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Napoli, Adl contrariato: Garcia a rischio ?

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Napoli, Rudi Garcia

Napoli, il sofferto pareggio contro il Genoa ha messo a nudo le difficoltà del gruppo azzurro. La sconfitta con la Lazio campanello d’allarme. Garcia sulla graticola ?

Aria cupa in casa Napoli, la sconfitta interna con la Lazio e il pareggio di Genova hanno lasciato l’amaro in bocca. La squadra sembra lontana parente di quella tricolore, magistralmente condotta da Spalletti sul piano del gioco.

Pancia piena ? Non proprio, la squadra lotta e non molla mai. Ma ha perso il filo conduttore del gioco, il nuovo allenatore Garcia ha voluto prendere subito le distanze dal predecessore. Cambiando il modo di giocare, meno manovrato.

Il Napoli di Spalletti aveva il leader in Lobotka, colui che smistava il gioco e apriva sulle fasce per liberare l’estro di Kvaratskhelia e Lozano (o Politano), esterni al servizio della rapacità di Osimhen. Qualità perse con Garcia.

Il tecnico francese cerca un gioco più di prima, per linee verticali. Idea non sbagliata volendo, ma non nei codici genetici della squadra. Con il risultato che Lobotka e Anguissa faticano, Osimhen ha meno occasioni da gol.

Napoli, il mistero Natan e la “rottura” Kvara-Garcia

Per sopperire all’addio di Kim Min Jae è arrivato il brasiliano Natan, ad ora oggetto misterioso. Con il Genoa in campo Ostigard e Juan Jesus, riserve conclamate. Costo acquisto Natan: fra i 10 e i 12 milioni….e non gioca.

Secondo Garcia non è pronto, ma il centrale tra Flamengo e Bragantino si era fatto una reputazione solida. Il presidente De Laurentiis è assai contrariato, soprattutto osservano le quattro reti subite nelle ultime due gare.

Oltre a questo, al massimo dirigente non è sfuggita l’involuzione del gioco e dei singoli, soprattutto la mancata empatia fra Kvaratskhelia e l’allenatore preoccupa. Il georgiano era stato uno dei punti di forza per Spalletti…

Adesso incombe la Champions League e non è il momento di prendere decisioni, ma è chiaro che continuando così la posizione dell’ex allenatore fra le altre di Roma e Marsiglia è più che a rischio. L’ombra di Gattuso si staglia…

 

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Serie A

Torino, Vanoli: “Verona squadra pericolosa. Vlasic…”

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Vanoli, Torino

Il tecnico del Torino Paolo Vanoli ha preso parte alla conferenza stampa pre-gara in vista dell’impegno di campionato di domani contro il Verona.

Di seguito un estratto delle sue parole.

Le indicazioni di Vanoli

E’ un Verona: che emozioni proverà domani?
“E’ un’emozione speciale. Ho deciso di abitare lì, è una città splendida e calcisticamente ho vinto un campionato di B. Tornare al Bentegodi è un’emozione.”

Che partita sarà domani?
“Sarà complicata, come tutte. Il Verona ha perso con la Lazio ma è rimasta in partita fino alla fine, in casa ha fatto risultati e sono una squadra di gamba, pericolosa con le ripartenze.”

Vlasic può essere titolare?
“No. E’ semplice: i lungodegenti hanno un programma, lui è importante e una recidiva sarebbe troppo pericolosa, voglio completare il percorso. Ha fatto rifinitura e ha fatto bene, deve fare un lavoro metabolico e dalla prossima sarà in gruppo. Non sarà convocato.”

Coco sarà convocato?
“Sì. Poi vediamo domani mattina come sta…Siamo stati fortunati, lui e Vojvoda non hanno grossi infortuni. Coco era più un crampo, domani facciamo l’ultimo test e decido. Vojvoda continua il suo percorso di recupero.”

Cambierà quindi la difesa: cambia anche la struttura della squadra? Passerà a quattro?
“Devo studiare le caratteristiche. Quando si inizia un processo, si dà stabilità. Poi durante la gara si può cambiare: è un’ipotesi passare a quattro o continuare come stiamo facendo. Siamo nel calcio moderno, dobbiamo fare entrambe le fasi. Ci vuole tempo per completare il processo, la perfezione è difficile.”

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Serie A

Juventus, Gatti in dubbio: due le alternative

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juventus, gatti

Il big match di sabato sera tra Juventus e Napoli all’Allianz Stadium si avvicina, ma i bianconeri potrebbero avere un problema in difesa: l’assenza di Gatti.

Juventus gatti

Federico Gatti, infatti, rischia di non recuperare in tempo per la partita, costringendo Thiago Motta a considerare delle alternative.

Ci sono due possibili soluzioni che il tecnico bianconero potrebbe adottare.

La prima opzione è schierare Danilo dal primo minuto, mentre la seconda prevede l’impiego di Pierre Kalulu come difensore centrale, dopo che quest’ultimo ha già giocato da titolare in precedenti partite.

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Serie A

Del Piero: «Mi piacerebbe tornare alla Juve in futuro! È parte della mia vita, è il mio club. Su Zidane…”

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del piero

Alex Del Piero ha recentemente rilasciato un’intervista alla CBS, nella quale ha ripercorso alcuni momenti chiave della sua carriera con la Juventus e ha affrontato anche il tema del suo possibile futuro all’interno del club bianconero.

 

del piero

Laureus Academy Member Alessandro del Piero poses with The Laureus World Sports Award trophy during the Laureus World Sports Awards 2024 nominations announcement at Real Casa de Correos on February 26, 2024 in Madrid, Spain

Del Piero ha rivissuto i successi e le sfide che ha affrontato durante la sua straordinaria carriera, durata quasi 20 anni con la Juventus.

Ha parlato delle emozioni provate nel vincere trofei importanti come la Champions League, ma anche delle difficoltà affrontate, come la retrocessione in Serie B dopo lo scandalo di Calciopoli, sottolineando come quei momenti abbiano rafforzato il legame tra lui e il club.

Riguardo al suo futuro, Del Piero ha lasciato aperta la porta a un possibile ritorno alla Juventus in un ruolo dirigenziale o tecnico.

Sebbene non ci siano ancora piani definiti, ha espresso il suo amore per la società e la sua disponibilità a contribuire, se gli venisse chiesto.

Il suo legame con il club, ha sottolineato, rimane indissolubile, e sarebbe un onore per lui tornare a lavorare con la Juventus in qualche capacità.

L’intervista ha anche toccato il tema della sua carriera post-calcio, con Del Piero che si è concentrato su progetti personali, media e la crescita del calcio negli Stati Uniti, dove vive attualmente.

Tuttavia, ha ribadito che la Juventus rimarrà sempre una parte fondamentale della sua vita.

Le sue parole:

L’unico rimpianto della mia carriera è quello di aver perso la finale degli Europei. La mia mentalità? Vincere titoli era il mio principale obiettivo, anche se i traguardi personali facevano piacere. Ma se mi chiedi ‘sei felice sei fai tre gol e pareggi tre partite? Io ti dico di no.

Pinturicchio? Il soprannome che mi diede il nostro ex patron, una persona incredibile. Ha dato soprannomi a tutti: Baggio era Raffaello.

Con Baggio c’è stata una situazione particolare, abbiamo giocato insieme solo due anni e nel secondo anno ci sono state un po’ di incomprensioni con il club che poi ha lasciato. Ho imparato da lui e ho imparato da ognuno di loro perché ascoltavo, perché ero disposto ad ascoltare.

Il primo anno. È stato l’ultimo di Trapattoni, uno dei più grandi. Siamo finiti fuori dalla corsa scudetto quando invece la Juve compete sempre per il titolo. In Coppa Uefa siamo usciti ai quarti con il Cagliari, poi alla fine di quella stagione sono cambiate molte cose. Dall’allenatore alla dirigenza, tutto nuovo.

L’esordio in B fu contro il Rimini, era estate e faceva ancora tanto caldo. Pareggiammo 1-1. Pensavo che fino a un mese prima ero a Berlino con la Coppa del Mondo, ma avevo presto questa decisione e andava benissimo così. Me ne sono assunto la piena responsabilità. L’esperienza della Serie B mi è sembrata irreale perché avevamo una battaglia legale fuori dal campo e vari punti di penalizzazione. È stata una lunga strada da percorrere, ma a fine stagione è stato meraviglioso. Era tutto nuovo, anche il club era stato costretto a rinnovarsi.

La possibilità c’è stata nel 2006, prima del Mondiale. Eravamo in una situazione non facile con Calciopoli. Sono rimasto e non penso di aver fatto la scelta sbagliata, volevamo tornare e vincere di nuovo tutto. Siamo rimasti tutti. Felice di restare o una sorte di dovere verso tutto quello che mi aveva dato la Juve? Direi entrambe le cose. Non volevo lasciare la Juve in quelle condizioni, dovevo dimostrare qualcosa a me stesso, alla mia gente e ai miei tifosi. Non mi hanno ancora costruito una statua, ma allo Stadium ci sono diverse immaginette.

Zizou è una persona straordinaria, un ragazzo eccezionale, una persona gentile e bellissima. A volte è successo, anche alla Juve, che gli venisse dato qualche calcio che gli provocava reazioni del genere, ma alla fine finiva tutto in chiacchiere. Mi dispiace per lui ovviamente, dall’altra parte però Il calcio mi manca ogni giorno, vorrei tornare indietro nel tempo. Sono felice di quello che sto facendo adesso, non ho rimpianti. Ho preso il patentino da allenatore, anche se per il momento non vorrei ricoprire questo ruolo.

Sarebbe davvero una bella storia da mostrare e raccontare. Quello che è successo tra me e la Juve, in quel periodo di tempo, non è successo prima a nessun altro giocatore. Uno che alla Juve è diventato leggenda, che ha giocato pure in Serie B, che è tornato e ha vinto ancora. 19 anni sono tanti.

Vedermi nel club in futuro? Sì, mi piacerebbe. È il mio club. Penso che debba essere un qualcosa di naturale, che debba venire dalla Juve. Secondo me è un bene avere all’interno della società chi conosce bene la mentalità, i tifosi, ma non sono il tipo che decide. Penso a Maldini al Milan, a Totti alla Roma o anche a Zanetti e a quello che sta facendo adesso all’Inter.

Hanno il loro presidente, ma vediamo cosa succede. La Juve è parte della mia vita, passo più tempo a Torino che nella città in cui sono nato. Ma se non dovesse succedere nulla, questo non cambierebbe quello che è già successo con i  tifosi. Abbiamo scritto la storia insieme, una storia bellissima e incredibile. Non mi sono mai sentito ferito per una chiamata mai arrivata, quello no. A volte le cose cambiano, sono rilassato e molto concentrato in ciò che sto facendo”.

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