Serie A
Milan, Conceicao: “Mi scuso con i tifosi, hanno ragione”

Dopo la sconfitta del Milan contro il Torino, l’allenatore rossonero Sérgio Conceição, riflette sui recenti errori della squadra e sulle strategie future.
L’allenatore del Milan, Sérgio Conceição, ha espresso le sue considerazioni dopo la recente sconfitta per 2-1 contro il Torino. Questo risultato, che segue l’eliminazione dalla Champions League, è stato particolarmente deludente per la squadra e i suoi tifosi.
Il match è stato caratterizzato da un clamoroso autogol di Thiaw, che ha aperto le marcature, e da un rigore parato da Milinkovic-Savic a Pulisic. Conceição, nel corso dell’intervista post partita, ha analizzato la prestazione dei suoi e ha espresso il suo dispiacere per i tifosi del Milan.

ZEKI CELIK PROVA A FERMARE RAFAEL LEAO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )
Milan, Conceição: “A volte mi chiedo come sia possibile”
Conceição ha iniziato l’intervista post Torino esprimendo il suo rammarico: “Mi dispiace per i tifosi che erano presenti e per le ultime partite. Se vediamo gli ultimi 15 gol sono tutti errori non forzati, non è che si parla di strategie. A volte mi chiedo come sia possibile”. Ha poi spiegato la scelta di sostituire Leao all’intervallo, affermando che “Rafa non era al meglio e ci sono altri giocatori, era una scelta tecnica.”
Conceição: “Comprendo i tifosi, quando non vinciamo è così”
L’allenatore del Milan ha continuato a discutere le sue scelte durante la partita, sottolineando che “Musah aveva preso un cartellino giallo, io dovevo rischiare per vincere la partita. Ho rischiato mettendo giocatori più offensivi, sempre con equilibrio perché ho messo Fofana con Reijnders”.
Infine, Conceição ha risposto al malumore dei tifosi, affermando che “I tifosi hanno ragione. Sono da 40 anni nel calcio, non serve dire niente. Sono contro di noi perché non vinciamo e in un club storico come il Milan c’è sempre bisogno di vincere. Non ce l’hanno con dirigenza, staff o giocatori, noi siamo uniti e rappresentiamo il Milan tutti insieme”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
Serie A
Inter, Barella: “Vogliamo lottare su tutti i fronti, nascondersi non serve a niente”

Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter e cardine della Nazionale ha parlato riguardo la doppia sfida con la Germania e il ritiro di Appiano Gentile.
Il centrocampista dell’Inter ha tenuto un’intervista alla Rai a pochi giorni della doppia sfida con la Germania e il ritiro di Appiano Gentile, “fin da ragazzo ho sempre sognato di giocare contro squadre più forti.”

NICOLO BARELLA ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )
Inter, Barella: l’intervista
Nicolò Barella ha dichiarato a microfono aperto sulla possibile sfida, e il sogno di giocare sin da piccolo con squadre più forti, nonché con la Germania in quanto hanno sempre avuto squadre forti, vincitori della Champions.
“Fin da ragazzo ho sempre sognato di giocare contro squadre forti come la Germania. Loro hanno calciatori che hanno vinto la Champions e sono abituati a lottare per obiettivi importanti. Direi che sono una delle nazionali più forti al mondo, ma anche noi lo siamo e abbiamo ritrovato la sicurezza che in un certo periodo ci è mancata. Vogliamo goderci questo momento in cui stiamo facendo bene. Ci aspetta un bel test nel quale la parola d’ordine sarà divertirci, la cosa che ci è un po’ mancata. Se ci divertiremo noi, faremo divertire anche la gente. Questa doppia sfida con la Germania può contribuire a creare una mentalità internazionale che ci sarà utile per il futuro.”
La delusione dell’Europeo è lontana: “Spalletti ha sempre fatto giocare bene le sue squadre. All’Europeo non ci siamo riusciti perché evidentemente serviva più tempo per assimilare le sue idee. Noi siamo a disposizione per seguirlo e mi sembra che i risultati si stiano vedendo. Faremo di tutto per arrivare al Mondiale, anche perché ho già provato il dispiacere di fallire l’obiettivo ed è una sensazione che non vorrei rivivere. Daremo il massimo consapevoli che abbiamo le qualità e le capacità per qualificarci.”
Sull’obiettivo Triplete con l’Inter ha detto: “Ci piace lottare per tutti i fronti, anche per il Mondiale per Club senza risparmiarci: devi avere sempre l’ambizione di iniziare una competizione e arrivare il più lontano possibile e alzare la coppa. Io voglio vincere tutto quello che si può vincere in Nazionale e con l’Inter: nascondersi non serve a niente.”
Serie A
Milan, Rivera duro: “Gli americani capiscono poco di calcio”

Il grande ex Gianni Rivera lancia un appello al Milan: “Serve rinnovarsi e ridisegnare la società, per ritrovare l’identità storica”.
Una critica alla gestione attuale del Milan
Gianni Rivera, storica bandiera del Milan, ha espresso forti critiche nei confronti della gestione attuale del club rossonero. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex calciatore ha sottolineato la necessità di ridisegnare la società per ritrovare l’identità storica che ha reso celebre il Milan nel mondo del calcio. Rivera ha messo in dubbio la capacità degli attuali proprietari americani di comprendere appieno la cultura calcistica italiana, evidenziando la scarsa presenza di italiani nel club. Secondo l’ex numero dieci, il Milan deve ritrovare le sue radici per tornare a essere competitivo.
Il caso del giovane Camarda
Rivera ha anche commentato il caso del giovane talento Camarda, sottolineando che lui stesso non avrebbe debuttato a 15 anni per poi finire in panchina. Questa osservazione mette in luce la necessità di investire nei giovani talenti e di dare loro spazio per crescere all’interno della prima squadra. Rivera sembra quindi suggerire un ritorno a una filosofia più incentrata sullo sviluppo dei giovani, piuttosto che affidarsi esclusivamente a giocatori stranieri e a strategie di mercato a breve termine.
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Fonte: l’account X di Schira
Gianni #Rivera al CorSera: “Il #Milan per prima cosa deve ridisegnare la società. L’#ACMilan senza la sua storia non è il Milan, ma cosa volete che ne sappiano di calcio gli americani? Ci son pochi italiani nel Milan. #Camarda? Io non ho debuttato a 15 anni per stare in panchina” pic.twitter.com/HhaWBOmFoe
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 19, 2025
Serie A
Lazio, adesso Baroni rischia: decisivo il finale di stagione

Il futuro di Marco Baroni sulla panchina della Lazio è a rischio. A Lotito non sono piaciute alcune scelte del tecnico ex Hellas Verona.
Dopo la pesante sconfitta per 5-0 contro il Bologna, il futuro di Marco Baroni alla Lazio non appare più così certo. Il tecnico biancoceleste, pur avendo portato la squadra ai quarti di Europa League e rimanendo in corsa per un posto nella prossima Champions League, dovrà dimostrare il proprio valore nelle ultime settimane della stagione.
Se fino a dicembre il presidente Lotito sembrava intenzionato a proporgli un rinnovo oltre la scadenza del 2026, ora questa possibilità è stata congelata in attesa di vedere i risultati e la gestione del gruppo.

L’ESULTANZA DI MARCO BARONI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio, le criticità che hanno cambiato gli equilibri
Se nei primi mesi della stagione Baroni sembrava essersi guadagnato la fiducia dell’ambiente, da Natale in poi sono emerse diverse criticità. La gestione dell’organico ha suscitato perplessità, con infortuni, squalifiche e scelte tecniche discutibili. Il mancato impiego dei nuovi acquisti, su tutti Belahyane, e il passaggio a una rigidità tattica con il 4-2-3-1 hanno creato tensioni a Formello.
Anche alcune sostituzioni nelle ultime partite hanno sollevato malumori in una dirigenza solitamente poco incline a interferire con le scelte tecniche. Il destino di Baroni sarà quindi legato ai risultati delle ultime nove partite di campionato e all’andamento in Europa League, fattori determinanti per capire se la Lazio e il tecnico toscano continueranno insieme o se sarà il momento di voltare pagina.

L’URLO DI ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Gilardino nome caldo per la panchina
In caso di separazione da Baroni, il primo nome sulla lista della dirigenza biancoceleste sembra essere quello di Alberto Gilardino. L’ex tecnico del Genoa rappresenterebbe una scommessa interessante per la Lazio, dopo un’esperienza in rossoblù terminata con un esonero nella prima parte di questa stagione, ma che lo aveva visto protagonista della promozione in Serie A e di una salvezza tranquilla. Il suo profilo piace per la capacità di lavorare con i giovani e per il suo approccio tattico, ritenuto moderno e adatto al progetto biancoceleste.
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