Ligue 1
Ligue 1, Niane dell’Angers squalificato per 2 anni

Ligue 1, l’attaccante dell’Angers Ibrahima Niane è stato squalificato dalla federcalcio francese per essere risultato positivo all’ecstasy ai test antidoping.
Ibrahima Niane, attaccante dell’Angers, formazione arrivata 14esima in Ligue 1, è stato squalificato per 2 anni dalla federcalcio francese. Il provvedimento di squalifica nasce dalla positività del calciatore senegalese ad un test antidoping. Secondo quanto riportato dalla Francia, Niane sarebbe stato trovato positivo all’ecstasy. Il classe 1999 senegalese era già stato escluso dalla rosa dell’Angers negli ultimi mesi, ufficialmente perché non in sintonia con l’allenatore Alexandre Dujeux.
L’attaccante, con il contratto in scadenza con il club bianconero a giugno, non potrà giocare fino al 2027. Inoltre, secondo quanto previsto in questi casi, il senegalese non potrà partecipare a nessuna competizione professionistica o di svolgere qualsiasi attività, compresi allenamenti o attività sportive pubbliche fino al termine della squalifica.
Arrivato all’Angers dal Metz nel 2023, Niane in stagione ha disputato 24 presenze in Ligue 1 realizzando 3 gol.
Ligue 1
PSG, Luis Enrique: “Dembélé merita il Pallone d’Oro”

Luis Enrique: “Il Pallone d’Oro dovrebbe andare a Ousmane Dembélé, lo merita senza alcun dubbio”. Così l’allenatore spagnolo elogia il suo n° 10.
L’appoggio di Luis Enrique a Dembélé
L’allenatore Luis Enrique ha recentemente espresso un’opinione forte riguardo al candidato ideale per il Pallone d’Oro. Secondo Enrique, il prestigioso riconoscimento dovrebbe essere assegnato a Ousmane Dembélé. Questa dichiarazione ha suscitato interesse e dibattiti nel mondo del calcio, considerando la competizione tra i migliori giocatori del mondo per ottenere questo premio ambito.
Enrique, noto per la sua franchezza ma in questo caso anche di parte visto che è l’allenatore del PSG, ha dichiarato senza esitazioni che Dembélé merita il Pallone d’Oro. L’allenatore ha sottolineato le qualità eccezionali del giocatore francese, che secondo lui lo rendono un candidato ideale per questo onore. Le sue parole potrebbero influenzare le opinioni di molti appassionati e addetti ai lavori.

Ousmane Dembele during UEFA Champions League quarterfinal between Paris Saint-Germain FC and FC Barcelona at Parc des Princes, Paris, France (Maciej Rogowski)
Un dibattito aperto
La dichiarazione di Luis Enrique ha dato il via a un ampio dibattito tra i tifosi e gli esperti del settore. Mentre alcuni sostengono l’opinione dell’allenatore, altri ritengono che ci siano altri giocatori che meritano altrettanto il riconoscimento. Questo tipo di discussioni è comune nel contesto del Pallone d’Oro, un premio che da sempre genera opinioni contrastanti.
L’intervento di Enrique aggiunge un ulteriore tassello al dialogo attorno al premio, mettendo in luce l’importanza di riconoscere il talento e le prestazioni straordinarie dei giocatori in campo internazionale.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🌕🇫🇷 Luis Enrique: “The Ballon d’Or should be Ousmane Dembélé. He deserves it. No doubts at all”. pic.twitter.com/IjyZabAfI2
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) June 15, 2025
Ligue 1
Ligue 1, la TOP 11 della stagione 2024/2025

La stagione 2024/2025 della Ligue 1 si è conclusa e anche quest’anno ci ha detto tante cose. L’ennesimo dominio del PSG, certo, ma non solo.
En plein di Luis Enrique, che in una sola stagione riesce a vincere la Ligue 1; la Coupe de France; il Trophée des Champions e la tanto agognata Champions League. Almeno ora non si potrà più dire che in Francia c’è solo il PSG, altrimenti varrebbe lo stesso discorso anche per l’Europa. Il calcio francese è anche tanto altro e neppure quest’anno ha mancato di ricordarcelo, al netto dell’egemonia incontrastata del club parigino.
Ligue 1, la TOP 11 della stagione
Leggi anche: la TOP 11 delle migliori “sorprese” della Ligue 1.
– Portiere:
Tanto PSG, ovviamente, in questa classifica, ma non in porta. Donnarumma è stato assoluto protagonista del trionfo europeo dei parigini, ma in campionato era partito malissimo: tanto che il tecnico catalano gli ha spesso preferito Safonov. Per questo motivo non può rientrare in questa classifica a discapito di Rulli, che ha giocato un campionato strepitoso nonostante la consueta difesa colabrodo proposta da De Zerbi.
Il superman argentino ha spesso messo una pezza sugli atavici problemi della fase difensiva (non certo uno dei marchi di fabbrica dell’ex tecnico di Sassuolo e Brighton) del Marsiglia, che ha subito 47 gol (la peggior difesa delle prime otto e la nona in assoluto della Ligue 1) ma, fidatevi, poteva andare peggio. Menzione d’onore per Chevalier, che ha disputato un’altra stagione straordinaria e sembra pronto per una big.

URLO DONNARUMMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
– Difensori:
Impossibile non premiare Hakimi come terzino destro. L’ex Inter è il tuttofare difensivo di Luis Enrique, che a lui chiede di interpretare un duplice ruolo a seconda della situazione di gioco. Può venire a giocare dentro il campo, consentendo ai suoi di avere un uomo in più in fase di costruzione, o può allargarsi a destra per dare ampiezza alla squadra. Difensore eclettico e polivalente, perfetto per il calcio fluido che il catalano ha in testa.
Campionato rivelatorio quello di Bafodé Diakité, con il Lille che ha scelto di non rimpiazzare Yoro (enfant prodige, nonché miglior difensore de Les Dogues nella passata stagione, passato in estate al Manchester United per 60 milioni di euro) proprio per puntare su di lui. Sembrava un azzardo, ma il difensore francese ha ripagato la fiducia datagli dal club con una crescita che, in questi tempi, era molto difficile da pronosticare.
Menzione d’onore per Mamadou Sarr, ex gioiellino del settore giovanile del Lione (ceduto a prezzo di saldo a causa dei noti problemi finanziari del club del Rodano) e già promesso sposo del Chelsea dopo una stagione meritoria con lo Strasburgo. Tuttavia, nessuno può togliere un posto nel miglior undici della stagione della Ligue 1 a Pacho e Nuno Mendes: che proprio in questa posizione hanno giocato quest’anno nella capitale.
L’ecuadoriano è passato da braccetto (ai tempi dell’Eintracht) a centrale puro, velocissimo e con inaspettate velleità in costruzione. Il ruolo di terzo di sinistra, invece, è toccato a Nuno Mendes, che ha scoperto una attitudine difensiva che probabilmente neppure lui sapeva di avere. Coadiuvata dalla libertà di spingersi comunque in avanti concessagli da Luis Enrique, che lo ha reso un difensore estremamente moderno.
– Centrocampisti:
I centrocampisti del PSG, motore della macchina perfetta sapientemente orchestrata da Luis Enrique, li avrei potuti tranquillamente inserire tutti. Vitinha e Joao Neves, in ex aequo, meritano una menzione. Il primo si è preso una rivincita su tutti coloro che non lo consideravano abbastanza bravo per giocare nel PSG, Neymar in primis. Adesso, invece, è il simbolo di una squadra divenuta vincente grazie alla lungimirante scelta di privarsi delle “figurine” e delle “figure” tossiche che appestavano lo spogliatoio.
Oltre, ovviamente, ad essere uno dei centrocampisti più completi e incisivi d’Europa, mentre il suo presuntuoso collega andava a terminare mestamente la propria carriera fra l’Arabia Saudita e il Brasile. Anche il suo compagno di reparto, nonché connazionale, ha disputato una stagione strepitosa. In lui si erano intraviste le stigmate del fuoriclasse già al Benfica, ma in pochi pensavano che un 2004 si sarebbe imposto con questa autorevolezza in uno degli ambienti più pretenziosi d’Europa. Quei, pochi, stavano nella dirigenza del PSG.
Tuttavia, nonostante la storia di Vitinha che deve fungere da monito per tanti, il miglior centrocampista in assoluto della Ligue 1 appena trascorsa probabilmente è stato Andrey Santos. Giocatore di una straordinaria completezza, forte fisicamente e tecnicamente. Santos sa essere anche l’uomo d’ordine e di regia davanti alla difesa, ma non disdegna sortite offensive: agevolato da tempi d’inserimento straordinari e da una naturale capacità di essere effettivo. Fra meno di un mese tornerà a Londra e Maresca si sfrega già le mani.
– Attaccanti:
Barcola e Doué avrebbero potuto tranquillamente rientrare in questa classifica. L’ex Lione ha disputato una prima parte di stagione straordinaria, ma nella seconda metà è passato dall’essere l’unico insostituibile di Luis Enrique a super-sub di lusso. Complice l’arrivo di Kvaratskhelia e, soprattutto, l’esplosione del fenomeno generazionale ex Rennes, che in questo momento vale Yamal ma che, fisiologicamente, ha avuto bisogno di sei mesi di apprendistato e per questo non trova posto in questa top: sono comunque due menzioni d’onore.
Così come avrebbero meritato entrambi di stare in questa top Cherki e Akliouche, ma dei due probabilmente il gioiello del centro di formazione dell’OL (l’ennesimo) è il più “pronto” del duo. Non a caso, raggiunto il tanto agognato grado di maturità, saluta il Groupama per calcare lidi maggiormente allineati al suo smisurato talento. Forse per il franco-marocchino del Monaco il Manchester City potrebbe essere una chiamata ancora troppo ardita, ma non ho dubbi sul fatto che, nel giro di uno o due anni, meriterà una big anche lui.
Chi una big l’avrebbe meritata già quest’anno, ma non ha potuto raggiungerla a causa del fango mediatico che gli è stato tirato addosso, è Greenwood. Fuori categoria per il Marsiglia e (forse) per l’intera Ligue 1, è un giocatore che potrebbe pranzare senza imbarazzi allo stesso tavolo delle stelle del PSG. Capocannoniere della Ligue 1 con 21 gol e 6 assist, a pari merito con Dembélé ma con due assist in meno. Il fuoriclasse ex Barcellona, tra l’altro, è anche l’unico giocatore in Ligue 1 ad avere una goal contribution superiore alla sua.
E proprio lui, manco a dirlo, guida l’attacco della nostra TOP 11. Probabilmente la sua miglior stagione in carriera, dopo gli anni difficili a Barcellona che avevano reso complicato credere che un ragazzo tanto esuberante e problematico sarebbe riuscito a sviluppare tutto il suo talento. Di screzi ne ha avuti anche con lo stesso Luis Enrique, che per un attimo aveva anche pensato di tagliarlo fuori dal suo progetto, ma poi il catalano è riuscito non solo a toccare le corde giuste ma anche a trovargli la collocazione ideale in campo.
Falso nueve alla Messi, unico giocatore di movimento esentato da compiti difensivi e libero di seguire il flusso della partita e di trovarsi la posizione in campo da solo. Poiché, come per il suo mentore Guardiola, Luis Enrique non ha bisogno di un centravanti perché il suo centravanti è lo spazio. E allora ecco che due centravanti vero, pagati complessivamente oltre 200 milioni di euro, marciscono in panchina. Tant’è che uno (Kolo Muani) viene ceduto in prestito al Barcellona, mentre l’altro (Goncalo Ramos) entra in campo giusto negli ultimi minuti. Una scelta apparentemente folle, ma che ha dato i suoi frutti considerato che oggi Dembélé ha smesso di essere un gigantesco what if ed è diventato il giocatore più disequilibrante d’Europa.
– Allenatore:
Luis Enrique non è stato solo il miglior allenatore della Ligue 1, ma l’allenatore dell’anno in generale. Ha vinto tutto ciò che si poteva vincere e lo ha fatto con le sue idee, prendendo scelte impopolari e coraggiose. Non è certo andato via per volontà sua Mbappé, ma lui fu il primo (la scorsa estate) a dire che senza di lui il PSG sarebbe stato più forte. Inizialmente parvero parole di circostanza, poiché nessuno ci credeva e allora tutti pensarono che non ci credesse neppure lui. E invece, lui era l’unico a crederci per davvero.
Questo PSG non solo è il più forte della gestione Al-Khelaifi, ma è anche la versione migliore nell’intera storia del club. Come il Milan degli olandesi o la Lazio di Cragnotti, questa squadra rimarrà scolpita nella memoria storica dei tifosi parigini in quanto tale. In quanto finalmente squadra, libera da personalismi ed egoismi tossici. Una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo leader, che è stato insignito dei galloni di plenipotenziario dando ragione alla società che su di lui (e non su capricciosi milionari) ha deciso di costruire le fondamenta di un progetto che non si è rivelato solo vincente: ma eterno.
– Ligue 1, la TOP 11 della stagione (4-3-3): Rulli; Nuno Mendes, Pacho, M.Sarr, Hakimi; Joao Neves, Vitinha, Andrey Santos; Greenwood, Dembélé, Cherki. Allenatore: Luis Enrique.
Ligue 1
Caso Olympique Lione: Debito scaduto, la Fifa blocca tre sessioni di mercato

L’Olympique Lione è finito in un vortice di guai. Il club he milita nella Ligue 1 francese, è stato inserito lunedì nella lista rossa dei club interdetti sul mercato dei trasferimenti in entrata (sia nazionali che internazionali) da parte della Fifa. Il blocco è esteso fino a tre sessioni di mercato.
L’Equipe riporta la sanzione disciplinare ai danni dell’Olympique di Lione, la causa risalerebbe ad un micro debito di 2 mila euro corrispondente a un residuo di indennità di trasferimento non pagato. La sanzione è stata direttamente inflitta dalla Fifa.
Caso Olympique Lione, la sanzione da parte della Fifa
Secondo i regolamenti di Fifa, il club interessato non può (fino alla durata della sanzione) registrare nuovi giocatori o acquisti. La sanzione è estesa fino a tre sessioni di mercato, quindi fino al 2026. La causa risalirebbe al mancato adempimento da parte del club sui propri versamenti economici. Secondo la procedura, al termine dei 45 giorni, i regolamentari concessi al debitore per erogare la somma dovuta, saranno resi noti. Le conseguenze hanno comportato un’ingiunzione di pagamento trasmessa all’OL il 9 aprile, al quale l’OL afferma di aver messo in atto le nuove procedure interne: il Lione risponde in merito all’ammenda al quale è stata notificata l’interdizione nello stesso momento in cui la sanzione è stata pubblicata sul sito della Fifa; in merito a questo, il club ha spiegato di aver regolarizzato la situazione e quindi di aver pagato la somma dovuta. Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati sul sito ufficiale di Fifa.
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