Serie A
Venezia, Antonelli: “Retrocessione da digerire, parlerò con il comitato e con Di Francesco”

Il direttore sportivo e General Manager del Venezia, Filippo Antonelli, ha parlato in conferenza stampa dopo la retrocessione in B della banda di Di Francesco.
Filippo Antonelli, General Manager e direttore sportivo del Venezia, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dalla cocente sconfitta nell’ultima giornata di campionato che ha costretto i lagunari alla retrocessione in Serie B.
Venezia, le parole di Antonelli
“Abbiamo iniziato la stagione con quella che doveva essere il simbolo dell’Unione, fra squadra, tifosi, società e stampa per cercare un’impresa e restare in Serie A, fino alla fine abbiamo combattuto per questo. Stamattina ho letto un articolo sui budget delle rose, con dati un po’ imprecisi, sono sicuro che parleremo anche di questo quando saranno chiusi i budget. I dati del Venezia sono inferiori a quelli degli ultimi tre anni, e sono inferiori a quelli del primo anno in Serie A.
Il mio sogno era quello di regalare la salvezza. Ora è tempo di metabolizzare la retrocessione, capire cosa si poteva fare meglio e quelle che abbiamo fatte bene, focalizzandoci con grande energia sulla prossima stagione per affrontare un campionato di Serie B che conosciamo e conoscete bene, e che ho avuto la fortuna di vincere due volte. In questi giorni dovrò confrontarmi con il Comitato, per condividere budget, programmi e obiettivi. Sono ambizioso, sento forte la responsabilità verso il popolo veneziano, che mia ha sempre dimostrato affetto come dirigente e uomo, il saluto a fine partita deve essere fonte di energia per il prossimo anno.
Sono arrivato qui nel dicembre 2022 da Monza, il presidente mi mostrò il progetto del Venezia, mi disse che dovevamo salvare prima la Serie B per poi arrivare in Serie A, così abbiamo fatto: il primo anno ai playoff, il secondo promossi. Quest’anno abbiamo cercato di affrontare la Serie A con spirito battagliero, sapevamo di avere una rosa che arrivava dalla Serie B e di dover aggiungere tasselli. Con i paletti che l’Opco ha messo, che a volte sono andati in contrasto con i tempi di quella che è la Serie A, abbiamo cercato di fare il possibile.
Nelle ultime due sessioni di mercato ci sono state trasformazioni dal gruppo che arrivava dalla Serie B, dopo averlo testato perché ci sembrava giusto dare una possibilità a chi ci aveva portati in Serie A. Quello che mi rende orgoglioso è che la grand parte dei giocatori sono di proprietà del Venezia ed abbiamo le basi solide per ripartire. Grazie anche al lavoro dell’allenatore che ha valorizzato la rosa. Nei prossimi giorni avremo chiarimenti con il Comitato”.
Di Francesco rimane?
“Quando abbiamo fatto il contratto, lo abbiamo fatto biennale, quindi senza sapere se fossimo rimasti in A. Metabolizziamo quanto successo, parliamo con il Comitato e poi parliamo con Di Francesco, ma di certo il suo futuro non è mai stato legato al risultato”.
Lui cosa dice?
“In questo momento no, anche lui deve metabolizzare quanto successo. E’ una persona eccezionale oltre ad essere un bravissimo allenatore, credo che si siederà volentieri con noi per parlare”.
Cosa risponde a chi dice che dovevate chiedere rispetto arbitrale?
“Non credo che fare polemiche plateali o eccessive ti porti risultati. Quando c’è stato da chiedere spiegazioni, lo abbiamo sempre fatto, ma con i canali giusti. Di Francesco stesso lo ha fatto una volta sola, ma anche lui non crede in questo modo di fare”.
Cosa pensi di aver sbagliato?
“Analizzerò tutto in maniera critiche in queste settimane, pensando a cosa si potesse fare meglio. Questa società è salita in Serie A, è scesa, poi è risalita con tanti sacrifici, quasi in maniera inaspettata, ma sicuramente non è allo stesso punto in cui era due anni fa. C’è stata tanta rincorsa in questi anni, fra gli errori che ci possono essere stati, non ripartiamo da un -1, ma da un +1.
Ho sempre detto che c’era la volontà di essere competitivi, sapendo che il risultato sportivo in Serie A incide parecchio. Nella strada che bisogna ripercorrere di questi dodici mesi, non dimentichiamoci che abbiamo dato la possibilità a dei ragazzi che sono saliti dalla B, ma che non hanno stravinto la Serie B, non potevamo sapere che fossero tutti adatti. Le sfide a volte si vincono, altre si perdono. Quello che abbiamo visto all’ultima giornata con l’abbraccio dei tifosi, non si vede spesso. Penso che loro, i tifosi, sono i giudici più grandi, sono stati i giudici più onesti e corretti di questa stagione”.
I big della rosa possono restare?
“Devo parlare con la proprietà”.
Non hai la sensazione che con un attaccante da 6-7 gol vi sareste salvati?
“Sicuramente. Ma abbiamo passato 6 mesi a parlare dei giocatori che mancavano in difesa, poi i 6 successivi sul fatto che mancasse un attaccante. Dove sta la verità? Non siamo stati i peggiori dal punto di vista realizzativo, né della difesa. Poi se mi dite: avresti voluto prendere un attaccante? Vi dico di sì. I tempi del Venezia, con i paletti imposti dal Comitato, a volte non collimano con i tempi della Serie A dove ti dovevi muovere un po’ prima”.
Stankovic e gli altri in dubbio?
“Stankovic era obbligo in caso di Serie A, diritto in caso di retrocessione. Lo riscatteremo, ad 1,5 milioni e una percentuale che rimarrà all’Inter per il futuro, abbiamo la possibilità di farlo entro il 18 giugno. Zerbin era obbligo, ma senza diritto. Tornerà al Napoli. Candé ha diritto: verrà riscattato, aveva una cifra stabilita per la Serie A ed una più bassa per la B, verrà riscattato.
Carboni? Ha diritto di riscatto e controriscatto per l’Inter. Per lui devo parlarne. Nicolussi è già nostro. Marcandalli tornerà indietro. Radu aveva un contratto importante con l’Inter, noi ne abbiamo pagata una parte. Se teniamo Radu con Stankovic? Abbiamo Stankovic, Plizzari, Neri, penso che siamo a posto in porta”.
Il budget era sufficiente per salvarsi?
“Io sono un dipendente della società, lavoro per quello che mi dice la società. Se dall’analisi dei costi si è ritenuto che il budget fosse questo, non posso fare capricci. Ho grandissimo rispetto. La conoscete tutti la situazione, non era una situazione rosea. Oggi il budget era inferiore alla Serie A di tre anni fa. Questo ha comportato una serie di rincorse. Dai confronti che ci saranno, verrà affrontato anche questo argomento, che è il budget. Noi sappiamo benissimo che in Serie A ci sono 11 squadre che non retrocedono da 20 e più anni. Togliendo il Como che ha fatto investimenti importanti, ne rimangono 8”.
Dal punto di vista finanziario: ora il club è in sicurezza?
“Il gruppo di proprietari è forte, ha dimostrato che nei momenti di maggiore crisi ha messo i soldi. Oggi la situazione è diversa”.
Quanto hai mandato a quel paese Ranieri per Shomurodov? La cessione di Pohjanpalo l’avete subita e non voluta?
“Su Joel, capito che avrebbe avuto piacere ad andare, abbiamo cercato di fare il nostro gioco e cercare di avere il massimo. C’è stata comunque un’operazione importante. Questo mi ha permesso di fare delle operazioni. Più che subita, mi dispiace che non siamo riusciti ad arrivare ad obiettivi che ci avrebbero permesso di completare l’organico. Joel è grande calciatore e ragazzo, ma non avevamo la struttura per supportare lui, dal punto di vista tecnico. Le scelte sono state fatte per mettere in piedi una squadra in grado di combattere per la squadra stessa, ma non per il singolo. Abbiamo inserito Fila per queste caratteristiche, non è stato facile in con i tempi che vi ho detto, nonostante sapevo che potesse servire un giocatore pronto per la Serie A. La prima cosa che farò quest’anno sarà prendere un attaccante”.
Qualcosa ancora va fatto dal punto di vista finanziario, come Haps?
“Ci tengo a dire una cosa su lui, Crnigoj e questo tipo di contratti. Io non ce l’ho con Haps, anzi. Era l’ingaggio che mi costringeva a metterlo sempre sul mercato. Ma finito il mercato, Haps è un giocatore del Venezia. Lui ha dato tanto, così come noi a lui”.
Svoboda è un acquisto?
“Lui ha dimostrato di aver fatto bene, peccato per l’infortunio. Il suo percorso procede bene e crediamo in lui. La Serie A ci ha insegnato che possono succedere anche queste cose, come gli infortuni”.
C’è la volontà di tornare subito in A?
“Dico questo: di essere più competitivi possibili. Conosciamo bene la Serie B, è un campionato molto fastidioso. Serie B a 22? Vediamo che succede, dobbiamo pensare a noi”.
Sul “paracadute”: è positivo avere questi 10 milioni?
“Sicuramente è positivo, ma dalla Serie A hai un certo introito, dalla Serie B ne hai altri”.
Qualche giocatore sentirà stretta la Serie B?
“Ho visto ragazzi piangere al 90′, una cosa importante. Poi come dico sempre: resterà chi ha voglia di restare, ma è presto per questi discorsi”.
Serie A
Fiorentina, Pioli: “Firenze la sento dentro: qui c’è tutto per lavorare al meglio”

Il nuovo tecnico della Fiorentina, Stefano Pioli, ha parlato della sua scelta di tornare al club toscano durante la conferenza stampa di presentazione.
È iniziata ufficialmente l’era di Stefano Pioli alla Fiorentina. L’ex allenatore del Milan riparte dal club toscano dopo la breve esperienza passata sulla panchina dell’Al Nassr in Arabia Saudita. C’è molta curiosità attorno al ritorno a Firenze del tecnico, già sulla panchina dei viola dal 2017 al 2019. Pioli ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa del Viola Park durante la conferenza di presentazione. DI seguito le sue parole sugli obiettivi e le aspettative stagionali.
Fiorentina, le parole di Pioli
Il ritorno a Firenze.
“Firenze la sento dentro e alla prima chiamata ho sentito una sensazione particolare. A questa piazza sono legatissimo e sapevo che era la cosa giusta da fare. Vivo molto delle mie emozioni e non ho avuto dubbi sulla scelta. Il modo di giocare? Io voglio più giocatori possibili di qualità, poi chiaro che essa non basta, ma nella mia testa c’è quella di mettere una squadra con giocatori di qualità, che abbiamo. Dopo le amichevoli in Inghilterra avrò idee più chiare ma ho visto già grandi cose”.
Modo di giocare.
“L’importante è iniziare a lavorare, i giocatori li ho visti ma vanno conosciuti a livello personale. Poi è importante dare uno stile di gioco, ai ragazzi ho promesso che avremo uno stile chiaro. Non so ancora cosa manca ma ho già visto ragazzi bravi. L’obiettivo è alzare il livello e puntare al massimo”.
Su Kean.
“Con Moise ho parlato in questo periodo ma non so se ho inciso sulla scelta di restare. Lui è molto grato a Firenze. In questi giorni l’ho visto sereno e voglioso di lavorare. È un giocatore molto forte”.
Conference League e lotta per il 4° posto sono gli obiettivi?
“Sì, anche la lunghezza del mio contratto va in quella direzione. In questi tre anni vogliamo provare ad alzare un trofeo e andare in Champions. Certo non è facile ma noi dobbiamo provare a fare meglio degli avversari. Qui abbiamo tutto per lavorare bene: la città non vede l’ora di sostenere i ragazzi. Ho voglia di sfide, altrimenti avrei fatto scelte più comode”.
Possono convivere Kean, Dzeko e Gudmundsson?
“Non saremo sempre gli stessi ma l’idea di farli giocare tutti insieme c’è. Poi molto dipenderà dalla loro capacità di collaborare. Ripeto: Più giocatori di qualità abbiamo e più abbiamo possibilità di vincere”.
Dzeko può avere l’impatto avuto da Ibrahimovic al Milan?
“A fine anno, quando ero al Milan, non c’era ancora la possibilità che Zlatan rimanesse e io chiesi proprio Dzeko. È un giocatore di grande valore e che alza il livello della squadra”.
Com’è il suo rapporto con Commisso?
“Ci siamo sentiti più volte, lui ha investito tanto su di me e io investirò tanto sulla Fiorentina. Entrambi vogliamo che la Fiorentina cresca di livello e provare a ottenere quei risultati che in passato sono mancati. Il presidente l’ho visto molto motivato, è un uomo di cuore e siamo tutti nella stessa direzione di crescita”.
Sull’esperienza in Arabia.
“È stata un’esperienza e come tutti le cose ci sono state positive e negative. Ho conosciuto una nuova cultura che mi ha reso ancor più elastico. Ma ho sentito dentro di me la volontà di inseguire sfide più che hanno più pressione ma che possono darmi più soddisfazione. In Arabia il campionato è seguitissimo, lì tutti mi conoscevano, però la mia volontà era quella di tornare. Quest’anno in campionato ci sono quasi tutti allenatori top e pensavo di dovessi esserci anche io. Non mi sono mai sentito così preparato”.
Impressioni su Dodo.
“L’ho trovato benissimo, è un ragazzo simpaticissimo e molto forte. Ci contiamo in modo assoluto. Lo vedo dentro al gruppo. Il mio obiettivo è quello di renderlo ancora più decisivo in fase offensiva. Lui mi è sempre piaciuto anche da avversario, che reggeva la gamba di Leao. Lui è uno di quelli a cui ci appoggiamo”.
Serie A
Napoli, non solo acquisti: vicino il rinnovo di un titolare

Matteo Politano è pronto a rinnovare il suo contratto con il Napoli fino al 2028, garantendo stabilità e talento alla squadra partenopea.
Un passo importante per il Napoli
Il Napoli è vicino a siglare un accordo cruciale che vedrà Matteo Politano rimanere con il club fino al 2028. Questo rinnovo rappresenta un segnale forte delle ambizioni del club, che punta a consolidare il proprio organico con giocatori di qualità. Politano, noto per la sua versatilità e abilità tecnica, è diventato una figura chiave nella formazione azzurra, offrendo prestazioni costanti e decisive. Il calciatore, che ha conquistato due scudetti con il club azzurro, è una pedina fondamentale per il tecnico Antonio Conte.
L’importanza di Politano nel progetto azzurro
Con il prolungamento del contratto di Politano, il Napoli assicura non solo continuità ma anche una base solida su cui costruire per il futuro. Il calciatore ha dimostrato di essere un punto di riferimento nel reparto offensivo, contribuendo sia in fase realizzativa che nella costruzione del gioco. La decisione di estendere il suo contratto fino al 2028 riflette la fiducia del club nelle sue capacità e nel suo contributo al progetto azzurro.
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Fonte: l’account X di Schira
🚨 Excl. – Matteo #Politano is one step away to extend his contract with #Napoli until 2028. #transfers https://t.co/6Y6BtYg341
— Nicolò Schira (@NicoSchira) July 16, 2025
Serie A
Juventus, dalla B arriva una novità nello staff di Tudor

Michele Troiano lascia il Modena per unirsi alla Juventus nello staff di Igor Tudor come collaboratore, segnando un passo importante nella sua carriera.
Michele Troiano ha deciso di intraprendere una nuova avventura professionale. L’ex centrocampista, che nell’ultima stagione ha ricoperto il ruolo di vice-allenatore del Modena, entra a far parte dello staff di Igor Tudor alla Juventus. Questa mossa rappresenta un significativo passo avanti nella carriera di Troiano, il quale avrà l’opportunità di lavorare in uno dei club più prestigiosi del calcio italiano.
Il ruolo di Troiano nella Juventus
L’arrivo di Troiano nella squadra di collaboratori di Tudor è visto come un rinforzo importante per la Juventus. La sua esperienza e conoscenza del gioco saranno risorse preziose per la squadra torinese, che mira a consolidare la propria posizione ai vertici del calcio italiano ed europeo. Il contributo di Troiano sarà fondamentale nella preparazione tecnica e tattica dei giocatori, offrendo nuove prospettive e strategie per affrontare le sfide future.
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Fonte: l’account [X di Schira](https://x.com/NicoSchira)
Michele #Troiano leaves #Modena to join #Juventus in Igor #Tudor’s staff as collaborator. #transfers
— Nicolò Schira (@NicoSchira) July 16, 2025
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