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Milan, il Fondo Elliott boccia Pioli: il tecnico sulla graticola

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Milan, saranno decisivi il piazzamento finale in campionato e il percorso in Coppa Italia, agli occhi della proprietà. Anche Paolo Maldini perplesso su alcune scelte operate dal tecnico emiliano. Vediamo la situazione e le possibili evoluzioni.

Del doman non v’è certezza… Deve essere questo un pensiero ricorrente nella testa di Stefano Pioli, al corrente del fatto che i Singer sono perplessi sul suo operato. L’allenatore ha sempre potuto contare sul sostegno di Paolo Maldini e Frederic Massara, oltre che sull’apprezzamento dell’amministratore delegato Ivan Gazidis. Ma negli ultimi mesi qualcosa si è increspato nell’armonia fra il tecnico della rinascita rossonera e i piani alti di Casa Milan.

Ricordando sempre che l’attuale allenatore rossonero è stato una seconda scelta, rispetto alla volontà di ingaggiare Luciano Spalletti. Accordo non concluso per questioni meramente economiche, che hanno dirottato la dirigenza su Stefano Pioli. L’arrivo di Zlatan Ibrahimovic è stato decisivo per le fortune del tecnico e del suo staff, che hanno sfruttato la mentalità vincente del campione e la forza propulsiva sul rettangolo di gioco. Basta andare a vedere il rapporto fra le presenze e i gol dell’attaccante. Con il tramonto dell’era Ibrahimovic, il potenziale della squadra si abbassa inevitabilmente.

A livello di risultati, la stima è la seguente: ha riportato il Milan in Champions League dopo oltre sette anni, ha impostato un impianto di gioco produttivo e a tratti spettacolare, ha portato il Milan a giocarsela alla pari con tutti. La tifoseria dopo tanti anni è tornata a intonare cori in favore di un allenatore, grata per essere tornata a sognare in grande. In questo quadro idilliaco, importante anche il rapporto umano con i giocatori, anche quelli impiegati di meno non fanno mai polemiche.

Attualmente i rossoneri sono al secondo posto in classifica e qualificati ai quarti di finale in Coppa Italia, dove affronteranno la Lazio. Il tutto, dovendo fronteggiare una marea incredibile di infortuni e di positività al virus, che hanno costretto il tecnico e il suo staffa a trovare soluzioni ponte per tamponare le falle che si aprivano di volta in volta. Le prime crepe sull’operato di Stefano Pioli, sono cominciate proprio osservando i giocatori cadere uno dietro l’altro. Sintomo di una preparazione atletica con più di qualche falla e di carichi non ottimali per tutto il gruppo.

Milan, un lungo confronto con la dirigenza

In un lungo colloquio con la dirigenza in tema di infortuni, il tecnico messo alle strette è stato costretto ad apportare modifiche alla preparazione atletica, vedendo invasa la competenza dei suoi preparatori dallo staff medico. Da allora, le sedute degli allenamenti sono concordate fra staff tecnico e medico, che ha la facoltà di intervenire sui carichi dei singoli atleti. Situazione non molto gradita dall’allenatore dal suo staff.

Quando su un muro cominciano a esserci delle crepe, a catena se ne aprono altre. Ivan Gazidis e Paolo Maldini non hanno gradito alcune scelte operate da Stefano Pioli: il poco turnover, operato solo se costretto dagli eventi; la testardaggine ad insistere su un solo modulo tattico ormai mandato a memoria dagli avversari, costringendo esterni di classe e talento come Rafael Leao, Messias Jr e Saelemaekers a un duro lavoro difensivo, togliendo loro lucidità offensiva; alcune scelte di formazione, sconfessate da copiose sostituzioni durante gli intervalli; la scarsa fiducia riposta in elementi come Gabbia, Kalulu, Bakayoko, Maldini Jr che nei piani dovevano essere un “plus” in una rosa giudicata troppo corta; la poca attenzione ad alcuni giovani “Primavera” ritenuti meritevoli di essere presi in considerazione e lanciati, quali Roback, Stanga, Di Gesù e Nasti.

In ultimo, le dichiarazioni post partita dopo aver affrontato la Juventus, non sono piaciute a nessuno. L’aria di resa, in caso di sconfitta, il ridurre i destini di una stagione a una singola partita non sono state apprezzate. Perchè secondo la dirigenza è un modo da un lato di caricare di tensione i giocatori e dall’altro diventa un alibi in caso di sconfitta. Secondo indiscrezioni, l’immobilismo sul mercato dipende anche dall’incertezza sulla guida tecnica della stagione 2022/23. I dubbi emersi su più piani di Casa Milan, fanno propendere per una valutazione totale procrastinata a fine stagione, con un mercato estivo impostato sulle scelte che verranno fatte in materia di conduzione tecnica.

La società rossonera riconosce grandi meriti all’allenatore, ma sottolinea anche le magagne emerse nel corso della sua gestione. Monta in seno all’ambiente milanista la sensazione che sia necessario uno step superiore, la convinzione che Stefano Pioli non possa andare oltre il lavoro fatto fin qui. Non è un caso che gli sia stato rinnovato il contratto per una sola stagione, con eventuale opzione per aggiungere un altro anno ancora. Mossa che negli ambienti fra Casa Milan e Milanello, viene percepita come un riconoscimento del lavoro comunque svolto e soprattutto dalla necessità di dargli forza e autorevolezza all’interno dello spogliatoio.

Si riflette sul cambio

Il management rossonero non si vuole fare trovare impreparato di fronte a un brusco calo dei risultati e delle ambizioni stagionali. Inevitabilmente gli allenatori sono legati a doppio filo ai risultati e non sarà il contratto in essere a salvare Stefano Pioli dalle valutazioni della proprietà. Sottotraccia è cominciato un lavorio di casting, semplici chiacchierate con altri allenatori e con chi ne gestisce le carriere. Si soppesano nomi, caratteristiche, moduli di gioco, esperienza e “fame” di vittorie. Il sogno neanche tanto velato, porta ad Antonio Conte.

Il tecnico leccese è attualmente vincolato da un contratto monstre con il Tottenham, ma ha più di una frizione con il club londinese. Ha buoni rapporti con Paolo Maldini e già in passato aveva fatto l’occhiolino. Un altro nome nei radar è quello dello spagnolo Luis Enrique, che piace molto per la sua capacità di lanciare giovani. Nome che prende sempre più forza nei piani societari e che avrebbe come vice Mauro Tassotti: sarebbe un cerchio che si chiude, dopo la famosa gomitata rifilata dall’italiano ai mondiali del 1994.

A priori, non vanno scartati nemmeno i nomi di Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso: uomini rimasti legati al Milan, reduci da buoni risultati nelle loro ultime esperienze da allenatori. Sarà un caso, ma i due sono una presenza fissa durante le partite casalinghe del Milan. Infine, un altro nome sussurrato negli uffici di Casa Milan è quello di un altro allenatore spagnolo, già in passato accostato al Milan: Unai Emery. Un allenatore che piace per stile, carattere e capacità di condurre piccole squadre verso grandi picchi di rendimento. Non è facile portare squadre come Siviglia e Villarreal a vincere competizioni internazionali.

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Genoa, tutto deciso: sarà addio a fine stagione

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Genoa

Il Genoa che in queste ore sta definendo il prolungamento del contratto con Gilardino si prepara a salutare uno dei senatori.

Secondo quanto riporta tuttomercatoweb.com, Kevin Strootman è pronto a dire addio al Grifone.

Il centrocampista olandese classe 1990 è stato uno dei pilastri e protagonisti assoluti la scorsa stagione della risalita dei rossoblu in Serie A: anche in questa stagione ha trovato spazio, ma le parti hanno deciso di non continuare insieme.

Genoa, Strootman

Genoa e Strootman non stanno trattando alcun rinnovo e il giocatore che a giugno sarà libero valuterà una permanenza in Serie A, dove è stato protagonista anche con le maglie di Roma e Cagliari oltre a quella dei liguri, o tornare in Olanda.

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Kamada fra Lazio e Crystal Palace: la situazione

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Il futuro di Daichi Kamada sembrava scritto sino a poche settimane fa, ma l’arrivo nella Capitale di Igor Tudor ha cambiato tutto.

Kamada-Lazio, spiragli per il rinnovo

Nel contratto annuale che lega Daichi Kamada alla Lazio è presente una clausola che lascia massima libertà al calciatore nipponico circa il suo futuro. Infatti, il giapponese può unilateralmente scegliere se liberarsi a parametro zero oppure allungare il proprio rapporto con i biancocelesti per altri tre anni.

Tuttavia, negli ultimi giorni sui tavoli di Formello è arrivata anche una terza opzione. Differentemente da quanto si pensava negli scorsi mesi, Kamada sarebbe sì intenzionato a rimanere nella Capitale ma non a impegnarsi per un lasso di tempo prolungato.

Infatti, il giapponese vorrebbe rinnovare di un anno il proprio contratto con la Lazio (mantenendo inalterate le cifre percepite, quindi 3 milioni netti l’anno più 1 di bonus facilmente raggiungibili) per poi liberarsi a zero non questa estate ma la prossima: ovvero il 30 Giugno del 2025.

Kamada

(FOTO FAMA/KEYPRESS)

London calling, Glasner lo vuole in Inghilterra

Il ripensamento di Kamada verte sul feeling (nato praticamente subito) con Igor Tudor, che lo ha messo al centro del suo progetto tecnico. Se in caso di permanenza di Maurizio Sarri la scelta del nipponico sarebbe stata obbligata, le cose potrebbe cambiare grazie all’arrivo dell’allenatore croato.

Tuttavia, Tudor non sarebbe l’unico ad aver toccato le corde del cuore di Kamada. Infatti, da poche settimane Oliver Glasner è stato nominato nuovo tecnico del Crystal Palace. Non un nome qualsiasi, ma l’ex-tecnico del Francoforte con il quale Daichi Kamada vinse l’Europa League nella stagione 2011-2022.

L’austriaco è colui che meglio di tutti è riuscito a tirare fuori il meglio dal centrocampista giapponese. Con lui in panchina l’asiatico ha toccato picchi di rendimento unici nel corso della sua carriera, tanto da aver realizzato 16 gol e fornito 7 assist nella sua ultima stagione in Germania.

La presenza del proprio mentore e la volontà di giocare in Premier League, il nirvana calcistico di tutti i calciatori moderni, potrebbe avere un’incidenza sulla decisione finale di Kamada. Proprio l’avvicendamento di Glasner sulla panchina delle Eagles, arrivato lo scorso 19 Febbraio, avrebbe cambiato nuovamente le carte in tavola.

Kamada vuole tornare a farsi allenare da Glasner, se non quest’anno il prossimo, e per questo non vuole legarsi lungamente alla Lazio. Lazio che, da canto suo, non aspetterà oltre il 15 Maggio la decisione del giapponese e bisognerà capire se sarà intenzionata ad accettare un rinnovo annuale.

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Milan, Ibrahimovic contatta Sesko: gli agenti a colloquio con lo svedese

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Milan, a sorpresa dobbiamo raccontare di alcuni contatti con la dirigenza rossonera e l’entourage del forte attaccante sloveno. I dettagli nell’articolo qui di seguito.

Eravamo rimasti con il Milan vicinissimo a Joshua Zirkzee in seguito all’incontro di domenica scorsa con Ibrahimovic Moncada. Tuttavia l’accordo va trovato con il Bologna che, ca va sans dire, ha tutto l’interesse per venderlo al migliore prezzo e quindi sta ovviamente cercando di scatenare un’asta italiana, e perché no, europea, sperando di incrociare lo sguardo di qualche club della Premier League.

Continuiamo a dare il Milan vicino all’attaccante olandese, ma la trattativa non è ancora definita, né troppo vicina alla chiusura. Di Santiago Gimenez abbiamo già scritto, ma ‘interesse in queste ultime ore è rivolto a un attaccante che sembrava essere un po’ finito nel dimenticatoio, ossia Benjamin Sesko.

Zlatan Ibrahimovic ha infatti avuto un lungo dialogo proprio con l’entourage del ragazzo Pro Transfer. Una chiacchierata, così ci riferiscono, proprio per capire quali e quanti margini possano esserci su un trasferimento del giocatore. Attualmente il classe 2003 è a quota 12 reti in Bundesliga, ma viene considerato un profilo con ancora grandi margini di crescita. La valutazione si aggira intorno ai 45 milioni di euro. Per lui il Lipsia non intende di certo fare sconti in quanto ha un contratto in scadenza al 30 giugno 2028.

Riteniamo Sesko un obiettivo concreto, tuttavia non primario, avendo contatti bene avviati già con altri profili.

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