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Norvegia-Italia, esordio tutto spagnolo: sarà Sanchez ad arbitrare il match

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Venerdì a Oslo l’Italia esordisce nelle qualificazioni Mondiali contro la Norvegia, con l’arbitro spagnolo Sanchez designato per la gara.

italia

Esordio dell’Italia con un team arbitrale completamente spagnolo

Venerdì sera all’Ullevaal Stadion di Oslo andrà in scena la prima partita dell’Italia nel girone I di qualificazione alla Coppa del Mondo 2026. A dirigere il match contro la Norvegia sarà lo spagnolo José Maria Sanchez, affiancato dai connazionali Raul Cabanero e Inigo Prieto. Mentre Alejandro Muniz Ruiz sarà il quarto uomo. Anche il VAR sarà spagnolo. E sarà firmato Juan Martinez Munuera e Valentin Gomez.

Sanchez conosce già gli Azzurri: l’unico precedente risale al 2020, in Nations League. In quella partita contro la Polonia che terminò senza nessuna rete. Ora l’Italia è pronta a scendere in campo con la voglia di invertire la tendenza.

Intanto in classifica, la Norvegia, che ha già giocato e vinto due partite, guida il gruppo con 6 punti. Invece, l’Italia è ancora ferma a zero, in attesa del suo esordio ufficiale nel girone. Esordio che potrà valere un morale alto e un seguito di partite vinte. O potrà essere un inizio senza vittorie, che potrà sia abbassare le aspettative, che rappresentare un trampolino di lancio. Noi ovviamente, speriamo la prima.

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Mondiali 2002: una spedizione sfortunata, con un finale da non credere

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fifa

Esattamente 23 anni fa, il 18 giugno 2002, la Nazionale Italiana -nello stupore più assoluto- usciva dai Mondiali di Corea e Giappone per mano dei coreani.

L’Italia abbandonava la contesa internazionale negli ottavi di finale, contro la Corea del Sud, a c ausa di un Golden Gol e a un direttore di gara tutt’altro che all’altezza della manifestazione.

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Mondiali 2002: il prologo

Dei segnali sulla possibilità di un Mondiale italiano sottotono si erano già visti nella fase a gironi. L’Italia fa fatica perdendo contro la Croazia, con due gol annullati ma regolarissimi. Col Messico soltanto un pareggio, e qualificazione agguantata all’ultima partita, grazie soprattutto alla sconfitta dei croati. L’avversario negli ottavi è la Corea del Sud.

La compagine asiatica nel suo girone è arrivata prima, grazie soprattutto alla vittoria contro il Portogallo in 11 contro 9. Dopo gli errori nel girone, la squadra di Giovanni Trapattoni vorrebbe un arbitro esperto per il match. Tutto questo non avviene e viene designato Byron Moreno.

Italia-Corea del Sud

L’Italia si schiera con: Buffon; Panucci, Iuliano, Maldini, Coco; Tommasi, Zanetti, Zambrotta; Totti; Del Piero, Vieri.

La Corea risponde con: Lee W. J.; Choi, Kim T. Y., Hong (C); Kim N. I., Lee Y. P., Song, Yoo; Park, Seol, Ahn.

Il Daejeon World Cup Stadium è una vera e propria bolgia dantesca, un catino infernale in cui 40.000 coreani urlano a ritmo di tamburo. E nonostante questo rivangano la vittoria che nel 1966 ci buttò fuori dal torneo disputato in Inghilterra, nonostante gli artefici del miracolo siano stati i giocatori della Corea del Nord.

Che qualcosa non va lo si capisce da subito: dopo appena tre minuti l’arbitro ecuadoregno Byron Moreno ammonisce Coco per un fallo non particolarmente duro su Park. Dopo cinque assegna un rigore ai giocatori in maglia biancorossa per una trattenuta lieve di Panucci su Seol. Dagli undici metri Buffon ipnotizza Ahn e riesce a tenere il risultato sullo 0-0. Nonostante risulti evidente l’atteggiamento ostile del direttore di gara nei confronti dei nostri ragazzi, gli azzurri riescono a portarsi in vantaggio poco prima del ventesimo con Vieri, ammutolendo i 40.000 presenti.

Da lì in poi Byron Moreno si scatena. Prima ammonisce Totti per uno scontro di gioco abbastanza irrilevante. Dopo di che grazia Kim Tae Young per un fallo su Del Piero. Il coreano era già stato sanzionato con un giallo e avrebbe meritato di finire sotto la doccia.

Durante la seconda frazione l’Italia manca più volte il raddoppio. E così arriva il pareggio coreano beffardo di Seol a due minuti dal termine. Per gli uomini di Trapattoni è una doccia fredda. Tutti gli sforzi profusi non hanno portato alla vittoria e il match avrà bisogno dei tempi supplementari per determinare il vincitore. Peraltro con la regola del golden goal.

Galeotti furono l’arbitro ed i Mondiali

Dopo 13 minuti di supplementare Moreno si supera. Totti si invola in area e viene atterrato dal numero 22 coreano. Il fischietto sudamericano invece di concedere il rigore ammonisce per simulazione il numero 10 degli azzurri. Il giocatore della Roma era già ammonito e quindi viene espulso.

Rimane ancora oggi nella mente di ogni italiano lo sguardo incredulo del capitano giallorosso, oltre al capannello intorno a Moreno capeggiato da un Di Livio furibondo. Al 115’ Tommasi si ritrova solo davanti alla porta coreana per segnare quello che sarebbe il golden goal. Se non fosse che il guardalinee argentino sbandiera un fuorigioco inesistente. Nulla di fatto. Sembra che questa partita non s’ha da vincere.

Appena due minuti dopo Ahn segna di testa il gol della vittoria coreana, che spedisce a casa la compagine italiana al termine di una partita incredibile. I dubbi sulla regolarità del match saranno infittiti dal turno successivo di questi Mondiali, in cui i padroni di casa supereranno la Spagna ai rigori al termine di un’altra partita all’insegna dei torti arbitrali.

Un pò di giustizia post datata?

Il premio di consolazione, che non andrà minimamente a sanare tutti i torti subiti, per gli italiani arriverà qualche anno dopo. Byron Moreno, dopo aver arbitrato ancora per qualche anno viene accusato ancora di combine.  La partita in questione sarebbe stata quella tra Barcelona Sporting Club e Liga Quito, partita in cui fece giocare per 13 minuti oltre il 90esimo, dopo aver concordato “solo” 6 minuti di recupero.

Ma quello che interessa all’Italia tutta è il 2010. Durante quest’anno Moreno verrà arrestato dalla DEA all’aeroporto JFK di New York, colto in fragrante mentre cercherà di entrare negli Stati Uniti con 6 kili di eroina nascosti sotto i vestiti.

Una persona tutta d’un pezzo.

 

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Italia-Germania 4-3: 55 anni fa la partita del Secolo

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Esattamente 55 anni fa, il 17 giugno del 1970, Italia e Germania scrivevano una pagina di storia del calcio che ancora oggi è leggenda.

A Città del Messico, nello Stadio Azteca, le due nazionali europee si affrontavano, con in palio l’accesso alla finale della Coppa del Mondo 1970 contro il Brasile di Pelè.

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Italia-Germania: il prologo

La partita si svolse il 17 giugno 1970 alle 16:00 presso lo Stadio Azteca di Città del Messico, a 2.200 metri d’altitudine. Ad arbitrare la contesa Arturo Yamasaki. Le due squadre arrivavano alla semifinale mondiale con umori decisamente opposti. La Germania Ovest, seconda a Inghilterra 1966, aveva dominato il suo raggruppamento. Si era imposta, recuperando anche due gol di svantaggio contro l’Inghilterra ai supplementari.

L’Italia, campione d’Europa in carica, distratta dalle polemiche e dal continuo dualismo tra Mazzola e Rivera, ebbe difficoltà nel girone iniziale. In scioltezza invece il match con il Messico, padrone di casa, per 4 a 1.

L’Italia, guidata dal Ct Ferruccio Valcareggi, schierava titolari: Enrico Albertosi, Tarcisio Burgnich, Giacinto Facchetti, Pierluigi Cera, Roberto Rosato; Mario Bertini, Sandro Mazzola, Giancarlo De Sisti; Angelo Domenghini, Roberto Boninsegna, Luigi Riva. Grande escluso dall’undici iniziale fu Gianni Rivera. Ma per questo ci sarà tempo.

Italia-Germania: 90 minuti sembrano tanti, ma…

Il match girò subito a favore dell’Italia. All’8º minuto di gioco, dopo una bella combinazione con Riva, Boninsegna riceve il pallone e con un potente sinistro supera Sepp Maier, sbloccando così il punteggio. Per i successivi ottanta minuti, l’Italia adotta una tattica attendista, difendendo con efficacia e cercando il contropiede. La difesa italiana, aiutata anche dall’arbitro che non concede tre calci di rigore alla Germania Ovest, tiene a bada gli attaccanti avversari come Seeler e Müller.

Il capitano tedesco Beckenbauer, nonostante un infortunio alla spalla al 65º minuto, rimane in campo con il braccio fasciato (un immagine simbolo del Kaiser). Albertosi, portiere italiano, viene graziato da una traversa colpita da Overath al 64º minuto e salva il risultato parando un colpo di testa pericoloso di Seeler a un minuto dal termine.

Nel recupero però avviene il primo colpo di scena: Schnellinger segna il gol del pareggio per la Germania Ovest, portando la partita in parità due minuti e mezzo oltre i tempi regolamentari.

I leggendari tempi supplementari

I tempi supplementari furono un incubo per entrambe le squadre. Fu tutto un turbinio di emozioni. La Germania Ovest si porta in vantaggio al 94º minuto con il nono gol nel torneo di Müller, che sfruttò un errore difensivo di Poletti. Quattro minuti dopo, l’Italia risponde con un gol di Burgnich, approfittando di un errore difensivo tedesco su calcio piazzato di Rivera. Poco prima della fine del primo tempo supplementare, all’11º minuto, l’Italia ripassa in vantaggio. Azione individuale di Riva su assist di Domenghini, che con un sinistro preciso rimetteva avanti gli azzurri. Tutto questo solo nei primi quindici minuti supplementari.

Nel secondo tempo supplementare, al 110º minuto, la Germania Ovest pareggia con un colpo di testa potente di Seeler su cross da calcio d’angolo, che Müller prolunga in tuffo trovando lo spiraglio tra Rivera e il palo.

Gli Azzurri reagiscono subito e pochi secondi dopo riprendono il vantaggio con una brillante azione corale culminata dal centrocampista del Milan Rivera (entrato al 46° del primo tempo al posto del giocatore dell’Inter Mazzola), che segna il gol del definitivo 4-3 su assist rasoterra di Boninsegna.

Le cinque reti segnate da entrambe le squadre nei trenta minuti dei tempi supplementari costituiscono ancora un record per una partita della fase finale di un campionato mondiale.

Al triplice fischio finale, la Nazionale italiana raggiunge la finale del mondiale dopo 32 anni.

Partido del Siglo

“El Estadio Azteca, rinde homenaje a las selecciones de: Italia y Alemania protagonistas en el Mundial de 1970, del Partido del Siglo”.

Questa la targa commemorativa per quella che oggi è ancora ritenuta da molti un manifesto per il calcio mondiale. L’incontro è considerato uno dei momenti più emozionanti nella storia dello sport italiano e post-bellica. Ma non solo: ha avuto un significativo impatto sulla cultura di massa italiana nel corso dei decenni. Famosissima la pellicola del 1990 “Italia-Germania 4-3”, che rappresenta questo evento come un punto di svolta culturale e generazionale.

Nonostante questo c’è anche chi ha avuto disapprovazione verso questo match. Soprattutto quei “puristi” che preferivano e preferiscono la tattica all’agonismo intenso. Sta di fatto che a distanza di 55 anni questa partita resta nell’immaginario di molti.

 

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Ronaldo: 26 anni fa il primo gol in un Mondiale

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Esattamente il 16 giugno ’98, nel Mondiale di Francia, Ronaldo il Fenomeno esplodeva nella competizione per nazionali col Brasile segnando il suo primo gol.

Il brasiliano -al primo vero Mondiale da titolare e fresco di Pallone d’Oro– esplodeva, dopo un esordio a secco, contro il Marocco segnando il primo gol ad una manifestazione per nazionali con i verdeoro. Il primo di molti.

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Ronaldo: in Francia il primo sigillo verdeoro

E’ opportuno però fare un pò di chiarezza. Per il Fenomeno si tratta della partecipazione numero 2 ad un Mondiale. Infatti Ronaldo nel 1994 aveva preso parte alla spedizione verdeoro negli States. Quel Mondiale il Brasile lo aveva vinto ai danni della nostra Italia. Ma Ronnie quella manifestazione l’aveva soltanto vista dalla panchina. Infatti diventerà a fine torneo il secondo minorenne a vincere un mondiale, dopo Pelé nel 1958.

Ma veniamo all’estate del 98′. Ronaldo arriva a questa competizione con il vento in poppa. Per lui la conquista, con la sua Inter, della terza Coppa Uefa, laureandosi con sei reti capocannoniere della manifestazione e mettendo a segno, nella finale contro la Lazio, un gol gioiello. A questo vanno ricordati il Pallone d’Oro e la Coppa America della stagione precedente vinta con la sua nazionale.

Sulle sue spalle pesano le speranze mondiali di un’intera nazione. La sfida inaugurale non è di quelli idilliaci. Il Fenomeno rimane a secco di reti. Diversa la situazione il 16 giugno 1998. Contro il Marocco Ronaldo sigla il suo primo gol Mundial. Rete spettacolare del verdeoro, che con una staffilata di collo destro, di prima dal limite dell’area, vale per il team di coach Zagallo il momentaneo 2-0.

A fine mondiale saranno 4 le reti siglate nella spedizione transalpina. Purtroppo per lui e tutto il Brasile terminerà purtroppo con una sconfitta in finale, dove a trionfare è un suo compagno di squadra: Youri Djorkaeff.

Il Fenomeno però si rifarà, 4 anni dopo, battendo la Germania in finale del Mondiale nippo-koreano trascinando la sua compagine con 8 gol, puntando deciso il record di gol di Gerd Muller.

Record che supererà definitivamente nel Mondiale di Germania 2006, mettendo a referto 3 reti e scavalcando così l’attaccante tedesco: 15 vs 14.

 

 

 

 

 

 

 

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