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Milan, la scelta di Zlatan Ibrahimovic
Milan, la scelta di Zlatan Ibrahimovic. Il giocatore è rientrato a Milanello, importanti novità in merito al futuro. Oltre l’anno di contratto da onorare fino al 30/06/2023
L’incontro speciale con Charles De Ketelaere, la stretta di mano che sancisce quasi un passaggio di consegne. Andiamo a vedere cosa bolle in pentola, intorno al gigante svedese
L’ambiente rossonero è di buonumore: il capo carismatico, il leader numero uno dello spogliatoio è tornato al centro sportivo di Carnago. Dove ha proseguito il percorso fisioterapico per il recupero dall’ultimo infortunio al ginocchio sinistro.
Al suo arrivo ha salutato i giocatori uno a uno e lo staff tecnico, intrattenendosi in particolare con Stefano Pioli e Charles De Ketelaere. La chiacchierata con il talento belga, con tanto di stretta di mano finale è sembrata quasi una benedizione, un passaggio di consegne.
Al termine della seduta con i fisioterapisti, non poteva mancare una chiacchierata con la dirigenza lontano da occhi indiscreti. Nella quale ha svelato i piani futuri, con reciproca soddisfazione delle parti.
Le radici a Milano, gli interessi della moglie. Tutti i dettagli della decisione presa dagli Ibrahimovic
Dopo una lunga estate di riflessione con la famiglia e in particolare con la moglie Helena Seger, gli Ibrahimovic hanno deciso di mettere radici a Milano, dove la coppia ha acquistato un ampio appartamento in centro.
Una scelta professionale e sentimentale insieme. La coppia sta bene a Milano, ha molti interessi e il giocatore pianifica un futuro da milanista dopo il ritiro. Insieme alla società dovrà affrontare l’ambito nel quale essere inserito.
Non è un mistero che Stefano Pioli lo vorrebbe come collaboratore tecnico, mentre la dirigenza lo vede meglio dietro a una scrivania. Ad ogni modo il futuro dello svedese sarà sempre colorato di rossonero.
I figli saranno inseriti nelle giovanili del Milan e si alleneranno al Centro Vismara
Come eredi di Zlatan Ibrahimovic, sia Maximilian che Vincent giocano a calcio e lo fanno nel settore giovanile dell’Hammarby, club di cui il padre è socio. Buon sangue non mente e i primi ottimi risultati già si vedono: Maximilian infatti è stato convocato per allenarsi e giocare con i ragazzi più bravi di tutta Stoccolma, venendo scelto con altri 83 coetanei per i provini della squadra della regione, che andrà ad affrontare le altre regioni della Svezia. Nemmeno Vincent scherza con il pallone tra i piedi, visto che ha già partecipato nel 2019 alla Gothia Cup a Göteborg, torneo giovanile internazionale affrontato con la maglie dei Los Angeles Breakers. Oltre al calcio, i due figli di Ibrahimovic coltivano anche la passione del taekwondo, anche questa inculcata dal padre. Entrambi frequentano l’Hapkido Taekwondo con ottimi risultati, come dimostra il torneo vinto da Vincent nel 2017 in cui Maxi ha conquistato il bronzo. Insomma, entrambi i figli di Ibra si stanno già facendo valere nello sport, rendendo orgoglioso soprattutto il padre che non vede l’ora che tutto questo finisca per poter finalmente passare più tempo con loro, nella loro nuova vita milanese.
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Cannavaro: “La mia Juve era fortissima. Al Real non è permesso sbagliare nulla”
Fabio Cannavaro ha parlato ai microfoni di Radio Serie A soffermandosi in particolare sulle avventure con le maglie di Juventus e Real Madrid.
Fabio Cannavaro, leggenda del calcio italiano, è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A ricordando i tempi dell’esperienze con le maglie di Juventus e Real Madrid.
Le parole di Cannavaro
“Dopo l’Inter trascorsi due anni a Torino dove i tifosi mi ritennero da subito ai livelli di Buffon e Del Piero, anche perché sul campo ho sempre garantito prestazioni importanti. Lì sono stato bene, ci hanno annullato due campionati ma la realtà è che quella era una Juve fortissima. Poi nel 2006 la società mi fece capire che c’era la necessità di cedere qualcuno e mi avvertirono della trattativa con il Real Madrid. Quando arrivi lì e visiti la sala trofei del club ti rendi conto che con quella maglia addosso non è permesso sbagliare nulla”
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Pippo Inzaghi: “Mio fratello dopo la finale di Champions ha fatto il salto definitivo”
Filippo Inzaghi, intervenuto ai microfoni di Dazn, ha parlato del cammino degli ultimi anni di suo fratello Simone sulla panchina dell’Inter.
Intervenuto a Dazn come protagonista del format “Un’altra storia”, Pippo Inzaghi si è soffermato sul percorso fatto negli ultimi anni di suo fratello Simone sulla panchina dell’Inter e della possibilità di conquistare la seconda stella nel derby della Madonnina.
Le parole di Pippo Inzaghi su suo fratello
Le qualità di Simone:
“Simone è un ottimo gestore di risorse umane, è molto bravo. Quello che ha subito l’anno scorso non lo avrebbe sopportato nessuno e lui invece si è fatto scivolare tutto. È stato bravissimo, è andato avanti per la sua squadra. Dopo la finale di Champions, in cui ha incartato Guardiola, ha fatto il salto definitivo e a me non sorprende. Ha pochi amici e quindi si è dovuto fare il mazzo per dimostrare che adesso è uno dei migliori d’Europa. Sono contento per lui perché oltre a essere un grande allenatore, è una persona perbene”.
Scudetto Inter nel derby?
“Uno lo sventai io con un mio gol. Però sono felice per mio fratello perché coronerebbe un sogno. Spero che il Milan vinca la coppa, così per me sarebbe il top. Sarà una bella partita con lo stadio pieno. Io feci gol al mio primo derby con Terim. Non feci tanti gol nel derby, ma quello che ho fatto sono stati importanti. Nei due di Champions per esempio io non feci un tiro in porta in due gare dalla tensione”.
San Siro:
“Non si tocca. Venni al Milan per San Siro. Quando facevo il Trofeo Berlusconi per me giocare a San Siro ero il mio stadio. Ho ottenuto in quello stadio tutto quello che dovevo ottenere. Nelle notti di Champions mi stimolava molto vedere i tifosi che stavano ore e ore in coda in pullman”.
Le differenze tra di voi come giocatore:
“Io e mio fratello ci facevamo portare alla Galleana al Piacenza per farci fare le foto coi giocatori. Simone ha il record che non ho nemmeno io: mai fatto quattro gol, lui li ha fatti al Marsiglia. Abbiamo giocato insieme in nazionale, anche per i miei genitori vederci esordire in nazionale a Torino…
Lui tecnicamente era più forte, ha convissuto con un problema importante alla schiena. Non andò al Milan prima di andare alla Lazio perché fu bocciato per la schiena e questo lo ha ostacolato. Avrebbe fatto di più. Quel che non ha avuto da giocatore lo ha avuto da allenatore”.
Lo studio degli avversari:
“Io e Simone studiavamo tanto gli avversari. Io li conoscevo alla perfezione. Non erano i difensori che marcavano me e io che marcavo loro perché se dovevo scegliere andavo da quello che magari sull’attenzione o sullo scatto potevo fregarlo. Queste cose si cercano di insegnare anche se non sono semplici da capire”.
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Milan, impazza il toto allenatori: tra nomi di fantasia e realtà | Facciamo chiarezza
Milan, questo articolo si prefigge l’obiettivo di mettere un bel po’ di acqua sul fuoco andando a smentire le quotidiane voci più disparate in merito ad un allenatore piuttosto che a un altro, accostati alla panchina rossonera.
Diversi nomi sono stati accostati alla panchina rossonera. Questa sera, ne siamo consapevoli, c’è la gara di ritorno contro la Roma in Europa League, ma ribadiamo con fermezza quanto scritto da tempo. Indipendentemente da cosa accadrà da questa sera a maggio, il futuro di Stefano Pioli sarà lontano da Milano.
Facciamo adesso chiarezza, o meglio, proviamo a farla, in merito ai molti nomi venuti fuori in queste ultimissime settimane su diverse testate giornalistiche. La premessa è che rispettiamo ogni opinione, tuttavia cerchiamo di spiegare la situazione sulla base delle informazioni che abbiamo.
Ad oggi vogliamo escludere categoricamente due nomi, quelli di Thiago Motta e di Marcelo Gallardo. Entrambi sono stati ascoltati dalla dirigenza rossonera nella persona di Giorgio Furlani, il primo perché a gennaio sembrava essere un reale obiettivo, il secondo perché è stato proposto dal suo entourage. Sappiamo tuttavia che Motta ha trovato un accordo con la Juventus e Gallardo non interessa al club di Via Aldo Rossi.
Entriamo ora nella zona calda, probabilmente la più difficile da interpretare, facendo altri tre nomi: Julen Lopetegui,Maurizio Sarri e Marco Rose. E qui la stampa estera si divide, in Spagna danno per certo l’ex tecnico del Wolverhampton, in Russia invece riferiscono che il Milan abbia invece già trovato un accordo con l’ex Lazio. Ragione o torto, raccogliamo queste informazioni precisando che a noi non risultano troppi interessamenti su Lopetegui, mentre qualche contatto in più c’è stato con lo stesso Sarri il quale fin dai tempi di Adriano Galliani è allenatore che piace alla dirigenza rossonera. Su Rose possiamo dire che ci sono stati contatti e il tecnico piace molto. Ma non disponiamo di altre informazioni più precise.
E veniamo all’ultimo nome, quello che divide, ma che soprattutto entusiasma buona parte della tifoseria. Chi se non Antonio Conte. Su di lui possiamo spendere certezze, non solo parole. Sappiamo infatti che è il principale obiettivo di Zlatan Ibrahimovic il quale sta provando a convincere il resto della dirigenza che appare piuttosto restìa, soprattutto Furlani, ad assoldare il tecnico leccese. Ad oggi non ci risulta che Conte possa realmente andare al Napoli, anche perché in almeno tre occasioni ha preferito prendere tempo aspettando una chiamata del Milan. Che ad oggi non sappiamo se mai arriverà, ma riteniamo sia il primo nome sulla lista.
Gerry Cardinale un mese fa ha parlato di evoluzione, di compiere uno step successivo. Ad oggi, degli allenatori liberi, solo Conte probabilmente permetterebbe al Milan di provare a svoltare in tal senso.
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