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Rabiot: “Meglio il Milan che in un’altra squadra con la Champions. Allegri ha la mentalità giusta”

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Juventus, Rabiot

Adrien Rabiot si presenta al Milan: alle 12 del 12 settembre la conferenza stampa ufficiale del nuovo centrocampista rossonero.

Alle ore 12 di venerdì 12 settembre è stato ufficialmente presentato il nuovo centrocampista del Milan, Adrien Rabiot. Il francese, arrivato in rossonero dopo la sua esperienza al Marsiglia, ha parlato in conferenza stampa davanti ai giornalisti, raccontando le sue sensazioni e gli obiettivi legati a questa nuova avventura. Di seguito, la conferenza stampa integrale.

Milan, le parole di Rabiot

Vuoi subito giocare?:

“Sì, ovviamente. Sono pronto, sono allenato. Se il mister mi mette in campo subito, farò di tutto per aiutare la squadra”.

Su Allegri:

“Ho condiviso tanto con lui, subito nella Juve mi sono trovato bene con lui. Come dicevo, ha questa ambizione, questa voglia di vincere, ha la mentalità giusta, vive di passione per il calcio, che poi è tutto quello che sento io. C’è un grande feeling con il mister. Anche quando è andato via dalla Juve, abbiamo continuato a parlare, ci siamo visti anche fuori. Per me, prima di essere un grande allenatore, è una grande persona. Sono veramente contento di ritrovarlo qui al Milan”.

Sensazioni in casa Milan:

“Bella. C’è un gruppo che ha voglia di vincere, giovani che hanno voglia di imparare, c’è un bel mix tra vecchi e giovani. Già ieri mi sono trovato bene in allenamento. L’ambiente è buono. Anche tutti quelli che lavorano per il Milan sono stati sin da subito disponibili, carini con me e con la mia famiglia”.

Come nasce la trattativa:

“Si è fatta quasi a fine mercato. Già parlavo con il mister quando lui è arrivato al Milan, ma, come sapete, io ero al Marsiglia con un contratto, ero legato al club francese. Poi, quando è successo quello che è successo con il Marsiglia, subito Allegri mi ha chiamato di nuovo e abbiamo parlato del progetto rossonero, della squadra che vuole fare, dell’ambizione che ha di ritrovare la Champions, di fare un bel percorso in campionato. E, alla fine, è andato tutto velocemente”.

Hai parlato con qualcuno dei tuoi connazionali che sono stati al Milan?:

“Maignan mi ha parlato bene del Milan, anche Theo mi ha detto che mi troverò bene qui, perché è un grande club, è una grande famiglia, la gente lavora bene. Allegri ci aveva già lavorato ed è molto legato al club. Non dico che mi hanno convinto, perché il Milan è un club prestigioso e la storia parla per sé, ma è importante avere feedback dei giocatori che sono passati o che sono ancora qui in squadra. Tutti mi hanno parlato molto bene del Milan: ero sicuro di fare la scelta giusta”.

Sulla carriera e sullo status attuale del Milan: 

“Sto facendo una bella carriera: ho vinto tanto al Psg, ho giocato tanto alla Juventus, quindi voglio continuare ad avere questa fame di vincere, di fare gol e assist in campo, di aiutare i più giovani. Sono qua per aiutare il Milan a tornare a vincere e a fare grandi cose, perché l’anno scorso è stata una brutta stagione. Il Milan deve giocare ogni anno la Champions, deve lottare ogni anno per lo Scudetto e per vincere i trofei”.

Non giocherai la Champions League quest’anno:

“Più importante giocare al Milan che in un’altra squadra con la Champions League in cui sai che non puoi puntare a vincerla o ad andare avanti. Ho preferito venire qua, lavorare per un anno, mettere insieme il progetto con il mister per fare l’anno prossimo una squadra davvero forte, che lotti per giocare e fare qualcosa di grande in Champions. Magari non vincerla in due anni, ma di avere l’ambizione di fare qualcosa di grande. Potevo andare altrove, giocare la Champions già quest’anno, ma è il progetto del mister che mi ha convinto”.

Sarai subito titolare?:

“Non mi ha detto niente ancora… Io ci spero, poi decide lui. Mi ha chiamato ad inizio estate, poi mi ha chiamato il giorno dopo i fatti di Marsiglia, ieri mi sono allenato. Non abbiamo ancora avuto il tempo di poter parlare bene della squadra, ma io lo conosco bene, so come lavora, so come lavora il suo staff. Quindi sono pronto”.

Domenica rivedrai Rowe:

“Ho fatto un post per i tifosi del Marsiglia, ho detto loro tutto ciò che penso: mi hanno sempre trovato bene e ho condiviso una stagione intensa lì. Con Rowe non c’è niente di speciale, ci siamo anche parlati quando ha firmato con il Bologna e io con il Milan; ci siamo mandati messaggi per augurarci il meglio e dirci che ci vedremo a San Siro. Sarà bello vederlo, lui è un bravo ragazzo. Quello che è successo è una cosa di spogliatoio, ma non è cambiato il rapporto che io ho con lui: sarà contento di vederlo e lui sarà contento di vedermi”.

Un giudizio sulla squadra:

“C’è un mix tra esperti e giovani, bisogna creare qualcosa, ci sono stati tanti cambiamenti e non è facile creare un gruppo in così poco tempo. Ma cercheremo di farlo. C’è anche qualità in questo gruppo. Poi il mister sa gestire bene queste cose, infonde mentalità, i giocatori giocano con cuore e passione e questo può anche fare la differenza. Per il resto, parlerà il campo. Io sono fiducioso. Abbiamo anche giocatori come Modric, che ha tanta esperienza e che sa gestire queste cose. Ho parlato con Mbappé in nazionale e mi ha parlato di Modric, dicendomi che è una persona e un giocatore incredibile. Dobbiamo conoscerci tutti meglio per costruire un gruppo, ma da quello che ho visto c’è serenità, voglia di far bene, di impegnarsi e di lavorare”.

La juve può essere una pretendente per lo scudetto?:

“Io sono venuto qui per fare qualcosa di grande, per vincere lo Scudetto. Se vengo qui al Milan, è per vincere. Poi ci sono tante altre cose esterne, non c’è solo il mio desiderio e la mia voglia. Ma io proverò a fare tutto per portare la squadra più in alto possibile. Vedremo a febbraio-marzo dove saremo. Per il momento dobbiamo lavorare, seguire il mister. La Juventus ha preso giocatori forti davanti, quindi sarà una delle squadra che può lottare per vincere il campionato”.

Ricordi sul Milan da avversario:

“Lo stadio di San Siro mi fa bene, spero di poterci fare grandi cose. Ci sono tifosi straordinari. So che per il momento i tifosi sono un po’ arrabbiati, ma sono e siamo qui per cambiare le cose: abbiamo bisogno del loro sostegno ogni partita”.

Dove preferisci giocare a centrocampo?:

“Posso fare tutti i ruoli in mezzo. Con De Zerbi ho giocato anche più avanti. In tutta umiltà penso di poter fare tutto, poi dipende da Allegri. Se giochiamo 3-5-2, il mio ruolo preferito è quello di mezzala sinistra. Poi posso giocare a due o più alto o sotto la punta”.

Ti sei prefissato un numero minimo di gol?: 

“Ho fatto 10-11 gol un anno con la Juve, l’anno scorso pure con tanti assist. Mi piace essere in area. Spero di fare almeno 10 gol: Allegri e De Zerbi mi hanno convinto che posso essere un giocatore che segna”.

 

 

Serie A

Lecce, brutte notizie per Di Francesco: la Coppa d’Africa porta via 3 giocatori importanti

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Lecce

Il Lecce è sicuramente una delle squadre in serie A maggiormente danneggiate dalla Coppa d’Africa. 3 giocatori dovranno partire con le rispettive nazionali.

Si avvicina sempre di più la Coppa d’Africa, ovvero la competizione più temuta da club e fantallenatori. Il Lecce è sicuramente tra questi, poiché ben 3 giocatori sono stati convocati per il torneo.

In queste ore e in questi giorni le varie Nazionali stanno pubblicando le loro liste di convocati e la squadra salentina è stata particolarmente colpita.

I giocatori che staranno lontano dall’Italia per un po’ sono: Kialonda Gaspar, convocato dall’Angola, Lassana Coulibaly, convocato dal Mali e Lameck Banda, convocato dallo Zambia.

Lecce

IL GOL DI COULIBALY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lecce, le soluzioni per Di Francesco

Tutti e 3 i calciatori hanno un ruolo importante nello schieramento di Di Francesco il quale deve pensare al più presto come sostituirli. Al centro della difesa potrebbe rientrare Siebert, giovane tedesco protagonista di un inizio di stagione piuttosto negativo.

In mezzo al campo le principali alternative a Coulibaly sono o Kaba, molto simile per caratteristiche o Helgason, decisamente più qualitativo ed offensivo.

In avanti invece, con l’assenza di Banda potrebbe sicuramente trovare più continuità Riccardo Sottil, giocatore di qualità ma che fin qui non ha ancora inciso molto.

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Serie A

Mario Rui: “Kvara e Osimhen sono fuoriclasse. Napoli-Juve? Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”

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Napoli, Mario Rui, Roma

Mario Rui racconta a Tuttosport il legame con Napoli, Spalletti, la Juve e il futuro dopo lo scudetto conquistato con i partenopei.

Mario Rui, ex terzino del Napoli e protagonista dello scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, oggi in panchina alla Juventus, ha parlato a Tuttosport in una lunga intervista in cui ha raccontato il suo rapporto con il Napoli, il tecnico toscano e le prospettive future della sua carriera.

Le parole di Mario Rui

“La voglia di calcio è tantissima, anche se mi sono preso un periodo per dedicarmi alla mia famiglia. Mi alleno molto e credo di essere vicino a ricominciare”.

Possibile un ritorno in Serie A?: “Ci sono state opportunità, ma l’anno scorso non riuscivo a immaginarmi con una maglia diversa dal Napoli. Penso che ripartirò dall’estero: sto bene e posso dare ancora tanto”.

Il legame con Napoli resta incancellabile: “Immortale” è una parola enorme, ma quello scudetto è stato qualcosa di indescrivibile. Le basi le mettemmo a Dimaro: tutti ci davano per ridimensionati, tranne Spalletti. Lì diventammo un blocco unico”.

Quasi inevitabile, dunque, il passaggio del tecnico toscano alla Juventus: “Non mi ha sorpreso, è il migliore, l’allenatore più affidabile. Alla Juve serviva uno come lui”.

Sul rapporto speciale con Spalletti: “Mi ha voluto bene, non mi ha lasciato nei momenti difficili. Il merito dello scudetto è suo all’80%: viveva a Castel Volturno, ha sacrificato tutto”.

Su Conte: “Mi ha colpito subito. Pensavo fosse un tecnico difensivo e invece ha trasmesso una mentalità vincente immediata. Sia lui sia Spalletti sono persone oneste e dirette: rarità nel calcio”.

Su McTominay: “McTominay si vedeva subito che fosse un campione. Kvara e Osimhen sono fuoriclasse: Victor può giocare ovunque nel mondo”.

Sul duello Scudetto: “Se la Juve vince può tornare in corsa, anche se è difficile. Il Napoli sta facendo bene: più competitivo nei reparti e più forte, paradossalmente, dopo l’emergenza infortuni”.

Su Napoli–Juve: “Non so come finirà, ma sarà una partita chiave. Se vince la Juve rientra nella lotta scudetto. Se vince il Napoli manda un segnale pesantissimo al campionato. E con Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”.

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Serie A

Sassuolo, Grosso: “Paura? Non mi entusiasma come termine. Preferisco rispetto”

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Sassuolo

Il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina in programma domani alle 15:00.

Nell’ultima gara di campionato il Sassuolo è caduto sul campo del Como. Domani a Reggio Emilia arriva la Fiorentina di Vanoli: una squadra in evidente crisi che ha bisogno di rialzarsi. I neroverdi devono provare ad approfittare del momento negativo degli avversari per ritrovare i 3 punti. Della partita ha parlato il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso.

Sassuolo, le parole di Grosso

C’è una vaga aria di trappola…
“Io ho già risposto su questa parola, non ci sono trappole per noi che arriviamo in questo tipo di campionato. Sappiamo tante cose ma per me la cosa fondamentale è riuscire a capire quanto sarà importante fare una bella partita, piena sotto tutti i punti di vista, perché l’avversario è di livello, che ha delle difficoltà che vuole superare. Per me è importante che ci concentriamo su noi stessi, riuscire a fare una grande partita perché per fare un bel risultato ci sarà bisogno di grande intensità, qualità, spirito di sacrificio e voglia di ottenere un bel risultato”.

Quanto conta la testa?
“Per me tantissimo ma conta in tutte le partite perché ti fa riconoscere le situazioni, ti fa rimanere dentro le situazioni, ti aiuta a cercare soluzioni. È un aspetto fondamentale su cui proviamo a lavorare e a stuzzicare tanto e che poi ti permette di tirare fuori tutto: senza il cervello tutto il resto diventa secondario”.

L’assenza di Berardi ormai è nota: gioca Volpato al suo posto?
“Molto probabilmente penso che giocherà Cristian. L’assenza di Berardi riguarda un giocatore fortissimo per noi ma sappiamo quello che è successo, ci è dispiaciuto tantissimo e quindi devi essere bravo a farlo diventare opportunità”.

Sassuolo

DOMENICO BERARDI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Recupera qualcuno?
“Chi non c’era non c’è, si aggiunge Domenico e tutti gli altri che dovremmo essere a disposizione, dovremmo essere 19 giocatori di movimento e 3 portieri”.

Quanto conterà l’aspetto psicologico? Loro hanno voglia di rivalsa…
“Tutto quello che riguarda loro lo conosciamo, sappiamo che partita hanno intenzione di fare, hanno detto e ripetuto che vogliono ripartire ma noi possiamo essere concentrati su quello che vogliamo fare noi, hanno a disposizione tanti ragazzi, possono giocare tante modalità di gioco, ho letto che potrebbero cambiare e tutto questo deve farci alzare il livello di presenza, di intensità, di riempire la gara in tutti i momenti, fare partita piena sarà la cosa più importante per noi”.

C’è la consapevolezza di non voler ripetere l’atteggiamento contro il Genoa che era ultimo in classifica così come la Fiorentina? Cosa deve fare Volpato per convincerla?
“Volpato non deve convincermi, sono molto convinto delle qualità che hanno i miei ragazzi, qualcuno ha potenzialità e questo vuol dire che questo potenziale va riempito. L’obiettivo è fare una bella prestazione a prescindere da quanti errori si commettono. Gli errori ci saranno sempre ma l’importante è il modo con cui si affrontare l’errore e non è facile, è avere quella bravura d’insieme, stare dentro la partita”.

Quanta paura c’è, se c’è paura, di diventare la prima squadra a concedere una vittoria a un avversario che non ha mai vinto?
“Non mi entusiasma paura come termine per chi pratica sport. È fondamentale avere grande rispetto per l’avversario, timore per le caratteristiche dell’avversario, ma questo deve poi stuzzicare le tue caratteristiche per dare il massimo, a prescindere dalla loro ripartenza da quello che si dice fuori su questo, lo sapevamo anche se non fosse stato detto fuori, a noi interessa quello che vogliamo noi sapendo che le partite sono difficili, penso che questa è una squadra che aveva tantissimi punti in più l’anno scorso quasi con gli stessi interpreti, l’importante è fargli trovare di fronte un avversario che ha la stessa fame e la voglia di fare bene”.

Con il Como al posto di Pinamonti è entrato Moro e non Cheddira. Ultimamente Walid ha giocato da esterno: può diventare un’opportunità per lui l’infortunio di Berardi e perché gioca poco da attaccante? Questione di caratteristiche?
“A differenza di Moro che quando è entrato a Como per me ha fatto una bella gara e sono contento di come è entrato, mi dispiace per l’occasione che ha avuto nel finale, lui, Cristian e Muharemovic, perché poi le gare cambiano. La differenza è che Luca è un centravanti a tutti gli effetti, Cheddira è un centravanti, lo sa fare, ma ha le caratteristiche per giocare da attaccante esterno, forse lo fa con meno qualità rispetto agli esterni che abbiamo noi ma lo fa con una cattiveria e intensità molto alta. Col Como ho preferito Moro perché pensavo molto utile come in realtà è stato, giocatore che collega il gioco, con Walid invece potevamo andare di più negli spazi. Se avessimo riaperto la gara sarebbe stato diverso ma sono contento dei ragazzi che ho, abbiamo 6 giocatori offensivi, senza contare Pierini che può diventare anche il sesto nelle rotazioni a centrocampo. Sono tutti importanti, tutti devono sentirsi importanti”.

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