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Rodri, l’eroe anti-social di cui il calcio ha bisogno

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manchester city rodri

Nato a Madrid il 22 giugno 1996, Rodrigo Hernández Cascante, meglio noto come Rodri, è diventato uno dei protagonisti indiscussi del calcio mondiale.

A soli 28 anni, ha già vinto tutto, dalla Champions League nel 2023 all’Europeo nel 2024. Tuttavia, la sua storia non è solo una sequenza di successi, ma un viaggio di dedizione e sacrificio che merita di essere raccontato.

 

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Il gioco specchio dell’anima

Rodri è il riflesso di una personalità solida e disciplinata, mai una parola fuori posto, mai un comportamento scorretto. Il suo gol decisivo al 68° minuto nella finale di Champions League ha segnato una delle tappe più importanti della sua carriera, mentre la vittoria all’Europeo dell’estate successiva lo ha consacrato tra i grandi del calcio. Non è un caso che oggi sia tra i favoriti per il Pallone d’Oro, un riconoscimento che molti gli attribuiscono già come meritato.

In un’intervista rilasciata a ESPN, alla domanda se sentisse di meritare il Pallone d’Oro, Rodri ha risposto con la sua solita umiltà: “Quando cammino per strada, molte persone mi dicono che merito di vincere, e per me questa è già una vittoria.” Questa risposta sintetizza perfettamente la grandezza di Rodri: un uomo che ha scelto la semplicità e la dedizione al suo lavoro come stile di vita.

Tra libri e pallone, la doppia vita di Rodri

Se si dovesse paragonare la vita di Rodri a un personaggio cinematografico, sarebbe sicuramente Peter Parker in Spider-Man. Come il famoso supereroe, Rodri ha vissuto una doppia vita per anni, dividendo il suo tempo tra lo studio universitario e allenamenti calcistici. In una recente intervista al The Players’ Tribune, ha raccontato dei suoi esordi con il Villarreal e delle prime partite in Liga, che gli valsero la notorietà anche tra i suoi compagni di università.

Rodri, protagonista con la Spagna

Athens, Greece – August 16,2023: Player of Manchester City Rodrigo in action during the UEFA Super Cup Final match between Manchester City and Sevilla at Stadio Karaiskakis, Piraeus

La sua storia comincia con un accordo siglato con i propri genitori. “Per me il calcio era quasi come una droga,” ha spiegato Rodri, “così ho stretto un patto con i miei genitori; se volevo continuare a giocare a calcio, dovevo anche frequentare l’università. A 17 quindi anni mi sono trasferito e mi sono iscritto all’università. Il primo anno vivevo nelle residenze del Villarreal Academy, ma quando ho compiuto 18 anni mi sono trasferito negli alloggi per studenti.”

Rodri ha raccontato di come le sue giornate fossero scandite dagli allenamenti mattutini e dalle lezioni pomeridiane. La sera, mentre i suoi amici si divertivano e andavano in discoteca, lui si limitava a bere acqua frizzante prima di ritirarsi, pronto per l’allenamento del mattino successivo. “I miei amici non sapevano neanche che giocassi a calcio,” ha ricordato. “Alla fine qualcuno mi ha chiesto perché non uscissi mai con loro, e ho dovuto spiegare che avevo allenamenti al mattino. Quando l’hanno scoperto, non potevano crederci.”

Le prime comparse e le ricerche su Google

L’anno successivo, Rodri fece le sue prime apparizioni nella Liga. “I miei compagni di corso sono rimasti sbalorditi quando mi hanno visto in TV con il numero 6,” ha raccontato. Alcuni non potevano credere che fosse davvero lui, tanto che uno di loro arrivò persino a cercare il suo nome su Google per assicurarsi che non fosse uno scherzo.

Un giocatore che ama la normalità, sia in campo che nella vita. Nonostante gli aneddoti che circolano su di lui, come quello in cui si dice che arrivò in ritardo a una trasferta perché troppo concentrato sugli studi, lasciando il cellulare in modalità silenziosa e non accorgendosi della chiamata del proprio allenatore.

Rodri, eroe moderno anti-social

Capita spesso, che i suoi compagni lo prendano in giro appellandolo come una persona fin troppo normale. La verità è che Rodri non è un calciatore moderno, almeno non sotto il punto di vista estetico.
Un ragazzo semplice e come lui stesso si é definito, dipendente dal calcio nel vero senso della parola.  Odia i social media e le scarpe da 400 sterline. La verità, come anche lui ha affermato recentemente, è che semplicemente ha inseguito un sentimento. Come affermato a The Players Tribune. “Volevo fare il calciatore non per comprarmi una Ferrari, ho scelto di farlo perchè quello che i miei eroi facevano in campo mi faceva sentire vivo”.

 

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Premier League

Manchester City senza freni: Premier in fuga a tre

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Haaland, Manchester City

Manchester City – Guardiola travolge il Crystal Palace e mette pressione all’Arsenal. Aston Villa sorprende ancora e sogna in grande

Il Manchester City lancia un segnale forte alla Premier League: 0-3 in casa del Crystal Palace e corsa al titolo più aperta che mai. La squadra di Guardiola domina in trasferta con una doppietta del solito Haaland, a segno una volta per tempo, e la firma di Phil Foden. Un successo netto che permette ai Citizens di portarsi a soli due punti dall’Arsenal, vittorioso solo all’ultimo respiro contro il Wolverhampton, e di infilare la quarta vittoria consecutiva.

Dopo Arsenal e Manchester City, spunta l’Aston Villa

In vetta, però, non c’è più soltanto il duello tra City e Gunners. A sorpresa si inserisce l’Aston Villa di Unai Emery, che continua a stupire. I Villans hanno espugnato Londra rimontando il West Ham da 2-1 a 2-3 e restano incollati al treno di testa. C’è solo un punto di distanza dal City e due dall’Arsenal, numeri che certificano la candidatura al titolo.

Manchester City

Unai Emery, Aston Villa

Alle spalle delle prime tre, invece, il ritmo cala. Il divario tra l’Aston Villa e il Chelsea quarto si allarga a 5 punti dopo la sedicesima giornata. I Blues sono tornati al successo contro l’Everton (2-0) e sono saliti a quota 28, mentre subito dietro si forma un gruppo compatto a 26 punti con Liverpool, Crystal Palace e Sunderland. A seguire, la classifica di Premier nel dettaglio dopo le prime 16 giornate

  1. Arsenal 36 punti
  2. Manchester City 34
  3. Aston Villa 33
  4. Chelsea 28
  5. Crystal Palace 26
  6. Liverpool 26
  7. Sunderland 26
  8. Manchester United 25

Proprio il Liverpool ritrova ossigeno battendo il Brighton 2-0, con Salah di nuovo protagonista grazie a un assist. Ma l’ennesima sorpresa è la neopromossa Sunderland, che vince il derby contro il Newcastle per 1-0 grazie a un’autorete di Woltemade. In coda, infine, occasione per il Manchester United: una vittoria nel posticipo contro il Bournemouth ha permesso ai Red Devils di agganciare il Liverpool in zona Champions. La Premier corre veloce, ma davanti ora sono in tre a dettare il passo.

 

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Premier League

Manchester City, Haaland unstoppable: 35 gol in 27 partite stagionali

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Haaland, Manchester City

Il Manchester City passa in casa del Crystal Palace. Merito del solito Erling Haaland, che grazie alla doppietta odierna., sale a 35° gol in 27 partite tra club e nazionale.

Manchester City, aggrappati ad Haaland

Erling Haaland, fenomeno calcistico norvegese, sta riscrivendo le regole del gioco con la sua impressionante capacità di segnare. Altra doppietta per il numero 9 del Manchester City nella sfida odierna contro il Crystal Palace. In totale fanno 35 gol in 27 gare stagionali, tra club e nazionale. Haaland ha dimostrato di essere uno degli attaccanti più prolifici del panorama calcistico attuale. Le sue prestazioni non solo esaltano i tifosi del club per cui gioca, ma attirano anche l’attenzione degli appassionati di calcio di tutto il mondo.

Haaland, macchina da gol

L’attaccante norvegese è decisivo nel match contro il Crystal Palace. Una doppietta che permette al Manchester City di rimanere incollato all’Arsenal nella lotta per il titolo in Premier League.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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Premier League

Arteta su Gyökeres: “Buona intesa con i centrocampisti, ma serve più velocità in area”

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Arsenal

Arteta elogia la collaborazione tra Gyökeres e i centrocampisti, ma sottolinea la necessità di migliorare la velocità del gioco.

Le parole di Arteta su Gyökeres

Il tecnico dell’Arsenal, Mikel Arteta, ha recentemente espresso il suo apprezzamento per il nuovo acquisto Viktor Gyökeres, sottolineando la sua collaborazione con i centrocampisti della squadra. Durante una conferenza stampa, Arteta ha dichiarato: “Vedo una collaborazione tra Viktor e i centrocampisti. Era in molte posizioni davvero buone e la palla non entrava nell’area abbastanza rapidamente”.

Arteta ha evidenziato l’importanza di migliorare la velocità con cui la squadra riesce a portare la palla nell’area avversaria. Sebbene Gyökeres stia dimostrando buone intenzioni e un ottimo impegno, il tecnico sottolinea che è fondamentale insistere per affinare questa dinamica. La capacità di sfruttare le posizioni favorevoli potrebbe fare la differenza nei risultati futuri dell’Arsenal.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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