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Roma, Bruno Conti: “Ho dribblato un tumore. La Roma è la mia vita. Su Totti…”

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Julio Sergio, Fiore

 L’ex calciatore della Roma, Bruno Conti, ha parlato ai microfoni in un intervista. Molti i temi toccati, in particolare la situazione in casa giallorossa.

Bruno Conti, ex-bandiera in campo e dirigente della Roma, ha concesso una bella e lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione del suo 70esimo compleanno. Molti i temi toccati.

Roma

LA FORMAZIONE DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Roma. le parole di Bruno Conti

In seguito le parole dell’ex calciatore giallorosso:

L’amore per il calcio

“Voi non potete neanche immaginare quanto mi sono divertito… Dribbling, tacchi, finte e controfinte, che giocassi da ragazzino per strada con gli amici di Nettuno o contro Briegel in Italia-Germania per diventare campione del mondo. Perché io col pallone ci facevo l’amore…”.

Sulla Roma

“Sono l’uomo con la più lunga militanza in giallorosso da calciatore, allenatore e dirigente: un grande orgoglio. Cosa è la Roma? Tutta la mia vita. Ancora oggi quando sento gli inni di Venditti, Fiorini e Conidi mi emoziono, mi viene la pelle d’oca. Ho passato due anni al Genoa per farmi le ossa in prestito, avendo come maestro Simoni, ma non ho mai pensato di lasciare la Roma, neanche quando Maradona ogni volta che ci incontravamo mi diceva “vieni a Napoli”. Mio padre, romanista fino al midollo, non me l’avrebbe mai perdonato”.

Su Liedholm

“Il primo allenamento? Certo c’erano De Sisti, Cordova, Di Bartolomei, ma mister Liedholm chiamò me, un ragazzino, per mostrare un gesto tecnico: “Bruno fai vedere lo stop di interno”, “Ora di esterno…”. Liedholm, mi ha insegnato tanto e mi ha lasciato libero di esprimermi. Io andavo a destra, a sinistra, dribblavo e lui non mi ha mai ingabbiato o chiesto sacrifici, ma solo di sfruttare la mia fantasia. Chi mi mandava a quel paese era Bomber Pruzzo: “E dai ‘sta palla…”. Se la nostra Roma è stata la più forte? Non lo so, la più bella penso di sì. Era elegante, dominante, ci divertivamo a giocare. Nell’anno dello scudetto il Barone si inventò Di Bartolomei libero, due terzini mancini, Nela e Maldera. Falcao, Ancelotti, Prohaska, io, Pruzzo… Difendeva solo Vierchowod. L’anno dopo arrivarono Graziani e Cerezo. E pensate se avessimo avuto anche Rocca“.

Sulla finale persa 

“E come fai a non pensarci? Maldera squalificato, Pruzzo uscì per infortunio, Cerezo per crampi. Perdemmo i rigoristi. Sbagliammo io e Ciccio, i campioni del mondo. Tancredi che li parava sempre non ne prese uno. Poi Paulo Roberto… Non era un rigorista. È stato un campione che cambiò la storia della Roma. Ma forse, viste le tante assenze, avrebbe dovuto prendersi quella responsabilità”.

I due Scudetti

“Mi mancano due scudetti. Il gol di Turone nel 1981 era valido, lo vidi a occhio nudo, su assist di Pruzzo, Ramon veniva da dietro. E poi quel maledetto Roma-Lecce in cui io partii in panchina. C’è chi parlò di partita venduta: follie. Ma ci pensate vincere uno scudetto dopo aver recuperato 8 punti alla Juve? Neanche per tutto l’oro del mondo ci avremmo rinunciato”.

Su Totti

“Quanto spiace che Totti non sia nella Roma? Tantissimo, lui è la storia della Roma”.

Sul tumore

 “Due anni fa mi hanno diagnostico un tumore al polmone. Devo ringraziare il mio medico di famiglia, il dottor Camilli, che si è accorto subito della mia tosse persistente e il professor Rendina del S. Andrea per le cure che hanno funzionato. E non dimentico il presidente Dan Friedkin che voleva portarmi a sue spese negli Stati Uniti: conservo le sue affettuose lettere. Ora però sto bene, gli esami sono tutti a posto. E posso dire che mi è riuscito un altro dribbling…”.

Talenti giallorossi

“I ragazzi scovati? Il primo anno presi Pepe, Bovo, Aquilani e il mio fiore all’occhiello di sempre, Daniele De Rossi. La lista negli anni è lunghissima. E quante plusvalenze… Romagnoli, Bertolacci, Caprari, Politano, Frattesi, Scamacca, Calafiori, Pellegrini, Zalewski, Bove, Pisilli. Rosella Sensi non finirò mai di ringraziarla: le dissi subito sì, era un momento delicato per la squadra. Da dt con il ds Pradè scegliemmo Spalletti e dopo di lui Ranieri. Ritrovarlo oggi è stata una gioia. Avere nella Roma chi la ama è importantissimo”.

Serie A

Atalanta, quadra ritrovata con Palladino: possibile rimonta alla zona Champions?

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Champions League

L’Atalanta ha ritrovato la giusta serenità con l’arrivo in panchina di Raffaele Palladino. Prestazioni convincenti e risultati positivi: possibile rimonta?

La Dea dopo un inizio di stagione piuttosto negativo, con il cambio in panchina sembra essersi rivitalizzata. La gestione di Ivan Juric non ha portato i frutti sperati dalla famiglia Percassi, che però è stata umile e lucida nel fare un passo indietro e decidere di cambiare allenatore.

Con Palladino in squadra è tornata grande serenità e in queste prime prestazioni si è vista un’Atalanta in pieno stile Gasperini. Il tecnico dev’essere in grado di riprendere lo strepitoso lavoro fatto negli anni dall’attuale allenatore della Roma, aggiungendo ovviamente il proprio tocco.

Operazione che non è riuscita altrettanto bene a Juric, che era stato scelto proprio per la sua propensione alla marcatura a uomo a tutto campo e alla sua esperienza al fianco dello stesso Gasperini.

Atalanta

IVAN JURIC PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Atalanta, l’obiettivo è la zona Europa?

Da quando la Dea ha cambiato gestione tecnica, sono arrivate 3 vittorie e 1 sconfitta tra tutte le competizioni. In Champions League l’Atalanta si accomoda in una buona posizione di classifica grazie al secco 0-3 rifilato all’Eintracht Francoforte, mentre in Coppa Italia accede ai quarti di finale dopo lo schiacciante 4-0 ai danni del Genoa di De Rossi. Quello che manca da rimettere a posto è la situazione in campionato, dove però c’è sicuramente bisogno di tempo.

L’Atalanta al momento occupa la 12° posizione in classifica a quota 16 punti. Nelle zone alte del tabellone però, c’è molto traffico con tante squadre in lotta per gli stessi obiettivi e che nel cammino si pestano i piedi le une con le altre.

Per questo, nonostante una situazione attuale non positiva, la Dea può e deve ancora sperare ad un piazzamento in Europa. La rosa a disposizione di Palladino ha un altissimo tasso qualitativo, con giocatori che hanno dimostrato di poter fare grandi cose.

Il tecnico deve riuscire a dare continuità di risultati, mantenendo alto l’umore e l’intensità, caratteristica alla base della squadra nerazzurra. Vedremo se l’Atalanta riuscirà nella rimonta alla zona Europa, entrando nelle prime 7 della classe.

 

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Serie A

Inter, Thuram in forma smagliante: ora serve sbloccarsi in campionato

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Inter

L’attaccante francese dell’Inter Thuram ha trovato una doppietta nell’ultima sfida di Coppa Italia contro il Venezia. L’infortunio sembra essere alle spalle.

Può sorridere Cristian Chivu e tutto l’ambiente nerazzurro. Dopo un periodo di assenza è finalmente tornato al gol Marcus Thuram. Il francese nell’ultima gara contro il Venezia ha dato dimostrazione di aver recuperato al meglio la sua condizione fisica dopo l’infortunio.

Ad una buona prestazione nel derby, ha seguito una partita più opaca sul campo del Pisa, che poteva far pensare ad uno stato di forma non ancora ideale. La gara di Coppa Italia ha invece messo in evidenzia la forma smagliante del figlio d’arte, che è riuscito a riallacciare il feeling con la porta grazie ad una splendida doppietta.

I suoi sostituti, ovvero Esposito e Bonny, non hanno di certo sfigurato, con gol e prestazioni che hanno testimoniato il loro grande talento e la loro voglia di dimostrare. Ciò non toglie che l’apporto che può dare Thuram al reparto offensivo dell’Inter ha un peso specifico decisamente superiore.

Inter

MARCUS THURAM RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Inter, servono i gol di Thuram anche in campionato

I gol in coppa sono sicuramente serviti per trovare quella fiducia che un grave infortunio potrebbe aver portato via. Il lupo però, perde il pelo ma non il vizio, e Thuram il fiuto del gol non sembra di certo averlo smarrito.

Il francese però, adesso deve tornare a segnare anche in Serie A, per muovere sia la classifica della squadra, che quella dei marcatori. Al momento l’attaccante dell’Inter è fermo a quota 3, con l’ultima rete in campionato che risale alla sfida contro la Juventus dello scorso 13 settembre, quasi 3 mesi fa.

La formazione di Chivu produce tanto, ed ha bisogno del suo bomber per riuscire a concretizzare al meglio le tante occasioni create. Allenatore, tifosi, società e fanta-allentori, aspettano con ansia il ritorno al gol di Marcus Thuram e chissà che la sfida di sabato contro il Como non possa essere l’occasione giusta.

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Serie A

Bologna, la doppia punta può essere un’opzione?

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Il Bologna di Vincenzo Italiano ha trovato la vittoria nel finale contro il Parma grazie all’aiuto delle due punte. Con il recupero di Immobile diventa un’idea.

La squadra rossoblu nonostante uno scivolone nell’ultimo match casalingo contro la Cremonese, ha ritrovato in questa parte della stagione la miglior versione di se stessa. Con i giocatori messi a disposizione di Italiano però, il tecnico ha anche l’opportunità di sperimentare qualcosa di diverso: nel finale della sfida di Coppa Italia contro il Parma, sono subentrati dalla panchina per stappare il risultato sia Castro che Immobile.

Conoscendo il modulo base utilizzato dall’ex allenatore della Fiorentina, è piuttosto inusuale vederlo fare questo tipo di scelta tecnica. Il risultato della gara dice che il suo coraggio è stato ripagato ed il Bologna ha vinto proprio grazie alla rete del classe 2004 argentino, maturata nel finale.

In panchina sono rimasti giocatori come Orsolini o Cambiaghi, a testimonianza che la decisione del tecnico nasce da un’idea ben precisa di mettere in campo le due punte e di certo non per mancanza di alternative.

Bologna

SANTIAGO CASTRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Bologna, Immobile rivoluziona l’attacco rossoblu

Fino a questo momento della stagione nel ruolo di centravanti si sono alternati Castro e Dallinga. Entrambi hanno risposto presente nelle occasioni in cui sono stati chiamati in causa, dimostrando di essere giocatori di talento e qualità.

Da qualche tempo dai box è tornato Ciro Immobile, il quale ha recuperato del tutto dall’infortunio ricavato alla prima giornata di campionato contro la Roma. Un giocatore come l’ex capitano biancoceleste sicuramente sposta gli equilibri nelle idee di Vincenzo Italiano, il quale sta pensando ad una possibile soluzione tattica.

Il Bologna gioca stabilmente con due esterni alti, un trequartista di inserimento ed un’unica punta. Chissà che questo recupero non possa portare ad un cambiamento di modulo, quantomeno a partita in corso.

Per il tecnico diventa difficile alternare 3 attaccanti di livello in un unico posto a disposizione, correndo il rischio di bruciare soprattutto i due più giovani a causa della poca continuità.

Vedremo se il tecnico deciderà di cambiare qualcosina, o se invece preferirà conservare le sue certezze. Gli ultimi minuti della sfida contro il Parma però, lasciano sicuramente le porte aperte a nuovi scenari tattici.

 

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