editoriale
Salah, stoccata alla UEFA: “Perché non dite chi ha ucciso al-Obeid?”
Salah non ci sta e attacca la UEFA: rea di aver “omesso” le cause del decesso di Suleiman al-Obeid dal proprio comunicato ufficiale.
Sappiamo come funziona l’Hasbara (la propaganda di regime israeliana) e come funzionano le cosiddette “truffe semantiche“. Per chiunque ne abbia familiarità, è ormai immediato riconoscerne le infiltrazioni.

Vergogna UEFA, nel congedo ad al-Obeid “spariscono” le cause del decesso
Il profilo X ufficiale della UEFA, infatti, ha voluto “omaggiare” la scomparsa di Suleiman al-Obeid, leggenda del calcio palestinese, ma lo ha fatto a suo modo. Ovvero, omettendo completamente le cause del suo decesso. Al-Obeid, infatti, è stato assassinato dalle forze di occupazione israeliane, mentre era in fila per ricevere aiuti umanitari per la sua famiglia. O, per lo meno, per ciò che ne restava, considerando che il regime sionista in precedenza aveva già assassinato sua moglie e cinque dei suoi figli.
Una tecnica di comunicazione non nuova, considerando che i media affiliati al sionismo tendono spesso a riportare le notizie del decesso dei civili palestinesi senza mai specificarne le cause. Se un palestinese viene ucciso da un soldato israeliano, si riporta, genericamente, che è “morto”. Così, per caso.
Magari schiacciato da un pacco di aiuti umanitari, fatto precipitare dal cielo da qualche paese occidentale che sta cercando di lavarsi la coscienza sporca di sangue. Quando invece viene ucciso un cittadino o un soldato israeliano si parla apertamente di “omicidio” e spesso si qualifica l’assassino come “terrorista”, a prescindere dal fatto che costui sia un civile o meno.
Farewell to Suleiman al-Obeid, the ‘Palestinian Pelé’.
A talent who gave hope to countless children, even in the darkest of times. pic.twitter.com/wGSXCq2ceo
— UEFA (@UEFA) August 8, 2025
Salah non ci sta: dura replica alla UEFA
Molti hanno fatto notare come il congedo sciorinato dal massimo organo di controllo del calcio europeo fosse fin troppo formale e soprattutto scevro di condanne all’ennesimo omicidio deliberato commesso dal regime di Tel Aviv, ma fra le voci di dissenso ne spicca uno d’eccezione. Vale a dire Moahamed Salah, forse il miglior calciatore di origini arabe attualmente in circolazione, che ha preso posizione utilizzando il suo profilo X.
L’attaccante del Liverpool, infatti, ha re-postato il tweet della UEFA, chiedendo (retoricamente) come mai non fossero state specificate le cause del decesso. Il silenzio dell’organo regolatore del calcio europeo non è casuale. E’ lo stesso che ha dedicato a milioni di appassionati di calcio, che da quasi due anni chiedono a gran voce di sottoporre Israele allo stesso destino subito dalla Russia.
Coloro che potrebbero effettivamente dare un segnale, invece, nicchiano, accettando passivamente che il principio della legalità internazionale venga calpestato sino a farne carta straccia. Illusi noi a pensare che l’ipocrisia e il silenzio complice fossero di casa soltanto a Bruxelles, invece evidentemente lo sono anche a Nyon. Tutta l’Europa, calcistica e non, sembra avviluppata in una tanatosi senza fine.
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editoriale
Juventus, continua il caso David–Openda: pochi minuti e Mondiali a rischio
Juventus – gli acquisti di punta dell’estate faticano a trovare spazio. Spalletti continua a preferire altre soluzioni, mentre gennaio si avvicina e si valutano scenari inattesi.
La Juventus arriva alla metà del campionato con problemi ancora irrisolti. Il cambio Tudor–Spalletti non ha cancellato gli squilibri di una rosa costruita con fragilità strutturali, e i due investimenti più importanti dell’estate, Jonathan David e Lois Openda, restano ai margini. Anche nel ko di Napoli, nonostante l’assenza di Vlahovic, entrambi sono partiti dalla panchina, mentre Spalletti ha scelto Yildiz come falso nove.
Il rendimento dei due attaccanti è deludente. David, arrivato a parametro zero ma costato oltre 12 milioni di commissioni e con un ingaggio pesantissimo, ha segnato appena due gol in quasi venti partite e ha perso continuità in campionato e Champions. Openda, preso in prestito con obbligo di riscatto dal Lipsia per circa 45 milioni complessivi, ha raccolto finora pochissimi minuti in Serie A e un unico guizzo europeo. Il belga ha anche ammesso pubblicamente le difficoltà di adattamento.
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Juventus, il tempo stringe per andare al Mondiale…
Il club chiede un cambio di passo immediato. L’infortunio di Vlahovic, che potrebbe restare fuori a lungo, sembrava poter aprire spazi ai due attaccanti, ma le scelte dell’allenatore raccontano altro. Chiellini ha provato a smorzare i toni, parlando di “opportunità” per entrambi, ma le decisioni tecniche continuano a penalizzarli.
Il tempo stringe anche in ottica Mondiali. David punta a essere protagonista con il Canada nella rassegna “di casa”, mentre Openda teme la concorrenza feroce nella nazionale belga. Per entrambi diventa indispensabile giocare con continuità nella seconda parte della stagione.

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il mercato di gennaio potrebbe offrire soluzioni, ma non senza ostacoli. David, con un ingaggio elevato, sarebbe accessibile quasi solo ai club di Premier League. La posizione di Openda è ancora più intricata per via degli accordi con il Lipsia e dell’obbligo di riscatto già fissato. In un mercato invernale di opportunità più che di investimenti, servirà creatività.
La Juventus, intanto, non può più permettersi rallentamenti: fuori dalla lotta scudetto e obbligata a lottare per il piazzamento Champions, ha urgente bisogno di certezze. E il tempo delle attese sta per scadere per tutti, David e Openda compresi.
editoriale
Fiorentina, c’è solo un modo (forse) per salvarla: venderla!
Lo spettro della Serie B per questa Fiorentina è sempre più concreto: bisogna azzerare tutto!
Sei miseri punti in 14 partite sono il risultato di una Fiorentina indecorosa, avvilente, composta da elementi che stanno infangando 99 anni di storia viola.
Pensare che il prossimo agosto è prevista la festa per il centenario del club, è da rabbrividire.
Anche a Sassuolo, dove la Fiorentina era arrivata piena di intenti, di dichiarazioni di unione rivelatesi vuote, visto quello che hanno messo in campo quei personaggi vestiti di viola.
Non giocatori, perché magari sarebbero stati in grado di mettere in piedi due passaggi, non uomini, come ha specificato Vanoli, perché avrebbero saputo giocare l’uno per l’altro.
La barca affonda con tutte le sue componenti: dai giocatori appunti, da Pioli e Vanoli, che non hanno saputo e non riescono a prendere in mano tecnicamente la situazione, e soprattutto la dirigenza.

Dopo le dimissioni di Pradè, che alla resa dei conti ha confezionato un bel disastro in chiave di mercato, soprattutto dal vista umano, componendo una rosa che ha saputo amalgamarsi. Il nuovo ds Goretti, che ha visto delle gravi lacune dopo l’addio del suo predecessore e di Pioli, ma non saputo metterle in evidenza prima e adesso è forse privo di esperienza per la situazione in cui si trova.
Infine il direttore generale Ferrari, che anziché vantarsi in sala stampa dei punti dello scorso anno e di vedere un orizzonte positivo, dovrebbe calarsi nella funerea realtà.
Soprattutto un esame dovrebbe farlo Commisso. Da mesi la sua voce non si sente. Al patron auguriamo tanta salute, visto che settimane fa la Fiorentina ha fatto sapere che era stato sottoposto ad un intervento chirurgico.
Dall’America dare ordini ad un gruppo di giocatori del genere è complicato.
Gli consigliamo di vendere. E di farlo in fretta. A Firenze c’è bisogno di azzerare tutto, di ripartire da zero. Con una società forte.
editoriale
Milan, poco importa della Coppetta Italia: più gravi i soliti problemi | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, una sconfitta in trasferta per 1-0 contro la Lazio non deve assolutamente preoccupare. Sì, perché i problemi in casa rossonera sono decisamente altri.
Il Milan esce sconfitto, ma non ridimensionato, in seguito all’1-0 rimediato in trasferta contro la Lazio. Una gara giocata probabilmente meglio rispetto a quella di campionato pochi giorni fa, ma la sconfitta non deve gridare vendetta. Primo perché si giocava una competizione di cui poco gliene fregava a Massimiliano Allegri il quale è impegnato per conseguire l’obiettivo minimo stagionale ossia la qualificazione Champions.
Un organico troppo corto per disperdere energie inutili, i soliti problemi che la dirigenza dovrà obbligatoriamente (si spera) risolvere a gennaio. Una coperta eccessivamente inadeguatae una squadra che va in affanno quando mancano i suoi big.
Sebbene ce ne fosse ancora il bisogno, abbiamo capito che Estupinan non è da Milan, probabilmente nemmeno da Serie A, Ricci non è una mezzala, senza Modric e Rabiot è un altro Milan, Leao ed Nkunku non sono punte centrali. Prima si capisce quest’ultimo concetto e meglio è. Il francese ieri sera a tratti imbarazzante, Leao decisamente in giornata no, e comunque fuori ruolo.
Serve un attaccante centrale e questa volta la dirigenza dovrà ascoltare Allegri. Serve un centrale difensivo così come serve a mio avviso anche un terzino destro. L’invito è quello di aprire il portafoglio e spendere soldi che in casa già ci sono. Siamo primi in classifica, fino a prova contraria, adesso è il momento di osare. Senza gli alibi e le scuse della Coppetta Italia.
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