di George Weah”. 

La fortuna del francese

Il bilancio al primo anno è modesto. Il Milan arriva settimo in campionato, con Christophe che mette a referto 5 reti, ma nessuna ad un top club. C’è da dire che il francese, nella sua carriera, non arriverà mai alla doppia cifra. L’avventura al Milan terminava l’estate seguente, con Galliani che riuscì a piazzarlo al Barcellona. In Spagna il bilancio sarà ancor più scadente.

Ma il francese doveva avere una buona stella a vegliare su di lui.  Infatti, grazie ad una discreta annata in Francia con il Marsiglia, riesce a guadagnarsi la convocazione al Mondiale del 1998 in casa.

Dugarry nella competizione per nazioni riuscì anche a segnare un gol, che gli conferì i gradi di campione del mondo. Dopo tutto questo torna nella squadra che lo aveva lanciato, il Bordeaux,. Nel 2000 riesce addirittura a diventare campione d’Europa con la Francia, ai danni della nostra Italia. La sua carriera terminerà dopo una parentesi in Inghilterra con il Birmingham ed una in Qatar.

Attualmente, Dugarry lavora come opinionista presso una TV francese e presta la sua voce come commentatore tecnico nella serie di videogames PES.

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Atalanta, la crescita passa dai piedi di Krstović

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Atalanta-Sassuolo

Dopo il ko con l’Udinese, l’Atalanta ha reagito in Champions. Ma per tornare a correre davvero serve crescere in fase realizzativa.

Dopo la brutta sconfitta in casa dell’Udinese, l’Atalanta cercava risposte immediate, e le ha trovate in Champions League contro il Marsiglia di De Zerbi. La squadra di Jurić ha offerto una prestazione solida, intensa e qualitativa, meritando ampiamente la vittoria. L’1-0 firmato Samardžić è persino stretto se si considerano le numerose occasioni create, segno che la Dea, dal punto di vista del gioco, continua a essere una squadra viva, aggressiva e capace di mettere in difficoltà qualunque avversario.

Ancora una volta, però, è mancato il cinismo. Pur avendo controllato la partita dall’inizio alla fine, l’Atalanta ha lasciato aperto un match che avrebbe potuto chiudere molto prima, un difetto che si sta trascinando anche in campionato. I tanti pareggi stanno pesando, e la classifica parla chiaro: al momento i bergamaschi sono a -8 dalla zona Champions, un distacco che rispecchia proprio l’incapacità di concretizzare tutto ciò che la squadra costruisce.

Atalanta

Nikola Krstović guarda avanti ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Atalanta, servono i gol di Krstović

In questo contesto, c’è un giocatore che può davvero cambiare il volto della stagione atalantina: Nikola Krstović. Arrivato in estate dal Lecce per 25 milioni di euro, l’attaccante montenegrino continua a dividere. Contro il Marsiglia ha giocato un’altra partita molto positiva per gestione, movimenti e lavoro per la squadra, ma i suoi limiti sotto porta restano evidenti. L’occasione clamorosa fallita poco dopo la mezz’ora è solo l’ultima di una lunga serie di errori che lo accompagnano fin dai tempi del Salento.

Per una squadra che produce tanto come la Dea, avere un finalizzatore diventa fondamentale. L’assenza di Retegui pesa enormemente, perché l’italo-argentino garantiva proprio ciò che oggi manca: freddezza e cattiveria negli ultimi metri. Nessuno si aspettava che Krstović replicasse il suo impatto, ma dai 3 gol messi insieme finora ci si aspettava qualcosina in più.

Le prestazioni non mancano e il giocatore ha qualità evidenti, ma la stagione dell’Atalanta passa inevitabilmente dalla sua crescita nell’incisività: quello step mentale e tecnico che da anni gli viene richiesto. Se riuscirà a compierlo, potrà diventare uno degli attaccanti più completi del campionato e, soprattutto, l’uomo che può riportare la Dea a inseguire con ambizione le prime della classe.

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Napoli, accadde oggi: la notte di De Guzman

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Oggi, 11 anni fa, il Napoli ospitava lo Young Boys per la 4a giornata dell’Europa League 2014/15. Protagonista dell’incontro Jonathan De Guzman.

La stagione 2014/15 dei Partenopei è fatta di tanti alti e bassi. Da un lato c’è l’ottimo cammino in Europa League (concluso in semifinale) e la vittoria della Supercoppa. Dall’altro lato, però, l’andamento in campionato è discontinuo e Higuain e soci chiudono con un deludente quinto posto.

In Europa League, la squadra di Benitez affronta lo Sparta Praga, lo Slovan Bratislava e lo Young Boys. Dopo 6 punti in due partite contro Sparta Praga e Slovan Bratislava, gli azzurri perdono contro lo Young Boys. La gara di ritorno al San Paolo, però, andrà diversamente.

Napoli-Young Boys, 6 novembre 2014

Napoli

Dopo la vittoria contro la Roma in campionato, Benitez decide di fare turnover per la partita contro lo Young Boys. Riposano, dunque, Jorginho, Callejon, Albiol e Higuain: chance, invece, per Mesto, Henrique, De Guzman e Duvan Zapata.

Il primo tempo vede i padroni di casa dominare ma senza mettere in particolare difficoltà la difesa avversaria. Il più pericoloso dei Partenopei è Insigne che va vicino al gol un paio di volte. Anche De Guzman sfiora il gol nel corso del primo tempo.

Tuttavia, poco prima dell’intervallo, i padroni di casa la sbloccano con un gol abbastanza casuale. Cross di De Guzman sugli sviluppi di un calcio d’angolo: la palla entra direttamente in porta (45+2). Un gol casuale ma molto importante.

Nel secondo tempo, la banda Benitez provano a chiudere subito la partita, con Mesto e Mertens che creano diversi problemi alla difesa avversaria. Tuttavia, Zapata e Insigne sprecano le loro palle gol. Lo Young Boys prova ad approfittare delle occasioni sprecate dai Partenopei, ma Rafael para un tentativo al volo di Adrian Nikci (entrato dalla panchina).

Il 2-0 degli azzurri arriva ancora grazie a De Guzman: coast to coast di Zapata, che parte dalla sua metà campo, prima di servire l’ex Swansea che deve solo buttare la palla in rete (65′). C’è tempo anche per la tripletta: cross di Ghoulam, rinvio di Alain Rochait, la palla torna a De Guzman che batte Mvogo e chiude la partita (83′).

Vittoria molto importante, dunque, per la squadra di Benitez che si avvicina sempre di più all’accesso ai sedicesimi di Europa League.

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Napoli, l’attacco si è inceppato: le statistiche offensive

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Napoli,

Il Napoli fatica a trovare i gol, specialmente dagli attaccanti. Dopo un ottimo inizio Rasmus Hojlund si è fermato, mentre Lorenzo Lucca continua a non convincere.

Il ritorno di Amir Rrahmani ha ridato al Napoli le sicurezze difensive smarrite. Nessun gol subito nelle ultime 2 gare, e più in generale Conte ha sistemato il pacchetto difensivo dopo i 6 gol subiti ad Eindhoven. Il rigore trasformato da Calhanoglu resta l’unico subito dai partenopei nelle ultime 4 gare. Paradossalmente però adesso i campioni d’Italia faticano nel trovare la via della rete. L’infortunio di De Bruyne ha tolto molte certezze al reparto offensivo del Napoli, e Conte è chiamato a trovare la soluzione giusta.

Dall’uscita di scena del trequartista belga gli azzurri hanno segnato un 1 solo gol, con Anguissa su calcio piazzato. Un problema non solo di gol perché contro Como e Eintracht i campani hanno faticato a produrre azioni pericolose e a mettere in moto gli attaccanti.

Napoli, troppo dipendente dai gol dei centrocampisti

Napoli

André-Frank Anguissa rammaricato ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Appannamento evidente per gli azzurri, che non trovano i gol del centravanti dal 6 ottobre scorso. Hojlund sembra aver risentito del problema fisico delle scorse settimane, perdendo confidenza con la porta. Lo stesso si può dire di Lorenzo Lucca: 1 solo gol realizzato per l’ex attaccante dell’Udinese. Troppo poco, considerando che Conte dovrà fare a meno di Lukaku ancora per molto.

Discorso che può allargarsi anche al reparto degli esterni. Matteo Politano, fedelissimo del tecnico, fa un sacco di lavoro utile per la squadra, molto importante per l’equilibrio tattico, ma che gli fa perdere lucidità sotto porta. L’esterno azzurro non trova il gol dallo scorso 30 marzo. Anche David Neres, decisivo nella gara contro l’Inter nel ruolo di falso 9, ha smarrito la via del gol: sono addirittura 10 i mesi di digiuno per il brasiliano.

Si aspettano ancora i primi gol di Elmas e Lang, che con l’infortunio di De Bruyne troveranno sempre più spazio. Il maced0ne è stato uno dei più pericolosi nel match contro i tedeschi. Proprio il reparto di centrocampo ha trascinato il Napoli fino ad ora: dei 20 gol complessivi realizzati tra Serie A e Champions League, ben 12 portano la firma di Anguissa, McTominay e De Bruyne. Il Napoli ha bisogno di trovare soluzioni diverse per continuare a restare in vetta al campionato e per invertire la rotta in Champions.

 

 

 

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