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Milan, Stefano Pioli è il condottiero giusto del nuovo corso?

Milan, Stefano Pioli è il condottiero giusto del nuovo corso? Erano giusti i dubbi di Paolo Maldini?

La rivoluzione estiva che sta cambiando volto alla squadra rossonera è imponente. Otto acquisti, tutti di un certo livello. In mano ad un allenatore che non ha valorizzato l’ultima condotta da Paolo Maldini e Frederic Massara.

La scorsa estate arrivarono ragazzi considerati di grande prospettiva e l’unico che si è imposto è stato Malick Thiaw. Lanciato dagli infortuni, più che da scelte tecniche. Come accadde l’anno prima a Pierre Kalulu. Gli altri si sono persi per strada.

È il caso per esempio di Yacine Adli, Charles De Ketelaere, Divock Origi, Sergino Dest. Possibile sia stata tutta colpa loro ? O il tecnico non è stato capace di valorizzarli ? Dubbio che si insinua.

La gestione dei giovani del vivaio è stata deficitaria. In quattro anni non è stato lanciato un prodotto del vivaio. Niente a che vedere con le gestioni di Gian Piero Gasperini e Max Allegri per esempio.

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Milan, il florido vivaio rossonero trascurato

Attenti osservatori si chiedono come sia possibile che ragazzi come Andrei Coubis, Lorenzo Colombo, Daniel Maldini, Marco Nasti, Kevin Zeroli, Andrea Bozzolan non abbiano avuto chance ?

Per esempio ci si chiede che avesse in più Charles De Ketelaere di un Daniel Maldini ? L’italiano allo Spezia ha fatto gol alle corazzate milanesi, il belga ha dimostrato ampi limiti di personalità.

La Juventus ha lanciato Nicolò Fagioli e Fabio Miretti, Stefano Pioli ha preferito gli usati sicuri. Un Fode Ballo-Tourè preferito alla corsa leggera e sicura di Andrea Bozzolan. Nei momenti peggiori ha adattato i più esperti in altri ruoli.

Questo è uno dei limiti della gestione del tecnico. Che continua a vivere di rendita sul tricolore di un anno fa. Al quale sono seguite le defaillance in Coppa e Supercoppa Italia. Il posto in Champions League grazie alle penalità inflitte alla Juventus.

Il decisionismo americano sul capo di Stefano Pioli?

Nessuno lo dice, ma il mister emiliano è sotto osservazione al di là delle parole di stima espresse da Joseph Cardinale e della dirigenza. Troppo alta la posta in palio per tollerare alcuni limiti gestionali evidenti a occhio nudo.

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A cominciare dalle formazioni iniziali sbagliate, i cambi tardivi, il rapporto personale e professionale col alcuni giocatori emarginati, la scarsa attenzione verso i più giovani.

Inoltre, agli americani non è piaciuta la dialettica dell’allenatore in determinati momenti. Così come non è sfuggito il fatto che la semifinale di Champions League è stata conquistata grazie a Mike Maignan.

In parole povere, il tecnico emiliano è stato “salvato” dal contratto in essere. Fossero rimasti i vecchi dirigenti sarebbe arrivato un altro allenatore. Luciano Spalletti e Antonio Conte sono i primi della lista se…..l

 

 

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