Serie A
I due volti di Fonseca: perché si, perché no
L’esperienza di Paulo Fonseca sulla panchina della Roma sembra essere arrivata ad un bivio: innanzi al mister portoghese si presentano due strade, quella della permanenza e quella dell’addio, figlie del percorso dicotomico che l’ex Shakhtar ha costruito nel proprio biennio romano.
Dalla rinascita e l’esplosione di alcuni elementi ai forti attriti con i senatori, passando per i fragorosi tonfi con le dirette avversarie, Fonseca si è sempre ritrovato nell’occhio del ciclone, pronto ad essere spazzato via da quelle folate di vento capitoline, ree di aver disseminato numerose vittime illustri.
Perché si
Paulo Fonseca approdò a Roma nel giugno del 2019, nel vivo della ricostruzione giallorossa. Via Monchi e con lui tutti i suoi soldati reputati non adatti alla causa per cui combattere e dentro Petrachi, il cui arrivo fu costellato dalle numerose polemiche con il Torino, sublimate in una doppia cessione di giovani leve romaniste direzione granata. Il portoghese, tra l’altro, giunse nella capitale conscio di essere la quarta opzione presa in considerazione dalla società: prima di lui, infatti, furono sondati Conte, Gasperini e Ranieri, a cui fu proposto un rinnovo di contratto.
Oltre alla sua innata eleganza ed alla sua compostezza, doti da non sottovalutare, bisogna riconoscere al tecnico di Nampula l’importantissimo lavoro psicologico effettuato con la linea verde della rosa: l’esplosione di Villar, la continuità di Borja Mayoral, l’inserimento graduale ma perfettamente funzionale di Ibanez e Kumbulla, la crescita esponenziale di Mancini e la rinascita di Karsdorp.
Senza contare, poi, l’efficiente stravolgimento tattico che ha avuto l’ardire di attuare nel finale della scorsa stagione, e di riproporre costantemente in questa, passando da un sistema a quattro ad uno a tre con il conseguente mutamento di quelli che erano gli esterni bassi in esterni tutta fascia e la metamorfosi delle ali in trequartisti abili nello stretto, con la capacità di alternare ampiezza e profondità in base alle necessità della squadra.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, il poderoso cammino europeo della stagione in corso che ha permesso alla Roma di potersi fregiare del titolo di unica compagine italiana rimasta a competere oltre i confini nazionali.
Perché no
Alle numerose credenziali positive fanno da contraltare diverse vicende in cui la potestà di Fonseca sulla squadra è sembrata venir meno. L’esempio più eclatante è sicuramente quello con protagonista Edin Dzeko, degradato da capitano e messo fuori rosa per un breve lasso di tempo a causa di un forte scontro avuto con il tecnico successivamente alla gara con lo Spezia in Coppa Italia in cui la Roma perse sia la partita che la faccia complice l’illecito dei sei cambi effettuati.
Sorte ancor più amara è toccata ad Alessandro Florenzi, capitano esiliato prima a Valencia e successivamente a Parigi per divergenze tattiche e caratteriali, la stessa che potrebbe colpire Lorenzo Pellegrini, l’attuale capitano, che nelle dichiarazioni post Napoli ha praticamente smentito le parole risalenti a qualche minuto prima del proprio allenatore inerentemente alle cause della sconfitta maturata. Situazione analoga anche per Pedro, il cui decremento qualitativo delle prestazioni è direttamente proporzionale al logoramento del rapporto con Fonseca.
Il tragico andamento con le grandi, i soli tre punti conquistati in nove scontri diretti, e la scarsa attitudine alla sofferenza mostrata dalla squadra sono i più grandi, ed i più ricorrenti, capi d’accusa rivolti all’ex Shakhtar, incapace, secondo molti, di adattarsi allo sviluppo tattico dei match in questione, mostrando scarsa preparazione ed abnegazione, proponendo pedissequamente il modello da lui reinterpretato quasi un anno fa.
Serie A
Torino, Cairo conferma la fiducia in Baroni
Il presidente del Torino Urbano Cairo difende il tecnico Baroni dopo la sconfitta con il Milan: “Non si discute, il tema non è l’allenatore”
La posizione del presidente del Torino
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha espresso forte sostegno all’attuale allenatore Marco Baroni, mettendo a tacere le voci di un possibile cambiamento in panchina. In un’intervista recente, Cairo ha affermato che “Baroni non si discute”, sottolineando che il problema della squadra non risiede nella guida tecnica. Questa dichiarazione arriva in risposta alle critiche e alle speculazioni che hanno circondato il club nelle ultime settimane.
Il Torino, nonostante alcune prestazioni altalenanti, sembra voler mantenere la sua fiducia nell’allenatore, cercando di lavorare sugli aspetti che influenzano il rendimento in campo. Cairo ha ribadito che il focus deve essere sui giocatori e sulle dinamiche interne della squadra, piuttosto che sulla figura dell’allenatore.

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Le prospettive per il futuro
Con il supporto confermato per Baroni, si apre un nuovo capitolo per il Torino, che dovrà affrontare le sfide future con determinazione e una visione chiara. La dirigenza sembra intenzionata a fornire all’allenatore tutte le risorse necessarie per migliorare le prestazioni e raggiungere gli obiettivi stagionali.
Il messaggio di Cairo è un chiaro invito a concentrarsi sui miglioramenti collettivi e a lavorare sull’unità del gruppo per affrontare le prossime partite con una mentalità vincente.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio
.@TorinoFC_1906, Cairo: “Baroni non si discute, il tema non è l’allenatore”https://t.co/l7ZXMWZily
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) December 8, 2025
Serie A
Genoa, squadra rivitalizzata dalla cura De Rossi
Con l’arrivo di Daniele De Rossi sulla panchina del Genoa, la squadra sembra essersi totalmente ripresa: 8 punti in 4 partite e la zona salvezza che si allontana
Il Genoa ad inizio campionato sembrava una squadra priva di un’identità e destinata a combattere per la retrocessione fino all’ultima giornata.
Un po’ come successe nella passata stagione però, con il cambio in panchina Gilardino-Vieira, anche in questo caso la squadra ha ricevuto una forte scossa che sta portando ad ottimi risultati.
L’arrivo di De Rossi ha portato energie nuove alla rosa, che finalmente sta trovando una sua dimensione ed un carattere proprio. Da che i rossoblu sembravano essere quasi allo sbando, adesso la strada da seguire è piuttosto evidente e l’argomento salvezza si fa sempre più alla portata.

Genoa, media punti da prima della classe con De Rossi
Con l’arrivo dell’ex allenatore della Roma, il Genoa ha fatto un grande salto in classifica: 8 punti in 4 partite, con 2 pareggi e 2 vittorie.
L’unica nota negativa di questo inizio è stata la rotonda sconfitta in Coppa Italia contro l’Atalanta, passata abbastanza in osservata visto lo scarso interesse nei confronti della competizione. Per il resto l’andamento del grifone è stato quasi perfetto fino a questo momento.
Nella prossima giornata di Serie A a Marassi arriva l’Inter di Chivu e sarà un grande banco di prova per capire il livello di maturazione della squadra ligure.
Vedremo se il Genoa riuscirà a mantenere la striscia di risultati positivi anche dopo il confronto con una delle prime della classe.
Serie A
Torino, Baroni: “Prestazione molto buona, dobbiamo trovare forza mentale”
Il tecnico del Torino, Marco Baroni, ha avuto modo di esprimersi sulla partita contro il Milan. Ecco le parole dell’allenatore.

IVAN ILIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, le parole di Marco Baroni
“É mancata un po’ di pressione sulla palla, il Milan è una squadra forte e da questo punto di vista ci siamo abbassati un pochino: è una cosa che non dobbiamo fare, bisogna intensificare il lavoro ma vedo grande partecipazione. C’è da rimboccarsi le maniche, però credo che la prestazione sia stata molto buona”.
Manca la forza mentale per tutta la gara?
“La dobbiamo trovare, nel secondo tempo ho chiesto di non difendere il risultato perché sarebbe stato un errore. La squadra mi è piaciuta, adesso rientrerà Simeone che è un giocatore fondamentale per noi, così come Ismajli. Zapata ha ritrovato il gol. Ci sono anche cose positive e sono abituato a guardare quelle oltre alle cose sbagliate da valutare con la massima severità da parte mia”.
Perché Masina non è entrato subito?
“É uscito fuori il giocatore, loro hanno ripreso velocemente il gioco. La palla non è uscita fuori prima e l’azione è continuata, sono situazioni che ti penalizzano ma quando le cose non vano bene devi mettere maggior attenzione anche su queste cose. Però ho la massima fiducia nella squadra e dobbiamo guardare anche gli aspetti positivi della partita”.
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