Serie A
Lecce, Di Francesco: “Per me non è un derby. Camarda? Valuterò se può essere della partita”
Il tecnico del Lecce Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro la Lazio, in programma domani alle 18:00
La squadra salentina nelle due partite prima della sosta ha collezionato 4 punti. Le ambizioni del tecnico e della società sono quelle di continuare su questa linea. Domani il Lecce sarà impegnato in una sfida difficile sul prato dell’olimpico contro la Lazio di Maurizio Sarri.
Della partita, del momento della squadra e di altro, ha parlato in conferenza stampa il tecnico Eusebio Di Francesco.
Lecce, le parole di Di Francesco

Come sta la squadra? In particolare i rientranti dalle nazionali
“A differenza delle altre soste abbiamo avuto qualche giocatore in più a disposizione. Abbiamo fatto un ottimo lavoro sugli aspetti da migliorare e su quelli rispetto ai quali va data continuità. Per quanto riguarda chi è tornato dalle nazionali, l’ultimo arrivato è Gaspar, ma stanno tutti bene e a disposizione. Camarda ha fatto un paio di giorni di stop, oggi ha lavorato un po’, valuterò se può essere della partita”.
Cosa teme della Lazio?
“Una squadra che ha un ottimo allenatori, con principi di gioco riconoscibili. Davanti ha imprevedibilità sugli esterni, lavorano bene con le catene. Non hanno fatto tantissimi gol ma producono tanto. Dobbiamo fare una grande partita difensiva per ottenere poi delle situazioni offensive”.
In Italia manca il coraggio di far giocare i giovani?
“La fiducia non va data di default, si guadagna con gli atteggiamenti. Se parliamo di Camarda non dimentichiamoci che è un quasi diciottenne, sta calcando palchi importanti prematuramente. Se però si continua a scrivere che a 17 anni non ci si può assumere la responsabilità di battere un calcio di rigore…il coraggio deve stare da entrambe le parti e la crescita passa anche dagli errori.
Dobbiamo incanalarci tutti nella stessa direzione. Bisogna lavorare meglio nei settori giovanili, rinforzando i ragazzi nelle qualità. Tante volte trovo ragazzi che non calciano mai in porta, si pensa alla tattica e meno alla crescita individuale dei calciatori. Tutti ci riempiamo la bocca di belle parole, ma poi le responsabilità dobbiamo prendercele noi tecnici oppure è il sistema che deve crescere?”.
La Lazio non ha cambiato nulla rispetto allo scorso anno, può essere un vantaggio?
“Quando cambi tanti ci vuole più tempo per trovare l’amalgama, senza cambiare nulla però l’allenatore può avere meno soluzioni. Ci sono aspetti positivi e negativi. Vedo una Lazio che ha potenzialità, con giocatori abituati a giocare in un contesto non facile”.
Sottil e Banda?
“Sono rientrati entrambi, uno dei due partirà dall’inizio”.
La Lazio è una squadra molto fisica, farà scelte più muscolari?
“Alcune scelte possono essere dettate anche da questo, in questo caso sto guardando in casa mia”.
Una battuta sulla tessera del tifoso per il settore ospiti?
“Mi dispiace non avere un pubblico così caldo, per tanti motivi, anche perché vivere la partita per loro allo stadio è molto importante”.
La posizione di Berisha?
“Diamo continuità a quello che stiamo facendo, indicativamente Berisha sta crescendo in una determinata posizione. In base agli avversari certi tipi di rotazioni fanno parte del gioco”.
E’ una partita particolare per lei contro la Lazio?
“No, era un derby quando ero alla Roma, ora alleno un’altra squadra. Sono allegato alla Roma e ho tanti amici romanisti, ma ho anche amici della Lazio. Siamo professionisti, ho preparato la sfida come ho sempre fatto”.
Serie A
Lecce, brutte notizie per Di Francesco: la Coppa d’Africa porta via 3 giocatori importanti
Il Lecce è sicuramente una delle squadre in serie A maggiormente danneggiate dalla Coppa d’Africa. 3 giocatori dovranno partire con le rispettive nazionali.
Si avvicina sempre di più la Coppa d’Africa, ovvero la competizione più temuta da club e fantallenatori. Il Lecce è sicuramente tra questi, poiché ben 3 giocatori sono stati convocati per il torneo.
In queste ore e in questi giorni le varie Nazionali stanno pubblicando le loro liste di convocati e la squadra salentina è stata particolarmente colpita.
I giocatori che staranno lontano dall’Italia per un po’ sono: Kialonda Gaspar, convocato dall’Angola, Lassana Coulibaly, convocato dal Mali e Lameck Banda, convocato dallo Zambia.

IL GOL DI COULIBALY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lecce, le soluzioni per Di Francesco
Tutti e 3 i calciatori hanno un ruolo importante nello schieramento di Di Francesco il quale deve pensare al più presto come sostituirli. Al centro della difesa potrebbe rientrare Siebert, giovane tedesco protagonista di un inizio di stagione piuttosto negativo.
In mezzo al campo le principali alternative a Coulibaly sono o Kaba, molto simile per caratteristiche o Helgason, decisamente più qualitativo ed offensivo.
In avanti invece, con l’assenza di Banda potrebbe sicuramente trovare più continuità Riccardo Sottil, giocatore di qualità ma che fin qui non ha ancora inciso molto.
Serie A
Mario Rui: “Kvara e Osimhen sono fuoriclasse. Napoli-Juve? Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”
Mario Rui racconta a Tuttosport il legame con Napoli, Spalletti, la Juve e il futuro dopo lo scudetto conquistato con i partenopei.
Mario Rui, ex terzino del Napoli e protagonista dello scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti, oggi in panchina alla Juventus, ha parlato a Tuttosport in una lunga intervista in cui ha raccontato il suo rapporto con il Napoli, il tecnico toscano e le prospettive future della sua carriera.
Le parole di Mario Rui
“La voglia di calcio è tantissima, anche se mi sono preso un periodo per dedicarmi alla mia famiglia. Mi alleno molto e credo di essere vicino a ricominciare”.
Possibile un ritorno in Serie A?: “Ci sono state opportunità, ma l’anno scorso non riuscivo a immaginarmi con una maglia diversa dal Napoli. Penso che ripartirò dall’estero: sto bene e posso dare ancora tanto”.
Il legame con Napoli resta incancellabile: “Immortale” è una parola enorme, ma quello scudetto è stato qualcosa di indescrivibile. Le basi le mettemmo a Dimaro: tutti ci davano per ridimensionati, tranne Spalletti. Lì diventammo un blocco unico”.
Quasi inevitabile, dunque, il passaggio del tecnico toscano alla Juventus: “Non mi ha sorpreso, è il migliore, l’allenatore più affidabile. Alla Juve serviva uno come lui”.
Sul rapporto speciale con Spalletti: “Mi ha voluto bene, non mi ha lasciato nei momenti difficili. Il merito dello scudetto è suo all’80%: viveva a Castel Volturno, ha sacrificato tutto”.
Su Conte: “Mi ha colpito subito. Pensavo fosse un tecnico difensivo e invece ha trasmesso una mentalità vincente immediata. Sia lui sia Spalletti sono persone oneste e dirette: rarità nel calcio”.
Su McTominay: “McTominay si vedeva subito che fosse un campione. Kvara e Osimhen sono fuoriclasse: Victor può giocare ovunque nel mondo”.
Sul duello Scudetto: “Se la Juve vince può tornare in corsa, anche se è difficile. Il Napoli sta facendo bene: più competitivo nei reparti e più forte, paradossalmente, dopo l’emergenza infortuni”.
Su Napoli–Juve: “Non so come finirà, ma sarà una partita chiave. Se vince la Juve rientra nella lotta scudetto. Se vince il Napoli manda un segnale pesantissimo al campionato. E con Spalletti in panchina… sarebbero dolori per tutti”.
Serie A
Sassuolo, Grosso: “Paura? Non mi entusiasma come termine. Preferisco rispetto”
Il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina in programma domani alle 15:00.
Nell’ultima gara di campionato il Sassuolo è caduto sul campo del Como. Domani a Reggio Emilia arriva la Fiorentina di Vanoli: una squadra in evidente crisi che ha bisogno di rialzarsi. I neroverdi devono provare ad approfittare del momento negativo degli avversari per ritrovare i 3 punti. Della partita ha parlato il tecnico del Sassuolo Fabio Grosso.
Sassuolo, le parole di Grosso
C’è una vaga aria di trappola…
“Io ho già risposto su questa parola, non ci sono trappole per noi che arriviamo in questo tipo di campionato. Sappiamo tante cose ma per me la cosa fondamentale è riuscire a capire quanto sarà importante fare una bella partita, piena sotto tutti i punti di vista, perché l’avversario è di livello, che ha delle difficoltà che vuole superare. Per me è importante che ci concentriamo su noi stessi, riuscire a fare una grande partita perché per fare un bel risultato ci sarà bisogno di grande intensità, qualità, spirito di sacrificio e voglia di ottenere un bel risultato”.
Quanto conta la testa?
“Per me tantissimo ma conta in tutte le partite perché ti fa riconoscere le situazioni, ti fa rimanere dentro le situazioni, ti aiuta a cercare soluzioni. È un aspetto fondamentale su cui proviamo a lavorare e a stuzzicare tanto e che poi ti permette di tirare fuori tutto: senza il cervello tutto il resto diventa secondario”.
L’assenza di Berardi ormai è nota: gioca Volpato al suo posto?
“Molto probabilmente penso che giocherà Cristian. L’assenza di Berardi riguarda un giocatore fortissimo per noi ma sappiamo quello che è successo, ci è dispiaciuto tantissimo e quindi devi essere bravo a farlo diventare opportunità”.

DOMENICO BERARDI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Recupera qualcuno?
“Chi non c’era non c’è, si aggiunge Domenico e tutti gli altri che dovremmo essere a disposizione, dovremmo essere 19 giocatori di movimento e 3 portieri”.
Quanto conterà l’aspetto psicologico? Loro hanno voglia di rivalsa…
“Tutto quello che riguarda loro lo conosciamo, sappiamo che partita hanno intenzione di fare, hanno detto e ripetuto che vogliono ripartire ma noi possiamo essere concentrati su quello che vogliamo fare noi, hanno a disposizione tanti ragazzi, possono giocare tante modalità di gioco, ho letto che potrebbero cambiare e tutto questo deve farci alzare il livello di presenza, di intensità, di riempire la gara in tutti i momenti, fare partita piena sarà la cosa più importante per noi”.
C’è la consapevolezza di non voler ripetere l’atteggiamento contro il Genoa che era ultimo in classifica così come la Fiorentina? Cosa deve fare Volpato per convincerla?
“Volpato non deve convincermi, sono molto convinto delle qualità che hanno i miei ragazzi, qualcuno ha potenzialità e questo vuol dire che questo potenziale va riempito. L’obiettivo è fare una bella prestazione a prescindere da quanti errori si commettono. Gli errori ci saranno sempre ma l’importante è il modo con cui si affrontare l’errore e non è facile, è avere quella bravura d’insieme, stare dentro la partita”.
Quanta paura c’è, se c’è paura, di diventare la prima squadra a concedere una vittoria a un avversario che non ha mai vinto?
“Non mi entusiasma paura come termine per chi pratica sport. È fondamentale avere grande rispetto per l’avversario, timore per le caratteristiche dell’avversario, ma questo deve poi stuzzicare le tue caratteristiche per dare il massimo, a prescindere dalla loro ripartenza da quello che si dice fuori su questo, lo sapevamo anche se non fosse stato detto fuori, a noi interessa quello che vogliamo noi sapendo che le partite sono difficili, penso che questa è una squadra che aveva tantissimi punti in più l’anno scorso quasi con gli stessi interpreti, l’importante è fargli trovare di fronte un avversario che ha la stessa fame e la voglia di fare bene”.
Con il Como al posto di Pinamonti è entrato Moro e non Cheddira. Ultimamente Walid ha giocato da esterno: può diventare un’opportunità per lui l’infortunio di Berardi e perché gioca poco da attaccante? Questione di caratteristiche?
“A differenza di Moro che quando è entrato a Como per me ha fatto una bella gara e sono contento di come è entrato, mi dispiace per l’occasione che ha avuto nel finale, lui, Cristian e Muharemovic, perché poi le gare cambiano. La differenza è che Luca è un centravanti a tutti gli effetti, Cheddira è un centravanti, lo sa fare, ma ha le caratteristiche per giocare da attaccante esterno, forse lo fa con meno qualità rispetto agli esterni che abbiamo noi ma lo fa con una cattiveria e intensità molto alta. Col Como ho preferito Moro perché pensavo molto utile come in realtà è stato, giocatore che collega il gioco, con Walid invece potevamo andare di più negli spazi. Se avessimo riaperto la gara sarebbe stato diverso ma sono contento dei ragazzi che ho, abbiamo 6 giocatori offensivi, senza contare Pierini che può diventare anche il sesto nelle rotazioni a centrocampo. Sono tutti importanti, tutti devono sentirsi importanti”.
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