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Strategie di coinvolgimento digitale per gli appassionati di calcio italiani e europei
Esperienza, tecnologia, community—questi termini circolano spesso nelle discussioni su come i club di calcio affrontano il legame coi propri tifosi oggi.
A volerci credere, FanView indica addirittura che quasi 8 giovani su 10 sotto i 35 anni scelgono app e social per seguire il calcio, piuttosto che la trasmissione in tv.
Fatto sta che, oggi, restare semplici spettatori non sembra più bastare: interazione, accessi speciali, possibilità di partecipare davvero (anche solo virtualmente)—queste sono ormai le richieste “minime”. I club raccolgono dati attraverso piattaforme varie, nel tentativo almeno dichiarato di restituire valore e, magari, incassare qualcosa di più rafforzando anche la loro identità internazionale, proprio come accade con piattaforme di intrattenimento digitale e poker online games che puntano su esperienze interattive personalizzate.
La personalizzazione come leva principale
È probabile che la vecchia comunicazione “di massa” sia in declino pure sugli spalti. Juventus, Inter, Barcellona, Bayern (e chissà quanti altri) progettano strategie guidate dai dati raccolti dal proprio pubblico. Gli italiani, dicono in molti, avrebbero solo da poco ingranato questa marcia, ma ormai le app e i siti ufficiali segnalano ogni preferenza: dalle abitudini di visione ai feedback lasciati nei sondaggi, tutto diventa spunto per segmentare e raffinare l’offerta.
C’è chi riceve notifiche per un match specifico, chi si ritrova tra le mani sconti pensati su misura per il merchandising, chi si diverte con quiz interattivi o riceve un piccolo dossier statistico a match appena concluso. In ogni caso, l’impressione è che si stia tentando di passare da una proposta “per tutti” a qualcosa che assomiglia di più a una relazione uno a uno.
Coinvolgimento sui social e format interattivi
A questo punto, social come Instagram, X, Facebook, TikTok non sono davvero una novità—they hanno preso il posto delle vecchie “curve” reali, almeno per buona parte dei tifosi. I club provano a mantenere un dialogo quotidiano, talvolta riuscendoci (altre un po’ meno), lanciando sondaggi, domande e risposte con i calciatori, o dirette in cui si intravedono retroscena solitamente inaccessibili.
Con le dirette streaming e i contenuti “dietro le quinte”, i tifosi, quasi senza accorgersene, si trovano co-autori della narrazione stessa; qualcuno partecipa anche ideando piccole rubriche o lanciando contest fotografici. Eventi a tema, gare online, sfide fantasy rappresentano formule d’ingaggio agili, trasversali, magari più leggere e pratiche—anche per chi segue tutto dal divano di casa.
Gamification e nuove frontiere dell’engagement
Ora, il calcio pare abbia riscoperto il gusto per la “gamification”. Quiz, giochi virtuali, aste digitali, fantasy leagues—non sono più un esperimento, ma quasi routine nei palinsesti. Alcuni club (Roma e PSG vengono spesso citati, ma la lista si allunga facilmente) lanciano ogni tanto concorsi accostati agli eventi di campo: esperienze riservate per i partecipanti più fedeli, videochiamate con i giocatori, insomma, premi che almeno sulla carta sembrano stimolanti.
In tutto questo, la raccolta dati continua, ma ciò che davvero fa differenza è la capacità di coinvolgere ragazzi e ragazze della cosiddetta Generazione Alpha—gente che vuole badge digitali, NFT, la sensazione di essere “dentro” la sfida. Piattaforme online di poker online e simili, se integrate in modo creativo nei calendari delle società, aiutano a creare momenti di aggregazione anche tra tifosi distanti geograficamente. Così lo sport si smaterializza, diventando un parco giochi digitale, costantemente accessibile.
Esperienze immersive ed eventi esclusivi
Naturalmente, gli strumenti digitali non si limitano a social e app. Sempre più spesso si sente parlare di tecnologie immersive, realtà aumentata applicata agli eventi in diretta, bodycam indossate dai giocatori per offrire una prospettiva diversa, oppure tour virtuali negli stadi.
Le cosiddette esperienze “phygital”, che oscillano fra fisico e digitale, puntano a regalare qualcosa di davvero introvabile: incontri privati con lo staff, contenuti VIP, materiali a cui si accede solo con abbonamenti più costosi. Podcast, video personalizzati, magari anche newsletter in diverse lingue, portano il tifoso a sentirsi più vicino al club, per quanto questa prossimità sia spesso solo virtuale.
Gioco responsabile e nuovi equilibri digitali
Non tutto, però, è rose e fiori—con l’innovazione aumentano anche responsabilità e rischi. Le piattaforme di gaming, i fantasy football, i giochi online come poker online devono essere offerti sempre nel rispetto delle normative e delle regole di gioco responsabile.
I club hanno ormai l’obbligo di promuovere campagne di sensibilizzazione, soprattutto tra i più giovani. In Italia il Garante chiede attenzione su limiti di spesa, sistemi di autoesclusione e messaggi non ingannevoli. Un coinvolgimento digitale etico e trasparente contribuisce a costruire una relazione di fiducia, vero patrimonio per il calcio di domani. Tutto questo, insomma, richiede un certo equilibrio—e la partita, forse, è appena iniziata.
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Juventus, blitz a Napoli: arrivo domenica mattina e mini-sosta prima del match. La decisione di Spalletti
Juventus, blitz a Napoli: la squadra arriverà solo domenica mattina per la sfida contro il Napoli, evitando tensioni e minimizzando lo stress dei giocatori.
La Juventus non dormirà a Napoli: lo ha comunicato Sky Sport nella giornata di ieri. Luciano Spalletti ha deciso di modificare l’itinerario della squadra, originariamente prevista per arrivare nel capoluogo campano sabato. Il nuovo programma prevede l’arrivo dei bianconeri in città solo domenica mattina, così da evitare eventuali tensioni con i tifosi partenopei.
La squadra rimarrà in hotel solo per poche ore, prima della consueta riunione tecnica del pomeriggio, e poi si recherà direttamente allo Stadio Diego Armando Maradona. Dopo la partita, i giocatori faranno immediato ritorno a Torino.
La strategia di Spalletti è chiara: ridurre al minimo lo stress dei calciatori in una trasferta storicamente complicata per la Juventus, caratterizzata da un clima ostile. Un vero e proprio blitz “mordi e fuggi” in terra partenopea.
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Vlahovic, intervento riuscito: inizia la riabilitazione. Il comunicato della Juventus
La Juventus annuncia il successo dell’intervento chirurgico di Dusan Vlahovic e l’inizio del suo programma di riabilitazione
La Juventus ha annunciato la riuscita dell’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto Dusan Vlahovic, dando avvio al programma di riabilitazione del calciatore.
Juventus, il bollettino medico di Vlahovic
Questo pomeriggio Dusan Vlahovic è stato sottoposto ad intervento chirurgico di riparazione dell’avulsione tendinea dell’adduttore sinistro. L’intervento, eseguito dall’equipe dei prof. Ernest Schilders e Rowena Johnson, alla presenza del medico del Club Marco Freschi, presso Mayo Clinic Healthcare di Londra e il Wellington Hospital è perfettamente riuscito e da domani il calciatore inizierà il programma riabilitativo.
Bollettino medico | Vlahovic, intervento riuscito
— JuventusFC (@juventusfc) December 4, 2025
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Juventus, la parabola di Miretti: da riserva a risorsa
Cercato dal Napoli in estate, Fabio Miretti oggi è rinato al centro della Juventus di Spalletti. Quanto può arrivare lontano?
La Juventus ha ritrovato entusiasmo e identità con il nuovo corso di Luciano Spalletti, e tra le note più luminose c’è la rinascita di Fabio Miretti. Il classe 2003, rientrato dal prestito al Genoa e frenato a inizio stagione da un infortunio, sta rapidamente scalando le gerarchie, diventando una pedina fondamentale in un momento cruciale dell’annata bianconera.
E pensare che il suo destino avrebbe potuto essere diverso. In estate Miretti era stato uno degli obiettivi più concreti del Napoli; il ds Manna lo conosceva bene e gli azzurri erano arrivati a offrire circa 14 milioni.
La Juventus, però, non era disposta a scendere sotto i 18 milioni più bonus, mentre lo stesso centrocampista, molto legato all’ambiente bianconero, aveva manifestato il desiderio di restare. Il suo agente Branchini aveva paragonato il percorso del ragazzo a quelli di Marchisio e De Ceglie, cresciuti grazie ai prestiti prima di tornare a Torino più maturi.
Juventus, l’inizio di stagione tra luci e ombre per Miretti
Il passaggio da Tudor a Spalletti e il recupero fisico hanno riaperto per Miretti una stagione che sembrava complicata. Le sue prestazioni contro Bodø/Glimt e Udinese — quest’ultima da titolare in un centrocampo a due — hanno convinto definitivamente Spalletti, che ne apprezza duttilità e personalità. Mezzala, regista, interno o trequartista: Miretti è diventato un jolly prezioso, soprattutto in un periodo in cui la Juve deve fronteggiare numerosi infortuni.
La sua crescita permette al tecnico di gestire meglio l’emergenza, persino valutando l’arretramento di Koopmeiners in difesa. E ora il calendario offre una curiosa coincidenza: domenica il giovane bianconero scenderà in campo al Maradona proprio contro quel Napoli che lo avrebbe voluto in azzurro.
Un simbolico incrocio del destino. Oggi Miretti è una risorsa ritrovata della Juventus, e Spalletti non ha più dubbi a riguardo.
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