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Champions League

Inter, Inzaghi: “Questi ragazzi sono il mio orgoglio, hanno dato tutto quello che avevano”

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Inter

L’Inter elimina il Barcellona e si qualifica alla finale di Champions League per la seconda volta nelle ultime tre edizioni.

Apoteosi Inter. Prima Acerbi e poi Frattesi scacciano l’incubo di una rimonta che avrebbe scritto la storia del Barcellona e cancellato, con un colpo di spugna, 135 minuti giocati quasi ai limiti della perfezione.

Inter, le parole di Inzaghi

Il tecnico nerazzurro, Simone Inzaghi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport a margine della partita.

Impresa
“Come prima cosa bisogna fare i complimenti anche al Barcellona, squadra veramente forte. C’è voluta una super Inter: un plauso a questi ragazzi, messe in campo due prestazioni mostruose. Sono contento di essere il loro allenatore, mi hanno dato tutto quello che avevano. E’ giusto che si godano il successo in questo stadio”.

Squadra
“Ho detto loro che avevamo messo dei cambi che ci avrebbero aiutato. Avevamo qualche problema, ma col cuore siamo andati oltre ogni ostacolo”.

Atteggiamento
“Abbiamo cercato di giocarcela, con le nostre armi e le qualità che abbiamo. Dopo l’andata avevamo bene in mente il piano gara, ma senza il sacrificio e l’aiuto tutti quanti insieme non ce la fai. Bravissimi ragazzi, si meritano questa finale”.

Finale
“Si è parlato tanto di Yamal, ho visto un altro giocatore straordinario che è De Jong. Mi ha impressionato ai livelli di Yamal: ha pulito ogni seconda palla. Io i miei non li cambierei con nessuno al mondo, ma ne ho visti tanti forti oltre a Yamal”.

Poi in conferenza stampa.

Momento
“Sono molto felice. A Lautaro e Acerbi aggiungo Frattesi, che ieri non ha fatto la rifinitura: ha stretto i denti, si è fasciato, è un esempio di tutti questi ragazzi. Penso a Dumfries, a Thuram, oltre a Lautaro. Sono tutti giocatori che hanno avuto problemi, il nostro capitano ha giocato dopo sei giorni e doveva stare fuori forse quindici. Thuram e Dumfries ci erano mancati come il pane, sono fondamentali. Ma abbiamo stretto i denti, è una serata strepitosa, da condividere con i nostri tifosi, la società, le famiglie. Siamo stati a casa poco, abbiamo giocato tantissimo, ma parlo anche a nome dei calciatori”.

Sogno
“Il mio sogno era fare il calciatore, sono riuscito a farlo in Serie A, ho giocato in nazionale con mio fratello: non potevo chiedere di più. Poi da allenatore ho fatto questo grande percorso, ma devo ringraziare i giocatori, prima della Lazio e ora dell’Inter. Stasera siamo stati straordinari, è stata una partita di una difficoltà estrema, contro un avversario di livello mondiale contro due grandi squadre. Non ci pronosticavano in tanti, tanti li abbiamo ascoltati, chi più chi meno… Stasera siamo orgogliosi, i nostri tifosi si meritano il giro finale e l’applauso. Era giusto condividere questa gioia con loro, ma vanno fatti i complimenti anche al Barcellona perché hanno fatto due grandi partite anche loro”.

Approccio
“Non posso dire cosa abbiamo in più, ma che mettiamo in campo quello che abbiamo. Penso a chi è entrato, a De Vrij che è entrato nel secondo supplementare e le ha respinte tutte. È un giocatore che per me giocherebbe in tutte le squadre d’Europa, è dovuto rimanere fuori perché Acerbi è un grande giocatore, ma stasera ha giocato 13 più recupero ed è stato determinante. Come tutti quelli che sono entrati”.

Due finali in tre anni
“Siamo cresciuti. L’ho detto ieri, poi non vorrei che qualcuno, anche che conosco bene, pensasse che citare il ranking fosse per fare i complimenti a Inzaghi, ma ai miei ragazzi. Quando sono arrivato eravamo indietro, ora siamo primi o secondi. È il percorso che abbiamo fatto, questi ragazzi sono stati straordinari, dobbiamo continuare: la finale sarà giocata contro una grandissima squadra, che sia Arsenal o PSG. Barcellona e Bayern probabilmente erano le migliori squadre d’Europa al momento”.

Acerbi
“È stata un’intuizione di Francesco, era avanti e non l’ha mandato indietro nessuno. Ma il mio giudizio sarebbe rimasto lo stesso, perché abbiamo fatto una cavalcata commovente”.

Rotazioni
“Io ne avevo parlato prima della semifinale di andata a Barcellona, che venivamo da una brutta settimana e si era parlato delle seconde linee. Ho detto che se eravamo a questo punto era per merito di tutti. Eravamo qua per quello, per loro, perché abbiamo sempre alternato: i minutaggi sono stati sempre alternati. Posso solo dire che l’Inter non ha mai scelto il campionato, la Champions o la Coppa Italia. È l’Inter, deve giocare su tutti i fronti: è una fesseria che ci mettiamo a tavolino e scegliamo qualcosa. Abbiamo giocato ogni competizione al massimo, poi in Coppa Italia abbiamo trovato chi ci ha battuto e vedremo come andrà in campionato”.

Capacità di soffrire
“Abbiamo sofferto, ma abbiamo costruito tantissime occasioni. In due partite ne abbiamo costruite tantissime, abbiamo sofferto ma abbiamo giocato un ottimo calcio. Chiaramente non c’è vittoria senza sofferenza”.

PSG o Arsenal?
“Sono grandi squadre, con grandi giocatori e grandi allenatori. L’Arsenal l’abbiamo affrontata nel campionato, è stata una fase tosta perché sono state tutte difficili da affrontare. Non ho preferenze, sicuramente troveremo una grande squadra come è l’Inter”.

Inter

L’ESULTANZA DI SIMONE INZAGHI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Champions League

Champions League: talismano 22 maggio per le italiane

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PSG

Giornata da incorniciare per Milan, Juventus ed Inter: le tre big della Serie A hanno vinto alcune delle loro Champions League proprio il 22 di maggio.

A cadere sotto i colpi italiani il Benfica -in quel di Wembley contro i rossoneri-, l’Ajax a distanza di 33 anni nella finale giocata contro la Juventus allo stadio Olimpico e infine il Bayern Monaco, in quel 2010 che i tifosi nerazzurri ricordano molto bene. Ma andiamo per gradi.

Champions league

Milan, Italy, July 2022: The flag of A.C. Milan waving, Milan is a professional football club based in Milan, Italy: Milamn. Fabric textured background. Selective focus. 3D illustration

La prima Coppa Campioni rossonera: Milan-Benfica

La squadra di Nereo Rocco raggiunge la finalissima battendo Union Luxembourg, Ipswich Town, Galatasaray e Dundee. L’ultimo ostacolo è il Benfica di Eusebio, già campione nelle due edizioni precedenti.

Milan con: Ghezzi; David, Maldini, Trebbi; Benitez, Trapattoni; Pivatelli, Sani, Rivera; Mora; Altafini. Benfica che risponde con: Costa Pereira; Cavém, Machado, Cruz, Fernandes; Mario Coluna, Santana, Simoes; José Augusto, Torres, Eusebio.

A sbloccare il match è proprio la “Perla Nera“. In seguito alla rete sarà marcato a uomo da Trapattoni su disposizione della panchina. L’eroe di Wembley però è José Altafini. L’attaccante rossonero mette a referto una doppietta, con due ribattute a punire Costa Pereira.

Un’edizione da record per Altafini, capocannoniere con 14 gol, oltre a protagonista della finale. La rimonta del Diavolo vale il trionfo in Coppa dei Campioni. Ml Milan diventa la prima squadra italiana a conquistare il trofeo.

33 anni dopo la Champions League è bianconera

Il 22 maggio 1996, a 33 anni dal Milan di Rocco, una seconda squadra italiana vince la Coppa dei Campioni, che nel frattempo ha cambiato nome diventando Champions League. Successo ancor più pesante perchè avvenuto in “casa”, allo stadio Olimpico di Roma.

A contendersi la coppa dalle lunghe orecchie la Juventus e L’Ajax. I bianconeri di Marcello Lippi con: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Vierchwod, Pessotto; Deschamps, Sousa, Conte; Ravanelli, Vialli, Del Piero. Mentre gli olandesi, allenati da Louis Van Gaal rispondevano con:  Van Der Sar; Silooy, Blind, Bogarde; F. De Boer, R. De Boer, Davids, Litmanen; George, Kanu, Musampa.

Ma come ci arrivava la Juve? Per la Vecchia Signora primo posto nel girone. Dopo di che due capolavori nella fase a eliminazione diretta contro Real Madrid e Nantes. E all’Olimpico il trend continua. Ravanelli la sblocca da posizione impossibile. Prima dell’intervallo, però, il pareggio del solito Litmanen. Per il fantasista dei lanceri 9 gol in quell’edizione.

La partita si protrae fino ai rigori. La serie premia la squadra di Lippi: impeccabili i tiratori bianconeri. Strepitoso Peruzzi su Davids e Silooy. Jugovic, entrato a partita in corso, chiude i giochi e apre la festa juventina. Capitan Gianluca Vialli può alzare la coppa, la seconda juventina.

Champions League: quel 2010 indelebile per i nerazzurri

A chiudere questa giornata meravigliosa per il calcio italiano la stagione di Champions 2009/10. La cornice è il Santiago Bernabeu di Madrid. le contendenti Inter e Bayern Monaco.

I nerazzurri di Josè Mourinho con: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Cambiasso, Zanetti; Eto’o, Sneijder, Pandev, Milito.  Tedeschi con: Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Robben, Schweinsteiger, Van Bommel, Altintop; Muller, Olic. A guidare la squadra della Baviera Louis Van Gaal.

L’Inter di Mourinho ha vissuto una stagione meravigliosa, impreziosita già dallo Scudetto, e una Coppa Italia. Dopo aver superato il girone all’ultimo respiro la compagine nerazzurra ha superato in ordine Chelsea,  Cska e Barcellona.

Come per Altafini il re di serata è il Principe Diego Milito. L’attaccante argentino si prende la scena segnando due volte, uno per tempo e restituisce la Champions League all’Inter, a distanza di 45 anni. Capitan Zanetti, schierato a centrocampo per la squalifica di Thago Motta, può sollevare la coppa alla sua 700^ presenza in nerazzurro.

Festa per tutto il popolo nerazzurro, e naturalmente per José Mourinho. L’allenatore portoghese saluta in lacrime completando il memorabile Triplete con il trofeo europeo più importante.

Dopo il Porto nel 2004 arriva la seconda Champions. Una data quella del 22 maggio da non augurare alle avversarie delle italiane. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Champions League

Inter, la vittoria del Tottenham non porta bene: la curiosa coincidenza

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Inter

In casa Inter si sta facendo il conto alla rovescia per la finale di Champions contro il PSG del 31 maggio. La vittoria del Tottenham però non porta bene…

A Milano, sponda nerazzurra, si incomincia a pensare anche alla finale di Champions League contro il Paris Saint Germain del 31 maggio a Monaco di Baviera. L’attesa della seconda finale in tre anni sta sicuramente divorando l’intera Inter, passando dalla dirigenza ai giocatori fino ai tifosi. A non rassicurare nessuno è la vittoria dell’Europa League del Tottenham di Postecoglou.

Ma cosa c’entra l’Europa League e il club londinese con la finale in Germania della banda di Inzaghi? La storia. Infatti, ogni volta che gli Spurs hanno vinto la Coppa UEFA (oggi Europa League) una squadra italiana ha perso nello stesso anno la finale di Champions League. Due volte è successo ed in una è protagonista, in negativo, proprio l’Inter.

Inter, Dimarco

FEDERICO DIMARCO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Due volte gli Spurs hanno vinto la Coppa UEFA. Una nel 1972 e la seconda nel 1984. La prima volta trionfarono in finale contro il Wolverhampton. Qualche giorno dopo, a Rotterdam, l’Inter di Mazzola uscì sconfitta dalla finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax di Cruijff.

Nel 1984 invece il Tottenham trionfò in Coppa UEFA contro l’Anderlecht. Stavolta a farne i conti fu la Roma di Falcao e Bruno Conti. Sconfitta in finale ai calci di rigore contro il Liverpool proprio tra le mura amiche dell’Olimpico: una delle pagine amare della storia del club giallorosso.

E adesso gli Spurs sono tornati a vincerla proprio quando l’Inter si giocherà la finale con il PSG. A rendere ancora più incredibile questa coincidenza è che nel 1972, quando i nerazzurri persero la coppa, la finale si giocò il 31 maggio. Come quella che aspetta la banda di Inzaghi.

Una statistica che nessun interista vorrebbe leggere a pochi giorni dalla finale di Champions

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Champions League

PSG, Hakimi: “Sono tranquillo per la Champions. Inter? Non ho sentito nessuno”

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Hakimi

Il terzino del PSG Achraf Hakimi ha commentato in una breve intervista rilasciata a Sky Sport le sue impressioni circa quella che sarà la prossima finale di Champions dove affronterà la sua ex squadra

A seguire l’intervista completa

PSG, le parole di Hakimi

FINALE DI CHAMPIONS
“Penso di essere tranquillo, faccio tutto quello che faccio ogni giorno. Ho vinto una Champions nel 2018 col Real Madrid ma ero molto giovane; ricordo che guardavo la gente con più esperienza per sapere cosa fare il giorno che sarei tornato a vivere questo momento. Ora sono tranquillo, faccio tutto con normalità”.

CONTATTI CON INTER
“Ancora no, ma con Lautaro condividiamo la stessa agenzia. Ha parlato col mio agente, ci siamo scambiati dei messaggi ma non abbiamo ancora parlato. Succederà in questi giorni. L’Inter giocherà una partita molto importante per vincere lo Scudetto, aspetterò prima di parlare con lui. Lui dovrà fare il suo lavoro per l’Inter, io per il Paris. Dobbiamo rimanere concentrati”.

DUMFRIES
“Ho visto che ha segnato tanti gol, ma in una difesa a cinque è più facile; a quattro è diverso. Denzel comunque è un grandissimo giocatore, poi mi piace che è fortissimo a segnare di testa, io sono nullo in questo fondamentale. Prenderei questo da lui”.

PSG

DENZEL DUMFRIES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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