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Lazio-Roma, ogni allenatore ha i suoi problemi: Sarri senza mercato, Gasperini senza 3 titolari

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Roma

Il countdown è iniziato per il derby Lazio-Roma che vedrà le due squadre cittadine scontrarsi. Entrambe puntano su questo risultato simbolico ma attenzione

Il derby della Capitale (Lazio-Roma) è pronto e il popolo di Roma – e non solo – attende con fibrillazione domenica 21 (alle ore 12:30) nel quale si terrà il match più sentito.

I colori delle rispettive squadre sventoleranno ma, in campo, ci sarà grande tensione perché non si tratterà di portare a casa 3 punti preziosi per il campionato bensì anche stabilire una sorta di gerarchia tra le due squadre.

Lazio-Roma

LA DELUSIONE DI MAURIZIO SARRI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Come arrivano Roma e Lazio a questo derby

Se da un lato abbiamo la Lazio di Sarri, sofferente per la mancata campagna acquisti estiva, dall’altro abbiamo la nuova creazione di Gasperini. l’ex tecnico dell’Atalanta è già entrato nel cuore dei tifosi giallorossi che sentono ancora viva, però, la guida di Ranieri e chiedono una stagione “di cuore”.

Certo, mentre Sarri è un veterano in questo scontro, avendo disputato già 7 derby all’attivo in carriera (e avendone vinti ben 4) diversa è la situazione per Gasperini che è alla sua prima volta. Una situazione emotiva molto differente che potrebbe riflettersi nell’andamento del match.

Una partita carica di aspettative per entrambe le squadre, in questa quarta giornata di Serie A, e che potrebbe vedere un vincitore ed un vinto, messo probabilmente alla gogna.

Gian Piero Gasperini deve sperare che proprio l’importanza intrinseca del derby possa portare nuova linfa alla sua squadra e far dimenticare che – sotto porta – ci sono alcuni problemi da risolvere. Dopo la sconfitta contro il Torino e le due prestazioni (contro Bologna e Pisa con una squadra poco incisiva nella fase di finalizzazione) ora è richiesto un cambio di marcia. Più grinta e, soprattutto, un grande risultato.

Gasperini ha, anche, alcuni problemi che certo non lo rassicurano: gli infortuni di Dybala, Wesley e Hermoso non sono rincuoranti. E si teme già la critica alle scelte tecniche da parte della tifoseria.

Nemmeno Claudio Ranieri, nonostante i ripetuti appelli al suo popolo calcistico di dare fiducia al tecnico ed attendere di vedere l’assetto della squadra in un arco temporale più lungo, sembrano aver fatto leva e questa gara appare sempre più determinante.

Anche Sarri ha, però, i suoi problemi perché sono note le vicende economico-finanziare della Lazio; campagna acquisti bloccata forse fino a gennaio e le sconfitte – sulle prime tre gare – son state ben due. Un risultato immaginabile ma, d’altronde, poco digerito dalla tifoseria laziale che chiede, almeno, la soddisfazione di vincere il derby cittadino.

Insomma, una partita che nasconde una serie di irrequietezze ed insoddisfazioni più e meno importanti e che, sicuramente, non giova in termini di tranquillità nei rispettivi spogliatoi.

A prescindere da come terminerà ci sarà un possibile capro espiatorio tra i due tecnici che, loro malgrado, sono colpevoli semplicemente di aver accettato di guidare due squadre di testa in Serie A.

 

Serie A

Torino, Petrachi ha firmato: “Nessuna rivoluzione, prenderemo giocatori funzionali”

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Oggi è il Petrachi-day a Torino. Il dirigente italiano torna a essere il direttore sportivo dei granata e si (ri)presenta ai suoi vecchi tifosi.

Torino

Torino, le parole di Petrachi

I dettagli del nuovo contratto

Gianluca Petrachi torna a vestire i colori del Torino, firmando un contratto che lo legherà al club granata fino al 2027. Dopo un periodo lontano dalla società, Petrachi riprende il ruolo di direttore sportivo: posizione che aveva già ricoperto in passato con successo. Il suo ritorno è stato accolto con entusiasmo dai tifosi, che sperano in una nuova era di successi per il club. Con una carriera ricca di esperienze nel mondo del calcio, Petrachi porterà con sé una visione strategica aggiornata e un forte desiderio di innovazione.

Fonte: l’account X di Schira.

La conferenza di presentazione

Di seguito la conferenza stampa di presentazione.

Il ritorno a “casa”

“Vedo tanti volti conosciuti, abbiamo già vissuto anni belli e intenso ed è bello tornare nella mia casa per dieci anni. Non ero più tornato a Torino, rientrarci è stato pieno di emozioni. Non è stata una cosa pensata o studiata, con Cairo ci siamo sentiti quando il Toro ha giocato a Lecce ma non è venuto. Poi, all’improvviso, mi ha fatto percepire che c’era qualcosa che poteva nascere. Voleva capire se io potessi pronto a tornare e avessi le motivazioni, ho risposto che sono nato pronto. Sono arrivato di notte.”

Orgoglio granata

“Da fuori, ho notato una cosa e cercherò di lavorarci: è come se ci fosse uno scollamento. Il senso di appartenenza è la priorità. Da calciatore non ho capito cosa fosse davvero il Toro, ma da dirigente è stato un altro mondo. Ho capito la missione, qui si entra in un club diverso. E il senso di appartenenza per tutti i giocatori deve essere rimarcato e bisogna anche farlo capire loro. Cercherò di comprendere il senso di appartenenza, ho cercato sempre di creare un senso di famiglia: voglio risentire quel calore, voglio ricreare quella sinergia. E, se possibile, alimentandola con la gente. E’ il mio sogno”.

Il mercato di gennaio

Mi sono fatto delle idee, è giusto che sia così. L’idea più importante la sviluppi insieme al tecnico: con lui ho chiarito alcune tematiche tattiche, come secondo lui è giusto giocare ed eventuali correttivi. Ho le idee più chiare, ho passato la giornata con Baroni e mi ha dato linee guida e non devono esserci equivoci tattici. Magari ci sono calciatori scontenti e dobbiamo prendere giocatori funzionali. Non sarà una mercato di rivoluzione, ma riparazione. Magari manderemo a giocare qualche giocatore che nel 3-5-2 trova poco spazio e che aveva più senso in un 4-3-3 o 4-2-3-1“.

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Serie A

Torino, Vagnati si congeda: “Orgoglioso di aver servito un grande club”

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Davide Vagnati lascia il Torino: il Direttore Sportivo saluta il club granata dopo molti anni di lavoro intenso e di totale dedizione sportiva.

Torino

Torino, le parole di Davide Vagnati

Un addio significativo

Davide Vagnati, il Direttore Sportivo del Torino, ha ufficialmente annunciato il suo addio al club granata, segnando la fine di un’era caratterizzata da impegno e risultati significativi. Dopo anni passati a rappresentare uno dei club storici del calcio italiano, Vagnati ha espresso il suo orgoglio per aver potuto lavorare in un ambiente così prestigioso.

In un comunicato condiviso sui social, Vagnati ha dichiarato: “È stato un onore aver rappresentato un club così importante.” Le sue parole riflettono la passione e l’impegno che ha dedicato al Torino durante il suo mandato. La notizia ha immediatamente suscitato reazioni tra i tifosi, che si chiedono quali saranno i prossimi passi per il club e chi prenderà il posto di Vagnati.

Futuro e prospettive

L’addio di Vagnati apre una nuova fase per il Torino, che si prepara ad affrontare il futuro con nuove sfide e opportunità. La dirigenza sarà ora chiamata a trovare un sostituto all’altezza, capace di guidare il club verso nuovi traguardi. Il lavoro di Vagnati ha lasciato un’eredità importante, e il suo successore dovrà continuare su questa strada per mantenere il Torino competitivo ai massimi livelli.

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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio.

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Serie A

Fiorentina, Commisso: “La Fiorentina non è in vendita. Resteremo in Serie A, ma i giocatori…”

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Rocco Commisso, Fiorentina

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, smentisce le voci su una possibile cessione del club e suona la carica per il finale di stagione.

Fiorentina

Fiorentina le parole di Rocco Commisso

La possibile cessione e le voci su Renzi

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha rilasciato dichiarazioni importanti a La Nazione riguardo alla situazione attuale del club: “La Fiorentina non è in vendita. Tutti devono sentirsi responsabili della situazione attuale. Chiedo scusa ai tifosi.” Negli ultimi giorni il club gigliato era stato al centro di alcune speculazioni, che volevano la società pronta a passare di mano. Erano già emersi i primi nomi, tra cui quello clamoroso di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, ex sindaco di Firenze e dichiarato tifoso Viola, era apparso in cima alla lista, ma l’imprenditore italo-americano ribadisce la sua volontà di restare al timone del club.

Le scuse ai tifosi e le prospettive future

Nel suo intervento, Commisso ha chiesto scusa ai tifosi per la situazione difficile, riconoscendo che, nonostante gli ingenti investimenti nel mercato, i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Ha ribadito il suo impegno per migliorare le prestazioni della squadra e ha invitato tutti i membri del club a fare la loro parte per superare questo momento critico. Le parole del presidente sottolineano un chiaro intento di non abbandonare il progetto Fiorentina, ma di rafforzarlo e riportarlo ai livelli che i tifosi si aspettano.

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Fonte: l’account X di Schira.

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