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Napoli, De Laurentis: “Il Maradona è un c*sso. Nel ’90 hanno solo rubato soldi e io non c’ero”

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Napoli

De Laurentiis attacca il Maradona al Football Business Forum: critiche alla politica, ai costi degli stadi e la sua idea per il nuovo impianto del Napoli.

Aurelio De Laurentiis è intervenuto al Football Business Forum, in corso alla SDA Bocconi. Di seguito le parole del presidente del Napoli.

Le parole di De Laurentis

Sulla gestione dei calciatori:

“Ho detto al signor Aleksander Čeferin – ma lo avrei detto anche al signor Gianni Infantino se fosse stato presente – che sono molto preoccupato. Ci sono giocatori che compriamo, che vanno a giocare per le nazionali e ci ritornano completamente distrutti. E non ci vengono rimborsati se non con gli spiccioli”.

“Tutto questo va regolamentato. C’è una totale assenza di visione imprenditoriale nel calcio. Il sistema è in mano a presidenti nominali e direttori generali, a cui voglio bene, ma che tutelano solo il loro portafoglio e i loro investimenti”.

Critica alle istituzioni del calcio continentale e mondiale:

“Il signor Čeferin e il signor Infantino devono stare attenti a ridurre il valore dei campionati nazionali. Perché poi resteranno soltanto Napoli, Roma, Inter, Milan, Juve. Cosa facciamo, i nuovi stadi se gli altri non ci sono? Allora facciamo solo un campionato europeo e cambiamo le regole del gioco”.

Sulla stadio Diego Armando Maradona: 

“È un c*sso. Nel ’90 al San Paolo/Maradona hanno fatto un disastro totale, praticamente hanno solo rubato soldi e io non c’ero. Adesso io dovrei rinnovare il mio stadio mentre gioco avendo un impatto economico importante? Gli altri incassano circa 14 milioni in una serata di Champions, io in quel cesso di stadio non vado oltre i 3 milioni. E poi mi si chiede magari di comprare giocatori per essere al passo con le altre”.

Progetto nuovo stadio:

“Voglio una struttura anche con tanti parcheggi. Chi dice che si deve arrivare allo stadio con i mezzi dice balle! La gente vuole arrivarci con la propria auto e che sia al sicuro durante la partita. E questo stadio va fatto dentro la città. La politica non sa nulla di calcio e ignora i lidi verso dove il calcio sta andando. Ho parlato con Saviano il quale mi ha detto che ‘Ndrangheta, mafia e camorra vogliono appropriarsi dei club. Prima di fare dei club uno allora dice, dove andiamo?”.

Serie A

Lecce, brutte notizie per Di Francesco: la Coppa d’Africa porta via 3 giocatori importanti

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Lecce

Il Lecce è sicuramente una delle squadre in serie A maggiormente danneggiate dalla Coppa d’Africa. 3 giocatori dovranno partire con le rispettive nazionali.

Si avvicina sempre di più la Coppa d’Africa, ovvero la competizione più temuta da club e fantallenatori. Il Lecce è sicuramente tra questi, poiché ben 3 giocatori sono stati convocati per il torneo.

In queste ore e in questi giorni le varie Nazionali stanno pubblicando le loro liste di convocati e la squadra salentina è stata particolarmente colpita.

I giocatori che staranno lontano dall’Italia per un po’ sono: Kialonda Gaspar, convocato dall’Angola, Lassana Coulibaly, convocato dal Mali e Lameck Banda, convocato dallo Zambia.

Lecce

IL GOL DI COULIBALY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lecce, le soluzioni per Di Francesco

Tutti e 3 i calciatori hanno un ruolo importante nello schieramento di Di Francesco il quale deve pensare al più presto come sostituirli. Al centro della difesa potrebbe rientrare Siebert, giovane tedesco protagonista di un inizio di stagione piuttosto negativo.

In mezzo al campo le principali alternative a Coulibaly sono o Kaba, molto simile per caratteristiche o Helgason, decisamente più qualitativo ed offensivo.

In avanti invece, con l’assenza di Banda potrebbe sicuramente trovare più continuità Riccardo Sottil, giocatore di qualità ma che fin qui non ha ancora inciso molto.

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Serie A

Mario Rui: “Kvara e Osimhen sono fuoriclasse. Napoli-Juve? Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”

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Napoli, Mario Rui, Roma

Mario Rui racconta a Tuttosport il legame con Napoli, Spalletti, la Juve e il futuro dopo lo scudetto conquistato con i partenopei.

Mario Rui, ex terzino del Napoli e protagonista dello scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, oggi in panchina alla Juventus, ha parlato a Tuttosport in una lunga intervista in cui ha raccontato il suo rapporto con il Napoli, il tecnico toscano e le prospettive future della sua carriera.

Le parole di Mario Rui

“La voglia di calcio è tantissima, anche se mi sono preso un periodo per dedicarmi alla mia famiglia. Mi alleno molto e credo di essere vicino a ricominciare”.

Possibile un ritorno in Serie A?: “Ci sono state opportunità, ma l’anno scorso non riuscivo a immaginarmi con una maglia diversa dal Napoli. Penso che ripartirò dall’estero: sto bene e posso dare ancora tanto”.

Il legame con Napoli resta incancellabile: “Immortale” è una parola enorme, ma quello scudetto è stato qualcosa di indescrivibile. Le basi le mettemmo a Dimaro: tutti ci davano per ridimensionati, tranne Spalletti. Lì diventammo un blocco unico”.

Quasi inevitabile, dunque, il passaggio del tecnico toscano alla Juventus: “Non mi ha sorpreso, è il migliore, l’allenatore più affidabile. Alla Juve serviva uno come lui”.

Sul rapporto speciale con Spalletti: “Mi ha voluto bene, non mi ha lasciato nei momenti difficili. Il merito dello scudetto è suo all’80%: viveva a Castel Volturno, ha sacrificato tutto”.

Su Conte: “Mi ha colpito subito. Pensavo fosse un tecnico difensivo e invece ha trasmesso una mentalità vincente immediata. Sia lui sia Spalletti sono persone oneste e dirette: rarità nel calcio”.

Su McTominay: “McTominay si vedeva subito che fosse un campione. Kvara e Osimhen sono fuoriclasse: Victor può giocare ovunque nel mondo”.

Sul duello Scudetto: “Se la Juve vince può tornare in corsa, anche se è difficile. Il Napoli sta facendo bene: più competitivo nei reparti e più forte, paradossalmente, dopo l’emergenza infortuni”.

Su Napoli–Juve: “Non so come finirà, ma sarà una partita chiave. Se vince la Juve rientra nella lotta scudetto. Se vince il Napoli manda un segnale pesantissimo al campionato. E con Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”.

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Serie A

Sassuolo, Grosso: “Paura? Non mi entusiasma come termine. Preferisco rispetto”

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Sassuolo

Il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina in programma domani alle 15:00.

Nell’ultima gara di campionato il Sassuolo è caduto sul campo del Como. Domani a Reggio Emilia arriva la Fiorentina di Vanoli: una squadra in evidente crisi che ha bisogno di rialzarsi. I neroverdi devono provare ad approfittare del momento negativo degli avversari per ritrovare i 3 punti. Della partita ha parlato il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso.

Sassuolo, le parole di Grosso

C’è una vaga aria di trappola…
“Io ho già risposto su questa parola, non ci sono trappole per noi che arriviamo in questo tipo di campionato. Sappiamo tante cose ma per me la cosa fondamentale è riuscire a capire quanto sarà importante fare una bella partita, piena sotto tutti i punti di vista, perché l’avversario è di livello, che ha delle difficoltà che vuole superare. Per me è importante che ci concentriamo su noi stessi, riuscire a fare una grande partita perché per fare un bel risultato ci sarà bisogno di grande intensità, qualità, spirito di sacrificio e voglia di ottenere un bel risultato”.

Quanto conta la testa?
“Per me tantissimo ma conta in tutte le partite perché ti fa riconoscere le situazioni, ti fa rimanere dentro le situazioni, ti aiuta a cercare soluzioni. È un aspetto fondamentale su cui proviamo a lavorare e a stuzzicare tanto e che poi ti permette di tirare fuori tutto: senza il cervello tutto il resto diventa secondario”.

L’assenza di Berardi ormai è nota: gioca Volpato al suo posto?
“Molto probabilmente penso che giocherà Cristian. L’assenza di Berardi riguarda un giocatore fortissimo per noi ma sappiamo quello che è successo, ci è dispiaciuto tantissimo e quindi devi essere bravo a farlo diventare opportunità”.

Sassuolo

DOMENICO BERARDI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Recupera qualcuno?
“Chi non c’era non c’è, si aggiunge Domenico e tutti gli altri che dovremmo essere a disposizione, dovremmo essere 19 giocatori di movimento e 3 portieri”.

Quanto conterà l’aspetto psicologico? Loro hanno voglia di rivalsa…
“Tutto quello che riguarda loro lo conosciamo, sappiamo che partita hanno intenzione di fare, hanno detto e ripetuto che vogliono ripartire ma noi possiamo essere concentrati su quello che vogliamo fare noi, hanno a disposizione tanti ragazzi, possono giocare tante modalità di gioco, ho letto che potrebbero cambiare e tutto questo deve farci alzare il livello di presenza, di intensità, di riempire la gara in tutti i momenti, fare partita piena sarà la cosa più importante per noi”.

C’è la consapevolezza di non voler ripetere l’atteggiamento contro il Genoa che era ultimo in classifica così come la Fiorentina? Cosa deve fare Volpato per convincerla?
“Volpato non deve convincermi, sono molto convinto delle qualità che hanno i miei ragazzi, qualcuno ha potenzialità e questo vuol dire che questo potenziale va riempito. L’obiettivo è fare una bella prestazione a prescindere da quanti errori si commettono. Gli errori ci saranno sempre ma l’importante è il modo con cui si affrontare l’errore e non è facile, è avere quella bravura d’insieme, stare dentro la partita”.

Quanta paura c’è, se c’è paura, di diventare la prima squadra a concedere una vittoria a un avversario che non ha mai vinto?
“Non mi entusiasma paura come termine per chi pratica sport. È fondamentale avere grande rispetto per l’avversario, timore per le caratteristiche dell’avversario, ma questo deve poi stuzzicare le tue caratteristiche per dare il massimo, a prescindere dalla loro ripartenza da quello che si dice fuori su questo, lo sapevamo anche se non fosse stato detto fuori, a noi interessa quello che vogliamo noi sapendo che le partite sono difficili, penso che questa è una squadra che aveva tantissimi punti in più l’anno scorso quasi con gli stessi interpreti, l’importante è fargli trovare di fronte un avversario che ha la stessa fame e la voglia di fare bene”.

Con il Como al posto di Pinamonti è entrato Moro e non Cheddira. Ultimamente Walid ha giocato da esterno: può diventare un’opportunità per lui l’infortunio di Berardi e perché gioca poco da attaccante? Questione di caratteristiche?
“A differenza di Moro che quando è entrato a Como per me ha fatto una bella gara e sono contento di come è entrato, mi dispiace per l’occasione che ha avuto nel finale, lui, Cristian e Muharemovic, perché poi le gare cambiano. La differenza è che Luca è un centravanti a tutti gli effetti, Cheddira è un centravanti, lo sa fare, ma ha le caratteristiche per giocare da attaccante esterno, forse lo fa con meno qualità rispetto agli esterni che abbiamo noi ma lo fa con una cattiveria e intensità molto alta. Col Como ho preferito Moro perché pensavo molto utile come in realtà è stato, giocatore che collega il gioco, con Walid invece potevamo andare di più negli spazi. Se avessimo riaperto la gara sarebbe stato diverso ma sono contento dei ragazzi che ho, abbiamo 6 giocatori offensivi, senza contare Pierini che può diventare anche il sesto nelle rotazioni a centrocampo. Sono tutti importanti, tutti devono sentirsi importanti”.

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