Le interviste
Alessandro Remedi: “Vincere l’europeo è stata un’emozione indescrivibile! A febbraio faremo un gran mondiale.”
In un caldo pomeriggio versiliese, davanti ad un buon caffè, abbiamo avuto il piacere di incontrare un grande protagonista di questa estate calcistica, Alessandro Remedi.
Abbigliamento sportivo e la felicità sul volto di chi è consapevole di aver contribuito a scrivere una pagina della storia di uno tra gli sport emergenti più affascinanti.
Si presenta così uno degli artefici dello straordinario successo europeo dell’Italia del Beach soccer, Alessandro Remedi.

during EBSL Superfinal Alghero 2023 on September 21, 2023 in Catania, Italia. (Photo by Jose Manuel Alvarez/BSWW)
La nostra chiacchierata non può che partire dal racconto delle sensazioni provate per l’impresa recentemente compiuta.
“È stata un’emozione indescrivibile! Alla mia terza partecipazione, ho vinto l’europeo. Un sogno che si avvera e che mi ripaga per tutti i sacrifici che ho dovuto sopportare”.
Le fasi finali del torneo si sono svolte in Sardegna, in un Alghero traboccante del grande entusiasmo del pubblico che ha accompagnato la squadra azzurra nell’arco di tutta la rassegna.
“Gli spalti erano sempre gremiti. Prima della finale eravamo tutti sbalorditi dalla fila chilometrica che si era creata per entrare allo stadio. Ogni giorno ci chiedevano autografi e selfie. Sono stati momenti davvero emozionanti”.
Cosa significa indossare quella maglia, quei colori? Percepire quel senso di appartenenza che solo la nazionale ti può offrire?
“Sentire tutto lo stadio cantare l’inno mi faceva venire la pelle d’oca. Se ci ripenso mi vengono i brividi…”
Gli azzurri hanno vinto il torneo da protagonisti assoluti, battendo nell’ordine Grecia, Moldavia, Bielorussia, Romania e le due superpotenze del Beach soccer, Portogallo, in semifinale, e Spagna, nella finalissima.
Un cammino prodigioso.
L’oro conquistato in Sardegna ha coronato un’estate, vissuta in maglia azzurra, già ricca di impegni e soddisfazioni.
“Prima della spedizione europea abbiamo partecipato ai Giochi del Mediterraneo a Creta e ai Giochi olimpici europei a Cracovia, chiusi con uno splendido secondo posto. Siamo anche riusciti
a staccare il pass per il mondiale di Dubai che si terrà a febbraio”.
Altro obiettivo per nulla scontato, considerando le tante squadre europee pretendenti a giocarsi il titolo iridato a Dubai e i soli quattro posti disponibili.
” Ormai ogni partita è complicata. Il divario tra le nazionali si sta sempre più affievolendo.
Le squadre sono diventate tutte forti, che si chiamino Grecia, Moldavia, Lituania o Estonia”.
Remedi, con i suoi 5 gol e le tante giocate preziose, è stato uno dei protagonisti del torneo europeo, vinto anche grazie al contributo fornito dai suoi compagni della Viareggio Beach soccer, Genovali, Carpita, Bertacca e Fazzini (il cui fratello, Jacopo, gioca in serie A con la maglia dell’Empoli).
“È bellissimo poter vincere con loro. Siamo come una grande famiglia molto affiatata e ho uno splendido rapporto con tutti”.
Una famiglia che ha avuto il merito, quest’estate, di trionfare, davanti al proprio pubblico, nelle finali del campionato di serie A.
“Altra emozione indescrivibile. Vincere in quel modo davanti alla mia cittá e ai miei amici è un qualcosa di indimenticabile. Lo stadio pieno che ci incitava ad ogni partita ci ha dato quella carica necessaria per conquistare il trofeo”.
Eh sí Alessandro ha ottenuto quel successo proprio nella sua città, proprio in quello stadio, calcando proprio quella sabbia da cui tutto è iniziato nel lontano 2014.
Nell’estate di quell’anno un giovane Remedi vinceva da protagonista – segnando il gol decisivo in finale – il prestigioso torneo cittadino di beach soccer, dedicato a Matteo Valenti, ragazzo venuto
a mancare a causa di un incidente sul luogo di lavoro (il cui fratello è stato compagno di squadra di Alessandro nella VBS ).
” Dopo il torneo il mister Santini (oggi direttore sportivo) mi chiamò e mi propose di far parte della squadra della Viareggio Beach Soccer”.
Fu l’inizio di una carriera ricca di successi e di soddisfazioni personali, impreziosita dal raggiungimento dello storico triplete.
“Dopo una breve parentesi a Pisa, nel 2016 tornai a Viareggio. Fu un anno splendido. Riuscimmo a vincere campionato, coppa Italia e Euro winners Cup (l’equivalente della Champions League nel calcio). Nessuno come noi”.
Altra gioia. Altra emozione indescrivibile.
Da quella gloriosa stagione, Alessandro non si è più mosso dal Viareggio, che non vuole certo privarsi di un calciatore come lui. Uno che non si risparmia mai quando gioca, correndo in ogni zona del campo, ma rimanendo lucido quando deve segnare. Come dimostrano i suoi 96 gol con la maglia bianconera, una buona parte dei quali siglati con Il pezzo forte della casa, la rovesciata.
“Ci alleniamo tantissimo con la palla alta, anche se ora il beach soccer si è modernizzato e si gioca molto anche palla a terra. Negli ultimi anni è diventato più tecnico”.
Alessandro è uno dei protagonisti di questo bellissimo sport sempre più in crescita, che ormai è degno di una maggiore visibilità.
“Mi rendo conto che il movimento sta crescendo e spero che possa aumentare la sua popolarità sempre di più. A Viareggio ho visto un notevole miglioramento. Di recente è stata creata anche l’accademy per i bimbi più piccoli che intendono avvicinarsi a questo splendido sport.
Nelle città che ospitano le squadre piú importanti, come Viareggio, Catania o San Benedetto, il beach soccer è diventato sport cittadino. Anche da un punto di vista mediatico ho notato una netta crescita.
Molte partite di campionato e di coppa sono state trasmesse su Dazn. Mi auguro che questo sia solo l’inizio”.
Se da un certo punto di vista il Beach sta crescendo in modo esponenziale, da un altro, quello strettamente contrattuale, è ancora molto indietro.
“Dovremmo prendere spunto dagli altri paesi come il Portogallo o il Brasile, dove i giocatori sono più tutelati. Loro praticano tutto l’anno solo questo sport, mentre da noi non funziona ancora così. Serve fare uno step ulteriore per migliorare il movimento”.
Dalla sabbia al manto erboso

during day four of European Olympic Games 2023 at Tarnow Beach Arena on June 30, 2023 in Tarnow, Poland. (Photo by Jose Manuel Alvarez / BSWW)
Le soddisfazioni di Remedi, in questa stagione, non si sono limitate solo alla spiaggia. Con i suoi 6 gol ha contribuito a far vincere al suo Cenaia il proprio girone del campionato di Eccellenza, conquistando una storica promozione in serie D.
“È stata una stagione indimenticabile anche nel calcio a 11. Abbiamo annientato il campionato, battendo la favorita per la promozione, il Frates Perignano, dopo essere stati in testa dall’inizio alla fine.”
Altro sogno che si avvera…
“Vincere un campionato di eccellenza era diventato il mio chiodo fisso. C’ero andato vicino a Pietrasanta e con la cuoiopelli. Finalmente ci sono riuscito”.
L’incommensurabile amore per il Beach soccer, però, lo ha portato a dover abbandonare la maglia arancio-verde.
“È stata una decisione difficile, ma, purtroppo gli impegni del campionato di serie D sono incompatibili con la stagione del beach soccer. Sono comunque contento della scelta che ho preso”.
Adesso Alessandro gioca nel San Miniato Basso in promozione.
Hanno iniziato molto bene il campionato e lui, nonostante le fatiche spese sulla sabbia fino a pochi giorni fa, ha già segnato 4 gol, tra cui una splendida tripletta nell’ultimo turno di campionato, che lo ha fatto balzare in
testa alla classifica dei capocannonieri.
Discreto inizio…
“Mi è piaciuto fin da subito il progetto. Ho trovato un bel gruppo con una grande mentalità.
Conosco bene l’ambiente, avendo già giocato qui qualche anno fa. A San Miniato ho ritrovato
alcuni miei vecchi compagni di squadra e ho la fortuna di giocare con due miei fratelli”.
Il calcio scorre forte nelle vene della numerosa famiglia Remedi.
I più piccoli Luca e Tommaso, giocano con Alessandro, nel San Miniato Basso, mentre il più grande Lorenzo, che vanta anche presenze in serie B con la maglia del Livorno, oggi gioca con il Ponsacco in serie D. Anche a San Miniato, l’obiettivo è solo uno.
“Il mio scopo è quello di riportare la società in Eccellenza, nella categoria che merita.”
Remedi, che il 2 novembre compirà 31 anni, vanta una grande esperienza sul rettangolo verde, avendo militato, a partire dal 2011, in tante squadre di differenti categorie. Dal Camaiore alla Pecciolese, dall’Astrea alla Cuoiopelli, calcando i campi della promozione fino a quelli della serie D, campionato in cui ha collezionato ben 110 presenze segnando 15 reti. Non male.
La forza di Alessandro Remedi

L’energia e la grinta che mette in campo, in ogni partita, su ogni terreno di gioco, sono il frutto di quella carica che la compagna Monica e i loro due bimbi riescono ad imprimergli in ogni momento della sua vita, calcistica e non.
“Mi danno una forza incredibile! Ad Alghero erano presenti in tribuna ed è stato un sogno vincere l’europeo davanti a loro. Sono sempre con me, prima e durante ogni match. Il 19, numero che porto in nazionale, rappresenta il giorno di nascita di mio figlio”.
Il sogno mondiale

Una stagione veramente fantastica sotto tutti i punti vista. Erba o sabbia. Per Alessandro non fa differenza. E non è ancora finita…
“Ora penso a fare bene con il San Miniato. Poi ovviamente il sogno è vincere il mondiale di beach che si terrà a Dubai nel mese di febbraio. Non vedo l’ora di confrontarmi con tutti i campioni. Sono sicuro che faremo un gran mondiale”.
E allora appuntamento a febbraio. Magari con qualcosa in più da raccontare…
A cura Niccolò Domenici.

during day five of European Olympic Games 2023 at Tarnow Beach Arena on July 01, 2023 in Tarnow, Poland. (Photo by Jose Manuel Alvarez / BSWW
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Carlo Nervo: “Il Bologna può arrivare in Europa quest’anno ha una rosa molto competitiva. Nazionale? Ci sono troppi…”
L’ex centrocampista del Bologna Carlo Nervo (1994-2005, 2006-2007) ha parlato ai nostri microfoni della’attuale situazione dei rossoblù, sulla lotta Scudetto in Serie A e molto altro.
In un’intervista di 5 minuti, Carlo Nervo ha detto la sua su come può andare il Bologna questa stagione, parlando anche di giocatori come Bernardeschi e Orsolini, e anche dell’allenatore dei rossoblù Vincenzo Italiano.
Inoltre ha analizzato anche la situazione della Nazionale Italiana e del motivo per cui, secondo lui, gli Azzurri stanno vivendo un momento così complicato.
Di seguito, l’intervista di Carlo Nervo.
Le parole di Carlo Nervo
Dove può arrivare questo Bologna in campionato e in coppa?
“Vista espressione di gioco e i risultati, può arrivare in alto. Secondo me l’Europa dovrebbe essere la giusta posizione, però sognare non costa niente. Le altre squadre sono forti, però il Bologna li ha messi sotto”.
Secondo lei il Bologna ha bisogno di rinforzarsi nel mercato di gennaio, visti alcuni infortuni sulle fasce?
” A mio avviso, a parte gli infortuni, la rosa é completa. Immobile, al momento, é fuori ma é un giocatore forte che segna molti gol: inoltre la crescita di Bernardeschi é stata importante. Secondo me la rosa é molto competitiva, io non toccherei niente”.
Chi vince il campionato?
“Bella domanda, magari il Bologna. No, io vedo il Milan che può insidiarsi”.
Quindi Allegri con il suo Corto Muso?
“Secondo me hanno una bella rosa e un allenatore che sa vincere”.
Italiano é un pò sottovalutato come allenatore?
“No, non é sottovalutato, nel senso che lui é già in una grande squadra, perché il Bologna é una grande squadra”.

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un aggettivo per l’allenatore e per quello che sta facendo?
“Consapevole: lui é consapevole di essere in una grande piazza”.
Orsolini? E’ un Nervo 2.0
“No, secondo me è più forte. Vede molto la porta, ma soprattutto é un ragazzo per bene che é legato alla città e alla maglia. Quindi deve continuare come sta facendo”.
Adesso nella Nazionale Italiana c’é meno abbondanza di grandi giocatori. Come si può risolvere questa cosa?
“Ai miei tempi per andare in Nazionale dovevi essere forte. Adesso fai dieci partite bene in Serie A e ti chiamano in Nazionale. Non ci sono i campioni come Del Piero e Totti: bisognerà analizzare perché non vengono fuori questi talenti qui in Italia, e valutare tutti i settori giovanili.
Poi, troppi stranieri: quando c’ero io arrivavano i top player stranieri, ora ci sono giocatori che trovi anche in Serie B, in Serie C. Hanno un cognome difficile, quindi impattano sul pubblico. E poi un’altra cosa, meno potere e procuratori”.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Giulio Scarpati: “La Roma non ha l’obbligo di vincere, per questo oggi vola. Gasperini ha cambiato tutto: ora la squadra corre fino al 90°”
Lo storico volto di Un Medico in Famiglia e romanista dichiarato, Giulio Scarpati ha raccontato ai nostri microfoni una vita intrecciata al giallorosso: dagli anni dell’alzabandiera sempre ammainato alle domeniche allo stadio con il fratello, fino allo sguardo lucido sulla Roma di oggi.
In una lunga intervista, Scarpati ha condiviso le sue opinioni sul lavoro di Gasperini, il momento della squadra, gli obiettivi stagionali e la crisi della Nazionale. Un dialogo sincero, appassionato, a tratti critico, che ci rivelato l’anima di un tifoso autentico, oltre che di un grande attore.
Di seguito, l’intervista di Giulio Scarpati.
Le parole di Giulio Scarpati
Ci vuole parlare del suo legame con la Roma?
“Essere tifoso della Roma significa, prima di tutto, accettare una certa dose di sofferenza. Negli anni ’60 la squadra non era certo tra le grandi. La Juventus ci passava spesso i suoi “bidoni”, giocatori ormai a fine carriera. Per fortuna, con il tempo, la società è cresciuta e si è strutturata molto meglio. La mia passione è nata grazie a mio fratello maggiore, romanista sfegatato. A casa avevamo l’alzabandiera da issare quando la Roma vinceva, ma non lo usavamo quasi mai… le vittorie erano rare, così la bandiera rimaneva per lo più ammainata. Ricordo anche che quando la Roma vinceva, ritagliavamo i titoli di giornale e li attaccavamo in camera. Da bambino andavo anche tanto spesso allo stadio con la tessera dello Junior Club, sempre assieme a mio fratello.
Da attore, poi, mi è capitato di giocare più volte con la Nazionale degli Attori, allenata da Giacomo Losi: una persona straordinaria. Mi dava ottimi consigli su come migliorare in difesa, il ruolo in cui giocavo. Io e mio fratello abbiamo sempre seguito la Roma, nel bene e nel male. Forse avremmo potuto vincere qualcosa di più, ma proprio perché si vince poco, quando succede la gioia è enorme. I festeggiamenti per uno Scudetto a Roma…a Torino se li sognano!”
Mettiamo da parte il passato e guardiamo al presente: avrebbe mai immaginato a inizio stagione questa Roma capolista?
“Assolutamente no, devo essere sincero. Però riponevo molta fiducia in Gasperini, che sa fare benissimo il suo lavoro. Si è integrato in modo sorprendente e credo che anche il lavoro miracoloso fatto da Ranieri l’anno scorso lo abbia agevolato. Peccato per quella Champions sfiorata di un punto. Chissà, magari con altre due partite ci saremmo qualificati noi al posto della Juventus… Da tifoso, comunque, sono felicissimo del percorso che stiamo facendo.”
È davvero soddisfatto in tutto?
“Beh, l’unica ombra, finora, è l’Europa League. Non stiamo brillando e migliorare la classifica sarà complicato, soprattutto con tutte le partite ravvicinate. L’obiettivo sarebbe entrare tra le prime otto, ma la vedo dura. Detto ciò, resto ottimista: per me è già molto ciò che la squadra ha fatto finora.”
Dove si nota maggiormente la mano di Gasperini?
“Ha ridato motivazione a tanti giocatori. Penso a Pellegrini, che sta vivendo una vera e propria rinascita. Anche il gioco è cambiato. Oggi le partite sono più dinamiche, divertenti, c’è una chiara volontà di dominare l’avversario – una sensazione che, con tutto il rispetto, si percepiva meno nell’era Mourinho. Gasperini è l’allenatore ideale per questo gruppo, e lo dimostra la condizione atletica: la Roma corre e pressa fino al 90°, è un miglioramento enorme. Serve però che gli attaccanti inizino a segnare con più continuità, quello resta un problema.”

GIAN PIERO GASPERINI DA INDICAZIONI AI SUOI RAGAZZI. IN EVIDENZA EL AYNAOUI E TSIMIKAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Roma ha subito solo cinque gol diventando così la miglior difesa del campionato. Come se lo spiega?
“Molto merito va a Svilar, che sta facendo miracoli. Negli ultimi anni abbiamo avuto portieri straordinari – da Alisson a Szczęsny – e lui sta seguendo quella scia. C’è poi la crescita di Mancini e, più in generale, l’organizzazione difensiva plasmata da Gasp. Non c’è un singolo leader: la forza è il gruppo. Ed è bello vedere che l’allenatore coinvolga tutti, soprattutto i giovani come Pisilli.”
Si può dire allora che Gasperini sia un allenatore che sposta gli equilibri? Guardando l’Atalanta con Juric verrebbe da pensarlo…
“Al di là del valore di Gasperini, credo che Juric abbia limiti nella gestione del gruppo. È suscettibile e comunica poco coi giocatori. Gasperini, anche quando si arrabbia, lo fa per stimolare. Juric non mi è sembrato ancora abbastanza maturo per allenare una grande squadra.”
Non teme un calo di rendimento della rosa?
“La vera incognita restano gli infortuni. Dybala è un valore assoluto, ma purtroppo non garantisce continuità. A questo si aggiunge il vincolo del fair play finanziario, che ha limitato la possibilità di intervenire sul mercato con innesti mirati. Detto ciò, apprezzo molto il lavoro della società e, in particolare, l’impronta lasciata da Ranieri: si sarà capito che ho un debole per lui! Lo stimo profondamente per come l’anno scorso è riuscito a risollevare la squadra.”
C’è qualcosa che la Roma ha più degli altri top club?
“Sì, ha un vantaggio psicologico enorme. Non ha l’obbligo di vincere sempre e comunque, come accade invece a Inter o Napoli. E questo, in campo, pesa eccome.”
Eppure, negli scontri diretti la squadra fatica…
“Diciamo che molti avversari contro cui abbiamo perso erano più attrezzati. Col Milan abbiamo sbagliato l’approccio perché siamo sì partiti fortissimo, ma non siamo mai riusciti a concretizzare. Con l’Inter il divario tecnico si è visto. Non credo ci sia un problema strutturale negli scontri diretti; piuttosto dobbiamo essere più cinici quando le occasioni capitano, perché in partite del genere non sono mai tante.”
Che idea si è fatto delle altre big del campionato?
“Sono certo che la Juventus con Spalletti adesso crescerà moltissimo. L’Inter è fortissima ma talvolta vince anche con un po’ di fortuna, ed è quella che temo di più. Il Milan mi sembra più solido dello scorso anno. Il Napoli con Conte non mollerà un centimetro: è tignoso e combatterà fino alla fine anche se ora è in difficoltà.”

L’ESULTANZA URLO DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL DI SPINAZZOLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Qual è l’obiettivo minimo della Roma?
“La Coppa Italia.”
Perché proprio la Coppa Italia?
“Perché sarebbe fantastico vincere la decima.”
E l’obiettivo più grande, invece?
“Tornare a giocare in Champions. È un qualcosa di fondamentale anche a livello economico.”
Passiamo alla Nazionale. Cosa ne pensa della disfatta contro la Norvegia?
“È stata una partita strana. Nel primo tempo abbiamo fatto meglio noi, loro sembravano quasi in vacanza. Poi, quando la Norvegia ha iniziato a far valere la sua qualità, l’Italia ha perso ritmo ed è andata in blackout. Purtroppo, in Nazionale il problema è molto più profondo di quanto sembri…”
A cosa si riferisce?
“Al fatto che da anni la Nazionale non esprime un gioco convincente. I club hanno ormai un peso enorme e i raduni non sono più quelli di una volta. Spalletti, secondo me, ha fallito proprio per questo: non ha avuto il tempo necessario per costruire un’identità di gruppo.”
Che ne pensa invece di Gattuso?
“È un allenatore onesto, diretto, che dice ai giocatori ciò che pensa. Lo apprezzo molto.”
Ora che i playoff sono una realtà, ritiene che l’Italia riuscirà a supererli?
“Se incroceremo squadre meno attrezzate di noi, credo proprio di sì. E speriamo anche in un pizzico di fortuna, che non guasta mai.”

MATEO RETEGUI RAMMARICATO ( FOTO KEYPRESS )
Le bombe di Vlad
LBDV presenta: “Il portiere di Ceaușescu” e “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio”
Domenica 16 novembre, alle ore 18.00, il Punk Roma (Via dei Durantini 18, Roma) ospiterà un evento speciale dedicato alla letteratura sportiva e alla cultura calcistica.
Protagonisti della serata saranno due firme d’eccezione: Guy Chiappaventi, giornalista di La7, autore del libro “Il portiere di Ceaușescu” (Bibliotheka Edizioni), e Ciro Romano, caporedattore di LBDV, che presenterà “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio” (Garrincha Edizioni).
A dialogare con gli autori ci sarà Daniele Garbo, giornalista sportivo già volto di Mediaset e Direttore Editoriale di LBDV, mentre la presentazione sarà affidata al giornalista di Le Bombe di Vlad, Alberto Caccia.
L’incontro rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di calcio, giornalismo e narrazione sportiva. Due libri diversi ma accomunati da una stessa passione: quella per il pallone e per le storie che lo rendono eterno.
Il portiere di Ceaușescu. Helmut Duckadam, storia di un antieroe
Una storia lunga quasi quarant’anni e undici metri, la storia di quando una squadra di sconosciuti strappò il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei Campioni – a una superpotenza, il Barcellona.
Era la notte magica del 7 maggio 1986 quando, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani consentendo alla Steaua Bucarest di laurearsi campione d’Europa, prima volta per una squadra dell’Est. Una notte di felicità per un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per la Romania comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia.
L’autore
Giornalista, inviato del tg La7. Dopo aver raccontato la suburra di Roma, la mafia e la ‘ndrangheta, due guerre in Medio Oriente, terremoti, tsunami e alluvioni, negli ultimi anni ha seguito la cronaca a Milano.
Ha vinto il premio Ilaria Alpi, il Premiolino e il premio Goffredo Parise. Ha pubblicato sette libri, incrociando spesso il calcio con la cronaca: il primo, Pistole e palloni sulla Lazio anni Settanta, ha avuto otto edizioni in quindici anni e ha ispirato la serie Sky Grande e maledetta.
Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio
Ciro Romano ci racconta le gesta dello storico portiere olandese Jongbloed, eroe dell’arancia meccanica di sua maestà Cruijff . Un viaggio dentro la vita di uno dei calciatori più importanti della sua era. Non una monografia, dimenticate i tabellini, quello che troverete in queste pagine è l’atmosfera, è l’uomo prima del calciatore, è la storia prima dei gol, è il lato nascosto del pallone. Preparatevi, riavvolgete il nastro, premete play e godetevi questa partita di carta e inchiostri, inseguendo in campo un calciatore indimenticabile. Una nuova figurina letteraria da collezionare, una nuova figurina per completare lo scaffale dei campioni.
L’autore
Ciro Romano vive a Salerno è avvocato, abilitato alle Magistrature Superiori. Guarda il calcio dall’età di tre anni, e ne scrive per testate giornalistiche e pagine social. Prima per passione, poi per motivi professionali, diventa esperto di tifo radicale. Tiene conferenze e partecipa a dibattiti pubblici per l’abolizione alle limitazioni di legge al tifo e agli spostamenti delle tifoserie.
Ha pubblicato “Volevo solo giocare a ping pong” (Caffèorchidea).
(Foto: DepositPhotos)
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