Champions League
Lazio vs Feyenoord 1-0: analisi e commento
La Lazio supera il Feyenoord (1-0) e lo scavalca in classifica. Decisiva la 200esima rete di Immobile in biancoceleste. Sarri vede gli ottavi.
Fatta eccezione per Pellegrini, a cui è stato preferito Lazzari, la formazione della Lazio è quella che vi avevamo preannunciato nell’antivigilia del match.
Slot, nonostante il recupero di Trauner, decide di non cambiare formazione e ripropone lo stesso undici che aveva schiantato i biancocelesti a Rotterdam.
Lazio vs Feyenoord: primo tempo
Musica della Champions che risuona nelle orecchie. Gara casalinga. La vitale necessità di fare risultato. I presupposti per aspettarsi un inizio di gara arrembante da parte della squadra di Sarri ci sono tutti.
La Lazio parte forte, come da attese, ma non riesce ad approfittare del momento di sbandamento iniziale degli olandesi. La prima svolta del match arriva grazie all’infortunio di Nieuwkoop. Non me ne voglia il ragazzo, a cui auguro anche un sincero in bocca al lupo dato che sembrava essersi fatto male seriamente.
Tuttavia, è un difensore modesto e già nella gara d’andata si era dimostrato l’anello debole della squadra. Nonostante un primo tempo sostanzialmente dominato, Slot lo tirò fuori all’intervallo inserendo al suo posto un difensore (Lopez) di piede mancino. Considerando che su quella fascia gioca l’uomo più pericoloso della Lazio, ovvero Zaccagni, non una scelta saggia.
Al suo posto entra Trauner. Il cui ingresso permette a Geertruida di tornare alla sua posizione più congeniale. Ovvero quella di terzino destro. Il ritorno alla difesa titolare sembra restituire sicurezze e automatismi al Feyenoord. Che, da squadra esperta qual è, attende pazientemente che la Lazio esaurisca la sua iniziale fase di pressione per poi uscire alla distanza.
Se la prima metà del primo tempo è stato a forte tinte biancocelesti, la seconda metà della prima frazione vede il Feyenoord tornare a dominare esattamente come era stato a Rotterdam. Gli olandesi hanno il pieno controllo del pallone. Un netto predominio territoriale e la capacità di imporre alla partita i propri ritmi senza affanni. Sin dall’inizio del match è parso chiaro come alla squadra di Slot il pareggio sarebbe andato più che bene.
Eppure sono proprio gli ospiti ad avere le occasioni migliori. Prima Provedel deve calare un miracolo dei suoi (31′) su Gimenez. Poi Paixao (36′) sfiora il gol al termine di un’azione corale meravigliosa. La squadra di Slot mi piace proprio perché incarna perfettamente lo stile e l’estetica tipico della scuola calcistica olandese, ma esprimendo anche connotati estremamente europei.

Photo Source: S.S. Lazio Official Website.
Lazio vs Feyenoord: secondo tempo
I padroni di casa, però, colpiscono proprio nel momento migliore degli olandesi. La Lazio serve la specialità della casa (46′) al tavolo del Feyenoord.
Ovvero l’attacco alla profondità. Marchio di fabbrica di Immobile. Ciro raccoglie un suggerimento in verticale di Felipe Anderson. Poi è bravissimo a superare Bijlow e a depositare il pallone in rete. La sensazione è che Hancko ci sarebbe potuto arrivare, in quanto Immobile si era defilato dopo il dribbling.
Probabilmente il centrale slovacco ha voluto coprire la linea di passaggio sul possibile servizio a centro area per Kamada. E’ evidente, se il motivo della scelta è stata questa, che non conosca Immobile. Penso che l’idea del passaggio al compagno non sia passata neppure per l’anticamera del cervello.
Non solo perché Ciro vive per il gol, ma soprattutto perché la chance di segnare la sua duecentesima rete con la Lazio in un’occasione del genere era troppo ghiotta. Se prima dei minuti di recupero era la Lazio a pregare per il duplice fischio della Lazio, ora in preghiera sotto il Cupolone ci va il Feyenoord. I biancocelesti rischiano di chiuderla prima dell’intervallo.
Romagnoli (49′) non riesce a schiacciare il suo colpo da testa, scaturito da un calcio d’angolo battuto magistralmente da Luis Alberto. Il vantaggio permette alla Lazio di incanalare la partita sui binari che preferisce. Ovvero quelli di una difesa imperniata su un baricentro molto basso. Due linee strette e compatte.
Aggressione al primo portatore di palla per recuperare alta la sfera e provare a colpire negli spazi che, inevitabilmente, il Feyenoord lascerà dietro di sé. La fase difensiva della squadra di Sarri nel secondo tempo rasenta la perfezione. E’ ciò che riesce meglio al tecnico napoletano e il Feyenoord non riesce a far valere la propria superiorità tecnica. L’occasione migliore è un colpo di testa di Hancko (67′) finito alto sugli sviluppi di una punizione di Paixao.
Nel finale, l’inutile Castellanos (94′) avrebbe anche la possibilità di chiudere il match anzitempo ed evitare ai suoi un patema d’animo finale. La sciagura con il diciannove sulle spalle è però fedele al suo storico da mangiatore seriale di reti e si fa murare la conclusione. Allora il Feyenoord ha un’altra chance. Sull’ultima palla della partita, il neo entrato Ueda (97′) schiaccia di testa un cross dalla destra di Jahanbakhsh ma Provedel è super e blinda il risultato.

Conclusioni
Quella della Lazio è una vittoria che non solo rende possibile la qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Champions League, ma addirittura probabile. I biancocelesti alla prossima in casa ospiteranno il Celtic, fanalino di coda che però ha già dato filo da torcere alla Lazio in Scozia, prima di farsi scortare da Caronte sino all’Inferno del Wanda Metropolitano.
Gli olandesi, un punto dietro agli aquilotti in virtù della sconfitta maturata sul manto verde dell’Olimpico, avranno prima l’Atletico Madrid in casa e poi la trasferta di Glasgow. I giochi ovviamente non sono ancora fatti, ma l’essere arrivati a giocarsi la qualificazione è già un successo per la Lazio.
Non cambio idea rispetto a quanto detto nel post-partita della gara andata. Il Feyenoord è superiore alla Lazio e l’andamento della partita lo ha certificato. Nel calcio, però, non sempre vincono i più forti. Vincono sempre i più bravi e la Lazio, soprattutto nella figura del suo allenatore, lo è stata.
Si potrebbe affermare che i biancocelesti abbiano trovato una rete episodica, ma non è così. Quella del taglio in profondità alle spalle della linea avversaria è una situazione chiaramente preparata. Non solo perché perfettamente in linea con le caratteristiche della squadra, ma anche per quanto visto l’anno scorso.
La Lazio aveva surclassato il Feyenoord nel primo turno della scorsa fase a gironi dell’Europa League proprio in questo modo. Slot sembrava aver imparato la lezione e infatti, nei successivi tre incontri, non ha praticamente mai concesso alla Lazio questo genere di situazione.
Il Feyenoord non è squadra che difende di reparto. Le letture sono individuali e affidate prettamente all’istinto dei difensori. Sarri sapeva che una scelta del genere può causare degli scompensi, dopotutto lo aveva visto con i suoi occhi in più di un’occasione, e ha giocato proprio sulla certezza che prima o poi la linea degli olandesi avrebbe sbagliato una scalata.
Errore che è puntualmente arrivato. Quando Geertruida, non allineato con il resto del reparto, ha tenuto in gioco Immobile sul gol che poi ha deciso la partita. Personalmente non ho condiviso la scelta di Slot, nell’ambito del forcing finale, di schierare contemporaneamente cinque attaccanti.
Il Feyenoord è passato da un centrocampo a tre (parità numerica e duelli individuali) a un centrocampo a uno. Il solo Milambo (tra l’altro giovanissimo, è un 2005) non poteva reggere da solo il centrocampo. Ciò ha messo gli ospiti in una costante situazione di inferiorità a centrocampo.
I centrali di difesa, primi registi della manovra della squadra di Slot, hanno così perduto i riferimenti in prima costruzione. Una situazione di gioco inusuale, che spesso e volentieri li costringeva a forzare la giocata. Inutile dire che la Lazio, con la sua pressione alta, ci è andata a nozze. Slot avrà tempo e modo di apprendere da questi errori, come ha sempre dimostrato di fare nella sua breve ma già importantissima carriera. E’ un allenatore con un futuro radioso davanti a sé. La cui squadra migliora di anno in anno nonostante le cessioni pesanti.
Il presente, però, dice Lazio. Quello del Feyenoord è un progetto virtuoso ma gli ottavi di Champions League sono forse un gradino ancora troppo alto. La Lazio ha molta meno qualità. E’ una squadra assemblata peggio. A fine anno, con ogni probabilità, saluterà il suo allenatore e con lui l’ultimo barlume di progettualità societaria. Nonostante questo, la malizia e l’astuzia della scuola italiana fa sempre la differenza. Altroché tatticismo esasperato.
Champions League
Inter, Chivu: “Liverpool costruito per la Champions. Per Akanji aspettiamo domani”
Alla vigilia di Inter-Liverpool, l’allenatore dei nerazzurri, Cristian Chivu, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico dell’Inter, riportate da Tuttomercatoweb, in vista della sfida di Champions League contro il Liverpool, in programma domani alle ore 21.

CRISTIAN CHIVU GUARDA IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, le parole di Chivu
È possibile proporre contro il Liverpool l’intensità mostrata con il Como?
“Credo che sia una squadra che fa dell’intensità un proprio motto, una parte della propria identità. Klopp l’ha portata, Slot sta cercando di mantenerla e ci è riuscito, dato che ha vinto la Premier. Quest’anno è partita bene, poi ha avuto difficoltà, ma è una squadra costruita per questo tipo di partite. Sappiamo cosa portano in campo, a livello individuale e collettivo. Noi vogliamo fare come loro, però loro nascono così, hanno una storia e una cultura, legata anche a cosa rappresenta il calcio in Inghilterra, diverso dall’Italia. Non meglio o peggio, ma diverso, e porta ad avere un certo approccio alle gare. È tutto replicabile, dipende dall’atteggiamento dell’avversario e dalle energie: giocando ogni tre giorni non è semplice, non è una lamentela ma un dato di fatto. Vanno capiti i momenti e non va perso l’equilibrio, per non esporsi troppo alla qualità dell’avversario. A tratti bisogna anche riposare, se lo chiedete a Marcus (Thuram, ndr) vi risponde che non è facile andare in pressione per 90 minuti di fila”.
Le caratteristiche del Liverpool rendono la sfida più favorevole al vostro stile di gioco?
“Si vedrà domani… A parole è tutto facile, sulla lavagna e a video anche. Il problema è quando devi portare in campo qualcosa che ti permette di dare forza alle parole. Sappiamo tutti dell’intensità del Liverpool, della qualità che hanno, a livello sia individuale che collettivo. L’Inter ha portato alta la bandiera dell’Italia in giro per il mondo: non si raggiungono due finali Champions e una di Europa League in cinque anni così facilmente, e va esaltato. Una squadra italiana che gioca così merita qualche elogio, a parte il risultato finale”.
Quali condizioni ci sono per vedere Akanji in campo? E Acerbi può reggere tre gare in una settimana?
“Manuel oggi non si è allenato, perché non sta bene, vediamo domani. Acerbi credo sia il difensore con più minuti, insieme a Bastoni e Akanji stesso. Bisseck ha cominciato a fare vedere quello che ci aspettavamo, perché c’è il bisogno del contributo di tutti e ultimamente ha giocato di più. Le scelte si fanno in base alle mie intuizioni, all’avversario, a come penso di affrontarlo. Acerbi può giocare due volte in tre giorni, per come è fatto: qualcuno gli ha dato qualcosa che ad altri non ha dato, perché recupera molto in fretta. Può giocare tranquillamente”.
State cambiando qualcosa nella gestione dei calci piazzati difensivi?
“Ma mista era anche prima dell’Atletico, quando avete fatto un caso su un gol subito e ci girava a tutti, che è stato un caso. Prima veniva interpretata come un disturbo, soprattutto della seconda linea, e ora andiamo più sulla marcatura”.
Quali sono gli aggiornamenti su Dumfries e Darmian?
“Sono ancora fuori, non so per quanto. Non lo so, onestamente. Migliorano: Darmian sta rientrando, a breve inizierà il programma di condizionamento. Denzel sta lavorando in palestra senza mettere peso: cammina senza dolore, ma ci vorrà del tempo”.
Quanto può pesare evitare il turno playoff nella vostra stagione?
“È l’obiettivo di tutti, se poi dovremo farli saremo pronti. Stiamo lavorando sulla possibilità di dare minuti a tutti, stiamo facendo le nostre rotazioni per cercare di accontentare i nostri giocatori, per dargli fiducia”.
Un successo domani aiuterebbe simbolicamente a superare il finale della scorsa stagione?
“È una bella domanda, è difficile da valutare quello che loro hanno dentro. Io so per certo l’impegno che danno tutti i giorni per essere competitivi in questa stagione: quello che è accaduto l’anno scorso non si può cancellare, bisogna stare con la schiena dritta e la testa alta per tenere alto il livello. Io non so se una vittoria ti possa dare qualcosa o una sconfitta ti possa togliere, so che ogni volta che abbiamo perso abbiamo reagito e che nel quotidiano lavoriamo ogni giorno per migliorare. Non è stato semplice neanche per loro, con un allenatore che può anche creare confusione dopo quattro anni con un grande allenatore che ha fatto grandissime cose, ma ci mettono tutto per essere competitivi”.
I giocatori stanno mostrando più versatilità tattica: quanto la soddisfa questa disponibilità?
“Io sono contento di quello che stanno facendo loro, per il mio modo di vedere il calcio e la vita non metto muri, ma sto cercando di costruire ponti, anche per uscire dalla comfort zone. Ho la fortuna di avere giocatori che apprezzano questo comportamento: a volte sono confusi, magari, ma il caos ti fa anche pensare a qualcosa in più. Poi non penso di aver creato troppo caos… Se domani chiedo a Marcus di fare il centrocampista sono convinto lo faccia con piacere (ridono, ndr). Ho visto belle cose, non per i vostri giudizi, ma per quello che cerco per dare una base. I calciatori danno sempre il massimo e cercano di aiutare la squadra”.
Champions League
Inter, Akanji salta la rifinitura: il motivo
L’Inter scenderà in campo domani sera in Champions League a San Siro contro il Liverpool. Nerazzurri in campo per l’allenamento di rifinitura: out Akanji.
Dopo la grande vittoria di sabato contro il Como, l’Inter si prepara per una grande notte di Champions League. I nerazzurri riceveranno a San Siro il Liverpool di Arne Slot. Un big match assoluto, nonostante il difficile momento stagionale dei Reds, reso ancor più complicato dalle polemiche di Salah, che si presenterà a Milano c0n tanta voglia di riscatto. Dall’altra parte l’Inter vuole blindare un posto tra le prime 8°, evitando i playoff, dimenticando la sconfitta arrivata a Madrid all’ultimo minuto. Alla vigilia del match, arriva un aggiornamento importante da Appiano Gentile.
La squadra si è ritrovata alla Pinetina agli ordini di Chivu per l’allenamento di rifinitura in mattinata. C’è da segnalare un’assenza pesante tra i nerazzurri: Manuel Akanji. Il difensore svizzero non è sceso in campo per la seduta a causa di attacco influenzale.
Inter, Akanji salta il Liverpool? Si scalda Bisseck

CRISTIAN CHIVU PERPLESSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le condizioni di Akanji saranno monitorate dallo staff medico dell’Inter tra oggi e domani, ma la sua presenza nella gara di Champions League è fortemente in dubbio. Se dovesse recuperare da questa leggera sindrome influenza verrà aggregato e sarà a disposizione per la partita di domani col Liverpool, altrimenti spazio a Bisseck nell’11 iniziale.
Champions League
Liverpool, rottura totale con Salah: addio immediato?
Liverpool – il fuoriclasse egiziano potrebbe non essere convocato per la sfida di Champions a Milano e saltare anche l’ultima gara prima della Coppa d’Africa. La dirigenza valuta misure dure…
Il futuro di Mohamed Salah al Liverpool non è mai stato così incerto. Dopo il duro sfogo seguito alla partita di Leeds, il campione egiziano rischia di non indossare più la maglia dei Reds fino al nuovo anno, se non addirittura di averla già indossata per l’ultima volta. Le indiscrezioni provenienti dall’Inghilterra parlano di una possibile esclusione clamorosa dalla lista dei convocati per la delicata sfida di Champions League a San Siro contro l’Inter, complice il malcontento generato dalle tre panchine consecutive e dall’intervista al vetriolo rilasciata nel weekend.
Un Liverpool totalmente instabile
Il Liverpool volerà a Milano nelle prossime ore, ma Salah potrebbe non essere sul volo. Le sue accuse alla dirigenza e al tecnico Arne Slot, accusato di aver cambiato atteggiamento nei suoi confronti, avrebbero fatto infuriare la società. Il club, che ha ribadito pieno sostegno all’allenatore nonostante il periodo difficile (9° in Premier League e a rischio qualificazione agli ottavi di Champions), starebbe valutando provvedimenti severi.

Il giocatore aveva indicato la sfida contro il Brighton del 13 dicembre come ultimo appuntamento prima della Coppa d’Africa, ma anche questa presenza ora è in forte dubbio. Lo scenario più drammatico è quello della rottura totale, nonostante il rinnovo firmato ad aprile fino al 2027, con un ingaggio da circa 24 milioni lordi.
La frattura potrebbe aprire la porta a un addio immediato: in Arabia Saudita osservano con attenzione. L’Al-Ittihad, che nel 2023 arrivò a offrire 120 milioni di euro, sarebbe pronto a tornare alla carica. Interesse concreto anche dall’Al-Hilal di Simone Inzaghi, in piena corsa nella Saudi Pro League. Il caso Salah è appena esploso, e le prossime ore potrebbero essere decisive per il destino di una delle icone del Liverpool moderno.
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