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Mondiale per Club

PSG, 2-0 al Bayern con Doué-Dembélé: Luis Enrique in semifinale

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FIFA

PSG vola in semifinale del Mondiale per Club, dove incontrerà la vincente di Real Madrid-Borussia Dortmund: Doué e Dembélé stendono il Bayern.

Luis Enrique è a due partite dalla conquista del quinto trofeo nell’anno solare 2025. Allori che potrebbero diventare sei, qualora il PSG dovesse battere anche il Tottenham nella Supercoppa Europea che si giocherà ad Agosto. La macchina perfetta del tecnico catalano sistema anche il Bayern Monaco, probabilmente la squadra più temibile fra quelle rimaste assieme al Real Madrid, e si avvicina alla finale.

Il PSG è perfetto: soffre, ma in 9 elimina anche Kompany

Eccezion fatta per Dembélé, inizialmente in panchina, Luis Enrique sceglie l’undici migliore possibile per i quarti di finale contro Kompany. E il fatto che il tecnico catalano possa permettersi il lusso di relegare a super-sub forse il miglior giocatore della scorsa stagione calcistica, la dice lunga. Non è da meno però la compagine bavarese, che deve fare a meno del lungodegente Davies ma può contare sul nuovo arrivato Tah.

L’ex leader difensivo del Bayer Leverkusen si è integrato subito nella retroguardia bavarese, come se giocasse a Monaco da sempre, e l’atteggiamento di squadra premia i teutonici per due terzi abbondanti della gara. Conservativi, sì, ma non passivi. Kompany prepara una partita che non è nelle sue corde e nemmeno in quella dei suoi ragazzi, ma contro una squadra del genere il blocco medio-basso è quasi un obbligo.

Il Bayern lascia volentieri la palla ai propri avversari, ma cerca comunque di andarli a prendere alti per non permettere ai parigini di giocare la partita che sono sempre stati abituati a fare. La pressione funziona e nel primo tempo il Bayern ha due occasioni importanti per sbloccare il risultato. Prima Olise, destro da posizione defilata, e poi con un anticipo di Musiala nell’area piccola: respinti ottimamente da Donnarumma.

Anche il PSG prova ad impensierire Neuer, soprattutto con l’ex Napoli Kvaratskhelia, ma il primo tempo scivola via sui binari dell’equilibrio, con i teutonici che addirittura riescono a farsi preferire. Proprio nell’ultimo minuto di recupero della prima frazione, però, l’impasse della partita viene rotto dal bruttissimo infortunio alla caviglia proprio per Musiala: rimasto a terra dopo uno scontro fortuito con il numero uno azzurro.

Il Bayern perde quindi il suo uomo migliore, quello in grado di far arrivare dall’altra parte la palla con qualità e con pochi dubbi, vedendosi costretto a cambiare il piano partita. Quella pressione e quell’attenzione difensiva non potevano durare in eterno, specie con queste temperature, e allora i bavaresi si allungano subito ad inizio ripresa, nel tentativo di cogliere di sorpresa un PSG sin lì distante da quello visto in stagione.

La partita si apre e i parigini provano subito a punire il coraggio tedesco, con Barcola che però si fa ipnotizzare da uno straordinario volo d’angelo di Neuer a pochi minuti dall’inizio della ripresa. La partita diventa più viva, ma sono i francesi a piegare a loro l’inerzia della partita: grazie alla rete del solito Desiré Doué. Il grosso per Luis Enrique sembra fatto, ma nei minuti finali la gara rischia il clamoroso ribaltone.

L’ex difensore dell’Eintracht Pacho viene espulso, rompendo quella partnership con Marquinhos che tanto bene aveva fatto nella scorsa stagione, e il Bayern si riversa in avanti alla disperata ricerca del pari. Il PSG cerca di stringere i denti, ma, a recupero appena iniziato, Lucas Hernandez (fratello di Theo subentrato proprio per via dell’espulsione di Pacho) si fa espellere a sua volta. La sofferenza dei campioni d’Europa viene però spezzata dal sigillo di Dembélé, che entra dalla panchina e chiude la partita su assist di Hakimi.

Ora in semifinale i parigini incontreranno una Real Madrid e Borussia Dortmund, con l’eventuale finali che li metterebbe di fronte al Fluminense o al Chelsea di Enzo Maresca. Comunque vada, la sensazione è che, eliminando il Bayern, il grosso sia stato fatto. Quella messa in piedi dall’ex allenatore di Barcellona e Roma è una macchina perfetta, che si appresta a scrivere un’altra straordinaria pagina della sua storia.

PSG

Mondiale per Club

Chelsea, Maresca è solo l’ultimo: il legame tra i Blues e i tecnici italiani

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Chelsea

Il Chelsea di Maresca, dopo la Conference League, si aggiudica anche il Mondiale per club. La tradizione tra i tecnici italiani e i Blues continua…

Il Chelsea di Enzo Maresca è sul tetto del mondo. Tutto facile per i Blues che nel fantastico impianto newyorkese del MetLife Stadium hanno annientato il Paris Saint Germain con un netto 3-0, maturato nel primo tempo.

Dopo la Conference League conquistato contro il Betis, il Chelsea si porta a casa una doppietta di trofei niente male. La prima esperienza sulla panchina del club inglese per l’ex vice di Guardiola è stata molto positiva. Infatti, oltre ad aver portato in bacheca due trofei, Maresca ha anche guidato il Chelsea al terzo posto, valido per la qualificazione alla prossima Champions League.

L’ex tecnico del Leicester ha già conquistato i cuori dei tifosi dei Blues. Ma questa non è una novità. Infatti, la storia ci insegna che tra il lussuoso quartiere londinese e i colori italiani c’è sempre stato un fortissimo legame. Maresca non è il primo italiano a portare in alto il Chelsea. Diversi sono gli azzurri che sono passati sia in campo che in panchina e che sono rimasti molto legati ai Blues.

Chelsea

Il primo che viene in mente è sicuramente Gianluca Vialli. L’ex gemello del goal arriva a Londra sotto la guida di Gullit, dove vince subito una FA Cup. Dopo l’addio dell’olandese, Vialli diventa player-coach e in questo doppio ruolo vince una Supercoppa UEFA e conquista uno storico secondo posto.

A sedersi sulla panchina del Chelsea nel lontano 2009 arriva anche Carlo Ancelotti con il suo iconico sopracciglio che porta in bacheca un incredibile double: Premier League ed FA Cup. Prima dell’arrivo dell’attuale ct del Brasile mai nessuno era riuscito a compiere la doppietta sulla panchina dei Blues. Un altro tecnico che sicuramente rimarrà nella storia del Chelsea è Roberto Di Matteo, colui che ha portato a Stamford Bridge la prima storica Champions League. Il 19 maggio 2012 batte il Bayern Monaco ai rigori grazie ad un “meravigliosamente, immensamente Drogba” che trascina la propria squadra al titolo più ambito.

Drogba, Chelsea

La storia dei tecnici italiani sulla sponda blu di Londra non si ferma certo qui. Nel 2016 arriva il “serial winner”, quello capace di vincere in ogni piazza (l’ha dimostrato quest’anno a Napoli, come se ce ne fosse bisogno): Antonio Conte. L’ex Juve al primo anno domina la Premier League con 30 vittorie in 38 giornate. L’anno successivo si porta anche a casa una FA Cup contro lo United di Mourinho.

Infine nell’annata 2018-19 arriva Maurizio Sarri. L’ex Napoli può fare affidamento su un Eden Hazard in gran spolvero che trascina i Blues alla vittoria dell’Europa League contro i rivali di sempre dell’Arsenal.

La connessione tra il Bel Paese e il Chelsea continua a scrivere pagine importanti di storie e noi ci auguriamo che anche Enzo Maresca possa continuare su questa scia, da lui stessa disegnata.

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Mondiale per Club

Chelsea, una vittoria da outsider come nel 1998 in Supercoppa europea

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Mondiale per Club

La vittoria di ieri nel Mondiale per club del Chelsea contro il PSG ricorda molti la vittoria in  Supercoppa europea 1998 contro il Real Madrid da outsider.

Ieri il Chelsea ha vinto il Mondiale per club battendo il PSG in finale a sorpresa: una vittoria da outsider dei Blues, che ricorda molto quella in Supercoppa europea nel 1998 contro il Real Madrid di Raul.

Chelsea, i Blues vincono il Mondiale per club battendo il PSG in finale, vittoria contro ogni pronostico come fu quella in Supercoppa europea nel 1998 contro il Real Madrid di Raul

London, United Kingdom, 7th August 2024:- Outside Stamford Bridge, the home of Chelsea Football Club

Chelsea, i Blues vincono il Mondiale per club da outsider: una impresa simile quella del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid

Il Chelsea chiude la sua straordinaria stagione vincendo il Mondiale per club, battendo il PSG campione d’Europa in finale per 3 a 0, per Enzo Maresca è il secondo trofeo stagionale dopo la Conference League di maggio contro il Betis. La vittoria dei Blues è stata davvero contro tutti i pronostici, visto che il PSG aveva vinto e stravinto tutto in questa stagione, sembrava davvero un armata invincibile. Ma si sa,  nel calcio i pronostici si possono ribaltare nel campo di gioco, questa impresa a molti tifosi Blues è ricordata quella dell’agosto del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid campione d’Europa di Raul.

Anche in quella occasione, i Blues partivano sfavoriti, non per la formazione, che era di livello altissimo tanto che il compianto Gianluca Vialli decise di non scendere in campo, vestendo solo i panni del tecnico, delegando l’attacco a Zola e Casiraghi, mica chiunque. Certo, le merengues erano uno squadrone, oltre Raul c’erano anche Redondo, Seedorf, Hierro, Sanchis, Mijatovic e Roberto Carlos, tanto che Guus Hiddink si permise di tenere in panchina nientemeno che Fernando Morientes. Ma alla fine la spuntarono i Blues di misura per 1 a 0, con la rete di Gustavo Poyet. Quindi, un impresa da outsider, che ancora una volta dimostra che i pronostici lasciano il tempo che trovano e conta ciò che si fa nei 90 minuti di gioco, come lo ha dimostrato il Chelsea ieri sera ed anche quello del lontano 1998.

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Mondiale per Club

Mondiale per Club: duello spettatori Real Madrid-Psg

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Chelsea

Con il Mondiale per Club ormai terminato è tempo di tirare le somme sulla nuova competizione organizzata dalla FIFA. A partire dall’affluenza media. 

Al Metlife Stadium di East Rutherford la competizione mondiale per club registrava 81.118 presenze, rendendo l’atto finale tra Chelsea e Psg l’incontro più visto, seppur di poco, del torneo.

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Spettatori Mondiale per Club: il duello che non ti aspetti

Si perchè la finale per poche centinaia di spettatori supera quel Psg e Atletico Madrid della fase a gironi che aveva registrato 80.619 spettatori. Alla fine della fiera, o per meglio dire del torneo, la spuntata il Chelsea di Enzo Maresca, che aggiunge un altro trofeo dopo la Conference League. Ma non solo. Con il successo nel Mondiale per Club il Chelsea diventa l’unica squadra ad aver vinto almeno una volta tutte e 5 le competizioni europee.

C’è da dire che, non con molto stupore però va segnalato, che nessuna delle due finaliste ha registrato un’affluenza media inferiore rispetto agli altri club, pur essendo arrivate fino in fondo. I campioni in carica addirittura terminano il loro torneo al 5o posto per affluenza media, dietro addirittura all’Atletico Madrid martoriato a suon di gol dalla squadra transalpina.

Si conferma squadra dal Dna internazionale il Real Madrid. La squadra del neo allenatore Xabi Alonso si conferma prima alla fine del torneo con 68.962 spettatori medi per partita, pur essendo arrivata fino in finale. Ma la squadra spagnola aveva affermato il suo dominio già nella fase a girone. A chiudere il podio la squadra di Luis Enrique, seconda, con 68.019 spettatori di medi e l’Inter Miami di Leo Messi, arrivato agli ottavi, con 54.799.

Quasi snobbate le italiane. Entrambe uscite agli ottavi di finale, la Juventus si è in qualche modo difesa, mentre differente la situazione dell’Inter. La Vecchia Signora ha chiuso al 13esimo posto con una media di 41.651. L’Inter ha chiuso il percorso nella caldissima Charlotte supportato da 20.030 spettatori. Tuttavia, quest’ottavo di finale è risultato il match meno visto dalla fase a eliminazione diretta in poi. I nerazzurri chiuderanno poi con una media di 32.596, la terzultima fra le europee.

Peggio di loro infatti, a livello europeo, solamente il Salisburgo (28.573) ed il Benfica 30.380).

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