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Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla 27esima giornata di Ligue 1

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Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Al Lille il “Derby du Nord“: Fonseca sogna in grande

Sebbene il lavoro fatto sin qui al Lille sia encomiabile, sarebbe precipitoso giudicare il valore di Fonseca come allenatore soltanto sulla base di questa esperienza. Quello del Lille è un contesto particolare (così come lo era quello dello Shakhtar Donetsk, club che lo ha lanciato nel grande calcio) che si trova a vivere una situazione particolare. Dopo il rischio di fallimento con Gérard Lopez (le cui quote associative del club sono state pignorate dal Fondo Elliott) e la Ligue 1 vinta, molte cose sono cambiate nelle ex-Fiandre Francesi.

Una politica austera sul mercato, basata sul player trading e sulla necessità di valorizzare il più possibile i calciatori per poi generarne profitto. Giovani, principalmente, ma non solo. Il Lille, infatti, in questi anni si è diviso fra lo scouting di prospetti futuribili, prelevati principalmente da campionati di secondo piano e a prezzi contenuti, e il tentativo di restituire lustro a una serie di calciatori che aveva fallito il tentativo del grande salto.

In questo contesto, in cui i risultati sportivi sono in secondo piano rispetto a quelle economici e dove le pressioni sono prossime allo zero, una filosofia come quella di Fonseca (ovvero la pervicace ricerca di una proposta calcistica di un certo tipo, anche a costo di sacrificare qualche risultato) attecchisce con più facilità.

Non ha attecchito, invece, in una piazza calda e molto esigente come quella di Roma. E potrebbe non riuscire a farlo nemmeno in piazze altrettanto (calde e pretenziose) come quelle di Lione e Marsiglia. Ovvero le due squadre principalmente interessate al portoghese, stando a quanto riporta la stampa francese, per la prossima stagione, quando i contratti dei rispettivi caretaker (Sage per il Lione, Gasset per l’OM) si esauriranno.

Anche il contratto di Fonseca scadrà il prossimo 30 Giugno e, come lui stesso ha recentemente dichiarato, non sa se continuerà ad allenare il Lille anche nella prossima stagione. I Les Dogues, ovviamente, gli rinnoverebbero molto volentieri il contratto e non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro che sta facendo.

Non solo dal punto di vista dei risultati, comunque non trascurabili dato che è attualmente terzo in classifica e se la Ligue 1 terminasse alla stesura di questo articolo (Sabato 30 Marzo alle ore 16:35) sarebbe direttamente qualificato alla prossima edizione della Champions League senza passare per i preliminari, ma anche (e soprattutto) per il sopracitato lavoro di valorizzazione complessiva della rosa.

La vittoria nel sentitissimo derby del Nord della Francia (2-1) contro gli acerrimi rivali del Lens porta infatti la firma (doppietta) del kosovaro Edon Zhegrova. Il nativo di Herford, acquistato nel Gennaio del 2022 dal Basilea e arrivato in Francia da semi-sconosciuto, ha fatico un po’ ad ambientarsi al calcio di alto livello, ma in poco tempo è divenuto uno dei prezzi pregiati della casa. Uno dei giocatori su cui la mano dell’allenatore è più evidente. Tuttavia la probabile qualificazione alla Champions non dovrebbe cambiare la politica del Lille.

Il bomber della squadra, Jonathan David, con ogni probabilità saluterà in estate e, anche prima dei noti problemi finanziari, essi avevano sempre fatto intendere di essere più interessati a monetizzare con i propri gioielli anziché trattenerli per allestire una rosa sempre più competitiva. Un modus agendi redditizio, ma che potrebbe rappresentare un limite alle legittime ambizioni del tecnico portoghese.

Ed ecco che allora Paulo Fonseca la prossima estate potrebbe salutare le Fiandre, consapevole di aver fatto il massimo possibile in queste condizioni, e tentare nuovamente quel salto di qualità che non gli era riuscito nel corso della sua parentesi romana.

Solo il tempo ci dirà se il lusitano sia soltanto l’ennesimo effetto collaterale di un’allucinazione collettiva chiamata “bel gioco” oppure se il fallimento all’ombra del Cupolone per Fonseca sia stato propedeutico a imparare dai propri errori e a diventare un allenatore migliore.

Ligue 1

Photo Source: LOSC.fr.

Il Lione dice addio all’Europa, tutto facile per il Monaco

Dopo venti minuti, il Monaco aveva già archiviato la pratica Metz. Un rassicurante vantaggio di tre reti che forse ha fatto abbassare la guardia a una squadra comunque ancora prigioniera dei propri pregi. I monegaschi continuano a non riuscire a gestire la partita e i suoi ritmi, sentendosi obbligati a trovare sé stesso attraverso una costante e usurante espressione di quel pervicace uomo contro uomo che sin qui ha portato fortune alterne.

Les Grenats tornano quindi in partita, e lo fanno nel giro di cinque minuti quando l’orologio biologico della partita era già rivolto verso il novantesimo, ma Balogun (doppietta per lui da subentrato) spegne sul nascere ogni velleità di rimonta dei padroni di casa. Il Monaco, come era prevedibile anche a inizio stagione, si conferma la seconda forza della Ligue 1, ma ancora lontano dal poter pensare di competere con il PSG.

Il Lione dice addio alla speranza di raggiungere l’Europa, quantomeno tramite campionato, non andando oltre il pari al Groupama contro il sempre ostico Reims di Still. Anche in caso di vittoria l’impresa sarebbe stata ardua e non tanto per il numero di punti (il sesto posto del Lens dista cinque punti) ma per il numero di squadre.

Ai Les Gones sarebbe servito un miracolo per completare la rimonta, ma non si poteva chiedere totale costanza a una squadra uscita sicuramente rafforzata dal mercato invernale ma ancora lungi dall’essere piena. Al Lione rimane comunque l’opzione di qualificarsi per l’Europa League tramite la Coupe de France.

La semifinale contro il Valenciennes (squadra di Ligue 2) sembra spalancare le porte della finale contro una fra PSG e Rennes. Può continuare a sperare nell’Europa invece il Reims, che rimane a tre punti dai preliminari di Conference a prescindere dal risultato delle altre. Infatti, anche se dovessero vincere sia il Marsiglia che il Rennes, esse non potrebbero superare i 42 punti del Lens dato che ne hanno 39 a testa.

Derby della Bretagna al Brest, Farioli ancora k.o.

Gourvennec e il suo Nantes stanno assumendo i connotati della criptonite per il Nizza. Les Canaris sono l’unica squadra che quest’anno è riuscita a battere i ragazzi di Farioli sia all’andata che al ritorno. A fronte della cecità ideologica di alcuni pseudo-commentatori, questa partita ribadisce l’ovvio: ossia che il Nizza è una squadra di contropiede e quindi si esprime meglio quando la palla ce l’hanno gli altri.

Il Nantes, però, non ha fatto una partita “simil-Montpellier“, ovvero con tutti gli effettivi sotto la linea del pallone aspettando che i nizzardi si arrovellassero su sé stessi non sapendo cosa farsene della sfera. Il Nantes ha vinto esattamente come vinse all’andata. Giocando una partita sporca e costringendo i padroni di casa a novanta minuti di dubbio amletico, a metà del guado fra la necessità di dominare il pallone e il ritorno inconscio nella zona di comfort ogni qualvolta che gli ospiti glielo portavano via.

Se la gara d’andata fu l’inizio di qualcosa di nuovo per il Nizza, con Farioli che mai aveva assaporato il sapore della sconfitta in Francia, quella di ieri rappresenta una triste conferma. Nelle ultime otto partite fra tutte le competizioni, il Nizza ha vinto solo una volta. Nella trasferta di Lens, che aveva illuso la Costa Azzurra di essere finalmente uscite dalla crisi. Poi il pareggio interno contro il fanalino di coda Clermont e sei sconfitte.

Compresa quella ai quarti di finale di Coupe de France in casa del PSG, che è costata anche la possibilità di alzare un trofeo. La zona Champions dista “solo” quattro punti, ma il Nizza deve essere consapevole che è ancora al sesto posto solo perché dietro hanno perso tutte. E quelle che la precedono sembra avere una marcia in più a questo punto del campionato, a partire dal Brest che centra una storica doppietta nel derby bretone.

Infatti, mai il Brest era riuscito a battere il Lorient sia all’andata che al ritorno in Ligue 1. Il gol nel finale di Del Castillo permette alla squadra di Roy di uscire con il bottino pieno dal Moustoir al termine di una partita che è stata scorbutica e bloccata esattamente come nelle attese. Il Brest scavalca nuovamente il Monaco e torna al secondo posto in classifica, a questo punto con legittime ambizioni di rimanervi sino alla fine.

Ligue 1

Photo Source: OGC Nice Site Officiel.

Le altre partite della Domenica di Ligue 1

Colpaccio esterno del Tolosa, che si tira fuori dalla zona retrocessione (forse in maniera definitiva) vincendo tre a zero sul campo del Clermont. Les Violets sono ora all’undicesimo posto in classifica, a +6 dalla zona playout e addirittura a +9 da quella retrocessione. Rimane ultimo il Clermont, che però vede le distanze dalla penultima e soprattutto dalla terzultima grazie alle vittorie di Brest e Monaco rispettivamente contro Lorient e Metz.

Vince anche il Montpellier sul campo del Le Havre, inguaiando la squadra di Elsner che a questo punto si trova al quartultimo posto della classifica con appena un punto di margine sul Lorient. Nonostante l’ottima partenza di inizio stagione, per i normanni ci sarà da sgomitare nel finale di campionato se vorranno mantenere la categoria.

Colpo dello Strasburgo in casa contro il Rennes, che ha il simultaneo effetto di allontanare sensibilmente la formazione alsaziana dalla zona retrocessione (32 punti, gli stessi del Tolosa) e di spegnere forse definitivamente le speranze della compagine bretone di qualificarsi per le competizioni europee.

Le velleità internazionali dei bretoni hanno subito una fresca frenata nelle ultime uscite. Prima i due punti persi al novantesimo in casa del PSG, a causa di un rigore che definire discutibile sarebbe quantomeno eufemistico, e quelli persi (sempre nel recupero, ma senza beghe arbitrali) in casa del Lille. In mezzo ci sono state la clamorosa sconfitta interna con i corregionali del Lorient e l’importante vittoria nello scontro diretto con il Marsiglia.

La sconfitta di ieri, però, fa scivolare il Rennes all’ottavo posto in classifica. 39 punti, gli stessi del Reims ma avanti per la differenza reti. La distanza rispetto al Lens (tre punti) rimane invariata, ma va considerata la variabile impazzita della coppa nazionale e il numero di squadre che andrebbero superate. Alla squadra di Stephan rimane la speranza di qualificarsi alla prossima edizione dell’Europa League vincendo la Coupe de France, con la semifinale contro il PSG prevista per mercoledì al Parco dei Principi.

Il PSG ha (virtualmente) vinto la Ligue 1

Manca ancora la matematica, ma 12 puti di vantaggio a sette giornate dal termine sono una sorta di pietra tombale sulla lotta scudetto in Ligue 1. Sopratutto se consideriamo che il PSG, assieme al Bayer Leverkusen e al Manchester City, è una delle pochissime squadre in Europa a non aver ancora mai perso una partita nel 2024. A queste condizioni, il due a zero rifilato a domicilio al Marsiglia nel Le Classique sembra un vero e proprio epitaffio sulle residue speranze delle altre di lottare per la Ligue 1.

Vuoi per la straordinaria capacità del PSG di Luis Enrique (tipica delle grandissime squadre) di saper piegare a sé l’inerzia delle partite non importa cosa succeda in campo, vuoi per il vuoto di potere alle sue spalle. In questa stagione non c’è mai stata una squadra realmente capace di insidiare i campioni in carica, il Lens della situazione per intenderci. Alle spalle dei parigini si sono alternate una serie di squadre sicuramente molto valide, ma non all’altezza di lottare punto a punto con la pluripremiata compagine parigina.

E soprattutto credo inizi a serpeggiare nelle menti dei dirigenti delle altre squadre francesi che provare a contendere il titolo a una squadra che non gioca alle stesse regole degli altri sia un’impresa virtualmente impossibile. In questo senso, il passivo a favore del PSG nelle ultime sette partite disputate contro gli storici rivali del Marsiglia è impietoso: 12 a 1, frutto di sei vittorie del PSG e un solo pareggio.

Per ritrovare una vittoria del Marsiglia in Ligue 1 contro il PSG, se si eccettua ovviamente la vittoria in Coupe de France dello scorso anno, bisogna ritornare al 13 Settembre del 2020. Una vita fa. Un dato che testimonia ancor di più, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto frustrante possa essere dover competere con una squadra del genere. E il progressivo decadimento della Ligue 1 può essere letto anche in questo senso.

E dire che il Marsiglia, al netto di un numero incalcolabile di assenze pesanti, non aveva neppure approvato male alla partita. Tuttavia, com’era accaduto anche con il Le Havre, l’inferiorità numerica (espulsione di Beraldo a fine primo tempo) ha aiutato il PSG anziché zavorrarlo. Il Marsiglia, che sin lì aveva giocato una partita di difesa e contropiede estremamente diligente, si è trovato a dover rivedere il proprio piano gara.

E il PSG, complice anche l’infortunio di Mbemba che ha tolto ulteriori certezze alla retroguardia dei padroni di casa, ne ha approfittato per portarsi subito in vantaggio (gol di Vitinha) all’inizio del secondo tempo per poi indirizzare definitivamente la partita. Nonostante una pressoché totale incapacità dei marsigliesi di esprimere una qualsivoglia forma di pericolosità, nonostante l’aumento del possesso palla e dell’altezza di squadra, vanno segnalate alcune strepitose parate di Donnarumma ma anche un errore che poteva costare caro.

Infatti, il portiere della Nazionale rifila un pugno in faccia a Gigot nel tentativo maldestro di smanacciare un cross di Ounahi in corner. Rigore solare non dato ai padroni di casa, che probabilmente avrebbe lasciato in nove la sua squadra considerando che l’estremo difensore italiano era già ammonito. Il corner susseguente viene battuto male dall’OM, con il PSG che trova il due a zero in contropiede con Ramos.

Il modo in cui il portoghese, autore di una stagione sin qui estremamente deludente, si permette di sbeffeggiare i tifosi avversari (andando a esultare in maniera provocatoria sotto la curva del Marsiglia) nonostante un titolo già abbondantemente vinto racconta tutta la pochezza culturale di questa società. La Ligue 1 prima o poi si libererà del PSG, esattamente come la Premier League si sta liberando del Manchester City, ma non oggi.

Ligue 1

Marsiglia, con Gasset si sogna in grande

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Marsiglia

L’Olympique Marsiglia si è ripreso nel finale di stagione

La semifinale di Europa League raggiunta è un risultato eccellente per la compagine francese, soprattutto se si pensa che l’inizio di stagione non è stato esaltante. I saluti con Igor Tudor non hanno portato i risultati sperati, dopo la breve avventura di Marcelino la società aveva scommesso su Gennaro Gattuso ma qualcosa all’interno dello spogliatoio sembrava non funzionare. Il tecnico italiano ha dovuto far posto a Jean-Louis Gasset che ha riportato in carreggiata l’OM. La squadra non ha top player ma è stata costruita come collettivo. Il calciatore con il valore più alto, analizzando i dati del portale economico Transfertmarkt, è Ismaila Sarr (20 milioni) acquistato in estate dal Watford seguito da Iliman Ndiaye (18 milioni) preso dallo Sheffield United.

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Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla 31esima giornata di Ligue 1

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Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Il PSG vince la Ligue 1, ma il Le Havre sfiora l’impresa

Stante che sarebbe stato inutile, perché probabilmente stasera il Monaco non farà i tre punti che gli sarebbero serviti per allungare l’agonia di questo campionato, ma la rete di Gonzalo Ramos (ancora a tempo scaduto, è il quarto gol che il PSG segna nel recupero di uno dei due tempi) scrive la parola fine sulla Ligue 1.

Il Le Havre aveva sfiorato l’impresa, portandosi due volte in vantaggio al Parco dei Principi e mantenendo il doppio vantaggio sino a dieci dal novantesimo. Quindi la rete di Hakimi e l’assedio finale, culminato con il sigillo del portoghese ex-Benfica al quinto dei sei minuti di recupero assegnati dall’arbitro Willy Delajod.

I parigini hanno ora dodici punti di vantaggio (e una partita in più) sui monegaschi, ma anche qualora dovessero perderle tutte e la squadra di Hutter vincerle tutte sarebbero comunque davanti per gli scontri diretti.

Decisivo il 5-2 dell’andata al Parco dei Principi e lo 0-0 del ritorno al Louis II. Campionato mai realmente in discussione, contrassegnato dall’ennesimo vuoto di potere delle big che questa volta non è riuscito a essere colmato dal Lens di turno. La squadra di Elsner, invece, mastica amaro dopo aver a lungo pregustato una vittoria storica. Due punti che sarebbero stati fondamentali per tenere a debita distanza (due punti) il Metz di uno scatenato Mikautadze, impegnato nel lunch match della Domenica di Ligue 1 in casa contro il Lille.

Chi invece è a un passo dalla matematica salvezza è il Montpellier, che ha aperto la 31esima di Ligue 1 pareggiando in casa con il Nantes. Le marcature del match le apre l’obiettivo del Milan Akor Adams, che non segnava in Ligue 1 (l’ultima volta lo scorso 29 Ottobre) da 180 giorni, prima del pari immediato di Abline.

Le Petit Chelil rischiano anche di perderla, dato che nel finale rimangono addirittura in nove uomini a causa delle espulsioni di Davin e Nordin, ma reggono e ringraziano il PSG per aver mantenuto il terzultimo posto a 29 punti: a prescindere da chi lo occuperà a fine giornata fra Metz e Le Havre. Infatti, otto punti di margine sulla zona playout per il Montpellier significano salvezza matematica a un passo. I canarini invece, attualmente 14esimi con 32 punti, si tengono a distanza di sicurezza ma dovranno ancora sgomitare in queste ultime giornate.

Mikautadze non basta, Fonseca terzo aspettando il Brest

Al Metz non è bastata la rete del solito Mikautadze, che aveva portato avanti i granata su calcio di rigore, per avere ragione del Lille. Ismaily pareggia subito, facendo una cosa che solitamente non gli riesce mai ovvero segnare con il destro, prima che Yazici ribalti il risultato sul finire della prima frazione di gioco.

Les Grenats provano a uscire dal proprio guscio, nel quale la squadra di Fonseca li ha rinchiusi con il solito possesso palla asfissiante, e nel finale Boloni vara un assetto ultra-offensivo nel tentativo di riprendere il risultato. I padroni di casa danno tutto quello che hanno e si vedono anche annullare un gol a Sabaly per fuorigioco, ma non è sufficiente per impedire al Lille di agguantare il terzo posto in classifica.

I mastini sono ora terzi in solitaria, a +2 sul Brest e a -3 dal Monaco che però devono ancora giocare la propria partita. Il Metz rimane terzultimo, il Le Havre è nettamente avanti per la differenza reti, ma le competitor non scappano e tutto (al netto di un calendario terribile per quelli della Mosella) si deciderà nelle ultime giornate.

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Il derby bretone è la partita dell’anno: 5-4 al Roazhon Park!

Dopo il pirotecnico 3-4 di Lione, il Brest ci regala un’altra candidatura per la partita dell’anno. Il derby bretone è uno spettacolo, con i padroni di casa avanti due a zero grazie alla doppietta di Kalimuendo. Uno-due terribile dell’attaccante uscito dal centro di formazione del PSG, che nel giro di dieci minuti rischiava di stendere il Brest.

Poi la reazione, immediata, grazie al gol di Mounie, arrivato nemmeno due minuti dopo il raddoppio. A inizio ripresa l’autogol di Omari rimette il risultato in parità, prima della rete di Satriano che suggella una rimonta incredibile. Finita qui? Neanche per idea! Camara sembra mettere il punto esclamativo sull’ennesima grossa vittoria della squadra di Roy, ma nemmeno il tempo di festeggiare che Theate riapre tutto due minuti dopo.

A dieci minuti dalla fine i padroni di casa l’avevano addirittura pareggiata, grazie al gol di Terrier, ma il colpo di testa in mischia di Brassier, all’ultimo minuto di recupero, pone definitivamente la parola fine a una partita al cardiopalma. Il Brest passa, nel giro di novanta minuti, dal rischiare il quarto posto al (ri)mettersi in scia del Monaco. Per il Rennes svanisce probabilmente l’ultima speranza di acciuffare il treno per l’Europa.

La lotta salvezza in Ligue 1 si fa incandescente

La clamorosa vittoria del Clermont (4-1 in casa con il Reims) rimette tutto in discussione nelle zone basse della classifica di Ligue 1, viste anche le sconfitte di Metz e Lorient. La squadra di Still, ora undicesima in classifica e con gli stessi punti del Tolosa, dice definitivamente addio alle residue velleità europee, mentre il Clermont cerca di regalarsi un finale di speranza grazie a un’insperata vittoria: nel punteggio quanto nelle proporzioni.

La doppietta (entrambi su rigore) di Saracevic in avvio di partita, intervallata dalla rete di Nakamura, viene sublimata da quella di Rashani, che negli ultimi dieci minuti di gara archivia la pratica e manda i padroni di casa a quattro punti da Metz e Le Havre: rispettivamente terzultimo (zona playout) e quartultimo, ossia salvezza.

Reims che, dicevamo, ora ha gli stessi punti del Tolosa decimo. La squadra di Martinez è ora matematicamente salva, grazie alla rimonta esterna proprio sul campo del Lorient. Dopo un primo tempo sotto tono, Les Violets nella ripresa tornano in campo con un piglio diverso e trovano subito il pareggio grazie alla rete di Dallinga.

Nel finale di partita la rete di Cissokho tiene i bretoni al penultimo posto della classifica. Non riesce invece ad acquisire la salvezza con tre giornate d’anticipo lo Strasburgo, sconfitto allo Stade de la Meinau dal Nizza nonostante il vantaggio iniziale di Bakwa. Guessand pareggia su rigore a fine primo tempo, poi Dante completa la rimonta a inizio ripresa prima del sigillo finale di Sanson: che chiude la partita e mantiene in Farioli quinto.

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Marsiglia e Lione, la rincorsa europea continua

Il Lione vince un altro scontro diretto, di nuovo in maniera rocambolesca. Il Monaco va in vantaggio subito con la rete di Ben Yedder, al primo minuto di gioco. Hutter, almeno inizialmente, conferma il cambio di paradigma avvenuto nelle ultime settimane. Baricentro più basso, squadra più compatta e iniziativa lasciata agli avversari.

Tuttavia, nel giro di quattro minuti, l’uno-due firmato Lacazette e Benrahma cambia il canovaccio tattico della partita. Nel secondo tempo ancora Ben Yedder pareggia i conti, prima che il subentrato Malick Fofana regali i tre punti a Sage a cinque dal termine. Il Lione quindi avvicina il sesto posto del Lens, che ora dista due punti.

Lens sconfitto sul campo del Marsiglia, con la squadra di Gasset che aggancia il Lione ma è avanti per la miglior differenza reti. I padroni di casa vanno subito in vantaggio con Aubameyang, anche in questo caso lo zero a zero resiste meno di due minuti, e difficilmente quest’anno si è vista la squadra di Haise così sfilacciata.

Nonostante un approccio alla partita e una mentalità tradizionalmente offensive, i Sang Et Or si erano sempre distinti come una squadra ordinata e solida. Non a caso, in questi anni, è sempre stata una delle migliori difese della Ligue 1, ma non in questo caso. Il periodo di crisi dei giallorossi, che non è costante ma vive di continui alti e bassi, sembra alle spalle quando il colpo di testa di Sotoca batte Pau Lopez nel secondo tempo.

Ma il Marsiglia non muore mai e trova la forza per vincere la partita, grazie al gol di Gueye che arriva al termine di un disastroso tentativo di costruzione dal basso della retroguardia del Lens. I marsigliesi vincono nonostante un minimo turnover, propedeutico ad arrivare al top alla doppia sfida contro l’Atalanta, e al netto di un periodo estremamente difficile, a causa degli infortuni e della stanchezza accumulata per via dei tanti impegni ravvicinati.

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Ligue 1

Lille, con carattere e coraggio per l’Europa

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Il Lille vince in trasferta con una prestazione di livello

L’avversario non era insormontabile ma conquistare la vittoria non è mai scontato, soprattutto a fine stagione. La squadra guidata da Fonseca è riuscita a recuperare il gol di svantaggio nel giro di una frazione di gioco. Il Metz si porta in vantaggio con il calcio di rigore di Mikauatadze al ventitreesimo e qui si incomincia a vedere il moto d’orgoglio della compagine ospite. Poco meno di dieci minuti ed il solito David gonfia la rete e pareggia i conti, cinque minuti dopo rimedierà un’ammonizione ininfluente ai fini del risultato. I rossoblu cominciano ad alzare il ritmo e con un gioco spumeggiante passano in vantaggio con Yazici.

Il resto del match è pura formalità, basti vedere le statistiche della partita per accorgersi di come il Lille abbia avuto in mano le redini dell’incontro. Possesso palla che sfiora il 72% e ben 637 passaggi riusciti su 710 tentati contro i soli 212 degli avversari. Una squadra convinta dei propri mezzi che non vede l’ora di tornare a giocare nell’Europa che conta trascinata dal suo capocannoniere David.

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