Serie A
Lazio, Guendouzi ha chiesto la cessione: la situazione
Stando a quanto riportato da “Il Corriere dello Sport“, Mateo Guendouzi avrebbe chiesto alla Lazio di partire la prossima estate.
Guendouzi-Tudor: strappo insanabile
Il rapporto fra Guendouzi e Tudor è ai minimi storici e non sembra esserci margine per ricucirlo. A riportarlo è il Corriere dello Sport, nella sua edizione domenicale. La nota testata romana, fra le più accreditate per quanto concerne Lazio e Roma assieme a Il Messaggero, aggiunge che il francese avrebbe chiesto la cessione.
Guendouzi e Tudor avevano avuto un diverbio molto serio ai tempi del Marsiglia, che avevano portato l’ex-Arsenal a perdere molto spazio nelle gerarchie del tecnico croato. Gli attriti fra i due non sono solo di natura personale, tanto che i due hanno nuovamente litigato nel corso di questi mesi, ma anche tecnico-tattica.
Infatti, in questo momento Tudor ha individuato in Vecino e Rovella la coppia di interni ideali per il proprio centrocampo. La posizione di sotto punta, che il transalpino aveva ricoperto efficacemente durante la sua esperienza marsigliese, attualmente è occupata da Zaccagni sul centrosinistra e Kamada sul centrodestra.
Rischio cessione concreto: se arrivano 30 milioni…
Le cose, ovviamente, potrebbero cambiare in estate. Tudor era partito con una certa idea di calcio, ovvero con l’ex-Verona tutta fascia a sinistra e la coppia Luis Alberto–Felipe Anderson alle spalle di un centravanti, ma le bizze caratteriali dello spagnolo e la situazione contrattuale del brasiliano hanno rimescolato le carte in tavola.
Il croato sta ancora valutando la rosa nella sua interezza, nel tentativo di capire chi farà parte del nuovo progetto e chi no, e l’assetto tattico della Lazio è ancora in fisiologica evoluzione. Tuttavia, gli attriti che intercorrono fra i due sembrano difficilmente sanabili e lo stesso francese non sembra disposto a vivere una stagione da comprimario.
Per Lotito e Fabiani la situazione è chiarissima. Guendouzi si è dimostrato uno degli acquisti più azzeccati dell’ultimo mercato e il patron bianco celeste, notoriamente orgoglioso e attaccato al proprio ego, non vorrebbe sconfessare la propria intuizione. D’altro canto, se arrivasse un’offerta congrua (la Lazio chiede circa 30 milioni) la cosa migliore per tutti sarebbe diramare la matassa ed evitare di portarsi dietro il problema per un altro campionato.
Serie A
Roma, 17 giugno 2001: lo Scudetto “scucito” e l’incontenibile banda Capello
Il 17 giugno 2001, al pari dell’8 maggio 1983, è una di quelle date che resteranno per sempre impresse nei cuori e nelle menti dei tifosi della Roma.
L’Olimpico ricolmo d’amore e passione poi trasbordati in gioia sfrenata, un Totti ineguagliabile ed un Batistuta mattatore. I diciott’anni d’attesa svaniti in un istante e l’intera città tappezzata di giallorosso. Questo e molto altro è stato ed ha significato il terzo e, finora, ultimo scudetto della squadra della capitale.
Indice
Roma Caput Mundi
Per Roma il 2000, e dunque il nuovo millennio, si aprì con il Giubileo e la conseguente ondata di fedeli pronti a riempire San Pietro e dintorni, e proseguì con l’inaspettata quanto meritata vittoria del campionato da parte della Lazio, artefice di una straordinaria rimonta ai danni della Juventus portata a compimento il 14 maggio.
Ecco, paradossalmente, la prima tappa verso quel 17 giugno 2001 fu proprio quel 14 maggio 2000. La seconda, comunque dolorosa, invece venne raggiunta pochi giorni dopo, esattamente tre, quando, sempre all’Olimpico, lo storico, ex capitano giallorosso Giuseppe Giannini diede l’addio al calcio imbastendo un match tra leggende romaniste in un clima surreale e non degno di quanto da lui rappresentato nel corso degli anni.
Lo sgomento, la frustrazione e la rabbia dei romanisti per il tricolore biancoceleste furono il moto perpetuo che spinse il presidente Sensi ad investire cospicue cifre per rinforzare una rosa comunque attrezzata ma reduce da una deludente annata, la prima sotto la guida di mister Capello.
Il 6 giugno 2000, terza tappa del cammino, 15.000 persone accolsero con occhi pieni di speranza l’allora acquisto più oneroso nella storia del club: Gabriel Omar Batistuta, uno dei centravanti più forti al mondo, il cui trasferimento dalla Fiorentina equivalse a ben 70 miliardi di lire.
Prima il baratro, poi la rinascita
La stagione 2000-2001, apertasi con notevole ritardo causa Olimpiadi di Sydney, su cui tifosi, stampa e dirigenza riponevano tante speranze venne inaugurata dalla Roma nel peggiore dei modi: il 22 settembre 2000 i giallorossi, infatti, incassarono un pesante 4-2 dall’Atalanta nel ritorno degli ottavi di Coppa Italia che valse l’eliminazione dalla competizione alla quale conseguì una violenta protesta del tifo romanista con tanto di calci e pugni alle auto dei calciatori.
La forte scossa emotiva mossa da quella sommossa diede una marcia in più alla squadra che mise a referto sette successi nelle prime otto giornate di campionato, compreso quello del 26 novembre 2000 contro la Fiorentina griffato da una favolosa rete dell’ex Batistuta, sconfisse di misura nell’undicesimo turno del 17 dicembre 2000, in quello che sarebbe diventato un passaggio di consegne, i campioni in carica della Lazio grazie al famigerato autogol di Paolo Negro e si laureò campione d’inverno il 4 febbraio 2001 con un 1-2 in rimonta sul campo del Parma con la doppietta del solito Batistuta.
L’incubo sfiorato e la festa senza fine
Nel girone di ritorno la banda Capello, forte di sei lunghezze di vantaggio sulla Juventus prima inseguitrice, mollò un po’ la presa incappando in due pareggi con Reggina e Perugia, acciuffato all’ultimo istante, e in una rovinosa sconfitta a Firenze in un’insolita gara disputata nel pomeriggio di lunedì 9 aprile 2001 al grido di “Semo tutti parrucchieri”.
Venti giorni dopo, il 29 aprile 2001, Totti e compagni cestinarono il primo match point Scudetto facendosi rimontare un doppio vantaggio dalla Lazio con il gol all’ultimo respiro di Castroman e, quando, una volta a Torino la settimana successiva, il 6 maggio 2001, nello scontro diretto con la Juve Del Piero e Zidane scrissero il 2-0 sul tabellone del “Delle Alpi” dopo appena sei minuti l’ennesimo incubo sembrò tramutarsi in realtà.
Con un colpo di coda, però, la Roma si scosse nella ripresa e con Nakata e Montella al 90′ riuscì a strappare un punto preziosissimo per mantenere invariate le distanze in classifica.
L’ennesima rete salva-risultato di Montella, sommata a quella realizzata al Milan nell’1-1 del 27 maggio 2001, permise ai capitolini il lusso di un pari sul campo del poi retrocesso Napoli alla penultima giornata, il 10 giugno 2001, giorno in cui al San Paolo fu inaugurata la malfamata gabbia atta a contenere i 10.000 romanisti riversatisi all’ombra del Vesuvio.
Si arrivò, così, alla dodicesima ed ultima tappa del tortuoso viaggio giallorosso alla conquista dell’Italia: il 17 giugno 2001, data dell’ultimo turno di campionato Roma–Parma. Per tornare alla ribalta nazionale servivano tre punti e la scelta da parte di Capello di affidarsi al tridente Totti–Montella–Batistuta risultò vincente. I primi due a segno nel primo tempo, il terzo nella ripresa, con la chioma al vento ed il ruggito da autentico “Re Leone”.
Tridente, tre gol, tre punti, terzo Scudetto, “scucito” dal petto degli acerrimi rivali. Un percorso a tappe da lieto fine che diede vita ad una festa continua per le vie della città eterna.
Serie A
Roma, raduno estivo diviso in due parti
La Roma deve ricaricare le pile per ripartire al meglio
I giallorossi devono alzare l’asticella per tornare a fare parlare di sé nelle zone alte della classifica. Il primo passo è il raduno estivo, con la decisione del tecnico Daniele De Rossi di non partire per la montagna ma di dividere il ritiro in due parti: la prima a Trigoria mentre la seconda in Inghilterra. Saranno settimane intense e piene di amichevoli per la squadra capitolina. Tutto ci fa pensare al concetto di gruppo che vuole insediare l’allenatore nella mente dei suoi e della verve agonistica. I nuovi acquisti dovranno calarsi subito nell’habitat romanista.
Serie A
Napoli-Kvara, è guerra con l’agente: “Decidiamo noi!!”
Ha dell’incredibile ciò che sta accadendo in casa Napoli. Botta e risposta tra società e agente di Kvaratskhelia che non se le mandano a dire.
Napoli, la società insorge via social e risponde alle parole di Jugeli (agente di Kvara)
A distanza di poche ore dalle dichiarazioni dell’agente di Khvicha Kvaratskhelia, Mamuka Jugeli, arriva la risposta della società partenopea via social, in perfetto stile Napoli.
Le parole del procuratore avevano squarciato il cielo sereno sopra il Vesuvio e non lasciavano alcun tipo di interpretazione: Kvaratskhelia dopo Euro2024 lascerà gli ex Campioni d’Italia.
Tali dichiarazioni unite a quelle del padre del giocatore georgiano, non facevano intravedere nemmeno un barlume di speranza che il ragazzo potesse proseguire la sua esperienza in terra campana.
“La priorità è una squadra che giochi la Champions, non possiamo permetterci di perdere un anno“, aveva detto Jugeli.
La risposta via tweet della società partenopea non si è fatta attendere
La risposta della società di De Laurentiis non si è fatta attendere ed è arrivata, come spesso accade anche per annunci importanti, tramite un tweet dal profilo ufficiale del club:
“In riferimento alle dichiarazioni dell’agente di Kvaratskhelia, Mamuka Jugeli, e del padre Badri, il Calcio Napoli ribadisce che il giocatore ha un contratto di altri 3 anni con la società e non è sul mercato. Non sono gli agenti o i padri che decidono il futuro di un calciatore sotto contratto con noi ma la società Calcio Napoli!!! Fine della storia”
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