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Italia, 43 anni fa la vittoria sulla Polonia

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Esattamente l’8 luglio del 1982 l’Italia, guidata da Enzo Bearzot, batteva la Polonia ed accedeva alla finale del Mondiale spagnolo.

La Nazionale azzurra si imponeva per 2-0 sulla formazione polacca, con ancora protagonista Pablito Rossi, regalandosi una finale Mondiale che mancava da moltissimo tempo.

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Italia: di nuovo la Polonia, ma cambia il risultato

Potrebbe considerarsi, Italia-Polonia, come un gran bel dejavù. Si, perchè le due compagini si erano già affrontate nel primo girone della competizione, terminando il match a reti bianche (0-0).

Anzi, a dirla tutta, gli azzurri quel girone lo avevano passato con il brivido, attraverso 3 pareggi e da secondi nel girone proprio dietro alla Polonia. Il non aver vinto il Gruppo aveva portato l’Italia a dover affrontare, nel più classico dei gironi della morte, il Brasile e l’Argentina. 

Grazie alle reti di Paolo Rossi e alle scelte tattiche del Vecio (mettere Gentile a uomo su Maradona un’idea geniale) la Nazionale riuscì a battere entrambe, gli argentini 2-1 e i verdeoro 3-2.

I polacchi invece nella seconda fase a gironi, accoppiati con l’Unione Sovietica ed il Belgio, si imponevano sui Diavoli Rossi per 3-0 (tripletta di Boniek) e pareggiavano con i sovietici.

E sia arriva così al giorno della semifinale tra le due Nazionali.

Una finale dopo 12 anni

Si gioca nella splendida cornice del Camp Nou di Barcellona. Bearzot sceglie di giocare con: Zoff (C); Bergomi, Cabrini; Oriali, Collovati, Scirea; Conti, Tardelli, Rossi; Antognoni (28’ pt Marini), Graziani (25’ st Altobelli). 

I polacchi rispondevano così: Mlynarczyk; Dziuba, Zmuda (C), Janas, Majewski; Lato, Matysik, Kupcewicz, Buncol; Ciolek (1’ st Palasz), Smolarek (32’ st Kusto).

Non c’è dubbio che quello fosse il Mondiale di Paolo Rossi, definitivamente sbocciato con la tripletta contro la Selecao. Purtroppo non potrà sfidare la stella squadra polacca: Zibì Boniek. L’attaccante biancorosso, che in quell’estate passerà alla Juventus, per via di un’ammonizione rimediata nel finale con l’Unione Sovietica è costretto a dover saltare il match contro l’Italia.

La partita inizia, e Pablito ci mette appena 22 minuti di incontro per sbloccare il match. Su una punizione di Antognoni, il ragazzo di Prato come un rapace si avventa sulla palla vagante in area e la mette alle spalle del portiere. Per Pablito è il quarto gol consecutivo. Il Camp Nou è un tripudio di bandiere azzurre.

I polacchi provano a reagire ma senza troppa convinzione. L’unica conclusione di nota arriva prima del termine della prima frazione di gioco con Kupcewicz. Il polacco cerca di sorprendere Zoff direttamente da calcio da fermo. Il suo tiro, per fortuna azzurra, termina sul palo.

Nella ripresa poi Bearzot e co difendono il risultato senza preoccupazioni. Anzi la chiudono anche. Al minuto 73 Altobelli lancia Bruno Conti, che uno splendido cross trova sul secondo palo ancora Rossi, che non sbaglia. Per gli azzurri è il gol della tranquillità.

Al triplice fischio l’Italia festeggia un’altra finale Mondiale a 12 anni dalla precedente. Inutile dire come andrà a finire.

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Napoli, accadde oggi: l’ultima di Ancelotti con i Partenopei

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Ancelotti

Oggi, 6 anni fa, il Napoli ospitava il Genk per la 6a giornata della Champions League 2019/2020. Una partita decisiva per l’accesso agli ottavi e non solo.

Siamo al 10 dicembre 2019 e la squadra Partenopea allenata da Carlo Ancelotti è in crisi nerissima. Gli azzurri non vincono tra tutte le competizioni da ottobre, e sono settimi in campionato a -17 dall’Inter capolista.

In Champions, i Partenopei sono secondi nel girone dietro al Liverpool. Per la qualificazione agli ottavi basta un pareggio in casa contro il Genk. Tuttavia, la qualificazione agli ottavi potrebbe non bastare per salvare la panchina di Ancelotti, visti i problemi fuori dal campo.

Napoli-Genk, 10 dicembre 2019

Mertens, Napoli

Ancelotti recupera Allan e Milik, entrambi fuori da qualche partita per infortunio. L’attaccante polacco gioca in attacco affiancato da Mertens, mentre il centrocampista brasiliano gioca come centrocampista centrale insieme a Fabian Ruiz. Insigne e Lozano, invece, partono dalla panchina.

I Partenopei vanno vicini al gol dopo 2 minuti, con un colpo di testa di Koulibaly che colpisce la traversa. Pochi secondi dopo, Milik approfitta di una disattenzione del portiere Vandevoordt, e mette il pallone in rete.

Poco prima della mezz’ora, l’attaccante polacco si ripete: cross basso di Di Lorenzo dalla destra, e Milik arriva prima di tutti sul pallone, battendo Vandevoordt, 2-0 (26′). A 10 minuti dall’intervallo, Vandevoordt commette un fallo su Callejon in area, rigore e cartellino giallo per il portiere belga classe 2002: dal dischetto, Milik segna la sua tripletta (37′).

Intanto, il Genk sfiora diverse volte il 3-1, con Onuachu che si divora due gol da solo davanti a Meret: in entrambi le occasioni calcia fuori. Poche emozioni nel secondo tempo, visto che la qualificazione agli ottavi dei Partenopei è ormai archiviata. Ancelotti fa entrare dalla panchina Gaetano (esordio in Champions per lui), Llorente e Lozano, al posto di Zielinski, Callejon e Milik.

I padroni di casa guadagnano un altro rigore poco prima del quarto d’ora finale di gara, con un tiro al volo di Callejon respinto con il braccio da un giocatore avversario. Visto che Milik è uscito, il rigore lo batte Mertens: il belga segna il rigore, battendo Vandevoordt con un cucchiaio.

Milik e compagni, dunque, si qualificano agli ottavi da secondi nel girone. Tuttavia, il cambio in panchina avviene lo stesso: esonerato Ancelotti, al suo posto arriva Gennaro Gattuso.

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Napoli, Lukaku verso il rientro: come cambierà l’attacco?

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Napoli

Il Napoli ritrova Romelu Lukaku, ma ora resta da capire come Conte gestirà l’attacco con il belga e un Rasmus Højlund in grande forma.

Arrivano finalmente ottime notizie in casa Napoli sul fronte delle indisponibilità. Romelu Lukaku è infatti tornato ad allenarsi in gruppo dopo la lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra rimediata nell’amichevole di agosto contro l’Olympiakos, un infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. Un rientro fondamentale non solo per Antonio Conte, ma anche per tutto lo spogliatoio, che ritrova una delle sue figure più esperte e carismatiche.

Il ritorno del belga, però, si intreccia con un’altra grande verità delle ultime settimane: il Napoli sembra aver trovato finalmente la quadra in attacco. Dopo mesi di dubbi, rotazioni e difficoltà nel trovare la formula giusta, ora la squadra ha un’identità ben definita anche grazie a un Højlund sempre più determinante. 

Per questo la domanda è inevitabile: come cambierà l’attacco azzurro con il rientro di Lukaku? Conte rinuncerà al danese o proverà a far convivere i due?

Napoli

Rasmus Winther Hojlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli, Conte guarda al futuro con un occhio al passato

Højlund sta sostituendo Lukaku in modo importante, garantendo gol, assist e una crescita evidente sia tecnica che mentale. Panchinarlo adesso, nel suo momento migliore, rischierebbe di essere controproducente. 

E allora non è utopia immaginare alcune partite con un attacco a due, con Lukaku e Højlund contemporaneamente in campo. Il belga potrebbe agire più da collante, legando il gioco e aprendo spazi, mentre il danese tornerebbe ad attaccare la profondità con continuità. 

In questo senso, un 3-5-2 classico potrebbe essere una soluzione, ma non va esclusa nemmeno l’idea di riproporre quel 4-2-4 visto a Bari e nei primi mesi alla Juventus, per sfruttare anche gli esterni.

Lecce-Napoli

LORENZO LUCCA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lucca verso l’addio?

La pista più probabile, almeno nell’immediato, è però un’altra: Conte potrebbe scegliere l’alternanza nel ruolo di riferimento offensivo nel suo 3-4-3, sfruttando i tanti impegni delle prossime settimane per gestire minutaggi e recuperi. In questo scenario c’è però chi rischia seriamente di perdere ulteriore spazio: Lorenzo Lucca, che già ora fatica a ritagliarsi minuti e che potrebbe addirittura lasciare Napoli già a gennaio, appena sei mesi dopo il suo arrivo.

Il rientro di Lukaku rappresenta dunque una grande notizia, ma anche un nuovo rompicapo per Conte. Un problema, però, che ogni allenatore vorrebbe avere: troppa qualità e troppe soluzioni.

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Milan, i numeri di Pulisic: è lui la stella al momento

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Milan, Pulisic

Continua il momento di forma strepitoso di Pulisic con il Milan. Paragonando le sue statistiche con quelle di Leao, è lui l’uomo chiave dei rossoneri.

Pulisic continua ad essere il trascinatore dei rossoneri: la doppietta di ieri sera contro il Torino ne è la prova. E pensare che il giorno prima della partita, il calciatore statunitense era a casa con la febbre a 39°C.

I tifosi considerano Leao la stella della squadra di Allegri, e si aspettano molto da lui. Tuttavia, mettendo a confronto le statistiche del calciatore portoghese con quelle di Pulisic, è evidente chi sia la stella attualmente.

Milan, Pulisic on fire: statistiche a confronto con Leao

Milan

CHRISTIAN PULISIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nella stagione 2024/25, Pulisic ha realizzato 11 gol e fornito altrettanti assist in Serie A, mentre in Champions League ne ha segnate 4 di reti. Inoltre, è suo il gol del momentaneo pareggio nella finale di Supercoppa Italiana, poi vinta contro l’Inter da 2-0 a 2-3. Leao, invece, nella Serie A 2024/25 ha realizzato 8 gol e e 10 assist, mentre in Champions League 3 gol e 1 assist.

Per quanto riguarda questa stagione, Pulisic è attualmente il capocannoniere della Serie A con 7 gol insieme a Lautaro Martinez. Inoltre, è a quota 2 reti in Coppa Italia. Nel frattempo, Leao ha segnato 5 gol finora in questa Serie A, e fornito 1 assist.

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