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Lazio, accenni di sarrismo: le pagelle del girone d’andata

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Che si sarebbe trattato di una stagione di transizione lo si poteva intuire fin dalla scorsa estate, quando l’arrivo di Maurizio Sarri in panchina ha dato il via ad una rivoluzione tecnica. Alla fine del girone d’andata della Serie A, con 31 punti la Lazio si trova in ottava posizione e in piena corsa europea, qualificata inoltre come seconda del suo girone di Europa League. Il passaggio di consegne in panchina non è arrivato senza alcuni traumi, e la necessità di qualche colpo in entrata rimane alta. Ma analizziamo il rendimento dei giocatori in rosa in questa prima metà di stagione.

Reina 5: ormai nella fase finale della sua carriera, comincia come il portiere titolare in campionato. Davvero convincente solo in occasione del derby, è più facile ricordare prestazioni tutt’altro che all’altezza, come in occasione dei 4 gol subiti in casa contro l’Udinese. Nelle ultime uscite ha ormai perso il suo posto tra i pali.

Strakosha 5.5: parte come il portiere di coppa e finisce per riconquistarsi il posto da titolare che proprio Reina gli aveva sottratto poco più di un anno fa. Il voto è una media tra la più che degna conclusione del suo 2021 e l’erroraccio che all’andata con il Galatasaray in Europa League è costato ai suoi la vetta del girone e due settimane di riposo in più, ora impegnate dal durissimo incontro con il Porto.

Marusic 6.5: tra tutti i difensori è stato forse quello ad adattarsi più rapidamente alla linea a 4 di Sarri. Impegnato prima sulla fascia destra e poi adattato a sinistra, si è quasi sempre fatto trovare pronto. La sua assenza si è sempre rivelata pesante per i compagni di reparto, testimoniandone l’importanza.

Lazzari 5: le primissime uscite contro Empoli e Spezia avevano illuso circa la sua di adattabilità alla nuova difesa laziale. Lui invece è rimasto sempre più indietro rispetto ai compagni, finendo in fondo alle rotazioni dei terzini del tecnico toscano, che a Venezia gli ha addirittura preferito Radu. Tanti i problemi dal punto di vista puramente difensivo e alla lunga da quello delle prestazioni più in generale. Sembrerebbe addirittura con le valigie in mano.

Luiz Felipe 6: sufficienza per il potenziale nuovo innesto della nazionale di Roberto Mancini. La chiave è anche in questo caso l’adattamento alla linea a 4, avvenuto non senza qualche sbavatura ma in maniera tutto sommato positiva. Ha alternato insomma uscite importanti a prestazioni da rivedere, ma può considerarsi promosso.

Acerbi 5.5: non arrivano invece sufficienza e promozione per il centrale attualmente in nazionale. Troppi gli errori spesso costati caro ai suoi, mentre i due gol segnati a fine girone poco possono fare per risanare un bilancio più volte macchiato. Al di là delle recenti polemiche nate da gesti e dichiarazioni forse evitabili, deve ripartire da queste settimane per rilanciarsi nella seconda parte di stagione.

Patric 5: da salvare solo la gara interna contro l’Inter, quando davvero diede l’illusione di poter essere un’alternativa all’altezza. Poi tanti passaggi a vuoto, come quello di Verona da centrale o addirittura di Napoli come terzino destro. Non ultimo l’ingresso contro il Genoa costato ai suoi un gol subito nel giro di pochi minuti.

Radu 5.5: davvero difficile valutare il suo girone d’andata, considerando che è sceso in campo solo in 4 occasioni. Altrettanto difficile però regalargli una sufficienza se si hanno ancora negli occhi le immagini del 4-1 incassato per mano dell’Hellas Verona. Rimane il suo valore come uomo spogliatoio.

Hysaj 6: inizia la stagione adattato a sinistra, salvo poi tornare sulla destra. Come ha abituato durante la sua carriera, non spicca mai in quella offensiva, ma offre applicazione in entrambe le fasi, aiutato dalle esperienze passate sotto la guida di Sarri. Qualche volta è andato in difficoltà, ma tutto sommato merita la sufficienza.

Lucas Leiva 5: discorso molto simile a quello riportato per Reina, il suo. Ci si trova davanti a un giocatore avviato verso la fase finale della carriera, che ha lasciato il posto a un Cataldi rigenerato. Il brasiliano, inoltre, è per caratteristiche lontano dal ruolo di regista che ha sempre contraddistinto le squadre del tecnico toscano.

Cataldi 6.5: più che sufficiente la sua prima metà di stagione, calatosi perfettamente nel sistema. Come detto è passato da essere una delle riserve di Leiva ad assumerne le veci come perno centrale di centrocampo. A volte ha perso lucidità, ma ha anche offerto prove da vero fuoriclasse, come in occasione della vittoria sfiorata in casa dell’Atalanta. Ritrovato.

Milinkovic-Savic 7: si conferma il pilastro del centrocampo biancoceleste, con già 5 gol e 6 assist all’attivo in Serie A. Ha saputo guidare i suoi in diverse occasioni di difficoltà ed è anche riuscito ad andare oltre le continue voci di chi lo vorrebbe perennemente in rotta con la società e l’allenatore. Ad oggi è imprescindibile.

Luis Alberto 5.5: la responsabilità non è del tutto sua, perché spesso si è visto in campo molto meno di quanto non sia stato abituato. L’incontro con Sarri e le sue idee non è stato felicissimo, e spesso si è trovato a partire dalla panchina. In diverse occasioni è riuscito ad incidere anche da sostituto, ma in diverse altre ha dato l’impressione di essere un pesce fuor d’acqua, e questo gli costa la sufficienza.

Basic 6: erano anni che alla Lazio non arrivava un centrocampista pronto all’uso. Lui non avrà le doti di un fuoriclasse, ma si è applicato con grande dedizione, sia come sostituto che come titolare al posto dell’appena citato Luis Alberto. L’incrocio del Mapei Stadium trema ancora, e quel gol gli sarebbe valso forse mezzo voto in più.

Akpa Akpro s.v.: se l’anno scorso era stato spesso utilizzato da Inzaghi, l’arrivo proprio di Basic lo ha fatto scalare verso il basso nelle gerarchie. Si è visto troppo poco in campo per valutarlo.

Felipe Anderson 6: la sua più grande pecca è ancora la poca continuità, come aveva abituato anche alla prima esperienza italiana. Parte in quarta con prestazioni e gol come contro la Roma o l’Inter. Il suo girone d’andata prosegue poi con una fase di calo che gli costa anche il posto da titolare, salvo ritrovarlo come falso 9 vista l’indisponibilità di Immobile. Il voto è una media tra le sue due facce.

Zaccagni 6,5: dopo un lungo periodo di adattamento post infortunio, al nuovo ruolo e al nuovo sistema, le sue ultime settimane sono state davvero positive. Diventato il padrone della fascia sinistra dei suoi, spesso è stato l’uomo chiave cercato dai compagni per creare pericoli alla difesa avversaria.

Pedro 7.5: arrivato come esubero dalla parte giallorossa del Tevere, si è rivelato il vero valore aggiunto dell’attacco di Sarri. È già a quota 7 gol segnati in campionato dopo 19 presenze: non segnava così tanto dalla stagione 2018/19 con il Chelsea, quando arrivò comunque a 8 in 31 partite. Scende in campo con grande applicazione e cattiveria agonistica, dimostrandosi sempre più leader.

Immobile 7.5: fermato da due problemi fisici prima e dal tampone positivo poi, il suo contributo è stato così spezzettato. In ogni caso, si è confermato un goleador dal valore indiscusso, trovando la via del gol in 13 occasioni su 15 uscite di campionato. Tornando così quasi sulle medie record della stagione 2019/20 dopo che lo scorso anno si era fermato, se così si può dire, a 20 gol segnati in 35 partite.

Muriqi 4.5: dispiace essere così duri, ma il suo apporto è stato davvero negativo. Contro l’Atalanta, per esempio, entrò negli ultimi minuti al posto di Immobile e i suoi errori portarono al pareggio in extremis della Dea. Di lì in poi Sarri ha preferito schierare un esterno al centro del tridente piuttosto che lanciarlo da titolare. Ormai probabilmente demotivato, quando entra alterna tentativi di giocate con esito poco felice a movimenti a vuoto. Il suo futuro appare sempre più lontano da Formello.

Sarri 6.5: ha il grande merito di aver rigenerato giocatori apparentemente al capolinea come Strakosha, Cataldi o lo stesso Pedro. Dall’altra parte, però, gli si può criticare la solita riluttanza ad inserire nel suo sistema giocatori differenti dai suoi prototipi ideali, come Luis Alberto o Lazzari. D’altro canto, comunque, non si può negare la difficoltà di lavorare con una rosa da far transitare dal 3-5-2 al 4-3-3, peraltro con lacune evidenti. Tutto sommato la Lazio è ancora in piena corsa per le posizioni europee in campionato e ha superato il girone di Europa League, seppure come seconda. E di questo va dato merito al tecnico toscano.

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Juventus, la versatilità di Koopmeiners e la cura Spalletti

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Juventus

La Juventus sta trovando finalmente continuità nei risultati e il merito, oltre che del tecnico Spalletti va attribuito anche soprattutto ad alcuni singoli.

Tra questi c’è sicuramente il centrocampista olandese ex Atalanta, tornato sotto le luci della ribalta dopo il cambio di ruolo impostogli dal tecnico toscano. La sorpresa però dell’ultima uscita dei bianconeri in quel di Pisa ha visto il ritorno di Koop nel ruolo di trequartista.

Juventus, l’importanza di Koopmeiners: per Spalletti è un colonna portante

L’investimento di oltre 70 milioni di euro operato nell’estate del 2024 pesa ancora, non tanto sulle casse del club, quanto più sulle aspettative iniziali in termini di bonus che tifosi e società.

Alla sua prima stagione in bianconero infatti, Koopmeiners nel ruolo di trequartista alle spalle della punta ha collezionato 5 gol e 3 assist in 44 presenze tra tutte le competizioni; un rendimento ben lontano da quello della stagione 2023/2024, quando siglò 15 gol 7 assist con la maglia dell’Atalanta.

L’arrivo di Tudor però ha cambiato le carte in tavola già nella scorsa stagione, con l’arretramento sulla linea dei difensori nella difesa a tre e il ritorno a un ruolo che il giocatore aveva già ricoperto ai tempi dell’Az Alkmaar. Col croato Koop ha ritrovato serenità ed efficacia nelle prestazioni, che gli sono valse la conferma in quel ruolo dirottando così le priorità del mercato in attacco.

In questo senso la società ha potuto agire di conseguenza, confermando prima Conceicao, e poi portando alla Continassa sia Openda che David, oltre a Zhegrova, per rinforzare tutto il reparto. Anche Spalletti ha deciso quindi di confermare l’olandese come braccetto di sinistra, tuttavia nell’ultima uscita contro il Pisa lo schema iniziale ha visto l’avanzamento di Teun sulla linea dei trequartisti al fianco di Yildiz.

Un segnale che l’allenatore conosce bene le potenzialità offensive del giocatore e non è escluso che in futuro possa tornare a occupare posizioni più avanzate per aumentare le alternative in quella zona di campo.

Nel frattempo tutta la Juventus sta beneficiando del suo momento di forma, come quello di molti altri compagni, dimostrando che la qualità e la motivazione all’interno del gruppo non mancano e l’obiettivo rimane sempre lo stesso.

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Teun Koopmeiners punta il dito in alto ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Hellas Verona, San Siro archiviato: domenica arriva il Toro

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giovane hellas verona

L’Hellas Verona prosegue la preparazione per la sfida della 18° giornata in programma domenica 4 gennaio alle 18. Zanetti vuole tornare a fare punti.

Il KO di San Siro sembra aver lasciato ben pochi strascichi, considerando che la squadra ha retto per buona parte della partita e a un certo punto ha preferito risparmiare le energie visto il risultato.

Hellas Verona, sfida da ex per Baroni: in palio punti pesanti

Entrambe le compagini arrivano da una sconfitta, i gialloblu contro il Milan e i granata contro il Cagliari, e perciò la sfida si prospetta molto interessante soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento. Per Giovane e compagni sarà l’occasione di tornare a fare punti, in particolar modo in casa dove l’ultimo match ha visto cadere l’Atalanta di Palladino.

L’ultimo periodo è stato particolarmente positivo per i gialloblu che hanno raccolto sei punti nelle ultime 5, scavalcando il Pisa al terzultimo posto. Le due vittorie di fila contro, appunto Atalanta, e Fiorentina in trasferta hanno rivitalizzato l’Hellas che sembrava aver ingranato la marcia. Lo stop forzato di due settimane inoltre, causa Supercoppa Italiana, ha forse smorzato leggermente l’entusiasmo dando vita alla prestazione un po’ a metà contro i rossoneri.

Dunque la sfida contro il Torino rappresenta l’occasione giusta per recuperare l’umore e sfruttare anche il fattore campo, oltre che il momento di incertezza dei granata dopo l’inaspettata sconfitta contro il Cagliari. L’ex Baroni tornerà da avversario, dopo il precedente con la Lazio della scorsa stagione, per riportare Simeone e compagni sui binari giusti che portano alla salvezza. Le due vittorie consecutive contro Cremonese Sassuolo avevano rilanciato in classifica il club del neo DS Petrachi, che sta già lavorando in vista del mercato di gennaio.

La sfida del Bentegodi dunque si prospetta interessante per entrambi gli allenatori, che hanno la responsabilità di rialzare la squadra dopo un momento negativo, successivo a una doppia vittoria. Una delle due in caso di sconfitta rischia di aprire una mini crisi, visto anche il calendario delle prossime partite. Per il Verona ci sarà il Napoli e poi la Lazio mentre per il Toro ci saranno l’Udinese e l’Atalanta.

hellas verona-torino

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Fiorentina, Kean assente all’allenamento odierno: il motivo

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Champions League

Fiorentina, Moise Kean non era presente all’allenamento di oggi con la squadra. Andiamo a vedere, qui di seguito, il motivo.

Sta per chiudersi un anno a dir poco nefasto per la Fiorentina, ultima in classifica in campionato e accerchiata dai propri tifosi, frustrati e preoccupati per il rischio di una retrocessione che sarebbe storica.

Nel frattempo, la squadra ha svolto oggi una seduta di allenamento al centro tecnico viola, alla quale non ha partecipato Moise Kean.

Secondo quanto riferiscono Gianluca Di Marzio e Tuttomercatoweb, infatti, l’attaccante classe 2000 era in permesso per questioni famigliari, con il club che era, dunque, informato in merito a tutto ciò.

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