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Juventus, Comolli: “Deciso l’allenatore per il prossimo anno, novità su Kolo Muani. Vlahovic…”

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Kolo Muani

Il nuovo direttore generale della Juventus, Damien Comolli, si è presentato in conferenza stampa dall’Allianz Stadium alle 11:30.

Appena arrivato dal Tolosa, il nuovo direttore generale della Juventus Damien Comolli si presenta ai suoi nuovi tifosi nella pancia dell’Allianz Stadium. Una conferenza stampa programmata, in cui il nuovo dirigente bianconero ha dato indicazioni importanti per il futuro: da Kolo Muani alla conferma di Tudor.

Juventus, le parole di Comolli

Di seguito le sue parole.

Kolo Muani giocherà il Mondiale per Club
“Sfortunatamente non posso parlare in italiano, ma lo capisco bene. È un privilegio per me essere il direttore generale della Juventus. Io sono cresciuto guardando questo club soprattutto per i grandi calciatori e per l’organizzazione sempre vincente. La Juventus è sempre stato un modello. Io ho sempre ammirato questo club e mi ricordo quando venivo al Delle Alpi da scout. Ho apprezzato moltissimo la cultura della Juventus. Voglio confermare che Tudor sarà il nostro allenatore per la prossima stagione. Ho già chiarito questo a lui e stiamo lavorando insieme. Siamo un grandissimo club e ci sono tante speculazioni, ma voglio ribadire che Tudor rimarrà il nostro allenatore. Voglio parlare anche del ruolo Chiellini. Lui sarà anche il direttore tecnico e lavoreremo a stretto contatto dal punto di vista calcistico e commerciale. Potrei parlare del ruolo di Giorgio per cinque minuti. Noi facevamo parte dello stesso comitato in Uefa e di questo si occuperà solo Chiellini. Il ruolo anche del fratello sarà fondamentale. Io e Giorgio passeremo dal calcio al commerciale e stiamo collaborando molto bene insieme. Chiellini non si occuperà del mercato. Vorrei assumere due persone: un direttore sportivo per i trasferimenti e con un occhio sulle nostre giovanili. Poi un direttore tecnico. Abbiamo parlato tanto con la società e pensiamo che questa possa essere la struttura migliore per noi. Ho ben chiaro in testo chi potrà essere la persona giusta per questo ruolo. È un processo, ma non vogliamo prendere decisione affrettate. Vogliamo prenderci del tempo per queste due posizioni. Il quarto punto voglio annunciare che abbiamo trovato un accordo con il Psg per Kolo Muani che giocherà il Mondiale per Club con noi. Non abbiamo trovato un accordo per la prossima stagione, ma sono ottimista di poterlo raggiungere, perchè il Psg non ha chiuso la porta e Kolo Muani vuole restare con noi. Poi vorrei congratularmi con la Juventus Women per la splendida stagione e per i risultati raggiunti. Ho una grande passione per il calcio femminile. Ora sono pronto per le domande”.

Emozioni
“Ho vissuto grande entusiasmo. Quando ero un bambino il mio idolo era Platini. Ho sempre sognato di diventare un allenatore e mi piace Trapattoni. Non posso dirvi di esser sempre stato un tifoso della Juventus, ma ho sempre seguito questo club. La squadra sta rientrando al completo e non vedo l’ora di incontrare tutti. Penso di aver un’idea su cosa possa dare questa società. Non esiste solo una squadra in campo, ma anche quelli dietro alle quinti. Noi dobbiamo andare la Mondiale per Club per fare tutto il possibile per vincere”.

Tudor resta
“Quando era al Marsiglia ci ha battuto due volte. Abbiamo anche riso di questo. L’intensità e la tenuta fisica e mentale che ha tenuto il suo Marsiglia mi aveva colpito. Lui ha fatto una lavoro eccezionale al Marsiglia”.

Ambizioni e Progetto
“La prima volta che ho incontrato la società mi ha chiesto cosa volessi ottenere. Io voglio farò tutto il possibile per vincere. Alla Juventus per andare avanti devi provare a vincere trofei. Poi nel calcio ci sono gli imprevisti e non possiamo controllare tutto. Però quello che possiamo controllare dobbiamo farlo al 100%. La mia ossessione sarà quella di vincere e voglio trasmettere questa passione in tutto il club. Sulla struttura penso di avervi già detto tante cose soprattutto sul doppio ruolo: direttore sportivo e direttore tecnico. Molte società stanno attuando questa struttura, perchè il calcio sta diventando sempre più complicato”.

Vlahovic
“Ho parlato con Dusan e voglio capire cosa voglia fare. Lui è un top player e qualcosa in questa stagione non ha funzionato. Devo parlare con il calciatore e capire. Lui è un top player e dobbiamo capire anche le sue intenzioni dal punto di vista contrattuale. Quando capirò tutte queste cose sarò in grado di decidere”.

Organigramma
“Con Pecini abbiamo un ottimo rapporto e siamo amici, ma non farà parte del nostro team. I due ruoli che cerchiamo sono di alto profilo e se dovessimo trovare qualcuno di disponibile potremmo farlo subito o magari a settembre. Speriamo di trovarlo prima della fine del mercato, ma è un processo e non possiamo prendere decisioni affrettate”.

Metodi di lavoro
“Io lavoro con i dati da 25 anni. Quando una società si rivolge a me, perchè si aspettano che possa portare questa mia esperienza con i dati. Io sono nella posizione di poterlo usare. Noi siamo pagati per dare emozioni. I nostri fan devono avere il più alto livello di emozioni. Noi però non dobbiamo prendere decisioni di pancia, ma dobbiamo essere razionali. Tutti ormai analizzano i dati. Noi utilizzeremo i dati e ci aiuteranno per misurare la forza della nostra squadra in Europa. I dati ci aiuteranno nella nostra strategia, questi potranno aiutarci per prevenire anche gli infortuni. I dati fanno parte della mia vita e so come funzionano. I campionato inglesi sono tutti basati sui dati e noi lo metteremo in pratica”.

Moneyball?
“Io ho sempre voluto create una cultura nella prima squadra e anche nel femminile. L’identità è importante. Noi creiamo emozione, ma dentro a tutto questo ci sono identità e feeling. Questo arriva attraverso le vittorie, il gioco e la metodologia. Questo è difficile ma non impossibile. Il modello Ajax non è tra i miei preferiti, ma noi vogliamo attuare una nostra metodologia e medio-lungo termine. Modello moneyball? Non so se sia stato romanzato o una storia della stampa. Io so cosa abbiamo fatto. Abbiamo reso razionale un modello irrazionale. Noi cerchiamo di essere razionali e creare emozioni. Il signore del moneyball è un mio amico e ho parlato con lui. Volevo capire come avere un diverso approccio sul reclutamento e il suo modello è stato molto utile. A volte puoi fare delle valutazioni dove il mercato viene sottovalutato o viceversa. Cerchiamo di utilizzare questo approccio scientifico che sta funzionando. Non è una brutta parola questa. Ci sono tanti club che utilizzano i dati e non lo vogliono dire. Questa è un po’ la mia caratteristica. La mia ossessione è quella di voler vincere, ma voglio creare una cultura e migliorare ogni giorno. Per avere vantaggio possiamo utilizzare i dati sia dal punti di vista finanziario e sul campo”.

Juventus

IGOR TUDOR CARICA RANDAL KOLO MUANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A

Bartesaghi, la scena è tua: prima doppietta con il Milan

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Una doppietta che cambia tutto: Bartesaghi incanta San Siro, entra nella storia rossonera e si prende il Milan di Allegri. Il futuro è già iniziato.

Il primo gol in Serie A non si scorda mai. Figuriamoci una doppietta. Anche se il risultato finale non ha sorriso al Milan, fermato sul 2-2 dal Sassuolo nell’odierno lunch match di campionato, il pomeriggio di San Siro resterà inciso nella memoria di Davide Bartesaghi. Classe 2005, laterale mancino, all’undicesima presenza in Serie A, il giovane difensore rossonero ha vissuto una giornata memorabile: due gol, grande personalità e la sensazione netta di essere ormai diventato una certezza nei meccanismi di Massimiliano Allegri.

Il Milan si gode così il suo piccolo gioiello, il più giovane a trovare la via del gol tra i difensori rossoneri dai tempi di un’icona che ha lasciato ricordi indelebili nel tifo rossonero: Paolo Maldini. Paragoni ingombranti, inevitabili e allo stesso tempo prematuri, ma che rendono bene l’idea dell’impatto avuto da Bartesaghi.

Sempre più titolare nel Milan di Allegri

Allegri lo ha lanciato dopo l’infortunio di Estupinan, individuato dalla dirigenza come il naturale sostituto di Theo Hernandez. Bartesaghi si è fatto trovare pronto, facendo ricredere anche i tifosi più scettici, e la doppietta al Sassuolo ha rappresentato la definitiva certificazione di qualità che a Milanello veniva intravista da tempo: grande corsa, struttura fisica imponente, con ben 193 centimetri, una solida tecnica di base e, dettaglio non da poco, una sorprendente lucidità sotto porta.

Milan

MASSIMILIANO ALLEGRI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Una crescita esponenziale per il ragazzo nato a Erba, che solo un anno fa veniva impiegato con maggiore continuità nel Milan Futuro, una stagione che non evoca bei ricordi, considerando che si è conclusa con la retrocessione in Serie D. Ciononostante, aveva accumulato già i primi minuti in Serie A e in Champions League, mostrando tutto il suo potenziale anche tra i professionisti: fisico, tecnica e capacità di interpretare entrambe le fasi.

Un rendimento che gli regala un rinnovo fino al 2030, un chiaro segnale di come nei piani alti del Milan credano nelle qualità del ragazzo, che negli ultimi mesi ha avuto una crescita evidente anche a livello caratteriale. Bartesaghi entra stabilmente nei titolari, gioca la stracittadina contro l’Inter dal primo minuto, scala le gerarchie e supera la concorrenza. Le prestazioni non passano inosservate: come riportato da Matteo Moretto, i primi sondaggi sono già arrivati dall’estero, in particolare dalla Premier League.

Oggi strapparlo al Milan appare decisamente più complicato. Un profilo giovane, italiano, cresciuto nel vivaio, tifoso rossonero fin da bambino: un patrimonio tecnico su cui basare le fondamenta per il futuro della società di via Aldo Rossi.

Le parole di Bartesaghi dopo Milan Sassuolo

A fine partita, il numero 33 rossonero resta con i piedi per terra:
“Non sapevo di essere il più giovane difensore milanista in gol dai tempi di Maldini, mi fa piacere. Devo tanto a questa squadra, ai miei compagni e al mister per la fiducia”.

Sull’abbraccio con Magnanelli e Corradi:
“Devo tanto a loro due, soprattutto a mister Corradi che è stato anche un mio allenatore in Nazionale. L’altro giorno mi ha chiesto: “Ma quando me lo fai un gol?”. Ci siamo abbracciati per quello”.

Il presente parla chiaro. Il futuro, per Davide Bartesaghi, promette ancora di più. Dal rossonero all’azzurro il passo, ormai, non sembra più così lungo.

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Serie A

Bologna, Italiano: “Un po’ di fatica è venuta fuori. La Supercoppa è un grande orgoglio”

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Bologna

Il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano ha parlato in conferenza stampa al termine della partita contro la Juventus, terminata con una sconfitta per 0-1.

Bologna, le parole di Italiano

Togliendo la parte in 10, un po’ più sporchi rispetto al solito: come mai?
“Perché di fronte avevamo una squadra forte e su questi momenti della partita si fa trovare pronta. Per me siamo stati dentro questa partita, persa per una palla inattiva. In 10 si è complicato tutto, ma fino a quel momento c’eravamo. meno qualitativi del solito, ma grandi meriti alla Juve e in questo trittico di partite un po’ di fatica è venuta fuori. La perdiamo, ci dispiace ma il nostro cammino continua con la presenza nella Supercoppa e di questo siamo orgogliosi”.

Difficoltà sui raddoppi che la Juve faceva sugli esterni e vi siete fatti sorprendere su qualche palla lunga alle spalle del difensore centrale?
“Dovevamo essere un po’ più veloci nell’andare ad isolare Cambiaghi e Orsolini. Se sei lento, ripristinano la linea a 5 e non è facile. Su queste palle in profondità si può andare anche un minimo in difficoltà, ma di solito riusciamo a leggerle bene. Heggem non è riuscito a prendere la palla e lì un po’ la partita l’abbiamo abbandonata. Bisogna fare attenzione a tutte le situazioni e tecnicamente non siamo stati puliti come in altre partite. Ci può stare, abbiamo partite su partite e l’abbiamo preparata in allenamento. Non è un alibi, ma essere sempre brillanti non è semplice e rimanere nella partita è un merito”.

La scelta di Castro in panchina e come sta Immobile?
“Castro ha fatto più di 80 minuti a Vigo in una condizione incredibile. Siamo arrivati alle 5 del mattino, i dati di quasi tutti erano in grossa difficoltà: gente affaticata, che meritava di essere riproposta vista la partita di giovedì ma se vuoi essere brillante abbiamo deciso di prepararla così. Quando qualcuno è più stanco, è normale scegliere chi è al 100%. Sconfitta che non ci ridimensiona, la Juve lotterà per i primi posti. Ciro, quando rimaniamo in 10, siamo andati in difficoltà nelle sostituzioni. Volevo affiancarlo a Santi, ma non è stato possibile e lo vedremo in altre circostanze”.

Bologna

SANTIAGO CASTRO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Serie A

Juventus, Spalletti: “Cabal è un cavallo talentuoso. Gli ho rotto un po’ le scatole”

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Juventus

Il tecnico della Juventus Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dopo la bella vittoria per 0-1 sul campo del Bologna, siglata dalla rete di Cabal.

Juventus, le parole di Spalletti

E’ la vittoria più bella e importante da quando allena la Juve?
“Sicuramente sì, incontravamo una squadra che ha un valore, forza ed entusiasmo. Squadra lavorata bene e costruita bene, anche in 10 ci hanno creato situazioni difficili. Aver vinto qua è ancora più merito per i miei calciatori e stasera gli va detto bravi veramente”.

Il cambio di Cabal è stata la mossa decisiva?
“Se non fai risultato e non migliori diventa difficile, ma io delle cose fatte bene in allenamento le avevo viste. Li avevo trovati energici e reattivi, c’era bisogno di una prestazione che desse tranquillità e spero che metta loro nelle condizione di ripeterla. Stasera la squadra è stata dentro la partita, andando oltre ai duelli individuali a cui ti costringe il Bologna. Cabal deve imparare talvolta a correggere la sua emozione. Ha gamba e forza, è talentuoso anche chi fa 2o volte i 100 metri a tutto fuoco e lui ha questo. Nelle partite che ha giocato fino a dora è stato troppo sporco per il valore che ha, per cui gli ho rotto un po’ le scatole”.

Openda l’ho visto molto bene?
“E’ un calciatore differente, è uno che lega il gioco: a volte mi sembra più una seconda che una prima punta. Un calciatore che probabilmente, contro squadre come il Bologna, si trova più a suo agio perché ha 60 metri di strappo fatti di potenza e velocità pura. E’ stato un po’ avvantaggiato dal tipo di partita e dal modo di giocare del Bologna”.

Juventus

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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