Premier League
Manchester City, Guardiola: “Lotteremo fino alla fine per la Champions”

Pep Guardiola prevede che la lotta per la qualificazione in Champions League del Manchester City si deciderà all’ultima giornata.
Manchester City bloccato dal Southampton
Il Manchester City di Pep Guardiola ha affrontato un ostacolo inaspettato nel suo cammino verso la vetta della Premier League, terminando con un pareggio a reti inviolate contro il Southampton. Un risultato che non solo rallenta la corsa dei Citizens, ma aggiunge ulteriore tensione alla competizione per la qualificazione ai posti europei. Guardiola, nel post-partita, ha espresso la sua convinzione che la battaglia per le prime posizioni si protrarrà fino all’ultima giornata del campionato.
La tensione della Premier League
Durante la conferenza stampa, l’allenatore spagnolo ha sottolineato come la Premier League sia diventata uno dei campionati più imprevedibili al mondo. “Per certo, i posti per la qualificazione in Champions League si decideranno all’ultimo giorno”, ha dichiarato Guardiola, evidenziando quanto sia serrata la competizione quest’anno. Il City dovrà quindi prepararsi per affrontare le prossime sfide con la massima determinazione, cercando di non perdere terreno rispetto ai diretti avversari.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨 Pep Guardiola after 0-0 draw vs Southampton: “For sure the qualification spots in the Premier League will go down to the last day”. pic.twitter.com/LbP5kQnFK9
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) May 10, 2025
Premier League
Manchester United, ripartire da Amorim o prepararsi all’ennesima rivoluzione?

Manchester United, il giorno dopo la sconfitta nella finale di Europe League, i Red Devils tirano una riga e si interrogano sul futuro. La prima questione da chiarire sarà quella relativa all’allenatore.
Nemmeno l’Europa League ha lanciato un salvagente di sicurezza al Manchester United, che chiude in modo amaro l’ultimo capitolo della peggior stagione della propria storia.
Il sedicesimo posto in campionato, infatti, rappresenta l’emblema più chiaro di quello che i Red Devils siano in questo momento storico.
A 90′ dal termine, quindi, senza più ambizioni di classifica, si possono tranquillamente aprire i processi, con molti imputati sul relativo banco.
Tra questi c’è, indubbiamente, anche il manager, Ruben Amorim. Dopo aver abbandonato la nave Sporting Lisbona circa a metà stagione per sposare il progetto United, l’ex Braga ha subito provato a cambiare le cose.
Una missione chiaramente fallita, con i risultati che testimoniano come non si sia visto alcun passo avanti rispetto alla parentesi Ten Hag, anch’esso caduto dalla torre dopo aver tradito le speranze della dirigenza.
I nuovi acquisti come Zirkzee (arrivato in estate dopo l’exploit di Bologna) e Dorgu (sbarcato a Old Trafford dopo aver ricoperto d’oro il Lecce) non hanno spostato minimamente la bilancia.
A finire sulla graticola, al tirare delle somme, come spesso e volentieri succede nel calcio, e’ stato anche lo stesso Amorim, pur non riconoscendo a lui la totalità delle colpe.
Al di là di questo, però, per aprire l’ennesima rifondazione post Alex Ferguson, la dirigenza dovrà valutare l’idoneità del lusitano a esserne la prima pietra.
In questo percorso, si parte però da un fatto inconfutabile, ovvero l’indisponibilità di Amorim a rassegnare le dimissioni e andarsene di sua volontà.
“Se la dirigenza ed i tifosi pensano che io non sia la persona giusta, me ne andrò anche senza pensare ai soldi” – aveva detto mercoledì sera il manager lusitano – “Di sicuro non me ne andrò io. Se il consiglio di amministrazione e i tifosi dovessero pensare che non sono la persona giusta, me ne andrò il giorno dopo. Ma non mi licenzierò”.
Una presa di posizione chiara, che mette spalle al muro il Manchester United, obbligato a scegliere tra continuare e scommettere nuovamente su Amorim, oppure cambiare e sborsare tanti soldi per un nuovo manager.
Premier League
Crystal Palace, ritorno in Europa dopo 27 anni

Il Crystal Palace, vincitore sabato della FA Cup sul Manchester City, si è qualificato per l’Europa League: ritorno in Europa dopo 27 anni di assenza.
Il Crystal Palace ha vinto sabato scorso la FA Cup battendo in finale a Wembley il Manchester City, qualificando gli Eagles all’Europa League del prossimo anno: ritorno in Europa dopo 27 anni di assenza, dall’unica volta nel 1998 nel torneo Intertoto.

Eberechi Eze #10 of Crystal Palace dribbling with the ball.
Crystal Palace, la vittoria in FA Cup qualifica gli Eagles all’Europa League del prossimo anno: l’unico precedente in Europa nel 1998 nel torneo Intertoto
Il Crystal Palace, sabato nel mitico stadio di Wembley, ha scritto una memorabile pagina di calcio non solo inglese, vincendo contro tutti i pronostici la FA Cup, il più antico trofeo del calcio che conta, battendo il Manchester City di Guardiola per 1 a 0. Gli Eagles hanno conquistato anche un posto in Europa, qualificandosi all’Europa League del prossimo anno. Non è la prima volta per gli Eagles in Europa, hanno già assaggiato le competizioni europee circa 27 anni fa, estate del 1998 nel torneo Intertoto, anticamera dell’allora Coppa UEFA.
Il precedente è davvero paradossale, va veramente esaminato: gli Eagles avevano terminato la Premier League del 1997/98 all’ultimo posto in classifica, con retrocessione in First Division. Però, fu anche l’anno dell’apertura a tutte le federazioni europee del torneo Intertoto, allora partecipato solo da alcune nazioni. Essendo un torneo ad inviti, la classifica non era necessaria per qualificarsi alla competizione. La FA scelse come rappresentante inglese ( anche un pò per ripicca, visto il precedente dell’edizione 1995) proprio gli Eagles neoretrocessi. La squadra era guidata da un certo Attilio Lombardo, che sotto indicazione di Gianluca Vialli era arrivato oltremanica non solo per giocare ma anche per allenare.
La squadra inglese entrò in scena al terzo turno, avversari i turchi del Samsunspor: all’andata a Selhurst Park finì 2 a 0 per i turchi, con Lombardo in campo, ma l’esperienza dell’ex della Sampdoria e Juventus non bastò contro una squadra che aveva già giocato le competizioni europee. Il ritorno in Turchia finì pure 2 a 0, con gli Eagles eliminati.
Ora, gli Eagles torneranno di nuovo calcare i palcoscenici europei, certamente ben più prestigiosi di quelli calcati in quella estate del 1998.
Premier League
Tottenham, 17 anni senza trofei: l’ultimo portato a casa

Questa sera il Tottenham ha l’opportunità di portare a casa un trofeo dopo 17 anni d’astinenza. Sarebbe un ottimo finale di una stagione a dir poco disastrosa.
Adesso o mai più: questo è il grido di battaglia degli Spurs questa sera. Dopo un campionato disastroso, il club londinese può riscattare la sua stagione vincendo l’Europa League contro il Man Utd.
Una vittoria significherebbe molto soprattutto ai tifosi che non vedono il loro amato club alzare un trofeo da17 anni. Finirà questa sera l’astinenza?
L’ultimo trofeo vinto dal Tottenham
Siamo nella stagione 2007/08 e gli Spurs sono in finale di Coppa di Lega dopo aver travolto l’Arsenal 5-1 nella semifinale di ritorno (1-1 all’andata).
In campionato gli Spurs arrivano undicesimi con due allenatori diversi in panchina (passano da Martin Jol a Juande Ramos). In squadra troviamo giocatori come Dimitar Berbatov, Robbie Keane, Jermaine Defoe, Aaron Lennon e un giovanissimo Gareth Bale.
Ma torniamo alla finale di Coppa di Lega: ad attendere gli Spurs, c’è un’altra rivale londinese, ovvero il Chelsea di Terry, Lampard e Drogba, detentrice del torneo.
La finale, come di consueto, si gioca a Wembley ed entrambi le squadre vogliono il trofeo, soprattutto vista la rivalità. Ad andare in vantaggio è il Chelsea che trova il gol dopo 39 minuti di gioco, grazie al solito Drogba.
Nella ripresa però, la squadra di Juande Ramos riesce a pareggiare l’incontro grazie ad un rigore segnato da Berbatov (70′). La partita va poi ai supplementari e gli Spurs ci mettono solo 4 minuti per ribaltare l’incontro con il gol di Jonathan Woodgate: è il gol che regala il trofeo a Berbatov e compagni.
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