I nostri Social

Le interviste

ESCLUSIVA CS, Fulvio Collovati: “Mancini è un grande conoscitore di calcio, se vediamo i risultati nelle coppe europee il nostro calcio non è da buttare via, Su Scirea e Rossi…”

Pubblicato

il

Fulvio Collovati

Il Campione del Mondo 1982 Fulvio Collovati si racconta ai nostri microfoni parlando del calcio di ieri e di oggi e della Nazionale.

Le parole di Collovati in esclusiva per CalcioStyle

Fulvio Collovati

Fulvio Collovati, il calcio italiano non vive un bel momento, siamo molto indietro rispetto alle altre nazioni?

“In realtà non dovrebbe essere così se si pensa che per una serie di combinazioni, parliamoci chiaro, in Champions e nelle coppe l’unica squadra che è stata eliminata è la Lazio, in realtà c’è la Fiorentina, c’è la Juve stessa in Europa League e abbiamo 3 squadre in Champions League.

Questo cosa ti fa pensare? Da una parte che in fondo il nostro calcio non è tanto da buttare via però dall’altra, quando guardi la nazionale, tieni presente che le squadre di Club sono piene di stranieri e la realtà è questa.

Guardi la Nazionale e ti viene un po’ di tristezza perché non c’è stato un ricambio generazionale. Faccio un esmpio, l’altro giorno ho visto Francia e Olanda e non è che la Francia ha vinto solo 4-0 ma non c’era Benzema che non lo convoca neanche più, si permette il lusso di non convocarlo. Noi siamo alla ricerca di un centroavanti, andiamo a naturalizzare un argentino!

La Francia si permette il lusso di non convocare Benzema, di lasciare in pachina Giroud, Camavinga che è un titolare nel Real Madrid era in panchina, éavard che è un titolare del Bayer Monaco era in panchina. Cioè, è una generazione questa dove purtroppo non nascono più talenti, pochissimi attaccanti, pochi difensori e tanti centrocampisti.

Fatto sta che Mancini ha una scelta vasta a centrocampo, in attacco non ce l’ha perchè hai visto che ha dovuto chiamare Redegui. In difesa c’è ancora Acerbi, Bonucci, non c’è il ricambio generazionale. Faccio un esempio, noi nel 1982 abbiamo vinto il mondiale, poi nel 1986 (4 anni dopo) ci siamo qualificati passando il girone e poi siamo stati eliminati dalla Francia e quando siamo ritornati forse 2 di noi sono rimasti in quella nazionale, Bergomi che era ancora giovane, VierchowodAltobelli fece l’86 un poì l’89 però a Italia90 ci fu totalmente l’Under21. Adesso se vai a mettere qualche giocatore che fa l’Under21, in Serie A a parte Fagioli e Miretti (che tu conosci molto bene) giocano in pochi. Tutti fanno fatica a giocare anche in Serie B per cui chi è che convochi? Fai fatica, c’è ancora Acerbi, c’è ancora Verratti che è in fase discendente al PSG. Per cui il nostro calcio come vedi è un paradosso, da un lato abbiamo 6 squadre nelle coppe, è un po’ come il nostro campionato. Perchè abbiamo 6 squadre nelle coppe? Perchè le altre a parte il Real Madrid, il Bayer Monaco ha addirittura cambiato allenatore pensa un po’. Io ho visto giocare il Psg col Bayer Monaco ed è stato uno spettacolo, han cambiato l’allenatore perchè sono secondi in campionato! Cioè, hai capisci? Non si pongono problemi, cambiano, loro vogliono assolutamente emergere e vincere, hanno cambiato allenatore, incredibile!

E’ un calcio italiano, un campionato, ucciso dal Napoli perchè indubbiamente è più forte di tutte, ma le altre, parlo di Milan, di Inter, di Roma, di Lazio (la Juve è un discorso a parte perchè ha il -15)… le altre è come se fossero depresse dal campionato del Napoli.

Magari fanno qualcosa di più in Champions ma in campionato fanno enorme fatica. Una squadra come l’Inter che perde 9 partite è una cosa folle! Con quella rosa lì? vuol dire che c’è qualcosa che non va!

Il Napoli ha ucciso il campionato, le altre si sono rassegnate troppo in fretta?

“Si, si sono rassegnate non hanno messo quella grinta che probabilmente in alcune partite, per esempio anche il Milan che pareggia con la Salernitana o perde con l’Udinese, c’è qualcosa che non quadra.

Poi magari elimini il Totthenam perché nella partita secca può succedere di tutto però nell’arco di un proseguo di un campionato si stanno dimenticando che forse nelle prime 4 ci devi arrivare.

Se non arrivi in Champions il prossimo anno, già soldi ce ne sono pochi ce ne saranno ancora meno e allora forse sottovalutano il secondo, il terzo e il quarto posto! Li stanno sottovalutando secondo me.

Ti dice che la Juve è un discorso a parte perchè ha da un lato sul groppone questi -15 che effettivamente pesano però questa posizione da settima in classifica ti dà uno stimolo per andare avanti come dire “possiamo arrivare sesti, possiamo arrivare quinti, possiamo arrivare…” .

Nonostante ha degli infortuni, adesso leggevo che si è fermato anche Kostic, è un’annata sfigata sotto tutti gli aspetti. Però ha dalla sua questo stimolo in attesa di capire come andrà a finire. Io non voglio parlare di giustizia ma è stata una roba ridicola, consentimi di dirti.

Una roba … guarda quello che è successo sulla squalifica di Mourinho, hanno aspettato 2 settimane in attesa di poter parlare con l’arbitro Serra, cioè ma ti rendi conto?

Lo convochi è il giorno dopo lo porti a testimoniare.

No! Non riuscivano a reperire, questa io l’ho letta, l’audio per cui in attesa di poter definire..

Cioè, perder tempo come per l’inchiesta Prisma hanno preso tempo ancora. Prendono tempo perchè non sanno cosa fare, la realtà è questa!”

Secondo te ci vorrebbe una rivoluzione in FIGC, nei vertici del calcio italiano, per cambiare qualcosa?

“I vertici lasciano a desiderare, sono 20 anni da quando i vari presidenti di Federazione sono succeduti che dicono di rivoluzionare il calcio italiano, di puntare sui giovani e settori giovanili, di riformare.

In Germania non ci hanno messo niente a farlo e la nazionale tedesca ha puntato molto sui giovani. In Francia non ne parliamo, in Italia ognuno è attaccato alla poltrona! Parlano e fanno estremamente poco. Sarebbe da fare, puntare sui settori giovanili, non sto parlando contro gli stranieri attenzione, però puntare di più sul serbatoio e fare delle regole ben precise che in realtà non ci sono.

Per cui si va avanti così, per forza di inerzia, ognuno rimane attaccato alla poltrona e ci si affida ai Magistrati tifosi, la realtà è questa! La giustizia non è di mia competenza, io sono un tecnico e mi piace parlare di calcio e di calcio giocato però quello a cui abbiamo assistito è veramente ridicolo, dai! Parliamo di plusvalenze?

Ti parlo di 25-30 anni fa, le facevano già 30 anni fa le plusvalenze! Per cui se volevano fare una legge che tutelasse il calcio italiano nei confronti delle società, di tutte quelle che hanno fatto plusvalenze perchè le hanno fatte tutte, ci vogliono 25 anni per fare una legge?

Io ho fatto il Dirigente del Piacenza esattamente nel 2000, son passati 23 anni, e le plusvalenze ti posso garantire che c’erano anche 23 anni fa!”

Che differenza c’è tra fare il Dirigente rispetto a fare il calciatore o allenatore?

“E’ un lavoro diverso perchè nel calcio c’è una suddivisione delle responsabilità. Infatti, ammettiamo che tu perda la partita la responsabilità è dei giocatori, dell’allenatore della società. Quando sei Dirigente o allenatore le responsabilità sono tue, aumentano le responsabilità da Dirigente. Quando devi dirigere una società le responsabilità aumentano, io ho fatto il dirigente col Piacenza in Serie A per 3 anni poi ho dato le dimissioni.

Ti stupirò, ho dato le dimissioni non perchè io sono… perchè ho capito che il mondo del calcio non faceva per me.

Perchè è la mia vita, perdonami ma ognuno è fatto a modo suo, io non potevo accettare compromessi! Il calcio a volte è fatto di compromessi, magari un compromesso su una trattativa, un calciatore, tra due società, tra due dirigenti tra un procuratore e lo stesso giocatore. A volte mi rendo conto che bisogna anche averli ,a io da buon friulano sono un po’ come Bearzot, o bianco o nero, non accetto compromessi.

Per cui dopo 3 anni ho detto no, io ho lavorato sempre nel mondo della pubblicità, tu lo sai e collabori con le mie trasmissioni, per cui preferisco fare quello, mi diverto di più, non mi rompe le balle nessuno (scusa il termine) e quando vado in televisione a commentare lo faccio perchè mi diverte e dico quello che penso perchè se non dicessi quello che penso preferisco starmene a casa”.

Hai avuto una grande carriera, qual’è il ricordo più bello nei Club in cui hai giocato?

“Nel Milan son cresciuto quindi ho dei ricordi da bambino meravigliosi. Poi l’esordio in Serie A indubbiamente indimenticabile, l’esordio in Nazionale, giocavo nel Milan, il 24 Febbraio 1979. Il primo scudetto col Milan, la stella!

Poi con l’Inter non è che abbia vinto molto ma siamo arrivati in 2 semifinali di Coppa Uefa ed eliminati dal Real Madrid tutte e due le volte. Una volta quando andavi a giocare a Madrid non c’era il VAR per cui episodi o non episodi gli arbitri lasciavano correre. Adesso col Real Madrid puoi anche vincere perchè c’è l’episodio però una volta che non c’era il VAR era un campo molto rispettato dagli arbitri. Vorrei ricordare anche con il Genoa con cui abbiamo espugnato l’Anfield Road, lo stadio di Liverpool, la prima squadra italiana a vincere a Liverpool nel 1992.

Sai, c’è chi ha carriere migliori ma mi sono preso le mie soddisfazioni, ho giocato 8-9 anni in Nazionale, ho fatto 2 mondiali

avrei potuto fare di più e giocare fino a 40 anni perchè stavo benissimo ma a 36 ho deciso di smettere per fare altro perchè allora era così, la carriera di calciatore ti permetteva di guadagnare bene però di non essere un milionario o miliardario come lo sono adesso.

Non mi posso certamente lamentare, ho fatto un’ottima carriera, potevo fare di più ma non ho rimpianti e lo dico con molta sincerità”.

Fulvio cosa ne pensi di Roberto Mancini come allenatore della Nazionale?

Roberto Mancini è uno che conosce il calcio innanzitutto perchè ha cominciato a giocare a 16-17 anni in Serie A, mi pare che lui esordì a 17 anni in Serie A col Bologna. Poi fece tutta la carriera alla Sampdoria e gli ultimi anni andò alla Lazio. Poi cominciò a fare l’allenatore subito senza fare il patentino e senza niente perchè era uno in gamba. Io gli riconosco che, non dimentichiamoci che 2 anni fa ha vinto l’Europeo quindi non è che improvvisamente perchè perdi con la Macedonia o perdi con l’Inghilterra o vinci di poco con Malta diventi… No!

E’ uno che ha le sue idee però siamo sempre lì, è una via di mezzo. Quando vinci io sono dell’idea che il 50% è merito dei giocatori ed il 50% è merito degli allenatori. Non è che vinci perchè improvvisamente l’allenatore è diventato un fenomeno o adesso… perchè vedi? Se adesso contasse l’80% o 90% l’allenatore tu anche adesso non saresti stato eliminato al recente mondiale.

E’ un grande conoscitore di calcio, mi piace anche perchè convoca anche gente sconosciuta, il primo a convocare Zaniolo fu lui in Nazionale e tanti si domandavano chi fosse questo Zaniolo. Convoca Gnonto, la gente diceva ma chi è questo Gnonto. Vuol dire che ha una visione mondiale perchè va a vedere i calciatori, i calciatori devi andare a vederli. I dirigenti che stanno seduti in tribuna tutte le domeniche a vedere la tua squadra non vai a vedere le altre! Devi andare a vedere le altre squadre, conoscerli i giocatori ed io il Dirigente che amo è quello li. Quello che non si fa vedere e si fa vedere il meno possibile in tribuna a vedere la tua squadra che però va a vedere le altre, va a seguire da vicino i giocatori, li sceglie, li compra, li tratta, quello è uno che conosce il calcio! Mancini devo dire che è uno che gira, gira molto perchè è il suo ruolo. Purtroppo il momento del calcio italiano e quello che ci offre è questo e non è che abbiamo molte alternative”.

1982: un’Italia diversa, una nazionale criticata fino all’esasperazione tanto da farvi fare un silenzio stampa, però poi va a vincere il Mondiale eliminando Argentina e Brasile. Tu uscisti dal campo contro il Brasile per un fastidio alla caviglia, Bearzot anche lui fu molto criticato, che persona era un ricordo per lui?

“Mi hai fatto venire in mente una cosa, quella Nazionale e diciamo tutte le nazionali vincenti hanno avuto sempre uno zoccolo duro. Cosa intendo per zoccolo dure? Che quella Nazionale aveva 7 Juventini in campo, c’è stata l’epoca in cui ci sono stati 4 o 5 Milanisti con Baresi Costacurta Maldini Evani ecc.

Le storie vincenti delle nazionali le costruisci con lo zoccolo duro ed è per quello che ti dico che ho qualche preoccupazione per questa nazionale, perchè prendi un giocatore di qua e un giocatore di la. Ci vuole uno zoccolo duro con 5 o 6 giocatori che giocano nella stessa squadra, come infatti quella del 2006 o di quella precedente dove c’era Buffon, Barzagli, Chiellini, Pirlo, c’era uno zoccolo duro. Con giocatori che giocano nella stessa squadra poi ti scatta qualcosa e si trovano a meraviglia. Io ho avuto la fortuna di giocare in quella Nazionaleproprio perchè lo zoccolo duro era Juventino con Zoff, Cabrini, Gentile, il grande Gaetano, Paolo Rossi, Tardelli erano tutti fior di campioni, Franco Caudio che era in panchina. Per cui tutti fior di campioni guidati da un personaggio che secondo me è stato sottovalutato che si chiamava Enzo Bearzot, un allenatore che conosceva il calcio.

Non era l’epoca dei social e dei telefonini dei video come oggi che chiedi a uno “fammi avere un video di Retegui” il giorno dopo i Match Analyst ti mandano 10 video di Retegui. Allora c’erano i VHS, le cassette, lui andava a vedere le partite e conosceva il calcio Mondiale e le andava a vedere. Andava anche in Argentina a vederle. Conosceva tutti i giocatori del mondo, è stato sottovalutato perchè era uno molto preparato, quella Nazionale a detta di molti che giocava un calcio difensivo… eravamo solo io e Gentile che marcavamo, gli altri andavano tutti!

A cominciare da Cabrini, per parlare di Tardelli, di Bruno Conti, di Paolo Rossi e di Graziani per non parlare di Antognoni. Era una squadra che giocava con 2 punte, un’ala destra come Bruno Conti, e una mezzapunta come Antognoni per cui era tutto tranne che difensiva. Però nell’immaginario colletivo della gente quella era una Nazionale che giocava in difesa, no non era così, eravamo solo io e Gentile che marcavamo e Gaetano che faceva… Infatti c’è un’immagine del 2-0 di Tardelli dove Bergomi e Gaetano Scirea si scambiano il colpo di tacco in area di rigore e poi Gaetano gliel’ha data a Tardelli.

Cose che succedono raramente. Adesso trovami 2 difensori che si scambiano il pallone di tacco dentro l’aera di rigore, non ce ne sono! Indubbiamente è cambiato il calcio, è cambiato molto, magari è più veloce però adesso è molto più tattico. Il difensore fa il difensore… all’ora ti dicevano “marca e vai” e tu andavi, eri anche libero di poter andare però poi dovevi sempre ricordarti di avere il tuo uomo da marcare e tornare in marcatura. Adesso invece sei coperto, Bearzot è stato splendido perchè ci ha difeso contro tutti!

Noi abbiamo fatto il silenzio stampa quando poi l’unico modo di poter comunicare era la Stampa! E’ come se tu adesso in un Mondiale spegnessi il WhatsApp, spegnessi il Web. Noi all’ora abbiamo spento la nostra voce, non parlavamo più ed i media sono andati in difficoltà.

Ci avevano criticato prima di partire e poi ancora di più, poi però si sono ricreduti quando abbiamo vinto il Mondiale, sono saliti come spesso si dice sul carro dei vincitori”.

Il ricordo che tu hai di Gaetano Scirea e Paolo Rossi? Ce li puoi descrivere non solo come calciatori ma anche come uomini?

“Allora hai presente, adesso sto cercando di sdrammatizzare e ridere un po’, Kean? Ti nomino alcuni nomi: Kean, Zaniolo, Pogba, i primi che mi vengono in mente, Cassano non lo conosco quindi non posso giudicarlo, diciamo che Gaetano Scirea era totalmente l’opposto! Gaetano Scirea mangiava e alle 21.00 era già a letto!

Era un personaggio di altri tempi, una persona che diceva 2 parole, in campo parlava tantissimo perchè era in campo che ti guidava ed era la mia guida praticamente.

Ma fuori dal campo era come se non ci fosse, un ragazzo di una serietà e di una timidezza che penso che ogni famiglia avrebbe voluto avere un figlio come lui. Purtroppo se ne è andato prematuramente.

Paolo Rossi era più estroverso però era uno che non ti lasciava… ti faccio un esempio: Paolo Rossi è diventato Campione del Mondo, Pallone d’Oro vincendo con 6 goal il pallone d’Oro, ma io penso che non l’abbia mai fatto vedere una volta neanche a noi, non gliene fregava, cioè lui rideva e scherzava ed era come se non avesse vinto nulla. Perché uno che vince il pallone d’oro va in giro per tutto il mondo a a farlo vedere. Lui invece era di un’umiltà, la parola giusta è umiltà!

Purtroppo il calcio è cambiato, fai 3 partite in Serie A e dicono che sei già Messi a momenti! Gaetano Scirea era uno dei Liberi più moderni, già 50 anni fa giocava come adesso la chiamano “la costruzione dal basso”. Gaetano Scirea insieme a Ruud Krol dell’Olanda lo facevano già 50 anni fa! Perchè lui era un ex centrocampista e non è che da libero ti aiutava a coprire i tuoi buchi, io magari facevo un buco e lui me lo copriva, no!

Anche in attacco era uno che costruiva perchè era un ex centrocampista per cui come uomo era eccezionale come Paolo Rossi, come giocatore io penso che non ne vedo più mi dispiace dirlo ma ne vedo sempre meno, io parlo in Italia poi… Gaetano faceva 5 o 6 goal all’anno. Adesso trovami un Libero, lo chiamano adesso centrale, che ti fa 6 goal all’anno. Bremer! Però è diverso, Bremer fa il centrale, marcatore, va sulle palle ferme però è un giocatore diverso e non gioca con la squadra. Gaetano giocava con la squadra!”

Quando avete vinto il Mondiale avete sentito quella sensazione di rivalsa dopo il silenzio stampa? Un silenzio stampa che è servito a tenere unito e compatto il gruppo?

“Beh noi abbiamo deciso di farlo tutti insieme delegando Zoff a parlare, proprio per il motivo che, te lo dico sinceramente, volevamo un po’estraniarci dalle critiche e la stampa aveva esagerato!

Ti faccio un esempio, noi ci eravamo qualificati nelle qualificazioni del ’81-’82 prima di partire per il Mondiale con 2 giornate di anticipo. Le ultime 2 abbiamo giocato non benissimo , abbiamo vinto 1-0 col Lussemburgo ho fatto goal pure io (pensa!)– poi siamo andati al Mondiale, abbiamo fatto la prima amichevole con lo Sporting di Praga e abbiamo vinto 1-0 e ci dicevano “che cosa andate a fare al Mondiale”, i titoli erano “Vergognatevi” ed eravamo andati da qualificati da primi nel girone eh! La stampa era più cattiva, mi devi credere, molto più cattiva ed esigente!

Adesso i cattivi sono gli Heaters sul Web che sfiorano la volgarità, anzi no a volte sono anche volgari. I giornali sono diventati molto più accomodanti. Quindi ad un certo punto ci siamo detti ma basta, in fondo non avevamo nemmeno incominciato il Mondiale e già ci rompono.

Poi abbiamo giocato le prime 3 partite male e non ti dico… “ah adesso ritornerete a casa”, “chissà adesso che dovrete incontrare il Brasile ma statevene a casa prima di giocare”, tutto così, e noi non ce l’abbiamo più fatta. Abbiamo deciso tutti insieme: “ma basta, così non ci rompono più le balle” ed abbiamo deciso di non parlare prendendoci una grande responsabilità, perchè tieni presente che era l’unico modo come ti dicevo di comunicare, per cui ci avrebbero ammazzato una volta tornati in Italia.

Poi dopo non c’è stata nessuna rivalsa, credimi, perchè il primo a dire… Pensa che quando sono uscito dallo stadio io e Bearzot dal Bernabeu gli dissi a Bearzot, per fati capire che persona era: “Mister adesso gliene deve dire quattro, ha vinto il Mondiale Lei, è l’allenatore Campione del Mondo!” e mi rispose: “no no, a me non interessa vendicarmi!”. Per farti capire che persona era, un’umiltà che non ce più.

Il calcio è figlio dei nostri tempi purtroppo, è cambiato il mondo del calcio come sono cambiati i nostri tempi. Vedi le violenze tutti i giorni tra i giovani, è cambiato il mondo esterno per cui di conseguenza anche il mondo del calcio è cambiato”.

Hai avuto Giovanni Trapattoni e Nils Liedholm, cosa ricordi di loro con più piacere?

Trapattoni l’ho avuto a livello giovanile perchè poi quando sono andato all’Inter lui venne dopo. Trapattoni ha allenato la Juve, pensa come si rischiava una volta: lui veniva dal settore giovanile del Milan, fece il secondo a Nereo Rocco, la Juventus lo prese e diventò l’allenatore della Juventus! Lo prese Boniperti, per farti capire a volte come si rischiava anche con l’allenatore. Adesso no, prima prendevi un allenatore dal settore giovanile. Allenare nel settore giovanile ed allenare in Serie A è tutta un’altra cosa eh, hai meno responsabilità! Liedholm era un Maestro, uno che più che allenatore, perchè poi in panchina parlava poco, però lui preparava tutto fino a due ore prima della partita e poi non ti diceva più niente!

Era un allenatore di carisma di grande carisma. Adesso gli allenatori, li vedi, sono lì a bordo campo che urlano e che ti entrano in campo e sono figli della telecamera, io li chiamo figli della telecamera! Sanno di essere inquadrati e sono tutti lì pronti ad entrare in campo”.

Hai mai pensato nella tua carriera di vestire la maglia della Juventus? Platini era difficile da marcare?

“Io ho giocato contro la Juve di Platini, in Italia ci sono stati parlando di stranieri e non di italiani, 4 o 5 numeri 10 più forti al mondo. A cominciare da Maradona, Platini, Zico, già ti nomino questi tre. Poi ce ne sono stati anche altri, Platini è stato uno dei primi tre fuoriclasse che c’erano in Italia, era un fuoriclasse perchè c’è differenza tra fuoriclasse e campione e ottimo giocatore.

Il campione è campione ma il fuoriclasse è fuori categoria! Platini era tra quelli.

Vestire la maglia della Juventus? Nell’82, il Milan fu retrocesso per la seconda volta e c’erano 2 squadre che si erano interessate a me, una era la Fiorentina che allora era in auge con Pontello e poi la Juventus!

Poi però l’ultimo giorno di mercato prima di partire per l’82 mi chiamò l’Inter, io non avevo il procuratore, attenzione, e rimasi all’Inter per rimanere a Milano e non per altro, sicuramente avrei guadagnato di più sia a Firenze che allora era quella che pagava di più e poi alla Juventus che era quella che pagava di meno però ho guardato l’aspetto logistico, non volevo trasferirmi da Milano, venivo dal Milan, cambiar casa e tutto, e ti posso garantire che avrei guadagnato di più a Firenze ma non mi interessavano i soldi, te lo posso garantire”.

Fulvio ti ringrazio per il tuo intervento e da parte di tutta la redazione di CalcioStyle, è stato bello specialmente ripercorrere tramite le tue parole quel 1982 che ancora oggi rimane nel cuore non solo di tutti gli italiani ma di tutti i tifosi di calcio perchè è stata un’annata dove è veramente difficile dimenticare ciò che è successo

“Grazie a te ed un augurio per la tua professione ed un abbraccio a tutti voi”.

Le interviste

Alexandra Colasanti: “Il successo crea invidia”

Pubblicato

il

Intervista all’ex arbitro Alexandra Colasanti, ora presentatrice ed opinionista televisiva, in esclusiva per Calciostyle.it con la nostra redazione.

Di seguito le parole di Alexandra Colasanti

Alexandra Colasanti

Ciao Alexandra, partiamo da una cosa fondamentale, tu sei stata un arbitro…

“Sono stata un arbitro perché all’età di 18 anni, quindi un po’ in tarda età perché oggi gli arbitri diciamo che si avvicinano a questo ambiente intorno ai 16 o 17 anni, che credo che sia l’età giusta per fare poi un giusto iter che ti permette poi se hai i numeri e soprattutto la preparazione atletica di arrivare poi nelle divisioni alte del campionato.

Ho iniziato un po’ per ribellione e un po’ per dimostrare al capo famiglia che fossi più brava di lui ed ovviamente ho fallito (ride) come tante cose che ho provato a fare come mio padre. Sono cresciuta nel calcio perché è stato un arbitro di Serie A, soprattutto di quei tempi, secondo me, in cui la Serie A era ancora calcio-poesia, io questo ci tengo a sottolinearlo”.

Alexandra tu sei opinionista nella trasmissione “Calcissimo” di Fulvio Collovati che va in onda su TopCalcio24 ma sei anche conduttrice di una trasmissione in onda su Città Celeste TV in Roma…

“Si, in realtà Città Celeste è un ritorno a quello che era il mio passato, arbitrai una partita e da lì mi coinvolsero in una radio che era in partnership con Città Celeste che era Centro Suono Sport che era quella della Roma. Da lì passai poi a Città Celeste e tutti i Lunedì, da Settembre, ho scritto questo programma ritagliandomi questo spazio che si chiama “Il salotto di Sasha” in cui parlo di calcio. Ovviamente parlo molto di Lazio ma anche molto del campionato a 360° perché da 7 mesi ho cercato di far comprendere agli spettatori Laziali storici e veterani, che in realtà è importante vedere cosa stanno facendo le altre squadre perché il “nemico” bisogna vederlo anche da vicino per capire cosa sta facendo. Quindi il Lunedì è anche importante esaminare qual è l’andamento delle competitor”.

Tifosa della Juventus, Allegriana o no cosa pensi a fine della stagione per il discorso della panchina bianconera?

“Io sono sempre stata per 2 anni consecutivi pro-Allegri perché credo che questo allenatore sia il miglior condottiero che la Juventus possa avere in questo momento. Come consuntivo della stagione io direi che Allegri inizia questo campionato senza un mercato. Pogba si infortuna, si è puntato il dito su Allegri che lo ha voluto, però Pogba si infortuna e sceglie una terapia alternativa quindi va contro quello che gli viene consigliato dalla società Juventus e questo non lo poteva gestire Allegri. Arriva Alcaraz e si infortuna e Allegri non poteva prevedere che si infortunasse.

Allegri gestisce una squadra dove non c’è una struttura societaria, quale altra squadra in Italia senza una struttura societaria… parlo proprio della struttura che manca! C’è stato un periodo in cui le vicende della dirigenza della Juventus sono state veramente pesanti ed hanno veramente colpito in modo importante questa società ed Allegri è stato sempre lì da scudo! E poi mettiamoci anche la vicenda delle scommesse in cui si vede portar via uno dei giocatori importanti, forse uno dei più importanti del centrocampo ovvero Fagioli, che poi porta Locatelli a giocare in un altro ruolo.

Guarda caso si inizia un processo che sappiamo tutti coinvolge una serie di giocatori, però come mai ci si ferma a Fagioli, Tonali e Zaniolo e non si va più a fondo? Era per buttare il polverone sui bianconeri, perché purtroppo in questo paese, e lo continuo a sostenere, il successo crea invidia!

Di seguito il link della video-intervista integrale di Alexandra Colasanti dove parla ampiamente di Allegri, di Juventus e di tanto altro…

 

 

 

Continua a leggere

Le interviste

Esclusiva CS, Graziano Campi: “Conte darebbe stabilità, a Motta servirebbe tempo. La situazione economica dell’Inter è un mistero. Su Milan-Roma…”

Pubblicato

il

Campi

Graziano Campi, giornalista, commentatore e opinionista sportivo nonché consulente per la comunicazione, ha concesso un’intervista a noi di CalcioStyle.

Indice

Le parole di Campi a CalcioStyle

campi

Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi a CalcioStyle.

Ciao Graziano, cosa ne penseresti della possibilità di avere il prossimo anno come allenatore Conte o Thiago Motta?

Antonio Conte darebbe subito stabilità al gruppo. E’ molto esigente, ma più che accontentarlo sul mercato è necessario dargli la possibilità di gestire lo spogliatoio: cosa di cui Juventus e Napoli hanno assoluto bisogno. Thiago Motta deve portare una nuova filosofia e sistemare una difesa che Allegri non cosidera adatta per giocare a quattro dietro. Ci vuole più tempo e pazienza con lui: non so se i tifosi della Juventus ne avranno.”

Cosa pensi del futuro scudetto dell’Inter?

Non hanno avuto rivali per tutto l’anno, quindi avrebbero potuto fare di più in Coppa Italia e in Champions League. Rosico un po’, ma Juventus e Milan hanno iniziato un processo di riequilibrio finanziario di cui beneficieranno nei prossimi anni. E’ stato uno scudetto normale, caratterizzato da un dominio indiscusso dentro e fuori dal campo.”

Un giudizio sulla situazione economica dell’Inter.

E’ un grande mistero. I regolamenti attuali vanno migliorati per rispettare quella che è la filosofia del Fair Play Finanziario. Non si può dire che l’Inter bara, ma sicuramente è lecito invocare regole più stringenti per evitare una disparità competitiva. Oggi i grandi club godono di benefici che falsano la sfida rispetto ai club minori.”

Cosa deve fare il Milan per tornare competitivo?

Il Milan è già competitivo, il problema è legato agli infortuni e al bisogno di riorganizzarsi dopo un’estate con troppi cambi. Ora arriverà un nuovo centravanti, probabilmente un centrocampista e un terzino per completare la rosa che già ha recuperato Bennacer rispetto a inizio anno. Zirkzee è secondo me il giocatore giusto per portare il Milan a inseguire la seconda stella.”

Cosa pensi di De Rossi? Merita la conferma?

De Rossi merita una rosa all’altezza. La prossima stagione alcuni giocatori non ci saranno più e andranno sostituiti, ma l’ossatura della squadra è molto buona: lo dimostra questo finale di stagione. E’ poi è l’anno del Giubileo: non si sa mai che possa arrivare una sorpresa…”

Su Tudor?

Deve raddrizzare la squadra. Essere arrivato a fine stagione lo aiuta a capire quali giocatori vanno bene per il suo progetto e quali no. Sta a Lotito accontentarlo, trovando un centravanti che sostituisca degnamente Ciro Immobile. Il resto dipenderà dalle valutazioni che darà il tecnico su Pellegrini e Lazzari sugli esterni e sui trequartisti in rosa. Tenere Felipe Anderson e Zaccagni è fondamentale. Con Luis Alberto e Immobile ormai è il momento di salutarsi: la speranza è che i tifosi li salutino degnamente.”

Come vedi Manna al Napoli?

E’ alla sua prima esperienza da direttore sportivo. Avere De Laurentiis è sia un vantaggio che uno svantaggio. C’è da capire chi sarà l’allenatore, tra Conte e Italiano vedo una straordinaria differenza per il mercato. La difesa va rifatta ma centrocampo e attacco sono già a posto così, in attesa di individuare il centravanti che potrebbe sostituire Osimhen. Sempre che parta: mai dire mai nella vita.”

La Fiorentina deve ricostruire…

❞In questo finale di stagione ha perso Joe Barone e l’allenatore ha già detto che andrà via: è stata una brutta botta. Ora Conference e Coppa Italia servono per chiudere in bellezza, ma poi c’è una squadra da rifare. Vanno scelti allenatore, direttore generale e direttore sportivo: dal mio punto di vista il mercato dei viola negli ultimi tre anni è stato disastroso.”

Atalanta e Bologna invece vanno a gonfie vele…

All’Atalanta vanno fatti i complimenti per la vittoria contro il Liverpool, ma il quinto posto va ancora raggiunto e la Coppa Italia va ribaltata. Credo non ci sia nulla da toccare. Il Bologna invece dovrà fare i salti mortali per trattenere i protagonisti di questo miracolo sportivo. L’infortunio brutto di Ferguson è una tegola oggi, ma potrebbe far restare in Emilia lo scozzese anche per la prossima stagione. Zirkzee e Calafiori, come Motta, invece, andranno sostituiti degnamente. Sono sicuro che ci faranno divertire anche l’anno prossimo.”

E il Torino…

Mi auguro che il presidente faccia qualcosa di più per completare questa rosa. Alcuni giocatori sono a fine corsa e altri non hanno mai performato: il cambio di allenatore sarà fondamentale per individuare quei calciatori in grado di far fare il salto di qualità al club e riportarlo a lottare per un posto in Europa.”

Continua a leggere

Le interviste

Cartoline dal futuro. Stefano Trillocco: “Il mio idolo? Vidal”

Pubblicato

il

Cartoline dal futuro: Stefano Trillocco del Grosseto

Oggi inauguriamo un ciclo di interviste fatte a talenti giovani, ragazzi che potrebbero fare tanta strada nel mondo del calcio. Il primo è Stefano Trillocco.

Per il ciclo di interviste Cartoline dal futuro oggi conosciamo meglio Stefano Trillocco, 18 anni, un metro e ottantotto di potenza, difensore centrale del Grosseto. Al momento è fermo per un infortunio al ginocchio ma presto tornerà a giocare nel club toscano.

Originario di Civitavecchia, frequenta l’ultimo anno delle superiori e parallelamente alla scuola porta avanti la sua carriera da giocatore di calcio professionista. Dopo aver militato nella maggior parte dei club del Lazio, Trillocco ha intrapreso una nuova avventura in Toscana.

Ha un procuratore che è tutto un programma: Franco Zavaglia, noto per essere stato il primo procuratore di Francesco Totti e l’agente di Giuseppe Giannini.

Simpatizzante juventino, è un ragazzo sicuro dei propri mezzi e con le idee chiare sul proprio futuro. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Stefano Trillocco (Grosseto Calcio)


Descriviti.

“Sono un difensore centrale molto dotato tecnicamente e fisicamente”.

Quali sono le tue specialità, come difensore centrale?
“La marcatura a uomo: sono cattivo il giusto, senza troppi falli. Infatti raramente prendo cartellini, intervengo sempre pulito sul pallone. La dote migliore che ho sono i lanci, da 50-60 metri”.

Sei destro o sinistro?
“Sono tendenzialmente destro, ma crescendo ho imparato anche a giocare sinistro”.

Hai iniziato la tua carriera da difensore centrale?
“Io ho iniziato da difensore centrale e ho quasi sempre giocato in questo ruolo, tranne alcuni anni che ho giocato con ragazzi più grandi di due anni: a 16 anni giocavo con la Juniores del Rieti e lì giocavo anche come terzino”.

Quando hai scoperto la tua propensione per il calcio?
“Ho iniziato da piccolo, a 5-6 anni, qui a Civitavecchia. Mi aveva segnato papà, mi piaceva il calcio e fin da subito, anche perché ero un po’ più alto degli altri, mi hanno messo dietro fin da subito. Da piccolo non mi piaceva più di tanto fare il difensore, segni raramente… Poi, crescendo, ho capito che è uno dei ruoli più importanti del calcio. Mi piace prendermi questa responsabilità”.

Quindi il merito della tua passione è anche della tua famiglia.
“Ho un ricordo, da piccolino, della finale degli Europei 2012 Spagna-Italia: lì mi sono innamorato di Torres. Poi ho iniziato a giocare a pallone, vedevo tutte le partite con papà. Pure mamma è molto appassionata di calcio, e ci accompagna avanti e indietro tutti i giorni per Grosseto. E’ un sacrificio più per loro che per me, perché vado lì, gioco, mi diverto. Loro guidano, stanno in macchina tutto il pomeriggio, tutti i pomeriggi.

Mi sento di doverli ringraziare perché mi stanno appresso tutti i giorni 24 ore su 24 ore e perché qualsiasi cosa mi serva me lo fanno trovare subito. A partire dalle cure mediche quando mi faccio male a portarmi avanti e indietro tutti i giorni”.

Hai fratelli o sorelle?
“Ho una sorella più grande di 8 anni che non si occupa di calcio: fa la commercialista e il revisore legale a Roma”.

Quand’è che hai pensato che il calcio potesse essere un’opportunità lavorativa, per te?
“Da piccolo. Quando giocavo qui al DLF Civitavecchia mi è arrivata una chiamata dal Ladispoli. Avevo 14 anni. Quell’anno, forse perché ero troppo piccolo, non ci sono voluto andare. Ma è stato meglio così, visto che dopo è arrivata la chiamata della Viterbese e sono andato lì per un anno. Poi purtroppo si è bloccato tutto con il COVID”.

Come hai gestito la situazione, nel periodo del COVID?
“Andavo da solo, ogni tanto mi videochiamavo con la squadra. Quando è finito il COVID abbiamo fatto alcuni tornei e li abbiamo vinti, sempre nel Viterbese, con squadre di zona. All’epoca, alla Viterbese giocavano anche Baschirotto, Adopo… Li ho visti, loro erano grandi, io ero piccolo. Quindici, sedici anni”.

Dopo la Viterbese, com’è continuato il tuo percorso?
“Dopo è arrivata la chiamata del Rieti, e mi hanno detto di giocare nella Juniones. Io sono 2005 e giocavo con ragazzi 2003-2004. Ero un po’ scettico di andare tutti i giorni fino laggiù, ma poi quell’anno mi sono divertito molto. Ho imparato tanto sul piano caratteriale. Loro erano più grandi, io non mollavo mai e sono arrivato al passo loro, a volte superandoli. Loro mi hanno insegnato a non mollare mai“.

Quanto è importante per un giocatore molto giovane potersi confrontare con compagni più grandi ed esperti?
“Per me è stato fondamentale”.

E poi?
“Il Rieti è fallito. Così lo scorso anno sono andato a Grosseto, ci sono stato fino a dicembre-gennaio nella sezione Juniores, poi ho avuto un infortunio al ginocchio e sono tornato a Civitavecchia. Sono stato fermo 3 mesi e poi all’inizio di questa stagione sono tornato al Grosseto”.

Lo stemma del Grosseto Calcio, il club di Stefano Trillocco

Insomma: ti sei girato un po’ tutto il Lazio.
“Sì, lo scorso anno mi sono fatto anche un po’ di esperienza al Civitavecchia in Prima Squadra”.

A noi puoi dirlo: quali sono i tuoi obiettivi?
“Magari, l’anno prossimo, esordire in Prima Squadra in Serie C o Serie D. Mio padre è stato già contattato da alcune squadre. Spero di trovare una squadra di buon livello e iniziare a giochicchiare. Andare avanti con il calcio fino a… sognare”.

Posso chiederti quali squadre ti hanno cercato?
“Non lo dico per scaramanzia (ride, ndr)”.

Saresti disposto a trasferirti altrove?
“Lo sono sempre stato, anche ai tempi della Viterbese. Tranne quest’ultimo anno, perché sono in quinto e ho deciso di concludere le scuole qui”.

Andresti anche all’estero?
“Volentieri. Sognando in grande, a me piacerebbe giocare in Inghilterra. Per il clima e perché mi piacciono i campionati tecnici molto più di quelli fisici”.

In quale squadra inglese ti piacerebbe giocare, se potessi sognare in grande?
“Mi piacerebbe molto giocare all’Old Trafford con il Manchester United“.

Quali sono i tuoi giocatori preferiti?
“Da piccolino, nel mio ruolo mi è sempre piaciuto Sergio Ramos. Però il mio idolo è sempre stato Arturo Vidal“.

Dei difensori centrali della Serie A ce n’è qualcuno che ti piace?
“Quest’anno, secondo me, Bremer è molto forte fisicamente. Uno dei più forti del mondo”.

A proposito di Juventus: che chances ha quest’anno?
“Secondo me non può puntare troppo in alto, deve aspirare al terzo o quarto posto e arrivare in Champions per andare bene l’anno prossimo. Secondo me ci arriva”.

Tornando a te: cosa vedi nel tuo immediato futuro?
“Non trascuro la scuola per il calcio, ho sempre fatto tutte e due insieme senza problemi. Mi vorrei anche iscrivere all’università qui a Civitavecchia, alla Tuscia di Economia. Alle medie ho frequentato l’Istituto Tecnico Economico. Vorrei prendere una laurea in Economia Circolare come mia sorella, di cui vorrei seguire le orme”.

Come si concilia la vita di un giovane calciatore con la vita privata?
“Ormai ci sono abituato, sono 4-5 anni che faccio questa vita. Ho sempre messo in primo piano il calcio, poi c’è sempre stata la scuola. Vado abbastanza bene. La sera studio e faccio i compiti che ci danno. La famiglia la vedo sempre e quando posso esco, ho tanti amici. Conduco una vita normale”.

Quante volte a settimana ti alleni?
“Dal lunedì al giovedì. Esco da scuola, parto e torno a cena”.

Se andassi a giocare in Serie A, dove andresti a giocare?
“Adesso come adesso l’Inter è il top in Italia. Poi Juventus e Milan, indifferentemente”.

Con quale allenatore ti piacerebbe lavorare?
“In Serie A forse Thiago Motta, per il suo stile di gioco”.

Per la Juve: meglio Motta o Conte?
“Lo stile di gioco di Allegri non mi fa impazzire. Fra Conte e Thiago Motta sceglierei Conte, perché ha la carica giusta come con lo scudetto dell’Inter di qualche anno fa. Però anche Thiago Motta è un nuovo allenatore che ha le sue idee ben chiare”.

A proposito di allenatori: cosa pensi di Palladino del Monza?
“E’ un bravo allenatore. Forse un gradino sotto Thiago Motta”.

Come giudichi l’operato di De Rossi a Roma?
“Ha cambiato la squadra: perché con Mourinho non giocava. Con l’arrivo di De Rossi, soprattutto per la sua romanità e per la sua grinta, ha risvegliato tutti quanti, compreso Pellegrini. C’è un’alta probabilità che il suo contratto venga rinnovato a fine stagione”.

Roma-Milan chi la vince?
“Roma-Milan in casa della Roma dipende da come starà Leao: se sta bene non ce n’è per nessuno”.

Dimentichi il fattore Abraham.
“Anche Abraham è forte, ma prima che ritrovi la condizione si arriva all’inizio della prossima stagione. Recuperare dopo una lesione al crociato non è mai semplice”.

Chiudiamo con un quiz: l’attaccante più forte della Serie A.
Lautaro Martinez“.

Il centrocampista più forte?
Barella, che per me è molto simile a Vidal”.

Il difensore più forte?
“Bremer”.

E il portiere?
“Ce ne sono tanti in Serie A. Provedel della Lazio è fortissimo, Szczęsny è un gatto, Sommer prende raramente gol. Ma secondo me il più forte è Maignan del Milan“.

Ringraziamo Stefano per il tempo che ci ha dedicato e gli auguriamo tanta fortuna per la sua carriera.

Continua a leggere

Ultime Notizie

Liverpool, Amorim Liverpool, Amorim
Premier League8 ore fa

Amorim sempre più vicino al West Ham: è stato a Londra in settimana

Visualizzazioni: 276 Nel futuro di Ruben Amorim ci sarà la Premier League, ma non il Liverpool: spunta un viaggio a...

Salernitana Salernitana
Serie A9 ore fa

Salernitana, le ripercussioni della B sulla rosa: in tre al passo d’addio

Visualizzazioni: 349 Salernitana, da ieri e’ matematica la retrocessione in serie B per i campani. Un evento che scaturirà conseguenze...

Notizie9 ore fa

Juventus-Milan 0-0, Thiaw e Sportiello sontuosi: gara con esclusione di colpi | Le pagelle

Visualizzazioni: 676 Juventus-Milan 0-0, una gara con esclusione di colpi per le due compagini che non hanno saputo, o non...

Europa League9 ore fa

Roma-Bayer Leverkusen, Voeller: “Una partita con tanto…”

Visualizzazioni: 448 Il grande ex delle due squadre ha parlato delle sue sensazioni per della semifinale di Europa League tra...

Sassuolo Sassuolo
Serie A9 ore fa

Sassuolo, Ballardini: “Brutta prestazione con il Lecce, ora c’è voglia di riscatto”

Visualizzazioni: 387 Il mister del Sassuolo Davide Ballardini ha parlato ai microfoni del club emiliano visto che il club è...

Postecoglou Postecoglou
Premier League10 ore fa

Postecoglou: “Come una vecchia papera”

Visualizzazioni: 310 Il tecnico del Tottenham, Postecoglou, torna sull’addio al Tottenham di Kane: attuale attaccante del Bayern Monaco. L’estate 2023...

Juventus Cristiano Giuntoli Juventus Cristiano Giuntoli
Serie A10 ore fa

Esclusiva CS, incontro Giuntoli-Elkann: la ricostruzione

Visualizzazioni: 482 Settimana scorsa è andato in scena un incontro fra il direttore sportivo della Juventus Cristiano Giuntoli e l’amministratore...

Calciomercato10 ore fa

Calciomercato Fiorentina, occhi su una punta argentina

Visualizzazioni: 691 Calciomercato Fiorentina, la società viola potrebbe tornare a sondare il mercato argentino: obiettivo su una punta. Secondo quanto...

Lazio - Hellas Verona Lazio - Hellas Verona
Serie A10 ore fa

Lazio-Hellas Verona, le formazioni ufficiali

Visualizzazioni: 364 Lazio-Hellas Verona è il Saturday Night della 34esima giornata di Serie A. Scaligeri per la salvezza, capitolini per...

Borussia Dortmund Borussia Dortmund
Esteri11 ore fa

Borussia Dortmund, pronto un esposto alla UEFA contro il Psg?

Visualizzazioni: 327 Borussia Dortmund, il club tedesco è pronto a citare il Psg di fronte alla Uefa. Andiamo a vedere...

Le Squadre

le più cliccate