Mondiale per Club
Atletico Madrid-Seattle (3-1) e Simeone riprende a sorridere

L’Atletico Madrid vince la seconda gara contro il Seattle e riprende una posizione di prestigio nel girone B. Cercando di dimenticare la sconfitta di esordio
Siamo ancora nella fase dei gironi di questo Mondiale per Club che sta producendo moltissime sorprese – almeno dal punto di vista delle prestazioni in campo – ed appaiono i redivivi dell’Atletico Madrid.
La squadra di Simeone, infatti, non aveva mostrato una buona tenuta del campo, delle energie e della motivazione quando aveva sonoramente perso per 4 reti a 0 contro il PSG di Luis Enrique (squadra vincitrice della Champions League).
Un esordio che aveva lasciato un po’ tutti con la bocca storta perché perdere brucia, ma così può essere troppo! Bene, i demoni sembrano – almeno per ora – aver lasciato la squadra dei colchoneros che si è ripresa la scena ed ha vinto ed in scioltezza.
Già perché se si analizza la partita si nota che la squadra spagnola aveva segnato 2 reti nel primo tempo e ne aveva aggiunta una terza al 55′ mentre la squadra statunitense mostrava evidenti limiti di tenuta in campo.
Parliamo di due squadre di livello molto differente e questa differenza si è palesata con forza durante tutti i minuti di gioco.

26/11/2020 Turin. Football match of UEFA Champions League. Juven
Goals e marcatori di questo match Atletico Madrid-Seattle
Andiamo un po’ più nel dettaglio: già nei primi 15 minuti l’Atletico avrebbe potuto essere sopra di tre goal perché – oltre ai goals di Barrios (al 11′ e poi al 55′ la prima e la terza rete per la sua squadra) – ci sono state altre due occasioni davvero importanti per il club prodotte da Alvarez (prima) e Sorloth (poi) e, infine, il secondo goal siglato Axel Witsel (al 47′). Tutto questo mentre la difesa del Seattle cercava di capire come organizzarsi in campo.
Oltre alla reta segnata e a queste occasioni sprecate, la squadra di Simone ha impresso una visione di gioco (da club navigato quale è) ed ha riscattato la bruttissima sconfitta d’esordio;
Dall’altra parte, invece, il discorso è stato ben diverso e la squadra americana non ha saputo e potuto gestire la tenuta in campo dell’Atletico; un altro livello di gioco individuale e come squadra! Unica consolazione è non aver chiuso con una sconfitta netta ma aver prodotto il goal della bandiera – dell’orgoglio – arrivato al 50′ con Albert Rusnak.
Certo per la squadra di Simeone la strada è ancora in salita ma almeno può sorridere alla ritrovata vittoria che lo ha rimesso in carreggiata nel Girone B ed ora deve prepararsi per il match contro il Botafogo.
Mondiale per Club
Real Madrid massacrato dal PSG (0-4): tutto troppo facile a New Jersey

Non c’è storia fra Real Madrid e PSG, nella seconda semifinale del Mondiale per Club: Luis Enrique troverà Enzo Maresca in finale.
Ennesima prestazione straripante del meraviglioso PSG di Luis Enrique, che si fregia di un altro scalpo illustre (il Real Madrid, dopo il Bayern Monaco) e si conferma la squadra più forte del mondo.
Troppo PSG per il Real: ora il Chelsea di Maresca in finale
Non c’è bisogno del titolo di campione del mondo (a livello di club) per stabilire che il PSG sia la squadra più forte del mondo. Quattro trofei, en plein in patria (Ligue 1, Coupe de France e Trophée des Champions) e la sonora lezione di calcio impartita all’Inter in finale di Champions League. Copione che si è ripetuto, quasi come un déjà vu, con il Real Madrid, nella gara che valeva la finale della prima edizione del Mondiale per Club.
Ora, fra il PSG e il quinto trofeo del 2026 (che potrebbero diventare sei qualora i parigini vincessero anche la Supercoppa Europea contro il Tottenham), c’è solo il Chelsea di Enzo Maresca. Fra i francesi e gli spagnoli non c’è mai partita, con i transalpini che sono già avanti di tre gol quando il tabellone luminoso dello stadio non ha neppure superato la mezz’ora. Parte bene il Real, anche se in realtà erano partite bene entrambe.
La partita è piacevole nei primi minuti, con le Merengues che hanno la prima occasione della partita con Bellingham, ma poi il PSG sale rapidamente in cattedra. Due parate importanti di Courtois, prima che Fabian Ruiz sblocchi il risultato approfittando di un pasticcio del canterano Asencio: schierato titolare al posto dello squalificato Huijsen, dato che l’ex Juventus era stato espulso contro il Borussia Dortmund.
Il giovane spagnolo, però, prosegue nel suo Mondiale per Club da incubo. In questa edizione del torneo aveva infatti giocato una sola partita: quella contro il Pachuca, dove era stato espulso dopo appena sette minuti. Da quel momento in avanti non aveva più giocato, se si eccettuano i cinque minuti conclusivi della partita proprio contro la BVB. Tirato fuori dalla naftalina, il prodotto della Cantera blanca pasticcia un pallone in area di rigore facendoselo portare via da Dembélé. Il francese viene steso da Courtois, ma l’ex Napoli ribatte a rete.
Il Real prova subito a scuotersi, con un’iniziativa personale del grande ex Mbappé, ma un altro errore marchiano (questa volta di Rudiger, il più esperto del reparto arretrato) consente allo stesso Dembélé di involarsi verso la porta avversaria. DemBolt è in stato di grazia e, quest’anno, non sbaglia mai. 2-0 e l’impressione che fra le due squadre ci sia qualche categoria di differenza. Sensazione poi corroborata sempre da Fabian Ruiz, che, intorno alla mezz’ora, sublima una straordinaria azione corale con la doppietta personale.
Da quel momento in poi è accademia parigina, con il Real che prova a scuotersi (soprattutto ad inizio secondo tempo) ma che non riesce mai realmente a impensierire la porta difesa da Donnarumma. Nel finale arriva anche il gol del 4-0 di Goncalo Ramos, subentrato nella ripresa, con tanto di commovente dedica al compianto Diogo Jota. Le attenuanti per Xabi Alonso ci sono, dalle tante assenze al poco tempo avuto a disposizione per lavorare, ma anche la colpa di aver impostato un piano partita semplicemente folle.
Se lo spartito tattico preparato da Luis Enrique non stona una nota, quello del suo omologo basco fa acqua da tutte le parti. Se è vero che il PSG vanta un novero di soluzioni praticamente sterminato ed è capace di farti male in ogni modo, a prescindere dall’atteggiamento che adotti in campo, è altrettanto vero che difendere con una linea così alta contro una squadra così letale nell’aggredire gli spazi è un suicidio.
Il Real sin qua aveva fatto vedere segnali incoraggianti su come la rivoluzione (tecnica e culturale) voluta da Xabi Alonso stesse attecchendo sui giocatori, ma aveva anche mostrato perplessità che sono tutte venute al pettine in questa partita. E, soprattutto, c’è il “caso” Mbappé. Lui continua a segnare, ma nel frattempo la sua squadra non vince nulla; delude in praticamente tutte le competizioni a cui prende parte e soprattutto mostra una preoccupante involuzione collettiva sin dall’arrivo in rosa del fuoriclasse francese.
Il PSG, al contrario, una volta potata l’ultima “mela marcia” e disintossicato lo spogliatoio, è diventata una macchina di corale perfezione. Per qualsiasi squadra, al di fuori dello stesso PSG, perdere un giocatore di quel valore e che ha richiesto una spesa tanto esosa sarebbe stato un disastro economico. I parigini non solo l’hanno assorbito da un punto di vista economico, tanto da essere arrivati a spendere circa 240 milioni (fra la sessione estiva e quella invernale) nell’anno della sua partenza a parametro zero, ma anche tecnico-tattico.
Il PSG è indubbiamente più forte senza Mbappé, il Real indubbiamente più debole. Non può certamente essere soltanto colpa sua, ma anche la stessa Francia (se si eccettua il Mondiale del 2018 e la trascurabile Nations League del 2021) ha sempre underperformato con lui in campo. Prima ancora che l’imposizione della propria filosofia di gioco in un club tradizionalmente restii a cambi pelle così profondi, la missione che attende Xabi Alonso è quella di mettere Mbappé al centro di un Real Madrid nuovamente Galactico: da questa impresa, più di ogni altra cosa, dipende il suo destino sulla panchina del Bernabeu.

Kylian Mbappé ( foto KEYPRESS )
Mondiale per Club
PSG-Real Madrid, risultato in diretta: LIVE (0-0)

PSG-Real Madrid, queste le formazioni ufficiali per la sfida delle 21 tra la squadra di Xabi Alonso e quella di Luis Enrique. Manca sempre meno alla sfida che deciderà l’altra finalista insieme al Chelsea. Novità Doue e Garcia per i due tecnici.
PSG-Real Madrid, il tabellino:
REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Valverde, Rudiger, Asencio, F. Garcia; Tchouameni, Arda Guler, Bellingham; Vinicius Junior, G. Garcia, Mbappé. All. Xabi Alonso.
PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes; Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Doue, Dembelé, Kvaratskhelia. All. Luis Enrique.
Mondiale per Club
PSG-Real Madrid, le ultimissime sulle formazioni

PSG-Real Madrid, manca sempre meno all’attesa semifinale tra la squadra di Luis Enrique e quella di Xabi Alonso, in una rivisitata gara da Champions. Tridente leggero per l’ex Barca mentre lo spagnolo conferma Mbappè.
PSG-Real Madrid, le probabili formazioni:
PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes; Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Dembelé, Barcola, Kvaratskhelia. Allenatore: Luis Enrique.
REAL MADRID (3-4-2-1): Courtois; Rudiger, Tchouameni, Asencio; Alexander-Arnold, Valverde, Arda Guler, Fran Garcia; Bellingham, Vinicius Junior; Mbappé. Allenatore: Xabi Alonso.
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