Premier League
Arsenal, Arteta incensa Dowman: “Un talento per il futuro”

Mikel Arteta svela il futuro talento dell’Arsenal, Max Dowman, pronto a lasciare il segno anche nel calcio professionistico.
Max Dowman: Un giovane prodigio in ascesa
L’Arsenal continua a investire nei giovani talenti e questa volta i riflettori sono puntati su Max Dowman, un giovane di 15 anni che promette di diventare una stella del calcio. Secondo quanto dichiarato da Mikel Arteta, allenatore dei Gunners, Max Dowman è già parte dei piani futuri del club. Arteta ha sottolineato che Max sta mostrando potenzialità straordinarie e sarà interessante vedere come si evolverà la sua carriera nei prossimi anni.
Le ambizioni dell’Arsenal e l’importanza di Max Dowman
L’inclusione di giovani talenti come Max Dowman non è solo una strategia per il futuro, ma un modo per rinvigorire la rosa attuale con nuove energie e idee. Arteta ha espresso grande fiducia nelle capacità di Max, affermando che il club ha “un grande, grande talento” tra le mani. L’Arsenal sembra determinato a far emergere nuovi campioni dal proprio vivaio, consolidando una tradizione di eccellenza nella formazione di giovani calciatori.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🔴⚪️⭐️ Arteta on 15 year old top talent Max Dowman: “Now we have Max coming up, very soon”.
“He is part of our plans for the near future. I think, let’s see how this evolves, but we certainly got a big, big talent there”. pic.twitter.com/TtANX0Yeiy
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) May 2, 2025
Premier League
Premier League, tutti gli svincolati del campionato più seguito al mondo
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Manchester United, ripartire da Amorim o prepararsi all’ennesima rivoluzione?

Manchester United, il giorno dopo la sconfitta nella finale di Europe League, i Red Devils tirano una riga e si interrogano sul futuro. La prima questione da chiarire sarà quella relativa all’allenatore.
Nemmeno l’Europa League ha lanciato un salvagente di sicurezza al Manchester United, che chiude in modo amaro l’ultimo capitolo della peggior stagione della propria storia.
Il sedicesimo posto in campionato, infatti, rappresenta l’emblema più chiaro di quello che i Red Devils siano in questo momento storico.
A 90′ dal termine, quindi, senza più ambizioni di classifica, si possono tranquillamente aprire i processi, con molti imputati sul relativo banco.
Tra questi c’è, indubbiamente, anche il manager, Ruben Amorim. Dopo aver abbandonato la nave Sporting Lisbona circa a metà stagione per sposare il progetto United, l’ex Braga ha subito provato a cambiare le cose.
Una missione chiaramente fallita, con i risultati che testimoniano come non si sia visto alcun passo avanti rispetto alla parentesi Ten Hag, anch’esso caduto dalla torre dopo aver tradito le speranze della dirigenza.
I nuovi acquisti come Zirkzee (arrivato in estate dopo l’exploit di Bologna) e Dorgu (sbarcato a Old Trafford dopo aver ricoperto d’oro il Lecce) non hanno spostato minimamente la bilancia.
A finire sulla graticola, al tirare delle somme, come spesso e volentieri succede nel calcio, e’ stato anche lo stesso Amorim, pur non riconoscendo a lui la totalità delle colpe.
Al di là di questo, però, per aprire l’ennesima rifondazione post Alex Ferguson, la dirigenza dovrà valutare l’idoneità del lusitano a esserne la prima pietra.
In questo percorso, si parte però da un fatto inconfutabile, ovvero l’indisponibilità di Amorim a rassegnare le dimissioni e andarsene di sua volontà.
“Se la dirigenza ed i tifosi pensano che io non sia la persona giusta, me ne andrò anche senza pensare ai soldi” – aveva detto mercoledì sera il manager lusitano – “Di sicuro non me ne andrò io. Se il consiglio di amministrazione e i tifosi dovessero pensare che non sono la persona giusta, me ne andrò il giorno dopo. Ma non mi licenzierò”.
Una presa di posizione chiara, che mette spalle al muro il Manchester United, obbligato a scegliere tra continuare e scommettere nuovamente su Amorim, oppure cambiare e sborsare tanti soldi per un nuovo manager.
Premier League
Crystal Palace, ritorno in Europa dopo 27 anni

Il Crystal Palace, vincitore sabato della FA Cup sul Manchester City, si è qualificato per l’Europa League: ritorno in Europa dopo 27 anni di assenza.
Il Crystal Palace ha vinto sabato scorso la FA Cup battendo in finale a Wembley il Manchester City, qualificando gli Eagles all’Europa League del prossimo anno: ritorno in Europa dopo 27 anni di assenza, dall’unica volta nel 1998 nel torneo Intertoto.

Eberechi Eze #10 of Crystal Palace dribbling with the ball.
Crystal Palace, la vittoria in FA Cup qualifica gli Eagles all’Europa League del prossimo anno: l’unico precedente in Europa nel 1998 nel torneo Intertoto
Il Crystal Palace, sabato nel mitico stadio di Wembley, ha scritto una memorabile pagina di calcio non solo inglese, vincendo contro tutti i pronostici la FA Cup, il più antico trofeo del calcio che conta, battendo il Manchester City di Guardiola per 1 a 0. Gli Eagles hanno conquistato anche un posto in Europa, qualificandosi all’Europa League del prossimo anno. Non è la prima volta per gli Eagles in Europa, hanno già assaggiato le competizioni europee circa 27 anni fa, estate del 1998 nel torneo Intertoto, anticamera dell’allora Coppa UEFA.
Il precedente è davvero paradossale, va veramente esaminato: gli Eagles avevano terminato la Premier League del 1997/98 all’ultimo posto in classifica, con retrocessione in First Division. Però, fu anche l’anno dell’apertura a tutte le federazioni europee del torneo Intertoto, allora partecipato solo da alcune nazioni. Essendo un torneo ad inviti, la classifica non era necessaria per qualificarsi alla competizione. La FA scelse come rappresentante inglese ( anche un pò per ripicca, visto il precedente dell’edizione 1995) proprio gli Eagles neoretrocessi. La squadra era guidata da un certo Attilio Lombardo, che sotto indicazione di Gianluca Vialli era arrivato oltremanica non solo per giocare ma anche per allenare.
La squadra inglese entrò in scena al terzo turno, avversari i turchi del Samsunspor: all’andata a Selhurst Park finì 2 a 0 per i turchi, con Lombardo in campo, ma l’esperienza dell’ex della Sampdoria e Juventus non bastò contro una squadra che aveva già giocato le competizioni europee. Il ritorno in Turchia finì pure 2 a 0, con gli Eagles eliminati.
Ora, gli Eagles torneranno di nuovo calcare i palcoscenici europei, certamente ben più prestigiosi di quelli calcati in quella estate del 1998.
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