Serie A
Lazio, così fa male: il Lecce estromette Baroni dall’Europa

Un Lecce corsaro espugna l’Olimpico di Roma. La contestuale vittoria della Fiorentina estromette la Lazio dalla zona europea.
Era la serata del all or nothing. Dall’ambizione Champions League, coltivata sino all’ultima giornata grazie ad un girone d’andata straordinario e al rigore di Pedro a Milano, all’incubo di una stagione senza Europa.
Lazio, dal Paradiso all’Inferno: Coulibaly gela l’Olimpico
Ci sarà tempo per gli esami e per le analisi, ma adesso fa male. Fa solo male. La prima parte di stagione della Lazio è stata straordinaria. La seconda deludente, più in linea con le reali possibilità della rosa e con una dead end flag che assume i connotati dell’epitaffio funebre. Un percorso di crescita, un progetto vilipeso all’ultimo atto della commedia: divenuta dramma dinanzi ai 50mila dell’Olimpico, accorsi per assisterne all’epilogo.
La Lazio di Baroni, almeno quella della seconda parte di stagione, sembra la brutta copia della Lazio di Sarri. Ma senza la qualità corale dei cosiddetti “big”, sacrificati sull’altare di un collettivo che ha reso fintanto che le gambe non hanno ceduto. Con un Tavares a mezzo servizio, Guendouzi-Rovella annebbiati da una stagione sempre a mille e Dia-Castellanos che paio aver smarrito l’intesa di inizio anno, la Lazio si è riscoperta una squadra “normale”: eternamente e ineluttabilmente arrovellata sui suoi difetti sistemici.
La palla gira piano, l’area non si riempie e quelle mezze occasioni, create più con l’inerzia che con le idee, non vogliono saperne di entrare. Dal palo interno di Pedro contro la Fiorentina, che ha dato ai Viola (complice la vittoria sul campo dell’Udinese) la qualificazione alla Conference League per il quarto anno consecutivo, a Baschirotto che c’entra una sorta di auto-incrocio dei pali. La difesa sbanda, come troppo spesso le accade.
Manca il filtro del centrocampo, con l’ubiquità e l’onnipresenza atletica della mediana venuta meno dopo quasi sessanta partite giocate sempre a mille all’ora, e i difensori, in difficoltà dalla prima di campionato nelle letture individuali, probabilmente si sentono più forti di ciò che sono. Sentono di potersi prendere delle licenze che invece non possono permettersi e Coulibaly punisce, alla fine di un primo tempo che ricalca terribilmente un leitmotiv divenuta macabra prassi: l’incapacità di scardinare una difesa chiusa.
La partita sembra girare quando, pochi minuti dopo, Pierotti si fa espellere per doppia ammonizione. Ingenua la prima, colpito Rovella a palla già scaricata, (forse) troppo severa la seconda. Il prevedibile assalto nella ripresa dei biancocelesti non sortisce gli effetti sperati e la Lazio, fra lo stupore generali dei suoi tifosi, si ritrova sola con i propri rimpianti. Cosa resterà di questa stagione? Si ripartirà da quel che di bello si è visto o il brutto sarà sufficiente per abiurare un percorso iniziato senza pretese ma che comunque è riuscito a tradirne i migliori auspici? Gli alibi di inizio stagione – la rivoluzione annunciata, la partenza dei big, l’inizio di un nuovo progetto – basteranno a concedere a Baroni almeno un altro anno di lavoro? Il trasformismo di inizio anno; il calcio liquido e camaleontico; la capacità di coinvolgere tutta la rosa. Qualità progressivamente sconfessate, in favore di una ostinazione (a tratti incomprensibile) su un 4-2-3-1 rigido e dogmatico. Discorsi, al meglio, da rimandare a domani. Una volta (forse) smaltita la delusione.

MARCO BARONI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus, che impatto di Thuram: è il quinto più decisivo alla stagione d’esordio

Khephren Thuram è stato uno dei pochi acquisti azzeccati della scorsa stagione. Il centrocampista francese non ha disilluso le grandi aspettative su di lui.
La Juventus si deve tenere stretta Khephren Thuram. Il centrocampista francese è stato uno dei giocatori fondamentali in questa travagliata stagione e uno dei pochi acquisti azzeccati dall’oramai ex direttore sportivo bianconero Cristiano Giuntoli.
Il classe 2001 è arrivato la scorsa estate alla Continassa per una cifra intorno ai 20 milioni di euro e, come già detto in precedenza, non ha disilluso le grandi aspettative da parte di tifosi e dirigenza.

Khéphren Thuram guarda avanti ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Infatti, l’ex Nizza in Serie A ha preso parte a 35 gare mettendo a referto 4 reti e 6 assist, per un totale di dieci partecipazioni al goal. Cifre molto importanti se le andiamo a confrontare con le prime di alcuni mostri sacri della storia del centrocampo della Juventus. Thuram si trova al quinto posto dei centrocampisti più incisivi all’esordio in bianconero.
Davanti a lui ci sono solamente quattro nomi. A quota 13 partecipazioni troviamo la coppia formata da Diego e Miralem Pjanic, seguiti a 10, tra goal e assist, da Arturo Vidal e Andrea Pirlo.
I numeri del giovane francese sono anche migliori se consideriamo tutte le competizioni. Tra campionato, Coppa Italia, Champions League e le prime due gare del Mondiale per club Thuram ha messo a referto 5 reti e 8 assist. Ovviamente l’apporto del giocatore all’interno delle gare non si rispecchia solamente nelle statistiche, ma sono sicuramente numeri che fanno sorridere ogni tifoso bianconero.
Serie A
Serie A, cambia la normativa sui contratti: nuova durata massima

Arriva una svolta in Serie A per quanto riguarda la durata massima dei contratti. Ecco la novità del Decreto sullo sport approvato in Consiglio dei Ministri.
Nella giornata di venerdì è stato approvato il testo del nuovo decreto legislativo che apporterà delle modifiche in materia di sport. Anche il calcio dunque beneficerà di questa nuova regola.
Serie A, svolta sui contratti: il limite passa da 5 a 8 anni
Un cambiamento minimo in termini testuali visto che la parola cinque è stata sostituita da otto, tuttavia questa novità introduce un grande vantaggio per i club italiani dal punto di vista economico.
Infatti, con l’aggiornamento della lunghezza massima di un contratto di un atleta da 5 a 8 anni ci sarà anche la possibilità di spalmare l’ammortamento dei costi per il medesimo periodo, aprendo così la strada a trasferimenti più onerosi nonostante la differenza di budget rispetto per esempio alla Premier League.
La nuova normativa non va inoltre a scontrarsi con quella introdotta dall’UEFA nel 2023, che prevede un massimo di 5 stagioni per spalmare il costo di un’operazione in modo da non gravare troppo sull’esercizio corrente, in quanto è riportato proprio nel testo ufficiale quanto segue: “Tale modifica non limiterà il modo in cui operano i club (vale a dire i club che sono autorizzati dai loro organi di governo nazionali a concludere contratti con i giocatori per un periodo superiore a cinque anni possono continuare a farlo) […]”.
Serie A
Juventus, Koopmeiners: “Devo ripagare la società”

Teun Koopmeiners si confessa: “Alla Juventus voglio dimostrare quanto valgo nonostante il tendine mi dia fastidio”.
Juventus, il desiderio di riscatto di Koopmeiners
Teun Koopmeiners, centrocampista della Juventus, ha recentemente rilasciato un’intervista a Repubblica, nella quale ha espresso il suo desiderio di riscattarsi dopo una stagione che lui stesso definisce non brillante. “La Juventus ha speso tanto per me l’anno scorso: riuscirò a sdebitarmi”, ha dichiarato il calciatore olandese. Nonostante i problemi al tendine che continuano a infastidirlo, Koopmeiners è determinato a dimostrare il suo valore sul campo.
Il ruolo sotto la guida di Tudor
Sotto la guida di Igor Tudor, Koopmeiners si ritrova a giocare in una posizione più avanzata rispetto al suo ruolo naturale. “Tudor mi vede avanti, ma non sono un attaccante”, ha spiegato, sottolineando l’importanza di adattarsi alle nuove richieste tattiche pur mantenendo il suo stile di gioco distintivo. L’obiettivo è chiaro: riscattare una stagione deludente e diventare un elemento chiave per i bianconeri.
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Fonte: l’account X di Schira
#Koopmeiners a Repubblica: “La #Juventus ha speso tanto per me l’anno scorso: riuscirò a sdebitarmi. Per come ho giocato non è stata una stagione molto bella, voglio dimostrare quanto valgo. Il tendine mi dà ancora fastidio. Ruolo? Tudor mi vede avanti, ma non sono un attaccante” pic.twitter.com/QzKgHseODH
— Nicolò Schira (@NicoSchira) June 22, 2025
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