Serie A
Zaniolo: “Non ho mai litigato con Gasp. Roma? Vi spiego com’è andata…”
L’attaccante dell’Udinese, Nicolò Zaniolo ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato dei suoi trascorsi alla Roma e delle difficoltà vissute nella sua carriera calcistica.
A seguire l’intervista completa
Le parole di Zaniolo
INSERIMENTO NON GRADUALE
“Non avevo neppure vent’anni e sono stato catapultato dentro qualcosa più grande di me. Non era facile reggere le pressioni, ma in fondo se gli errori commessi mi hanno portato a essere la persona che sono oggi, non ho rimpianti, va bene così. Voglio tornare a divertirmi giocando a calcio, tutta una parte che in questi anni mi è mancata. Poi il matrimonio, non il prossimo giugno, nel 2027. Vogliamo fare le cose con calma perché abbiamo deciso così”.
UDINESE
“Qui sto molto bene, abbiamo trovato subito una stabilità con la mia compagna e mio figlio. Viviamo vicino al centro, è tutto molto piccolo e comodo e quindi sono felice. C’è tutto per fare bene, la società ti dimostra che è con te e ti mette nelle condizioni di rendere al meglio. E poi l’Udinese ha una squadra importante: ci possiamo divertire ed essere la sorpresa del campionato”.
“Sono diverso, sono una persona matura che sa quello che vuole e che può dare. Ci sto mettendo tutto me stesso con la massima umiltà e penso che seguendo l’allenatore, fidatevi, bravissimo, potremo fare bene. Il gruppo è forte. Atta ha delle qualità importantissime, e poi Solet e Kristensen, Davis, Kallstrom che è un grande capitano e Zanoli. Ci capiamo bene in italiano e inglese, io lo parlo fluentemente e si è creata un’alchimia positiva”.
NAZIONALE
“Ho visto Italia-Israele in tv e ho tifato come qualsiasi italiano. Anche se è chiaro che la Nazionale è il sogno di ogni giocatore e quindi anche il mio. Mi ha fatto piacere che abbiano vinto e speriamo che raggiungano il Mondiale. La priorità è che l’Italia ci vada, io spero di meritare la convocazione”.

LUCIANO SPALLETTI CHIAMA NICOLO ZANIOLO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Gattuso non l’ho sentito, ma ho letto e ascoltato le sue parole. Quando parla di porte aperte a tutti mi fa piacere, sono contento, se uno lo merita sul campo è giusto che vada in Nazionale. È il livello massimo a cui ambire. Il Mondiale ci manca”.
ATALANTA
“Via da Bergamo perché ho discusso con Gasperini? Falsissimo. Abbiamo avuto un rapporto normale e di stima, è uno dei più forti allenatori in circolazione. Sono andato via perché volevo più minutaggio e essere parte integrante di una squadra. A gennaio l’Atalanta era prima e avevo davanti Lookman, De Ketelaere, Retegui e quindi lo spazio era ridotto. Gasperini è formidabile, Runjaic ha una cultura del lavoro che me lo ricorda molto, sono focalizzati totalmente su questo”.
FIORENTINA
“Non sono rimasto a Firenze per volontà della Viola? Non proprio. Si era creato un ambiente per cui, anche per colpe mie, le cose non sono andate. Non ho fatto bene, ho accettato e compreso la decisione”.
“Amici nel mondo del calcio? Carnesecchi. E Kean, ci conosciamo da più di quindici anni, non siamo più quelli dei ritardi ingiustificati. E Luca Ranieri: cresciuti insieme nella stessa scuola, ritrovati a Firenze”.
GALATASARAY
“I compagni di squadra volevano che rimanessi a Istanbul? Questo è vero, si era creato un bel legame con Torreira e Icardi. Ragazzi e giocatori spettacolari”.
“Ero andato da una persona, vicino a La Spezia, per farmi togliere il malocchio dopo i due infortuni? Falsissimo, non credo a queste cose”.
“Ho lasciato la casa di Totti dove vivevo in affitto perché secondo lui portava sfortuna? Cazzata enorme. Totti è un idolo, una leggenda, il simbolo di Roma”.
“Non parlo più con Gianluca Mancini? Altra bugia. Abbiamo un grande rapporto, magari c’è stata qualche scaramuccia in campo, ma siamo grandi amici”.
“Ho confidato agli amici di essermi pentito per la sfrenata esultanza con l’Atalanta contro la Roma? È stata una reazione dovuta al momento che stavo attraversando: giocavo poco, quel goal per me era una liberazione, tornando indietro non esulterei più così. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso”.
“Mi sono scusato con i ragazzi della Roma Primavera per quanto accaduto al Viola Park? Non è servito, è stato tutto ingigantito e le autorità hanno accertato quello che era successo”.
MOURINHO
“Mourinho è l’allenatore con cui ho giocato più partite. Abbiamo un rapporto bellissimo, il mister è il calcio. Ogni tanto lo sento e mi dà dei consigli”.
Serie A
Lecce, brutte notizie per Di Francesco: la Coppa d’Africa porta via 3 giocatori importanti
Il Lecce è sicuramente una delle squadre in serie A maggiormente danneggiate dalla Coppa d’Africa. 3 giocatori dovranno partire con le rispettive nazionali.
Si avvicina sempre di più la Coppa d’Africa, ovvero la competizione più temuta da club e fantallenatori. Il Lecce è sicuramente tra questi, poiché ben 3 giocatori sono stati convocati per il torneo.
In queste ore e in questi giorni le varie Nazionali stanno pubblicando le loro liste di convocati e la squadra salentina è stata particolarmente colpita.
I giocatori che staranno lontano dall’Italia per un po’ sono: Kialonda Gaspar, convocato dall’Angola, Lassana Coulibaly, convocato dal Mali e Lameck Banda, convocato dallo Zambia.

IL GOL DI COULIBALY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lecce, le soluzioni per Di Francesco
Tutti e 3 i calciatori hanno un ruolo importante nello schieramento di Di Francesco il quale deve pensare al più presto come sostituirli. Al centro della difesa potrebbe rientrare Siebert, giovane tedesco protagonista di un inizio di stagione piuttosto negativo.
In mezzo al campo le principali alternative a Coulibaly sono o Kaba, molto simile per caratteristiche o Helgason, decisamente più qualitativo ed offensivo.
In avanti invece, con l’assenza di Banda potrebbe sicuramente trovare più continuità Riccardo Sottil, giocatore di qualità ma che fin qui non ha ancora inciso molto.
Serie A
Mario Rui: “Kvara e Osimhen sono fuoriclasse. Napoli-Juve? Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”
Mario Rui racconta a Tuttosport il legame con Napoli, Spalletti, la Juve e il futuro dopo lo scudetto conquistato con i partenopei.
Mario Rui, ex terzino del Napoli e protagonista dello scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, oggi in panchina alla Juventus, ha parlato a Tuttosport in una lunga intervista in cui ha raccontato il suo rapporto con il Napoli, il tecnico toscano e le prospettive future della sua carriera.
Le parole di Mario Rui
“La voglia di calcio è tantissima, anche se mi sono preso un periodo per dedicarmi alla mia famiglia. Mi alleno molto e credo di essere vicino a ricominciare”.
Possibile un ritorno in Serie A?: “Ci sono state opportunità, ma l’anno scorso non riuscivo a immaginarmi con una maglia diversa dal Napoli. Penso che ripartirò dall’estero: sto bene e posso dare ancora tanto”.
Il legame con Napoli resta incancellabile: “Immortale” è una parola enorme, ma quello scudetto è stato qualcosa di indescrivibile. Le basi le mettemmo a Dimaro: tutti ci davano per ridimensionati, tranne Spalletti. Lì diventammo un blocco unico”.
Quasi inevitabile, dunque, il passaggio del tecnico toscano alla Juventus: “Non mi ha sorpreso, è il migliore, l’allenatore più affidabile. Alla Juve serviva uno come lui”.
Sul rapporto speciale con Spalletti: “Mi ha voluto bene, non mi ha lasciato nei momenti difficili. Il merito dello scudetto è suo all’80%: viveva a Castel Volturno, ha sacrificato tutto”.
Su Conte: “Mi ha colpito subito. Pensavo fosse un tecnico difensivo e invece ha trasmesso una mentalità vincente immediata. Sia lui sia Spalletti sono persone oneste e dirette: rarità nel calcio”.
Su McTominay: “McTominay si vedeva subito che fosse un campione. Kvara e Osimhen sono fuoriclasse: Victor può giocare ovunque nel mondo”.
Sul duello Scudetto: “Se la Juve vince può tornare in corsa, anche se è difficile. Il Napoli sta facendo bene: più competitivo nei reparti e più forte, paradossalmente, dopo l’emergenza infortuni”.
Su Napoli–Juve: “Non so come finirà, ma sarà una partita chiave. Se vince la Juve rientra nella lotta scudetto. Se vince il Napoli manda un segnale pesantissimo al campionato. E con Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”.
Serie A
Sassuolo, Grosso: “Paura? Non mi entusiasma come termine. Preferisco rispetto”
Il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina in programma domani alle 15:00.
Nell’ultima gara di campionato il Sassuolo è caduto sul campo del Como. Domani a Reggio Emilia arriva la Fiorentina di Vanoli: una squadra in evidente crisi che ha bisogno di rialzarsi. I neroverdi devono provare ad approfittare del momento negativo degli avversari per ritrovare i 3 punti. Della partita ha parlato il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso.
Sassuolo, le parole di Grosso
C’è una vaga aria di trappola…
“Io ho già risposto su questa parola, non ci sono trappole per noi che arriviamo in questo tipo di campionato. Sappiamo tante cose ma per me la cosa fondamentale è riuscire a capire quanto sarà importante fare una bella partita, piena sotto tutti i punti di vista, perché l’avversario è di livello, che ha delle difficoltà che vuole superare. Per me è importante che ci concentriamo su noi stessi, riuscire a fare una grande partita perché per fare un bel risultato ci sarà bisogno di grande intensità, qualità, spirito di sacrificio e voglia di ottenere un bel risultato”.
Quanto conta la testa?
“Per me tantissimo ma conta in tutte le partite perché ti fa riconoscere le situazioni, ti fa rimanere dentro le situazioni, ti aiuta a cercare soluzioni. È un aspetto fondamentale su cui proviamo a lavorare e a stuzzicare tanto e che poi ti permette di tirare fuori tutto: senza il cervello tutto il resto diventa secondario”.
L’assenza di Berardi ormai è nota: gioca Volpato al suo posto?
“Molto probabilmente penso che giocherà Cristian. L’assenza di Berardi riguarda un giocatore fortissimo per noi ma sappiamo quello che è successo, ci è dispiaciuto tantissimo e quindi devi essere bravo a farlo diventare opportunità”.

DOMENICO BERARDI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Recupera qualcuno?
“Chi non c’era non c’è, si aggiunge Domenico e tutti gli altri che dovremmo essere a disposizione, dovremmo essere 19 giocatori di movimento e 3 portieri”.
Quanto conterà l’aspetto psicologico? Loro hanno voglia di rivalsa…
“Tutto quello che riguarda loro lo conosciamo, sappiamo che partita hanno intenzione di fare, hanno detto e ripetuto che vogliono ripartire ma noi possiamo essere concentrati su quello che vogliamo fare noi, hanno a disposizione tanti ragazzi, possono giocare tante modalità di gioco, ho letto che potrebbero cambiare e tutto questo deve farci alzare il livello di presenza, di intensità, di riempire la gara in tutti i momenti, fare partita piena sarà la cosa più importante per noi”.
C’è la consapevolezza di non voler ripetere l’atteggiamento contro il Genoa che era ultimo in classifica così come la Fiorentina? Cosa deve fare Volpato per convincerla?
“Volpato non deve convincermi, sono molto convinto delle qualità che hanno i miei ragazzi, qualcuno ha potenzialità e questo vuol dire che questo potenziale va riempito. L’obiettivo è fare una bella prestazione a prescindere da quanti errori si commettono. Gli errori ci saranno sempre ma l’importante è il modo con cui si affrontare l’errore e non è facile, è avere quella bravura d’insieme, stare dentro la partita”.
Quanta paura c’è, se c’è paura, di diventare la prima squadra a concedere una vittoria a un avversario che non ha mai vinto?
“Non mi entusiasma paura come termine per chi pratica sport. È fondamentale avere grande rispetto per l’avversario, timore per le caratteristiche dell’avversario, ma questo deve poi stuzzicare le tue caratteristiche per dare il massimo, a prescindere dalla loro ripartenza da quello che si dice fuori su questo, lo sapevamo anche se non fosse stato detto fuori, a noi interessa quello che vogliamo noi sapendo che le partite sono difficili, penso che questa è una squadra che aveva tantissimi punti in più l’anno scorso quasi con gli stessi interpreti, l’importante è fargli trovare di fronte un avversario che ha la stessa fame e la voglia di fare bene”.
Con il Como al posto di Pinamonti è entrato Moro e non Cheddira. Ultimamente Walid ha giocato da esterno: può diventare un’opportunità per lui l’infortunio di Berardi e perché gioca poco da attaccante? Questione di caratteristiche?
“A differenza di Moro che quando è entrato a Como per me ha fatto una bella gara e sono contento di come è entrato, mi dispiace per l’occasione che ha avuto nel finale, lui, Cristian e Muharemovic, perché poi le gare cambiano. La differenza è che Luca è un centravanti a tutti gli effetti, Cheddira è un centravanti, lo sa fare, ma ha le caratteristiche per giocare da attaccante esterno, forse lo fa con meno qualità rispetto agli esterni che abbiamo noi ma lo fa con una cattiveria e intensità molto alta. Col Como ho preferito Moro perché pensavo molto utile come in realtà è stato, giocatore che collega il gioco, con Walid invece potevamo andare di più negli spazi. Se avessimo riaperto la gara sarebbe stato diverso ma sono contento dei ragazzi che ho, abbiamo 6 giocatori offensivi, senza contare Pierini che può diventare anche il sesto nelle rotazioni a centrocampo. Sono tutti importanti, tutti devono sentirsi importanti”.
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