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Il caos del Taranto Calcio: un effetto domino deleterio

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Taranto FC

Il Taranto Calcio è nel caos. Dalle dimissioni del presidente Massimo Giove si è innescata una catena di addii molto importanti per una piazza nobile che ora ha un futuro molto incerto.

Il 31 luglio 2024 è una data che difficilmente andrà via dalla memoria della città di Taranto e dei tifosi del Taranto Football Club 1927. In quel giorno, il presidente Massimo Giove ha annunciato le dimissioni.

Certo, già si sapeva che la squadra avrebbe dovuto traslocare a partire da ottobre, in virtù della ristrutturazione dello stadio Erasmo Iacovone. Tale lavoro fa parte dei lavori da seguire per i Giochi del Mediterraneo del 2026, quando Taranto sarà appunto teatro della Competizione, assieme a Lecce.

Da quel giorno, il buio. Giove, stacca la spina. Il comunicato del Numero 1 del Taranto spiega: “Con grandissimo malessere e grandissima delusione mi spiace comunicare a tutti i tifosi che la mia missione, la mia carica e il mio attaccamento al nostro amato Taranto si concludono definitivamente in data odierna, con disimpegno totale al club.

Questa dolorosa decisione nasce esclusivamente per la vicenda dei Giochi del Mediterraneo e precisamente la ristrutturazione dello Stadio Erasmo Iacovone”.

Disimpegno toale quindi. il presidente si stacca dalla società, che inevitabilmente, cade nel baratro. Lasciano subito tre giocatori: Matteo Soncin, Andrea Schenetti ma soprattutto il capitano, Simone Calvano.

La fine della stagione 2023/2024, terminata con la sconfitta nella semifinale dei playoff nazionali contro il Lanerossi Vicenza, lasciava intendere un buon avvenire. Quinto posto (secondo sul campo) con 65 punti nonostante una penalizzazione di 4 punti. In una settimana, il Taranto vede la squadra stravolta.

Tranto, fra gli addii eccellenti anche Capuano?

L’addio eccellente potrebbe essere quello di Eziolino Capuano. Arrivato a settembre 2022, è riuscito non solo a rimettere il Taranto in corsa per piazzamenti importanti ma anche e soprattutto, riaccendere la passione per il Taranto.

Lo stesso Capuano si è detto amareggiato della situazione in una lettera indirizzata ai suoi tifosi: “Ero e sono consapevole che con il mio impegno, con i miei sacrifici e con quello del mio staff e dei miei calciatori avrei ancora potuto regalare gioie e soddisfazioni alla gente che ha sempre creduto in me dovevo farlo per tutti coloro che hanno sempre avuto fiducia in me.

Stavo costruendo anche quest’anno una squadra simpatica, con calciatori che non sarebbero mai venuti a Taranto e che sono riuscito a convincere grazie soprattutto alla credibilità guadagnata in una vita calcistica, calciatori ai quali ora sono obbligato a chiedere scusa alla luce degli ultimi avvenimenti. Niente e nessuno mi ha mai fatto pensare che potessero succedere alcune cose”.

Allo stato attuale dei fatti, Capuano è ancora la timone del Taranto. Non si è presentato negli ultimi allenamenti, essendo in malattia fino al 20 agosto. Ciò nonostante, il suo contratto è valido fino al 2026. La sua figura è messa però in dubbio da Fabrizio Lucchesi, divenuto direttore generale del club.

Nella conferenza stampa in cui Lucchesi spiega l’immediato futuro del Taranto spiega: “Anche oggi ho corteggiato Eziolino per convincerlo a tornare ma non sta bene e spero che guarisca presto. Se non dovesse farlo sarò costretto a prendere un nuovo allenatore tra un giorno o due”.

Fatta la squadra, sarebbero da fare i giocatori

La squadra inizierà la sua stagione contro il Benevento domenica 11 agosto alle 20.00. La sfida è valevole per la Coppa Italia di Serie C. Eppure, il Taranto si presenterà rattoppato.

In panchina ci sarà Michele Cazzarò, allenatore della Primavera. Andrà in panchina tramite una speciale deroga (non essendo in possesso del Patentino UEFA A) concessa dalla FIGC al netto delle indisponibilità di allenatore e vice nell’organigramma (Capuano e Cosimo Zangla).

Lucchesi sembra quindi poter riportare serenità all’ambiente. Ma tutto ciò sembra essere momentaneo. Ufficialmente, infatti, le quote del Taranto FC 1927 sono in vendita, ma Giove, che conferma il suo disimpegno anche davanti ai tifosi, ha dotato il club di un direttore generale il cui compito è quello di sistemare l’ambiente dopo le ultime vicende.

Lucchesi, spiega in conferenza stampa: “Per anni questa azienda ha speso più di quanto produceva, con rossi di esercizio coperti dai capitali della famiglia Giove. Stamattina sono stati pagati alcuni stipendi di giugno e il mio primo obiettivo sarà quello di traghettare la società verso una nuova proprietà.

Per farlo, però, occorre portarla ad una condizione di appetibilità, per permetterle di vivere grazie a ciò che produce. Non sono portatore di nessun acquirente, sono un tecnico prestato a questa causa per ridare un’impostazione manageriale a questa azienda. Il mio onorario, infatti, sarà quello di ricevere un premio in caso di passaggio ad una nuova società”.

Lucchesi spiega anche la questione Iacovone le cui perdite sarebbero di 2 milioni e mezzo: “Tra un mese scadrà anche la concessione per l’utilizzo del campo di allenamento. Questo inciderà anche sulla costruzione della squadra. La trasferta di Benevento sarà un dramma sportivo ma lo affronteremo con ragazzi che non si sono nemmeno allenati.

Mi auguro che questa situazione serva a ricompattare l’ambiente. La nostra società è attenzionata da imprenditori italiani ed esteri, ma finora il presidente Giove ha ricevuto solo qualche chiamata superficiale”.

Ora, qual è il futuro del Taranto? Intanto, andare a Benevento. Anche con una squadra fatta di 12 over i quali sono: Christian Riggio, Mirko Miceli, Patrick Enrici, Antonio Ferrara, Ivan De Santis, Antonio Matera, Marco Fiorani, Gianluca Mastromonaco, Michael De Marchi, Michael Fabbro, Milos Bocic e Giuseppe Simone.

A questi vanno aggiunti 9 primavera, che fornirà i portieri:  Randino, Gisotti e Lafortezza e ovviamente nessuno di questi ha mai disputato un solo minuto tra i professionisti. Si aggiungono poi altri sei ragazzi: i difensori centrali Bello e Cappilli, il terzino Pinto, i centrocampisti centrali Ferente e De Luca, e l’esterno offensivo Tancredi.

Lucchesi però rimane tranquillo: “La squadra sarà composta da un mix tra giovani e vecchi, facendo anche minutaggio. Lo scorso anno la Juve Stabia ha speso la metà del Taranto e ha ottenuto la promozione. Oggi siamo penalizzati perché le rose sono state già composte ma confido in qualche giocatore che non ha spazio e in qualche rapporto.

Per salvarsi occorrono 50 punti, per cui servirà replicare il campionato fatto due stagioni fa. È un obiettivo ambizioso ma complicato e sarà possibile solo con compattezza. Salvarci anche all’ultimo minuto dell’ultima giornata sarebbe come vincere il campionato”.

Il presente, così come il futuro è incerto. La società resta de facto in vendita. C’è però da trovare in fretta uno stadio. Tutti i tarantini sperano di mettersi alle spalle questa vicenda.

Serie C

Pontedera, Simone Banchieri nominato nuovo allenatore

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perugia

Simone Banchieri è il nuovo allenatore del Pontedera, per lui un contratto firmato fino al 30 giugno con opzione di rinnovo.

Pontedera

Un nuovo inizio per il Pontedera

Il Pontedera ha ufficializzato l’ingaggio di Simone Banchieri come nuovo allenatore. Banchieri, che ha firmato un contratto valido fino al 30 giugno, avrà l’opzione di rinnovo, dimostrando la fiducia che la società ripone nel suo nuovo tecnico. Con la firma avvenuta pochi minuti fa, il Pontedera spera di inaugurare una nuova era di successi e stabilità sotto la guida di Banchieri.

L’esperienza di Banchieri

Simone Banchieri non è nuovo al mondo del calcio, avendo accumulato esperienza in diversi club. La sua nomina al Pontedera segna un passo importante nella sua carriera, poiché avrà l’opportunità di dimostrare le sue capacità in una squadra che ambisce a migliorare le proprie prestazioni in campionato. L’arrivo di Banchieri porta con sé una ventata di novità e la possibilità di implementare nuove strategie per affrontare al meglio le sfide future.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira.

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Serie C

Latina, panchina affidata a Gennaro Volpe

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Il Latina ha comunicato l’arrivo in panchina di Gennaro Volpe. Il club laziale occupa il 17° posto nel girone C di Serie C.

Il Latina Calcio 1932 comunica di aver affidato la guida tecnica della Prima Squadra a Gennaro Volpe.

Classe 1981, una vita e una carriera da calciatore terminata nel 2018, Volpe ha avviato sin da subito il proprio percorso da allenatore nelle giovanili della Virtus Entella, ricoprendo i ruoli di responsabile dell’Academy, tecnico dell’Under 17 e della formazione Primavera.
Nel 2021 è approdato sulla panchina della prima squadra ligure, conducendola a due stagioni di alto profilo: un 4º posto nel 2021/22 e un 3º posto nel 2022/23, chiuso a quota 79 punti, record assoluto nella storia del club nel Girone B di Serie C. L’allenatore ha firmato un anno di contratto.
La società rivolge un caloroso benvenuto a mister Volpe, augurandogli buon lavoro e le migliori soddisfazioni alla guida del Latina Calcio 1932.
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Serie C

Serie C: fallimenti, esclusioni e squadre a rischio sparizione

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Ascoli

Serie C è il terzo campionato professionistico italiano. Negli ultimi anni molti club non riescono a stare in piedi economicamente.

serie c, brescia

Club in difficoltà e perché la Serie C va male

Dal 2000 al 2024, sono fallite 185 società nel calcio italiano, e di queste 148 erano in Serie C. Questo numero mostra quanto sia fragile il campionato. Anche club con storia lunga rischiano di scomparire.

Nel 2025, già alcune squadre hanno avuto problemi seri. Taranto e Turris sono state escluse per gravi inadempienze. Brescia, società storica, è stata esclusa dal torneo 2025-26 per problemi economici.

Molti club spendono più di quanto guadagnano: un classico all’italiana visto che anche in Serie A la situazione è molto simile.

Debiti e rischi aumentano ogni anno. Per cercare di cambiare le cose, la Serie C ha introdotto un Salary Cap, cioè un tetto massimo sugli stipendi in base ai ricavi del club. Anche le fideiussioni e i controlli per l’iscrizione al campionato sono più rigidi.

Non basta, però. Senza una gestione seria e attenta, il campionato resta fragile.

Il risultato è evidente: club che scompaiono, squadre che saltano la stagione, tifosi delusi. È difficile costruire progetti a medio termine. Ogni anno c’è il rischio che qualcosa vada storto.

Le nuove regole sono un passo avanti. Ma serve anche un cambiamento di mentalità: meno rischi e più programmazione. I club devono pensare alla stabilità economica, non solo ai risultati sul campo. Se questo accadrà, la Serie C potrà tornare un campionato solido.

Per ora, però, rimane un campionato in bilico, dove la crisi è una costante.

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