Serie A
Inter, Inzaghi: “Contro la Juventus gara giusta per dare un segnale”
Alla vigilia della sfida dell’Allianz Stadium contro la Juventus, Simone Inzaghi presenta la sfida che vedrà l’Inter impegnata in un crocevia decisivo.
Messa in archivio la deludente pausa per la nazionale, l’Inter si tuffa di nuovo in campionato. La sfida di questa sera alla Juventus vuol dire molto in chiave scudetto per i nerazzurri, che puntano a strappare punti preziosi da una trasferta proibitiva.
Nella consueta conferenza stampa della vigilia, Simone Inzaghi ha affrontato i temi più importanti che riguardano l’Inter, reduce da un periodo negativo e desiderosa di non perdere del tutto contatto con la capolista Milan.
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Indice
Sulla partita contro la Juventus
“Sarà una partita molto importante, non poteva esserci gara migliore per dare un segnale forte. Conosciamo la Juventus, a gennaio ha fatto investimenti importanti acquistando Vlahovic e Zakaria. Hanno visto di avere delle carenze e si sono migliorati. Sia Vlahovic, che Morata, Dybala e Kean sono tutti attaccanti da tenere in considerazione”
Su Brozovic
“Marcelo è molto importante per noi, ci è mancato e ha lavorato abbastanza bene. Oggi farà l’intero allenamento, come De Vrij, e poi vedremo. Sarebbe un recupero importante”
Sulle aspettative in vista del Derby d’Italia
“Ci aspettiamo di fare risultato, ovviamente, perché le prestazioni non sono mai mancate. I dati ci dicono che creiamo molto, nonostante i 7 punti in 7 partite. Abbiamo voglia di fare i risultati, ma da adesso alla fine ci saranno tutte finali, e quella di domani è la più impegnativa”
Sul periodo negativo e la flessione di risultati
“Al vertice tutti hanno passato questi momenti. A noi è successo in mezzo al Liverpool e con il derby perso. All’inizio dell’anno, per essere ora in una situazione come questa, ci avrei messo la firma. E’ esattamente ciò che ci ha chiesto la proprietà”
Serie A
Milan, principio di accordo per il rinnovo di Camarda
Milan, incontro con esito positivo per il rinnovo dell’attaccante classe 2008 Francesco Camarda. Si tratterebbe del suo primo contratto da professionista.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, il Milan sarebbe vicino all’accordo per il rinnovo del contratto di Camarda: che lo legherebbe ai rossoneri fino al 2027. Molto probabile un approdo, successivo alla firma, nella nuova under 23 del Milan.
Era avvenuto un primo incontro tra il club e il baby talento milanese mesi fa, ma dopo quel momento la situazione (complice l’inserimento di diversi top club europei) si era complicata.
Su tutte il Borussia Dortmund e le due squadre di Manchester, City e United, avevano mostrato interesse nei confronti del classe 2008, ma mai con proposte convincenti per il club ed il giocatore.
Decisiva la volontà di Camarda che da tifoso del Milan pare aver messo in primo piano il cuore e il senso di appartenenza. Il calciatore avrebbe la possibilità di allenarsi in parte con la prima squadra, ma disputerebbe il campionato con l’under 23 allenata dall’ex difensore dei rossoneri Daniele Bonera.
Camarda, colpo in prospettiva per il Milan?
Da non sottovalutare questa trattativa di rinnovo con il 16enne meneghino, che, qualora andasse in porto, potrebbe rappresentare un colpo importante per il futuro del Milan.
Non è escluso che Camarda possa andare in prestito, anche all’estero, ma a oggi l’ipotesi più accreditata è che resti a Milano.
Serie A
Fiorentina, linee classiche per “L’Anima Viola”: la nuova maglia
La Fiorentina presenta la nuova maglia per la prossima stagione: si torna ad una linea classica.
Questo il comunicato con cui la Fiorentina presenta la maglia per la prossima stagione
Il design della maglia Home 24/25 si ispira alle divise più classiche e iconiche della storia del Club, con elementi caratterizzanti come il tradizionale colore viola, il colletto a V e gli inserti fondo manica, unendo così tutta la tecnologia Pro KOMBAT™ all’identità e alla storia della squadra Viola
Firenze, 16 maggio 2024 – Fiorentina e Kappa® presentano oggi la nuova Kappa® Kombat™ Pro 2025, versione Home, con un design classico che vuole rispecchiare il DNA dell’ACF Fiorentina.
Il design della maglia Home 24/25 si ispira alle divise più classiche e iconiche della storia del Club, con elementi caratterizzanti come il tradizionale colore viola, il colletto a V e gli inserti fondo manica, unendo così tutta la tecnologia Pro KOMBAT™ all’identità e alla storia della squadra Viola
Firenze, 16 maggio 2024 – Fiorentina e Kappa® presentano oggi la nuova Kappa® Kombat™ Pro 2025, versione Home, con un design classico che vuole rispecchiare il DNA dell’ACF Fiorentina.
Serie A
Allegri smentisce Gramsci e avvisa Motta: a Torino non si fanno le rivoluzioni
Massimiliano Allegri lascia da vincitore qual é, ma è la storia della Juventus. Giuntoli se ne ricordi e gli porti il dovuto rispetto.
Secondo Vittorio Gramsci, Torino era “il posto ideale per la Rivoluzione“. Apice del Biennio Rosso (1919-1920), arrivò a contare 200 mila operai su 500 mila abitanti: il 40% della popolazione. Nonostante questo, Torino non cadde. Forte della sua identità e della propria testa di ponte (la FIAT) non piegò il capo neppure dinanzi alla dittatura fascista, con Giovanni Agnelli che arrivò a stringere una sorta di tacito accordo con Benito Mussolini.
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
Oggi più che allora, la FIAT (anche se non ha più nulla di italiano dal 2021) rappresenta l’identità torinese non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Un’identità di cui, inevitabilmente, fa parte anche la Juventus. E Allegri (nel pre-partita di Juventus-Roma) fa bene a ricordare l’esistenza del “DNA Juve.”
Alla Juventus c’è un modus operandi dalla stabilità comprovata e che rigetta i cambiamenti. In tanti, in quasi 130 anni di storia, hanno provato a cambiarlo, fallendo miseramente. Da Maifredi a Pirlo, passando attraverso Sarri e Ferrara. La vecchia dirigenza bianconera, abbagliata dalla propaganda giochista, s’invaghì di questo ideale rivoluzionario e abiurò il vecchio adagio del “vincere è l’unica cosa che conta” per aprire le porte all’utopia.
Salvo poi, resosi conto che la retorica vuota e stentorea non regge mai il confronto con la realtà dei fatti, tornare sui propri passi e affidarsi a colui che più di tutti (nell’ultimo periodo) ha rappresentato il “DNA Juve“. Allegri ha fatto ciò che gli riesce fare meglio, ovvero vincere, e se ne va da vincitore qual é. Senza rimpianti e con la piena consapevolezza non solo di aver fatto il massimo, ma che sarà quasi impossibile fare meglio di lui.
Allegri è la storia della Juventus: Giuntoli lo rispetti
“Allegri è stato sostituito da Giuntoli a Febbraio“, Sandro Sabatini ipse dixit. Non solo nel senso letterale del termine, poiché Giuntoli sostituirà l’allenatore attuale con uno nuovo, ma anche metaforico. Lo scorso anno, nel punto più basso della storia recente juventina, al tecnico labronico venne chiesto di fare il parafulmine.
Allenatore. Dirigente. Presidente. Addetto alla comunicazione. Con una società assente (quando non del tutto inesistente) e sul punto di essere esautorata, il livornese divenne il volto principale (forse l’unica) della Vecchia Signora. Tuttavia, adesso del ruolo di plenipotenziario è stato dichiaratamente insignito Giuntoli.
E Giuntoli, come prima cosa, ha scelto di tagliare i legami con il passato. Allegri è l’uomo della famiglia Agnelli, nonché (repetita iuvant) l’uomo che più di tutti alla Juventus incarna un certo modo di fare e di concepire il calcio. E Allegri, a modo suo, ha fatto ed è al tempo stesso la storia della Juventus.
La missione di Motta è un compito ingrato
Una storia certamente gloriosa, ma che era stata bruscamente interrotta dalla scandalo Calciopoli. Prima la retrocessione, poi la lenta risalita e infine un prolungato periodo di mediocrità. Quindi il ritorno alla vittoria con Antonio Conte e infine la sublimazione di un lavoro decennale, grazie proprio all’avvento di Allegri.
Un allenatore fra i più vincenti della storia della Juventus (ma anche della storia del calcio italiano tutto) e che a Torino, negli ultimi otto anni, ha portato dodici trofei. Più due finali di Champions (in tre anni) nonché autore del record di vittorie consecutive in Serie A, da lui stabilito e che difficilmente sarà eguagliato.
Ora Giuntoli vuole cancellare tutto questo con un colpo di spugna, esemplificando il diktat di un board che sin qui ha dimostrato di sapere di macchine ma non (ancora) di calcio. Ed entrare in uno spogliatoio che per anni ha ricevuto un certo tipo di imprinting come un elefante in una cristalleria (come fece Claude Puel ai tempi del Leicester) è una terapia d’urto che può causare danni. Quello di Allegri è un avviso a Giuntoli ma anche un monito per Motta: a Torino non si fanno le rivoluzioni.
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