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EURO 2020: il cammino dell’Italia di Mancini

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Italia, Mancini

Oggi, 4 anni fa, iniziava EURO 2020 con l’Italia che dava via al torneo contro la Turchia. E’ solo l’inizio di una cavalcata a dir poco strepitosa.

Sono passati 4 anni dal trionfo dell’Italia agli Europei del 2020 (giocati nel 2021 a causa della pandemia di Covid-19). Un cammino iniziato con 3 vittorie su 3 nel girone e concluso con una vittoria ai rigori in finale.

Diversi i protagonisti di questo cammino: Bonucci, Insigne, Chiesa, Jorginho, Spinazzola, Locatelli e tanti altri. Andiamo dunque a vedere il cammino degli Azzurri EURO 2020.

EURO 2020, il trionfo dell’Italia: 3 su 3 ai gironi

EURO 2020

IL PALLONE DI EURO 2024 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La cosa particolare di questi Europei è che sono ospitati da tutta l’Europa, anziché uno o due paesi. La partita inaugurale si gioca l’11 giugno 2021 con l’Italia che ospita la Turchia allo Stadio Olimpico di Roma.

Dopo un primo tempo bloccato, nella ripresa arriva il vantaggio degli Azzurri grazie ad un autogol di Demiral (53′). Dopodiché, la squadra di Roberto Mancini si scatena e arrivano le reti di Immobile (66′) e Insigne (79′): finisce 0-3

La seconda partita del girone è contro la Svizzera e l’Italia vince con lo stesso risultato ottenuto contro la Turchia.  L’eroe a sorpresa della gara è Manuel Locatelli che segna una doppietta (26′, 52′). Nel finale arriva anche il gol di Immobile (89′) per il definitivo 3-0.

L’ultima partita del girone è contro il Galles con entrambi le squadre che sono già qualificate agli ottavi. Mancini decide di fare turnover in vista degli ottavi, ma gli Azzurri riescono comunque a fare 3 vittorie su 3. Decide Pessina di con un gol di testa nel primo tempo (39′).

L’esplosione di Chiesa e la perla di Insigne

Agli ottavi, l’Italia incontra l’Austria: dopo aver giocato le tre partite dei gironi a Roma, la sfida contro Das Team si gioca a Wembley. Gli Azzurri soffrono più del previsto e l’Austria nel secondo tempo va addirittura in vantaggio con gol di Arnautovic (64′): ma il gol viene annullato per fuorigioco.

La partita va ai supplementari e per gli Azzurri la risolvono i panchinari: Chiesa (95′) e Pessina (105′). Nel secondo tempo supplementare, l’Austria riesce a riaprire la partita con gol di Kalajdzic ma non basta: l’Italia è ai quarti di EURO 2020 e affronterà il Belgio.

La sfida con il Belgio si gioca in Germania all’Allianz Arena e succede tutto nel primo tempo. La sbloccano gli Azzurri con gol di Barella (31′), poi arriva il raddoppio con un bellissimo destro a giro di Insigne (44′). Il Belgio riesce poi a riaprirla a fine primo tempo con un rigore di Lukaku (45+2).

L’Italia riesce a resistere nella ripresa e ad approdare in semifinale dove affronterà la Spagna. Unica nota negativa è l’infortunio di Spinazzola: lesione al tendine d’Achille sinistro per lui.

La semifinale con la Spagna si gioca a Wembley e le Furie Rosse sembrano più in forma e  creano diverse occasioni pericolose. Ma nella ripresa è l’Italia a sbloccarla con un bellissimo gol di Chiesa (60′).

A 10 dalla fine però, arriva il pareggio della Spagna grazie a Morata: il risultato rimane sull’1-1 e si va dunque ai rigori. E’ lo stesso Morata a condannare le Furie Rosse, facendosi parare il rigore da Donnarumma: Jorginho ne approfitta e segna il rigore che manda gli Azzurri in finale.

La notte magica di Wembley

La finale si gioca nuovamente a Wembley, proprio contro l’Inghilterra. I padroni di casa ci mettono solo 2 minuti a sbloccare la partita grazie a Luke Shaw: un gol che potrebbe essere una mazzata per la banda Mancini.

L’Italia però non molla e cerca in tutti i modi il pareggio, che arriva nella ripresa grazie a Bonucci (67′). I ritmi rallentano e la partita va ai rigori, proprio come la finale di Berlino nel 2006 contro la Francia.

Gli errori di Rashford e Sancho regalano a Jorginho l’opportunità di segnare nuovamente il rigore decisivo: ma Pickford para il tiro dal dischetto. Subito dopo però, Donnarumma riesce a parare il rigore di Saka e la festa può cominciare: l’Italia è Campione d’Europa.

Europei

11 giugno 1992: la favola della Danimarca aveva inizio

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Europei Under 21

Esattamente 33 anni fa, nel giugno del ’92, la Nazionale della Danimarca cominciava il suo improbabile, ma eccezionale, percorso verso la vittoria dell’Europeo.

La Nazionale del Nord Europa, contro ogni pronostico, cominciava il suo percorso verso il trofeo europeo grazie anche -e soprattutto- ad una fortunata serie di eventi.

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Danimarca: un ripescaggio inaspettato

E pensare che la competizione europea per nazionali la Danimarca non doveva neppure giocarla. Poi, a maggio 1992, a poco meno di un mese dall’inizio della nona edizione dell’Europeo, la Danimarca riceve un invito speciale. La UEFA ripesca la squadra danese per giocare la fase finale del torneo in programma in Svezia. Tutto grazie all’esclusione della Jugoslavia dalle competizioni sportive a seguito della guerra nei Balcani. La Danimarca infatti, arrivata seconda nel girone degli slavi, diventa  la sua naturale sostituta.

Richard Møller-Nielsen, allenatore danese, si mette a lavorare immediatamente. I suoi giocatori sono tutti in vacanza. Deve rintracciarli a uno a uno, a partire dal capitano Lars Olsen. Sullo sfondo però anche il rifiuto di Michael Laudrup. Le motivazioni erano riposte nel contrasto con l’allenatore e nella brutta figura dell’Europeo precedente in Germania (zero punti in tre partite). Al massimo l’obiettivo è non cadere nel ridicolo. Con poco tempo per allenarsi. Un Laudrup c’è, ma di nome fa Brian (fratello minore del più forte e titolato Michael). La Danimarca quindi si presenta in Svezia, con la sensazione che la sua apparizione sarà breve.

L’inizio del viaggio

I danesi sono inseriti nel gruppo A insieme all’Inghilterra, la Francia e la Svezia. Mentre nel gruppo B  i campioni uscenti dell’Olanda, il CSI (ex URSS), Germania e Scozia. Solamente queste 8 squadre partecipano alla manifestazione.

Il cammino dei danesi inizia proprio contro l’Inghilterra. La partita non è stata entusiasmante e finisce 0 a 0. Quel match però è anche l’inizio della favola. In quella gara, la squadra dei “Tre Leoni”, nonostante sia più forte, non riesce a rendersi pericolosa. Lineker, l’eroe dell’Inghilterra nei Mondiali ’86 non è più lo stesso e ormai ha 32 anni. Platt, neo acquisto della Juventus, come riportato su La Stampa predica nel deserto.

Gli inglesi provano ad andare in vantaggio ma la conclusione di Platt è debole. Schmeichel poi si supera, mettendo in calcio d’angolo una girata di Smith. Anche i cambi tengono in allerta la retroguardia danese con Daley che entra al posto di Curle. Solo una grande parata dell’estremo difensore danese non ha regalato il vantaggio all’Inghilterra.

Dall’altra parte la squadra di Moller Nielsen è a corto di preparazione visto il ripescaggio all’ultimo, al posto della Jugoslavia. Tuttavia riesce a gestire le sue forze. E grazie anche a giocatori dotati di una notevole intelligenza tecnica come Laudrup sono riusciti anche ad impensierire la squadra avversaria.

Dopo aver tenuto botta grazie alla difesa e al portiere, riescono a rendersi pericolosi in attacco con un palo di Jensen a portiere battuto. Poi è Laudrup ad avere una buona occasione ma la spreca. Ecco quindi, il motivo di una partita che termina a reti inviolate. Un pareggio scialbo che, però, è l’inizio di qualcosa di più importante, che si concretizzerà il 26 giugno 1992. Ma questa è tutta un’altra storia da raccontare.

 

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Europeo 1968, Italia: quando una monetina decide una semifinale

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Esattamente 57 anni fa, il 5 giugno 1968, l’Italia strappava il pass per la finale dell’Europeo battendo l’URSS, in un modo tutt’altro che ordinario.

La Nazionale, guidata da Valcareggi, allo stadio San Paolo di Napoli vendicava la sconfitta maturata quattro anni prima contro la rappresentativa sovietica.

italia

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Italia-URSS: la cronaca

Quell’Europeo italiano segnava un grande cambiamento per il sistema del torneo. Infatti per la prima volta venivano introdotti i gironi. Fino ad allora, nel 1960 ed il 1964, il sistema della competizione prevedeva partite ad eliminazione diretta. Vennero stabiliti otto gironi, e i rispettivi vincitori si sarebbero qualificati direttamente ai quarti di finale. Le otto squadre che si qualificarono furono: SpagnaBulgariaUnione SovieticaJugoslaviaUngheriaItaliaFrancia e Inghilterra.

E così si arriva alla semifinale dell’Italia il 5 giugno. Mister Valcareggi deve fare i conti con un’assenza importante: quella di Gigi Riva. “Rombo di Tuono“, affetto da pubalgia, viene sostituito così da Pierino Prati. Il San Paolo è stracolmo: 75 mila spettatori ufficiali. Quasi 100 mila quelli reali.

La gara risulta davvero molto ardua sin dall’inizio. Oltretutto, Rivera si fa male in uno scontro di gioco con Afonin. Le sostituzioni non erano ancora previste. Così l’Italia si ritrova in inferiorità numerica, sebbene il rossonero rimanga in campo come ala destra, senza però dare un contributo alla causa.

A parte un palo colpito da Domenghini non succede granché per l’Italia. Servono i supplementari, dove Bercellino si fa male al ginocchio. Doppia inferiorità numerica azzurra. L’URSS così alza il ritmo per cercare di vincerla prima dei rigori che però… non ci sono.

Come non c’è la possibilità di ripetere la partita, per i tempi stretti dell’Europeo. Quando l’arbitro fischia tre volte, al minuto centoventi, la protagonista diventa la monetina. Un modo molto crudele, ancor più di quello attuale, di decidere chi passerà il turno e affronterà la Jugoslavia.

Una monetina può decidere un’intero percorso?

Il sorteggio avveniva in segreto, negli spogliatoi del San Paolo. L’arbitro Tschenscher convoca i due capitani, Facchetti e Shesternev, per lanciare una moneta da cinque Franchi svizzeri.

Facchetti sceglie testa, il russo accetta croce. Il primo lancio però non è quello decisivo. La monetina cade praticamente in verticale. Al secondo, invece, la Dea Bendata bacia il capitano dell’Inter (e della Nazionale).

Facchetti fa le scale e corre in campo a esultare, seguito da tutti i calciatori della Nazionale. C’è chi si vota e ringrazia San Gennaro. Una Napoli benevola festeggia insieme a loro. Un’atmosfera decisamente diversa da quella che ventidue anni dopo vedrà Italia-Argentina, con mezzo stadio a tifare l’albiceleste.

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Verso Euro32: solo uno stadio italiano pronto per il torneo

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fifa

L’Eurispes ha diffuso il consueto “Rapporto Italia” dedicato al 2025. In vista di Euro32, ad oggi, gli stadi italiani non rispetterebbero i canoni.

Il noto centro studi politici, economici e sociali, con questo rapporto, ha fotografato il temi degli “Stadi in Italia“, in vista dell’Europeo del 2032 che il nostro paese ospiterà insieme alla Turchia.

euro32

Torino (Italy) 26th June 2020. Italian Serie A. Juventus Fc vs Us Lecce. A general view of Juventus Stadium .

Euro32: solo lo Stadium in regola

“Nel 2032 l’Italia tornerà a ospitare un grande evento calcistico – si legge nel sunto del rapporto a disposizione -, ma dei 129 stadi omologati per almeno 5.500 persone, il 60% risale a un periodo compreso tra il 1920 e il 1970.

Ad oggi, in Italia esista un solo impianto pronto ad ospitare le partite di Euro32: si tratta dell’Allianz Stadium di Torino dove gioca la Juventus, mentre gli stadi ‘Olimpico‘ di Roma e ‘San Siro‘ di Milano, pur necessitando di lavori di ristrutturazione, sono vicini a rispettare i paletti imposti dalla UEFA.

Attualmente, nel nostro paese è prevista la costruzione di quattro nuovi stadi: lo stadio della Roma a Pietralata, il nuovo stadio del Cagliari e gli stadi di Taranto e Venezia. Gli stadi hanno ormai cambiato funzione: sono diventati dei luoghi capaci di produrre rilevanti flussi di cassa sulla base delle strutture e dei servizi che riescono a offrire come, ad esempio, musei dedicati alla squadra, business centers, palestre, piscine, ristoranti, alberghi e organizzazione di eventi.

Secondo un’analisi condotta da Deloitte, nel 2025, a livello globale, sono in corso progetti per la costruzione o l’ammodernamento di oltre 300 stadi sportivi. Se la percentuale media dei ricavi derivanti dallo stadio per le trenta società europee più importanti si attesta al 18%, in Italia i tre principali club ottengono dallo stadio ricavi totali intorno al 15%. Il principale problema per la costruzione di impianti sportivi nel nostro paese è legato alle più generali difficoltà a realizzare investimenti in infrastrutture”.

Rapporto Stadi: le conclusioni

Di seguito, invece, le conclusioni tratte dal medesimo Rapporto: “Il principale problema per la costruzione di impianti sportivi nel nostro Paese è legato alle più generali difficoltà a realizzare investimenti in infrastrutture. Una legge creata ad hoc per incentivare la realizzazione di nuovi stadi può essere uno strumento utile ma certamente non risolve i problemi più generali che il nostro Paese sperimenta, da decenni, nella realizzazione di grandi opere.

I problemi principali risiedono da un lato, nei lunghissimi tempi burocratici per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e, dall’altro, nell’incertezza legata ai tempi, ai costi e alla volontà politica dei Comuni. Questo non vuol dire che in Italia si debba arrivare ad un modello sullo stile di quello americano in cui i Comuni pagano buona parte delle spese per la costruzione di un nuovo stadio che però rimane proprietà privata del club che lo gestisce.

Ma il discorso cambia nel momento in cui si passa dal parlare di finanziare uno stadio alla costruzione di opere e infrastrutture collegate allo stadio, con il fine che la costruzione o l’ammodernamento di un impianto possano fare da traino per la riqualificazione di un intero quartiere”.

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